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C’era una volta: 4 versioni della fiaba “Il principe ranocchio” in giro per il mondo

Scopriamo insieme 4 versioni diverse della nota fiaba “Il principe ranocchio”

“Nei tempi antichi, quando desiderare serviva ancora a qualcosa, c’era un re, le cui figlie erano tutte belle, ma la più giovane era così bella che perfino il sole, che pure ha visto tante cose, sempre si meravigliava, quando le brillava in volto. Vicino al castello del re c’era un gran bosco tenebroso e nel bosco, sotto un vecchio tiglio, c’era una fontana. Nelle ore più calde del giorno, la principessina andava nel bosco e sedeva sul ciglio della fresca sorgente. E quando si annoiava, prendeva una palla d’oro, la buttava in alto e la ripigliava; e questo era il suo gioco preferito.”

Questo è l’incipit della versione più famosa in assoluto della fiaba “Il principe ranocchio”, una delle fiabe fra le più conosciute della tradizione folcloristica europea. Per essere precisi si tratta dell’incipit della versione dei sempre noti fratelli Grimm, da cui la Disney ha preso libera ispirazione per lo splendido classico del 2009 “La principessa e il ranocchio”. 

Oggi, quindi, come avrete intuito, riprendo finalmente la mia rubrica preferita del blog, “C’era una volta”.
Per chi non lo sapesse, in questa rubrica analizzo, non solo, la fiaba a cui il classico Disney si ispira, ma vado a rispolverare anche altre versioni della stessa fiaba in giro per il mondo. Ogni fiaba, infatti, spesso, ha una miriade di versioni diverse e quella a cui si ispira il classico è solo una in un mare di varianti. Un esempio lampante è quella di Cenerentola, di cui vi ho parlato nel primo articolo della rubrica, che potete trovare qui, o quella di Aladdin, che ho analizzato qui; o anche la “La bella e la bestia”, “Raperonzolo” e “Biancaneve” e “La bella addormentata” che trovate quiquiqui e qui.

Come per i casi precedenti, anche questa fiaba ha la sua buone dose di varianti in giro per il mondo, alcune anche molto variegate e con diverse aggiunte e cambiamenti fra loro. La cosa più curiosa, come avrete modo di vedere, è anche il modo in cui il principe si ritrasforma in uomo; cosa che, nella maggior parte dei casi, non ha niente a che vedere con un bacio, in perfetta sintonia con la tradizione “violenta” e a tratti macabra delle vecchie fiabe europee. 

Oggi vi presento 4 versioni della fiaba; quindi, come sempre, preparate i vostri plaid e le vostre cioccolate calde e proviamo a vedere quanti ranocchi riusciamo a trasformare! 

Le origini della fiaba

La prima versione di cui vi parlerò a breve è proprio quella più famosa di tutte, ovvero quella dei fratelli Grimm. Questo per tre ragioni principalmente: innanzitutto perché, come detto, è la più nota in assoluto; secondo perché i Grimm furono i primi a trascrivere una versione davvero completa della fiaba; e terzo perché dalle ricerche che ho fatto mi sono resa conto che questa volta è ancora più difficile delle altre trovare una o più versioni che potremmo definire davvero “le origini” della fiaba. 

Non fraintendetemi, delle versioni più antiche ve ne sono eccome e inserirò anche quelle. Tuttavia è davvero troppo complesso trovare quella che potrebbe essere definita come “l’originale”. Inoltre la versione dei Grimm è quella che, più di tutte, ha dato poi il via a numerose altre versioni e quella a cui, spesso, si sono ispirati altri autori per le altre versioni future. Insomma è considerata da molti studiosi come punto di riferimento principale fra tutte le versioni in giro per il mondo. Ciò detto, però, molti studiosi, nel corso dei secoli, hanno riportato che a livello di tradizione orale questa fiaba era molto conosciuta già fin dai tempi molto antichi.  

1 – Il principe ranocchio dei fratelli Grimm 

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Il principe ranocchio di Paul Meyerheim – p.d.

La prima versione in assoluto di questa fiaba da parte dei Grimm era intitolata “Il re ranocchio”. In seguito il titolo è stato cambiato in “il re ranocchio o Enrico di Ferro” e solo successivamente è diventata universalmente nota con il titolo “Il principe ranocchio”. 

Venne pubblicata dai Grimm per la prima volta nel 1812 nel loro volume “Le fiabe del focolare”. È la prima fiaba dell’opera ed è considerata la prima storia in assoluto fra quelle raccolte dai due fratelli tedeschi che, tra le altre cose, tenevano molto a questo racconto perché lo ritenevano uno dei più antichi e più belli della tradizione tedesca. 

I Grimm riscrissero più volte la fiaba, apportando qualche cambiamento qui e là nel corso delle varie edizioni ma, nel complesso, il succo principale della trama resta sempre lo stesso. La cosa che più salta all’occhio di questa versione è che di baci non se ne vedono nemmeno di sfuggita e il giovane ranocchio si ritrasforma in principe in un modo molto più “drastico” e decisamente per nulla romantico.

Questa versione inizia con una giovane principessa, figlia di un re, che ogni giorno va a giocare con una palla d’oro vicino ad una sorgente in un bosco. Un giorno, però, la palla le cade nell’acqua e lei, disperata, rendendosi conto che la sorgente è troppo profonda per lei, inizia a piangere. A quel punto entra in scena il ranocchio che si offre di prendergliela a patto che i due possano essere amici e che la principessa lo porti a palazzo e lo tenga sempre con se. La giovane prima accetta ma, riavuta indietro la palla, manca alla promessa data e se ne va abbandonando il ranocchio. Il giorno successivo, però, il ranocchio si presenta a corte e chiede della principessa. Questa, costretta a confessare la verità al re suo padre, viene costretta da quest’ultimo a mantenere la promessa. La giovane, quindi, è costretta a portarlo sempre con se. 

Giunta la sera, però, quando il ranocchio pretende di dormire con la ragazza, questa di tutta risposta, lo prende e lo lancia contro il muro con sdegno. A quel punto, però, il ranocchio, nel cadere, si trasforma in un bel principe e confessa di essere stato maledetto da una maga e che solo la giovane principessa aveva il potere di farlo tornare umano. A questo punto, in barba al fatto che la principessa lo ha lanciato contro il muro, il principe decide di sposarsela e i due partono insieme alla volta del regno del giovane. A questo punto forse alcuni si staranno chiedendo cosa c’entra l’”Enrico di Ferro” del secondo titolo. Ebbene nell’ultima parte del racconto, mentre i due novelli sposi si dirigono verso il regno del principe, vengono scortati dal fedele servitore di lui, Enrico appunto. Costui, per il dolore provocatogli dal fatto che il suo padrone era stato maledetto, si era fatto mettere dei cerchi di ferro attorno al cuore. Cerchi che, durante il viaggio, cadono per la gioia dovuta al fatto che il principe non è più maledetto. 

Come vedete di baci romantici non ce ne sono, in perfetto stile fiabe antiche. Se volete leggere la versione per intero potete farlo andando qui

2 – Il pozzo alla fine del mondo

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Illustrazione di John D. Batten – p.d.

Detto questo, fra le versioni più antiche di questa fiaba vi è anche “Il pozzo alla fine del mondo”, di matrice anglo-scozzese. Questa versione è stata riportata, in modo completo, dal folclorista, scrittore e traduttore australiano Joseph Jacobs, all’interno della sua opera “English Fairy Tales”, composta alla fine dell’800. 

Tuttavia, secondo varie fonti, la leggenda che sta alla base di questa versione, è molto più antica ed era ben nota nel mondo anglosassone, sebbene in forma orale, già nel ‘700 o anche prima. Inoltre, lo stesso Jacobs, ha affermato di essersi basato sull’opera “The Complaynt of Scotland”, un libro scozzese risalente al 1549 e scritto come forma di propaganda durante il periodo delle guerre anglo-scozzesi del XVI secolo. 

Stando così le cose, quindi, pur essendo stata pubblicata in versione completa solo dopo quella dei Grimm, in realtà la storia si baserebbe su una leggenda molto più antica.

Questa versione è un misto fra “Il principe ranocchio” con un pizzico di “Cenerentola” qui e là. 

La storia, infatti, inizia con una giovane ragazza, non una principessa, orfana di padre e con, manco a dirlo, una matrigna perfida che la maltratta facendole fare tutti i lavori più umili e pesanti. 

Un giorno la perfida matrigna, per dispetto, le da un setaccio e la manda a prendere dell’acqua ordinandole di non tornare a casa se prima non lo ha riempito al pozzo che si trova alla fine del mondo. La giovane, disperata, chiede a chiunque informazioni circa questo fantomatico pozzo ma nessuno le sa dare indicazione. Questo finché non incontra una strana vecchia che le indica la strada per il pozzo. 

Una volta giunta lì, però, la ragazza non riesce a riempire, come ovvio, il setaccio d’acqua e, disperata, si siede a piangere. Anche in questa versione, però, arriva in aiuto un ranocchio che, sentendola piangere, le promette di aiutarla se in cambio la giovane promette di fare tutto ciò che lui le chiederà per una notte intera (che detta così suona davvero male, ammetiamolo). La ragazza accetta e il ranocchio le consiglia di coprire il setaccio con muschio e argilla, in modo da coprire i buchi. In questo modo la giovane riesce a riempirlo d’acqua e torna dalla matrigna promettendo alla rana di ricordarsi la promessa fatta.

Una volta a casa, dopo poco, sente bussare e la giovane si ritrova il ranocchio alla porta. A questo punto, quindi, viene costretta dalla matrigna a rispettare il patto fatto e il ranocchio inizia a chiederle prima di tenerlo in grembo, poi di dagli da mangiare e infine di dormire nel letto insieme. La ragazza a quest’ultima richiesta cerca di sottrarsi ma la matrigna la costringe ad onorare la sua promessa e la giovane, contrariamente alla versione dei Grimm, dorme insieme alla rana per tutta la notte, cercando tuttavia di tenerla il più lontano possibile da se. A questo punto, una volta giunta l’alba, il ranocchio ordina alla giovane di prendere un’ascia e di tagliargli la testa di netto. La giovane, dapprima esitante, alla fine obbedisce e una volta recisa la testa si ritrova davanti, come d’incanto, un bel principe. Questi le racconta di essere stato maledetto da un mago malvagio e che solo una ragazza che avesse acconsentito ad eseguire i suoi ordini per un’intera notte avrebbe potuto sciogliere l’incantesimo. I due ovviamente si sposano e vissero tutti felici e contenti. E anche questa volta di baci manco a pagarne. Se volete leggere la storia per intero potete farlo, in inglese, andando qui

3 – Il principe ranocchio di Edgar Taylor

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Illustrazione di W. Crane – p.d.

Un’altra versione della fiaba è quella dell’autore e avvocato britannico Edgar Taylor. Taylor fu il primo a tradurre l’opera dei Grimm in inglese e la sua versione della fiaba è, quindi, per certi aspetti, una traduzione di quella dei Grimm. Sarebbe quindi quasi superfluo riportarla se non fosse per un dettaglio molto importante. Taylor, nel tradurre la fiaba dei Grimm, decise di cambiare alcuni degli aspetti più grotteschi della storia. In questa versione, infatti, il cambiamento più sostanziale è il modo in cui il ranocchio si trasforma in principe. Mentre nella prima versione dei Grimm la cosa avveniva dopo che la principessa lanciava la povera bestia contro un muro; in questo caso la cosa avviene in modo più tranquillo perché il ranocchio chiede per tre notti di seguito alla giovane di lasciarlo dormire sul cuscino nel suo letto e la giovane, seppur riluttante, accetta. All’alba del terzo giorno, però, invece di ritrovarsi il ranocchio, si ritrova un bel principe che la fissa, alzato, ai piedi del suo letto (che ansia). Se volete leggere la fiaba per intero potete farlo, in inglese, andando qui.

Prima di andare avanti tocca specificare, comunque, che anche i Grimm, in una seconda versione della storia, cambiarono parte del racconto sostituendo il lancio del rospo con la più saggia decisione di farlo dormire ai piedi del letto della principessa. 

4 – La principessa rana

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Illustrazione di I. Bilibin – p.d.

Un’altra variante della fiaba è “La principessa rana”, una fiaba popolare russa molto nota. Questa fiaba ha, a sua volta, molte varianti sia in Russia che, in generale, nei paesi slavi. Alcune di queste versioni sono state raccolte dallo studioso e folclorista russo Alexander Afanasyev nella sua opera “Fiabe russe”. 

Questa versione differisce per molti aspetti da quelle appena citate ma ho deciso di riportarla perché il succo della storia, ossia la persona di sangue reale trasformata in rana, è pur sempre la base portante del racconto. 

Nella versione più comune della fiaba un re vuole che i suoi tre figli si sposino e per far si che ciò avvenga li mette alla prova attraverso un test. Chiede ad ognuno di loro di scoccare una freccia, ognuno sposerà la donna che troverà lì dove la freccia si è fermata. La freccia del figlio più giovane, però, viene raccolta da una rana. Nonostante il giovane principe si vergogni di dover sposare una rana, viene costretto a farlo dalla promessa fatta al padre. A questo punto, però, dopo le nozze, il re assegna alle sue tre nuore vari compiti e in ogni compito la rana riesce a superare e a vincere rispetto alle altre due spose, trasformandosi magicamente in una stupenda principessa, quando nessuna la vede, e portando così a termine ogni prova. Una volta eseguiti i compiti, si ritrasforma in rana e torna dal marito. Questo finché un giorno il re indice un banchetto e ordina ai suoi tre figli di presenziarvi con le rispettive mogli. Il giovane principe, però, continua a vergognarsi di avere una rana per moglie e confessa alla bestiola i suoi timori. La rana, però, lo conforta e gli dice di non preoccuparsi, di andare al banchetto prima di lei e, quando sentirà bussare, nel caso qualcuno dovesse chiedergli chi è, di rispondere: “è la mia piccola rana che viene a cavallo in una piccola scatola”.

Il giovane acconsente e, inutile dire, che al banchetto anziché presentarsi la rana, si presenta la giovane e stupenda principessa che il giovane vede in forma umana per la prima volta. La storia, tuttavia, non finisce qui e prosegue fra alterne vicende e avventure. Se volete conoscerla per intero vi invito ad andare qui dove la trovate in inglese. 

Detto questo siamo giunti, per ora, alla fine di questo breve excursus. Ma inutile dire che, anche in questo caso, di versioni di questa fiaba in giro per il mondo ve ne sono davvero tante e mi riprometto di aggiornare la lista in futuro. 

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Fonti: