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4 possibili razze di cavalli maculati presenti in “Echo”

Bisogna ammetterlo, niente rende più l’idea “dell’indiano pellerossa” di un cavallo maculato lanciato a tutto galoppo nella prateria e infatti nella serie di recente uscita “Echo”, in cui vediamo le origini della protagonista cheyenne, Maya, non hanno potuto non metterci anche i cavalli nelle riprese, tra cui, appunto, uno a macchie.

Gli spunti che fornisce la serie “Echo” sono diversi e avremo sicuramente modo di vederli in futuro, ma, come ormai saprete, ogni tanto un articolo sui cavalli ho bisogno di proporvelo e la serie di Echo ha catturato la mia attenzione nel momento in cui, nei video girati sui dietro le quinte, ho visto le riprese fatte in sella.

Tra tutti quelli presenti, sono certa che il cavallo che avrà più catturato il vostro occhio, o comunque che avrete anche solo notato, sarà sicuramente stato quello maculato e perciò proprio di questo tipo di mantello andremo a parlare oggi.

Quindi montate in sella e andiamo a conoscere la storia dei cavalli maculati!

(Se vi interessano altri articoli riguardanti i cavalli nella Marvel, potete trovarli qui e qui)

I cavalli maculati nella storia

Quando si pensa a un cavallo a piccole macchie, la prima cosa che ci viene in mente è con ogni probabilità il termine “Appaloosa” e il collegamento con i nativi americani è immediato. Ed infatti il nome Appaloosa è praticamente diventato sinonimo di cavallo maculato nell’immaginario collettivo, ma in realtà si tratta di una razza specifica di cavalli americani e in più non sono gli unici ad avere questo caratteristico manto. Perché sì, dovete sapere che anche quella progenie di Satana che sono i pony possono avere questa colorazione.

Già dalla Preistoria

Per lungo tempo si è pensato che il mantello maculato fosse frutto della domesticazione del cavallo, ma, come hanno dimostrato le pitture rupestri, in realtà era un gene primitivo degli equini.

Risalenti al Paleolitico superiore (40-11 mila anni fa), nel sud della Francia, si possono trovare le pitture rupestri delle grotte di Lascaux e della grotta del Peche-Merle in cui, ad opera delle comunità di cacciatori-raccoglitori Homo Sapiens, sono raffigurati cavalli maculati.

I cavalli macchiati continuarono a diffondersi e furono sempre considerati, per la particolarità del loro mantello, come cavalli speciali.

Par HTO — Photographie personnelle, Domaine public, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6909328

Epoca greco-romana

Basti pensare che uno dei cavalli di Achille, figlio del vento Zefiro e dell’arpia Podarge e capace di parlare, era chiamato Balio (Balios in greco) che significa “pezzato, pomellato”.

I Romani selezionarono la razza del Norico (ora Noriker, nome derivato dall’omonima provincia in cui era allevato) come cavallo da guerra, in particolare per il trasporto dei vettovagliamenti. Attualmente, è la linea Elmar a presentare il caratteristico manto maculato.

Nel Vicino Oriente

Nella mitologia persiana, il cavallo dell’eroe Ali Rostam Up, che visse intorno al 400 a.C. era Raksh, il cui mantello viene descritto nello Shah Nameh (Libro dei Re) come “foglie sparse su uno sfondo di zafferano rosa”.

Questo incredibile cavallo sarebbe stato il progenitore di tanti puledri maculati che popolarono gli attuali Arabia Saudita, Iran, Afghanistan e Uzbekistan.

Nel lontano Oriente

Da lì, i cavalli maculati arriveranno anche nell’Estremo Oriente, passando dalla Cina fino al Giappone.

In Cina arrivarono durante la Dinastia Han (206 a.C. – 220 d.C.). Inviato dall’Imperatore Wudi, l’emissario Zhang Qian riferisce di una razza di grande bellezza dalla Ferghana (tra Uzbekistan orientale, Kirghizistan e Tagikistan) nel paese di Dayuan. Si trattava di cavalli che provenivano dalle terre occidentali, quindi più grandi e maestosi dei piccoli cavalli delle steppe e i cinesi credettero davvero di essere di fronte ai leggendari Cavalli Celesti, capaci di percorrere mille li al giorno. Questo perché il paese di Dayuan probabilmente era abitato da discendenti greci giunti lì al seguito della spedizione di Alessandro Magno.

Zhang Qian così li descrive: “Nel paese di Dayuan si trovano alti monti. Su questi monti vivono cavalli imprendibili, per questo scelgono cavalle pezzate che sono lasciate ai piedi dei monti affinché si accoppino con gli stalloni delle alture. Da queste cavalle nascono puledri dal sudore di sangue, per questo sono detti puledri della stirpe dei Cavalli Celesti”.

Di Sconosciuto – Haines, Francis (1963) Appaloosa: The Spotted Horse in Art and History, Austin, TX: University of Texas Press, p. 51 ISBN: 0912830212., Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3482005

Fino ai nostri giorni

In epoca Medievale e Moderna, la linea maculata verrà preservata principalmente grazie al sangue spagnolo e danese, con la famosa razza Knabstrup. Fu grazie agli spagnoli che il manto arrivò nel nuovo mondo e si diffuse tra le tribù dei nativi americani, creando nuove razze selezionate nel nuovo continente. 

Tipi di maculazione

I mantelli maculati non sono tutti uguali, ma hanno delle caratteristiche distinguibili e che si ripetono in certi schemi. I tipi di maculazione sono:

Spots: macchie bianche o scure anche solo su una certa porzione del corpo

Blanket/Snowcap: Chiazza bianca che copre di solito la zona dei fianchi in contrasto con il colore di base del cavallo. Può essere accompagnata da macchioline sparse

Leopard: manto bianco con macchie scure su tutto il corpo

Snowflake: corpo scuro con macchie bianche che aumentano con l’età

Roan Blanket/Frost: coperta roana generalmente sulla zona dei fianchi

Varnish Roan/Appaloosa Roan/Marble: peli scuri e chiari mescolati, in cui il colore chiaro o scuro si accentua sulle estremità degli arti e del muso.

I cavalli maculati del Nord America

Nella serie TV a lei dedicata, Maya Lopez appartiene alla tribù Choctaw, a differenza dei fumetti in cui invece è di origine Cheyenne. Ad ogni modo, questo non cambia il fatto che sia una anti-eroina nativa americana. Le sue origini risultano importanti nella narrazione della serie TV e, essendo che i cavalli in questione di cui stiamo parlando sono comparsi in essa, di quella andremo a parlare.

Come abbiamo detto prima, sono diverse le razze equine maculate, ma, essendo che ci troviamo in un contesto nativo americano, parleremo solo di alcune razze del Nord America. Come vedrete, nessuna di loro ha un collegamento con la tribù Choctaw, ma con altri popoli nativi invece sì.

Ho fatto questa selezione, più che altro perché non sono riuscita a trovare da nessuna parte la razza specifica del cavallo maculato che compare nella serie e si vede veramente per pochi attimi, quindi è difficile identificarlo.

Appaloosa

Partiamo dalla razza più famosa di tutte e che dà il nome al mantello nella cultura popolare. A giusta ragione, perché questi cavalli sono famosi per il loro peculiare aspetto: hanno il mantello maculato, la sclera bianca, la pelle chiazzata e gli zoccoli striati.

Arrivati ovviamente con i coloni e, dato il loro colore, avevano sangue spagnolo nelle vene, furono allevati dalla tribù Nez Perce (Niimíípu) che riesedeva nella zona degli attuali stati di Washington, Oregon e Idaho. Gli Europei li chiamavano “Palouse Horse” dal fiume Palouse che scorreva nel territorio dei Nez Perce. In seguito il nome si è modificato in “Apalouse Horse” e infine in “Appaloosa”.

Dopo la guerra contro i Nez Perce, sconfitti dal Capitano Joseph nel 1877, a seguito della firma del trattato di pace il 5 ottobre a Paw Mountains, in Montana, i cavalli vennero requisiti, per essere abbattuti e, nei casi più fortunati rivenduti.

Rischiarono quasi l’estinzione, ma grazie ad alcuni allevatori si salvarono e nel 1938 venne creato il registro ufficiale della razza ApHC ad opera di Claude J. Thomas.

Sono cavalli adatti soprattutto alle discipline western e, nelle corse a media distanza, ottengono ottimi risultati. Hanno un carattere tranquillo, sensibile e un buon temperamento.

Dal 1975 l’Appaloosa è diventato il cavallo ufficiale dell’Idaho.

By Karakal – Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1967241

Nez Perce Horse

Fratelli strettissimi degli Appaloosa sono i Nez Perce Horse. Come abbiamo detto, dopo la guerra, i cavalli vennero requisiti ai nativi americani che furono costretti a spostarsi nelle riserve e fare gli agricoltori. Gli Americani lasciarono loro pochi cavalli, costringendoli ad accoppiarli con giumente Quarter Horse che erano più adatte al lavoro agricolo.

Nel 1994, però, la tribù Nez Perce avviò un programma di allevamento incrociando la razza Appaloosa con l’Akhal-Teke, razza del Turkmenistan tipica per il suo mantello dai riflessi metallici e che discende direttamente dai cavalli turcomanni. Questo peculiare incrocio diede vita alla razza Nez Perce Horse, che ha un suo registro ufficiale.

Solitamente questi cavalli sono color baio o palomino con caratteristiche Appaloosa, ma rispetto a questi ultimi sono più lunghi e longilinei, hanno schiena ampia e spalle strette. Sono buoni corridori sulle lunghe distanze. 

By JC i Núria – originally posted to Flickr as Cavall a la reserva Nez Perce, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=5169909

Colorado Ranger Horse

Altro fratello gemello dell’Appaloosa è il Colorado Ranger Horse o Rangerbred Horse. Questa razza prende il nome dalle Alte Pianure del Colorado in cui era allevata, ma abbiamo parlato di “fratello gemello” perché l’80% dei soggetti di questa razza ha anche documenti Appaloosa. Ciò che li differisce dagli Appaloosa è, ancora una volta, è che i Colorado Ranger Horse, per essere tali, devono discendere dallo stallone arabo Leopard e da quello Berbero Linden Tree.

Questi due stalloni vennero regalati nel 1879 a Ulysses S. Grant dal Sultano Abdul Hamid di Turchia. In seguito vennero portati al Colby Ranch nel Nebraska dove si accoppiarono con diverse fattrici. Due dei loro discendenti vennero comprati da Mike Ruby che, accoppiandoli agli Appaloosa, fondò la razza Colorado Ranger Horse nel 1934.

Tuttavia, non si sa perché, lo statuto prevedeva che potessero essere iscritti ai registri solo cinquanta esemplari, quindi gli altri vennero registrati come Appaloosa. Ecco perché adesso sono a cercare disperatamente di ritrovare i membri perduti di questa razza.

Di Seerig – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=10958069

Pony of the America

Il capostipite di questa razza fu uno stallone chiamato Black Hand, dal mantello appaloosa, che era un incrocio tra un Appaloosa, un Arabo e uno Shetland. Il suo proprietario infatti era Les Boomhower allevatore di pony Shetland dello Iowa. Negli anni cinquanta, partendo da questo stallone, decise di dare il via a una nuova razza di pony, ma con il mantello maculato dell’appaloosa. Nel 1954 Boomhower fondò il “Pony of the Americas Club” per selezionare pony di medie dimensioni di buon carattere (a-ah, certo), adatte a bambini e ragazzi.

Inizialmente i pony non dovevano superare al garrese i 110-130 cm, ma, dopo varie modifiche, nel 1985 venne imposto il limite di 140 cm.

By Just chaos – originally posted to Flickr as POA, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=7107333

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Fonti

https://appaloosaitaly.com/la-razza-appaloosa/

https://www.appaloosamuseum.org/

https://www.appaloosamuseum.org/the-nez-perce-horse/

https://www.appaloosamuseum.org/spotting-patterns-in-appaloosas/

https://www.appaloosamuseum.org/the-nez-perce-people/

https://ilportaledelcavallo.it/razze-maculate-nel-mondo-viaggio-tra-similitudini-e-differenze/

https://ilportaledelcavallo.it/storia-dei-cavalli-maculati-europei-parte-uno-di-due/

https://appaloosa.blog/2015/12/26/i-cavalli-appaloosa-ai-tempi-dei-persiani/

https://lgequidi.haflinger.it/la-storia-del-cavallo-noriker/

https://www.poac.org/

Guglielminotti Trivel Marco (a cura di), Cavalli Celesti – raffigurazioni equestri nella Cina antica, SilvanaEditoriale, 2014