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L’origine e la storia della ‘Giornata internazionale della donna’

Ogni 8 Marzo si celebra a suon di mimose e celebrazioni di vario genere la ‘Giornata internazionale della donna‘, più comunemente nota come “Festa della donna”. Tanto si è scritto sulle origini di questa festa ma, ad oggi, tocca ammettere che davvero in pochi conoscono le reali radici storiche di quella che, più che una festa nel senso letterale del termine, si può definire una giornata celebrativa di riflessione su cosa si è fatto e cosa c’è ancora da fare.

Cosa c’entra la Disney in tutto questo vi starete chiedendo?? C’entra se pensiamo alla marea di personaggi femminili iconici, protagoniste o antagoniste che siano, che si sono susseguite fin dall’inizio dell’avventura disneyana. 

Tutti personaggi che sono entrati nell’immaginario collettivo e che raccontano tantissimi pezzi di storia della società. Di fatto, tramite loro, è possibile vedere una parte del cammino fatto dalle donne nel corso della storia antica e recente. Le donne disneyane hanno camminato di pari passo con la società mostrando, pian piano, sempre più aspetti interessanti dei cambiamenti storici. 

Inoltre, la storia della ‘Giornata internazionale della donna’ nel corso degli anni è stata vittima di racconti e fake news di vario genere e, ancora oggi, le sue origini restano oscure a molti. Con questo articolo voglio tentare di chiarirle e di raccontarvi qual è la sua vera origine, chi sono le donne che hanno lottato per istituirla e del lavoro fatto nel corso degli anni fino ad oggi. 

Quindi, come sempre, venite con me e ascoltiamo cos’hanno da dirci le donne del passato. 

I falsi storici

Sono tanti i falsi storici che circolano attorno alla festa della donna e fin da subito è bene sottolinearli prima di andare avanti con il racconto.

Si è spesso raccontato, ad esempio, che la ‘Giornata internazionale della donna’ sia stata istituita in seguito a una tragedia avvenuta in una fabbrica di operaie. Secondo il racconto la festa sarebbe stata istituita a seguito di un incendio avvenuto l’8 Marzo del 1908 (secondo altre versioni il 1910), in una fabbrica di New York , durante cui sarebbero morte centinaia di operaie. Ecco, questa notizia è un falso storico perché non sono mai stati trovati fonti di nessun genere che documentino il fatto. Ci sono stati eventi drammatici simili, ma non sono riconducibili alla festa della donna (e se si fosse voluta istituire una celebrazione per tutte le tragedie simili che sono avvenute nel corso dei secoli non basterebbe l’intero calendario, diciamocelo). Secondo un’altra versione, sarebbe stata istituita intorno al 1907 per celebrare il 50° anniversario di una protesta di lavoratrici tessili di New York avvenuta nel 1857. Anche in questo caso non ci sono fonti a documentare la questione, né per la protesta del 1857 né per la celebrazione dell’anniversario. Queste storie, e tante altre inventate nel corso degli anni, sono, probabilmente, tutti falsi storici iniziati a circolare dopo la Seconda guerra mondiale. Come mai vi chiederete?? L’istituzione della ‘Giornata internazionale della donna’, come vedrete a breve, è strettamente collegata al Partito Socialista. Secondo gli studiosi queste false versioni iniziarono a circolare negli anni ’50 in America, quando lo spettro della Guerra Fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica si faceva sempre più pressante. Ecco perché, in quel periodo, è molto probabile che si sia cercato di separare la ‘Giornata internazionale della donna’ dalle sue radici socialiste. Insomma, il fatto che questa festa potesse avere questi natali, in un momento in cui in America si iniziavano ad isolare tutti coloro che avevano posizioni politiche del genere, era una cosa decisamente scomoda.

La prima “festa della donna”

Storia festa della donna: poster per il Women's Day del 1914
Poster per il Women’s Day del 1914 – p.d.

Oggi la ‘Giornata internazionale della donna’ è patrocinata dalle Nazioni Unite, ma non è sempre stato così e il cammino per arrivarci è stato molto lungo, partendo ad inizio XX secolo, momento di grandi cambiamenti. Il ‘900 è stato un secolo frenetico e ha portato enormi febbricitanti cambiamenti in ogni ambito della vita umana. L’ambito politico, sociale e culturale non ha fatto di certo eccezione. Già a fine ‘800 erano nati movimenti che intendevano promuovere i diritti delle donne e in particolare il suffragio femminile. Furono questi movimenti a promuovere le prime mobilitazioni e i primi scioperi. Un esempio fu un enorme sciopero di 15.000 donne che, nel 1908, marciarono coraggiosamente a New York chiedendo lavori migliori, paga più giusta e, appunto, diritto di voto. Fu proprio grazie alla mobilitazione di movimenti come questo che si ebbe negli Stati Uniti la prima vera ufficiale ‘Giornata Nazionale della donna’ il 28 Febbraio 1909 a New York, grazie anche all’iniziativa della socialista Corinne Brown. Venne, infatti, organizzata proprio dai membri del Partito Socialista d’America di Domenica, per far si che tutte le donne lavoratrici potessero parteciparvi. Questa giornata venne celebrata in America ogni anno, durante l’ultima domenica di Febbraio fino al 1913. 

La nascita della ‘Giornata internazionale della donna’

storia festa della donna_ Clara Zetkin
Clara Zetkin – p.d.

La proposta di una “Giornata internazionale”, però, non tardò ad arrivare. Durante la seconda Conferenza internazionale delle donne socialiste, tenutasi a Copenaghen nel 1910, una donna di nome Clara Zetkin, esponente socialista della politica tedesca e combattente per i diritti delle donne, presentò l’idea di istituire una ‘Giornata internazionale della donna’ che potesse essere celebrata ogni anno in ogni paese, nello stesso giorno, in modo tale che le donne potessero riflettere, esprimere le proprie idee e premere sulla società per ottenere ascolto.

Alla conferenza parteciparono oltre 100 donne provenienti da 17 paesi diversi e in rappresentanza non solo dei partiti socialisti, ma anche dei sindacati e dei circoli delle donne lavoratrici. Il suggerimento di Clara venne accolto all’unanimità e il risultato fu l’istituzione della ‘Giornata Internazionale della donna’ che venne celebrata per la prima volta l’anno successivo il 19 Marzo in Austria, Danimarca, Germania e Svizzera. Alle manifestazioni parteciparono più di un milione di persone, sia donne che uomini, che si battevano per i diritti delle donne in ogni campo della vita sociale, per porre fine alla discriminazione.

Purtroppo, lo scoppio imminente della Prima guerra mondiale bloccò molti tentativi di riforma, ma non fermò le mobilitazioni e gli scioperi e fu, anzi, in questi anni, che venne deciso l’8 Marzo come data comune per la celebrazione. 

Una delle manifestazioni più celebri di tutte, infatti, si tenne a San Pietroburgo l’8 Marzo del 1917 (24 Febbraio secondo il vecchio calendario giuliano in vigore a quel tempo in Russia). Durante quel giorno le donne russe, fra cui molte operaie, manifestarono e marciarono durante la ‘Giornata internazionale della donna’ contro la guerra e per la richiesta di pace e pane. Quattro giorni dopo l’inizio dello sciopero lo Zar fu costretto ad abdicare e il governo provvisorio concesse alla donne il diritto di voto. Poiché, secondo il calendario gregoriano, la data di inizio dello sciopero era l’8 Marzo, da allora si è deciso di fissare la data della celebrazione durante quella giornata e negli anni a venire, pian piano, la data venne adottata anche in altri paesi. Nel 1921 la data venne ufficialmente modificata in 8 Marzo. 

Storia festa della donna: donne russe durante la manifestazione del 1917
Donne russe durante la manifestazione del 1917 – p.d.

L’istituzione in Italia

Sempre nel 1921 la Giornata venne introdotta anche in Italia per volere delle donne affiliate al Partito Comunista. Purtroppo, durante il ventennio fascista venne bandita e non fu possibile festeggiarla. Comunque, non cadde nel dimenticatoio perché, nel 1945, quando ancora la guerra imperversava, l’Unione Donne Italiane, un’organizzazione nata fra il ’44 e il ’45 a supporto dei diritti delle donne e creata da donne di ogni provenienza politica e sociale, la ripristinò e l’anno successivo assunse finalmente carattere nazionale. 

Il riconoscimento delle Nazioni Unite

Bisognerà aspettare, tuttavia, gli anni ’70 perché finalmente questa Giornata cominci ad avere una rilevanza davvero internazionale e totalmente ufficiale. Durante tutti quegli anni, moltissime nazioni in tutto il mondo avevano supportato l’idea e introdotto la celebrazione nei rispettivi paesi e tantissime lotte erano state portate avanti, a volte anche molto osteggiate. 

Così, finalmente, nel 1975, l’ONU espresse il proprio supporto all’idea, celebrando per la prima volta la Giornata. Poi, nel Dicembre del 1977, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite adottò una risoluzione che proclamava che ogni paese, secondo le proprie tradizioni storiche nazionali, poteva celebrare quella che venne chiamata “Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale”, di fatto dando il proprio patrocinio e il proprio appoggio alla celebrazione.

Le donne disneyane

Prima di concludere il nostro excursus sento doveroso aprire una piccola parentesi sui personaggi femminili disneyani. Nel corso della sua lunga storia la Disney ci ha regalato moltissimi personaggi femminili, protagoniste, antagoniste o semplici comparse, davvero indimenticabili. Sin dagli inizi molti di loro hanno contribuito a raccontare la storia della donna e il suo ruolo nella società. Spesso, se non si è addetti ai lavori, è difficile rendersene conto, ma anche il primo classico su Biancaneve può dirci molto sulla situazione femminile delle donne negli anni ’30, in cui si voleva dare un’immagine della donna di madre e moglie perfetta, sullo stile angelo del focolare. E non a caso è così che si presenta Biancaneve ai nani per ottenere il loro aiuto.

Lo stesso, andando avanti nel tempo, possiamo trovare molti altri esempi emblematici fino ad arrivare a quelli odierni. Personaggi femminili come Anna ed Elsa in Frozen, come Judy in Zootropolis o come Raya in Raya e l’ultimo drago, ci mostrano donne giovani che lottano per capire chi sono, in un mondo che ancora si affanna a dargli delle etichette. A quante di noi è capitato? E così Elsa, a cui viene imposto di nascondere un potere perché potenzialmente pericoloso, potrebbe essere benissimo la metafora di tante donne giovani che faticano a raggiungere i propri risultati professionali, perché magari il lavoro dei loro sogni viene considerato di appannaggio “maschile”. Lo stesso si può dire, soprattutto, per Judy. Ci sarebbero tantissimi altri esempi e analisi da fare ma, poiché il discorso è molto lungo, mi propongo di riprenderlo prossimamente in un nuovo articolo interamente dedicato a questo. L’ultima cosa che sento il dovere di precisare è che, secondo me, oggi giorno, c’è la tendenza a vedere gli esempi femminili disneyani del passato come cattivi esempi per le bambine di oggi. Quante volte sento dire di persone che vietano ai propri figli film come Biancaneve e Cenerentola perché li considerano diseducativi e volti alla retorica del “principe azzurro”. Secondo me non c’è niente di più sbagliato perché si sta, inconsciamente, attuando il gioco dell’oblio della società che ha portato a dimenticare, come vedremo a breve, il vero significato della celebrazione dell’8 Marzo. Quei film raccontano un pezzo di storia della nostra società; impedire ai bimbi di vederli significa impedirgli di conoscere quella storia. Sarebbe molto più utile vederli con loro e spiegargli le cose in modo che capiscano come è evoluta la nostra storia. Inutile dire, poi, che quei film contengono anche vari elementi che, secondo me, rinforzano la fantasia e la capacità di sognare dei bambini. E, si sa, la capacità di sognare ha fatto si che l’essere umano potesse inventare l’aereo. 

L’8 Marzo oggi  

Tornando all’8 Marzo, nel corso degli anni successivi al patrocinio delle Nazioni Unite la celebrazione ha avuto fasi alterne. A volte è passata inosservata cadendo nel dimenticatoio, a volte è stata festeggiata senza capirne davvero appieno il senso e il significato storico sociale. Ancora oggi, molti di noi sono totalmente ignari delle sue radici storiche e non sanno che la sua origine è dovuta ad anni e secoli di lotte e rivendicazioni per i diritti. Di fatto spesso si ignora del tutto il suo reale significato specifico e questo perché è stata la società a volerlo. Un esempio sono i falsi storici di cui vi ho parlato all’inizio. Se quei falsi storici sono circolati è stato perché così conveniva che fosse. E questo, complice la tendenza odierna a ritenere lo studio della storia una cosa inutile, ha fatto sì che si perdesse il vero senso di questa giornata. La ‘Giornata internazionale della donna’ venne istituita come giorno di riflessione. Il vero intento era di incontrarsi per fare il punto, capire dove si era arrivate fino a quel momento e quali erano i passi successivi da fare. Per questo motivo, l’abbreviazione “Festa della donna” è errata. Non perché si voglia fare i radical chic, ma per il semplice motivo che non è una festa nel senso festaiolo del termine, bensì una celebrazione che vuole essere occasione di riflessione. Le donne di inizio ‘900 la istituirono perché per loro era fondamentale tirare le fila delle loro battaglie e tessere le fila di quelle nuove. Oggi se ne è perso il senso ma la colpa non è di certo della mimosa, bensì dei banchi di scuola e di tutti coloro che non ci hanno mai insegnato le vere origini di questa giornata. 

Regalare una mimosa non è sbagliato e nemmeno fare gli auguri lo è nel momento in cui, quando lo si fa, si tiene presente questa cosa. Nel momento in cui regalate una mimosa ad una donna l’8 di Marzo e le fate gli auguri, il vero significato di quel gesto dovrebbe essere racchiuso in una domanda di questo genere: “Sai qual è il cammino che la storia ha fatto fino ad ora? Sai qual è quello che tu dovrai fare da ora in avanti? Cosa è stato fatto e cosa manca ancora da fare?” In questo senso, quindi, la mimosa la darei anche agli uomini, perché possa diventare occasione di riflessione comune. Dovremmo scambiarcela l’un l’altro, perché diventi una chiave che ci ricordi di aprire le porte della riflessione e dell’ascolto. Ancora meglio sarebbe prenderla, metterla al centro di una bella tavola rotonda stile Re Artù, sedervisi attorno, uomini e donne, e parlare tutti insieme di ciò che è stato fatto e di quello che c’è ancora da fare. 

Quando fate gli auguri ad una donna l’8 di Marzo, fateglieli perché possa continuare a trovare ogni giorno la forza di lottare per i propri diritti, per la propria libertà e per la propria indipendenza. Questo, secondo me, è il reale senso che le donne di inizio ‘900 hanno dato all’8 Marzo e sarebbe davvero un peccato lasciarlo cadere nel dimenticatoio. Molte di quelle donne sono morte lottando e tante prima di loro hanno dato la vita perché le altre potessero arrivare ad istituire questa giornata.  

L’8 Marzo, quindi, secondo me, non va né ignorato, né dimenticato, né tacciato di inutilità perché si farebbe un torto alle lotte di tante donne. Dovremmo solo imparare e rispolverarlo da quella patina di oblio che la società ha lasciato cadere sopra, con falsi storici e manipolazioni varie atte a farci credere che tanto fosse inutile, e dargli di nuovo il significato che aveva in origine. 

Detto questo siamo giunti alla fine del nostro articolo di oggi, se lo avete trovato interessante e si è vi è piaciuto, fatecelo sapere sui nostri canali social! 

Fonti: