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C’era una volta: 8 versioni della fiaba di Raperonzolo in giro per il mondo

Alcune delle versioni più antiche e più note della nota fiaba Raperonzolo, a cui il classico Disney Rapunzel si ispira

“C’era una volta un uomo e una donna che da molto tempo desideravano invano un bimbo. Finalmente la donna scoprì di essere in attesa. Sul retro della loro casa c’era una finestrella dalla quale si poteva vedere nel giardino di una maga, pieno di fiori ed erbaggi di ogni specie. Nessuno, tuttavia, osava entrarvi. Un giorno la donna stava alla finestra e, guardando il giardino vide dei meravigliosi raperonzoli in un’aiuola. Subito ebbe voglia di mangiarne e, siccome sapeva di non poterli avere, divenne magra e smunta a tal punto che il marito se ne accorse e, spaventato, gliene domandò la ragione.”

Questo è l’incipit di una fiaba molto nota della tradizione folcloristica europea. Sto parlando di Raperonzolo, la fiaba della bella fanciulla dai lunghissimi capelli intrappolata in un’alta torre, da cui il classico Disney “Rapunzel – l’intreccio della torre” prende spunto. 

Per essere precisi, l’incipit succitato appartiene a quella che è la versione più famosa della fiaba, quella dei sempre presenti fratelli Grimm. Versione a cui il classico Disney si ispira vagamente e cambiando alcune delle parti più scabrose (per non dire osé) che la fiaba, come spesso accade in questi casi, contiene.  

Oggi, quindi, come avrete intuito, riprendo quella che è forse la mia rubrica preferita del blog: “C’era una volta”.

Per chi non lo sapesse, in questa rubrica analizzo, non solo, la fiaba a cui il classico Disney si ispira, ma vado a rispolverare anche altre versioni della stessa fiaba in giro per il mondo. Ogni fiaba, infatti, spesso, ha una miriade di versioni diverse e quella a cui si ispira il classico è solo una in un mare di varianti. Un esempio lampante è quella di Cenerentola, di cui vi ho parlato nel primo articolo della rubrica, che potete trovare qui, o quella di Aladdin, che ho analizzato qui; “La bella e la bestia”, che trovate qui; e la più recente di tutte, “La bella addormentata”, che trovate qui

Come per i casi appena citati, quindi, anche la nostra cara Rapunzel ha le sue varianti in giro per il mondo e quella dei fratelli Grimm, di cui vi parlerò a breve, è solo una delle più famose fra tutte. Inoltre, anche Raperonzolo, come le altre fiabe, ha radici molto antiche.

Detto questo, quindi, aggrappatevi ai lunghi capelli di Rapunzel e scaliamo insieme l’alta torre! 

1 – Il mito di Danae

Secondo alcuni studiosi, alcuni tratti della storia che poi diventerà Raperonzolo e che potrebbero aver ispirato gli autori della storia “ufficiale” andrebbero ricercati nell’antico mito di Danae. Proprio in questo mito ci sono i primi leitmotiv tipici della fiaba che tutti noi conosciamo. Secondo le versioni più note del mito, Danae era l’unica figlia del re di Argo Acrisio. Costui, desideroso di avere figli maschi, andò a consultare l’oracolo di Delfi ma questi gli rispose che, non solo, non avrebbe avuto mai figli maschi ma che, anzi, sua figlia ne avrebbe avuto uno e questi lo avrebbe ucciso. Il re, allora, per evitare la tragica sorte decise di rinchiudere la figlia Danae in una torre (secondo alcune versioni una stanza) di bronzo (secondo alcune versioni di pietra). A questo punto, però, Zeus, invaghitosi della giovane, trovò il modo di entrare nella torre/stanza trasformandosi in pioggia dorata e, di fatto, rese Danae madre di un giovane fanciullo, che sarà poi il futuro eroe Perseo. La storia continua fra alterne vicende e se volete conoscerla per intero, vi rimando al sito della treccani dove viene spiegata per bene per filo e per segno. In questa sede ci basta sottolineare che il motivo principale, che la rende di fatto un’antenata progenitrice di Rapunzel, è sicuramente quello che la fanciulla viene rinchiusa in un torre/stanza da qualcuno e lì attende la propria sorte. 

2 – La leggenda di Santa Barbara

Santa Barbara in un'incisione di Cornelis Van Noorde
Santa Barbara in un’incisione di Cornelis van Noorde – Credits: https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=36598978

Altra storia che, secondo gli studiosi, potrebbe aver ispirato le storie più classiche di Rapunzel, è l’antica leggenda riguardante Santa Barbara. La sua storia è contenuta all’interno dell’opera medievale “Legenda Aurea”, dello scrittore domenicano Jacopo da Varazze (o de Voragine, de Varagine). Secondo la leggenda, Santa Barbara (per i più originaria di Nicomedia) era la bellissima figlia di un ricco signore pagano di nome Dioscoro, che la teneva rinchiusa in una torre per proteggerla dai pericoli e dai corteggiatori. Quando lei rifiutò di sposarsi e si professò cristiana, il padre, adirato, la portò dal prefetto che ordinò che venisse torturata e decapitata. Fu lo stesso padre ad eseguire gli ordini e, quando tornò in patria, venne colpito da un fulmine e ridotto in cenere. Se volete leggere la storia per intero la trovate riassunta qui. Ho cercato online ma il testo integrale tratto dalla “Legenda Aurea” si trova in latino, ragion per cui, ve lo risparmio. 

3  – Il mito persiano di Zāl e Rōdābah 

Immagine di Zāl e Rōdabah tratta dal poema – p.d.

Una terza leggenda molto antica, in cui molti studiosi hanno visto una variante della fiaba della nostra cara Rapunzel, è il mito persiano di Zāl e Rōdābah, contenuto all’interno dell’opera poetica Shāh-Nāmeh, del poeta persiano Ferdowsī, scritto intorno al 1000 d.C. 

Si tratta, quindi, di un’opera molto antica, oltre che uno dei poemi epici più lunghi al mondo in assoluto. Proprio al suo interno viene narrata la storia d’amore di Zāl e Rōdābah, dove quest’ultima è l’antenata persiana di Rapunzel. 

Come potete immaginare, trattandosi di un poema epico così antico, la storia è davvero molto articolata, quindi cercherò di riassumere i punti cardine che ne fanno, di fatto, un’antenata di Raperonzolo, lasciando a voi la curiosità di leggerla per interno per scoprire l’intera storia in tutti i suoi dettagli. In questa versione Rōdābah (la nostra Rapunzel), è figlia del re di Kabul Mehrāb ed è conosciuta per essere bellissima, con il viso più bello del sole, guance che somigliano a fiori di melograno, occhi adornati di lunghe sopracciò nere e, ovviamente, capelli neri lunghissimi.  

Zāl è colui che si innamora di lei ed è figlio di Sām, principe di Sistān. Per dovere di cronaca bisogna specificare che Zāl è uno dei più leggendari eroi iraniani, nonché principale protagonista dello Shān-Nāmeh. Ebbene proprio Zāl, sentendo tessere le lodi della principessa, se ne innamora e decide di incontrarla. Le cameriere di lei organizzano un incontro e, quando lui si avvicina alle mura del castello dove vive Rōdābah, quest’ultima per farlo salire lascia cadere i suoi capelli fuori dal parapetto in modo che Zāl possa arrampicarvici sopra. Zāl, tuttavia, sembra più gentleman di tanti altri principi perché, invece di usare i capelli della ragazza, usa, molto più intelligentemente, un suo lazo. La storia prosegue tra alterne vicende, i due si incontrano, decidono di sposarsi ma devono affrontare varie opposizioni e disavventure perché la cosa vada a buon fine. Se volete conoscere l’intera storia la trovate riassunta, in inglese, qui. 

4 – Petrosinella di Gian Battista Basile

versioni fiaba raperonzolo - petrosinella
Petrosinella – Credits: Fiabe.Fandom

La quarta versione è una delle più famose della fiaba e quella che potremmo definire, di fatto, la prima vera versione della storia di Raperonzolo così come la conosciamo (oltre che quella a cui molti autori si sono poi ispirati per creare le molteplici varianti successive). 

Si tratta di Petrosinella di Gian Battista Basile, contenuta nell’opera “Lo cunto de li cunti”, pubblicata da Basile tra il 1634 e il 1636. In questa versione Rapunzel si chiama Petrosinella (che in italiano possiamo tradurre con Prezzemolina) ed è figlia di una donna che porta “l’affascinante” nome di Pascadozia. In questa versione ritroviamo, fin da subito, tutte le caratteristiche che poi verranno incluse anche nella versione dei Grimm. Pascadozia, infatti, è incinta e un giorno, guardando verso il giardino della vicina, un’orchessa (o orca che dir si voglia) che in questa versione fa le veci di Madre Gothel, vede del prezzemolo (che sostituisce la pianta di raperonzolo) e desiderandone un po’, decide di rubarlo. L’orchessa, però, si accorge del furto e minaccia di farla fuori se non accetterà di cederle il figlio o la figlia che Pascadozia porta in grembo. Quest’ultima, impaurita, accetta. Quando la bimba nasce viene chiamata Petrosinella e, quando raggiunge i sette anni d’età, l’orchessa reclama la sua promessa. Quindi prende la bimba e la rinchiude in una torre magica senza scale e senza porte e che ha solo una finestra da cui l’orchessa sale aggrappandosi ai capelli di Petrosinella. 

Un giorno un principe passa di lì, vede Petrosinella alla finestra e se ne innamora perdutamente. Inutile dire che i due avviano una relazione di nascosto dall’orchessa che, però, ad un certo punto si accorge della faccenda. La storia prosegue con altre alterne e articolate vicende e se volete leggerla per intero vi rimando a questo sito qui. 

5 – Persinette di Charlotte-Rose de Caumont de La Force

versioni fiaba raperonzolo - illustrazione di Otto Ubbelohde
Illustrazione di Otto Ubbelohde alla fiaba Rapunzel – p.d.

Un’altra versione simile è quella della scrittrice e poetessa francese Charlotte-Rose de Caumont de La Force, pubblicata nel 1698. Per questa versione l’autrice si è sicuramente ispirata a quella di Basile, tanto che già il nome Persinette, richiama lo stesso significato di Petrosinella. 

Per molti versi è simile, per altri invece si discosta, soprattutto sul finale, che diventa più simile alla versione dei fratelli Grimm. 

Le differenze rispetto alla versione di Basile sono, innanzitutto, che viene nominato anche il marito della donna incinta ed è lui che ruba il prezzemolo. Tra l’altro non una volta sola ma più volte finché non viene scoperto. La parte della cattiva viene affidata non più ad un’orca ma ad una fata e la bambina viene ceduta alla fata e portata nella torre non a 7 anni ma a 12 anni. Inoltre la tratta bene e le concede ogni genere di lusso e distrazioni per far si che la giovane non si annoi e non si deprima. Altra differenza è che il principe si innamora di Persinette ascoltandola cantare ma lei, almeno inizialmente, ha paura di lui e si nasconde. Solo successivamente il giovane riesce ad entrare perché vede di nascosto la fata salire arrampicandosi sui capelli di Persinette. Così un giorno, fingendosi la fata, si arrampica e finalmente i due si conoscono. A questo punto la storia prende una piega molto più simile a quella che sarà la versione futura dei fratelli Grimm. Dagli incontri con il principe, infatti, Persinette resta incinta e la fata, scoperta la cosa, infuriata, la prende, le taglia i capelli e la porta in luogo isolato in riva al mare. Qui la giovane da alla luce due gemelli, un maschio e una femmina. Nel frattempo il principe viene attirato in una trappola nella torre dalla fata che, dopo avergli detto che non rivedrà mai più la sua amata, pensa bene di gettarlo giù dalla torre. Questi, però, non muore, ma rimane accecato e vaga per anni in cerca di Persinette, finché un giorno finalmente la trova e viene guarito dalla cecità dalle lacrime di lei. Come sempre, potete leggere la storia per intero qui in francese e qui riassunta e spiegata in inglese. 

6 – Raperonzolo dei fratelli Grimm

versioni fiaba raperonzolo - illustrazione di Johnny Gruelle
Illustrazione per Raperonzolo di Johnny Gruelle – p.d.

La versione dei fratelli Grimm è sicuramente la più famosa fra tutte e quella a cui il classico Disney, vagamente, si ispira. Venne pubblicata per la prima volta nella raccolta “Le fiabe del focolare” tra il 1812 e il 1815. Questa versione è molto simile a Persinette e contiene solo alcune piccole differenze. La prima differenza è nel nome della fanciulla che qui, finalmente, si chiama Raperonzolo, dal nome della pianta, il raperonzolo appunto (nome scientifico campanula rapunculus), di cui la madre si ciba. La parte della cattiva non è più affidata ad una fata ma ad una maga che si chiama, come nel film, Gothel. Altra differenza è che Raperonzolo, diversamente da Persinette, non ha paura inizialmente del principe e, anzi, sicura che lui l’amerebbe più della maga, lo fa salire e gli chiede di portargli, ogni sera, una matassa di seta con cui poter tessere una scala, che le servirà per fuggire con lui dalla torre. Anche in questo caso, poi, Raperonzolo, una volta scoperta, viene abbandonata, ma non riva al mare, bensì in un deserto. Inoltre la maga, molto più perfida della fata di Persinette, lascia che Raperonzolo e i suoi figli (si anche Raperonzolo ha due gemelli), vivano di stenti. Se volete leggere la fiaba per intero la trovate qui

7 – Juan e Clotilde – fiaba filippina

Altra variante interessante da riportare arriva dalle lontane Filippine e ha per titolo Juan e Clotilde, traducibile in italiano con “Giovanni e Clotilde”, titolo che, personalmente mi ha fatto molto sorridere perché i nomi, più che filippini, mi sembrano provenire dalle profonde e antiche campagne di certi luoghi in Italia.

Ho trovato questa fiaba nel libro Filipino Popular Tales, di Dean S. Fansler, dove viene specificato che la storia riportata è stata narrata all’autore da un tale che a sua volta l’aveva udita da un vecchio che viveva nella città di Batangas. 

In questa versione la principessa si chiama, appunto, Clotilde ed è figlia di un potente re, reso ancora più potente dall’aiuto di un vecchio mago suo amico, che a sua volta è innamorato della giovane. Tuttavia, la principessa, pur concedendosi a lui, di fatto lo disdegna e questi, di tutta risposta, prima di morire, decide di vendicarsi rinchiudendo Clotilde in un’alta torre inaccessibile insieme a tre cavalli alati incantati, con la maledizione che sarebbe rimasta lì finché qualcuno non fosse riuscito a liberarla. Molti principi tentano l’impresa ma le mura della torre sono così alte che, di fatto, per molto tempo, nessuno riesce a liberarla. Questo finché un contadino ignorante, ma perseverante e ingegnoso, di nome Juan, riesce a portare a termine la prova fabbricando una scala fatta di chiodi e corda, con la quale si arrampica fino all’alta torre. Anche in questo caso la storia prosegue tra alterne vicende e, se volete conoscerla per intero, vi rimando a questo sito qui, dove potete trovarla in inglese.

8 – La bell’Angiola 

In ultimo, ma non meno importante, torniamo in Italia con una versione proveniente dalla Sicilia e raccolta dalla scrittrice ed etnologa italiana Laura Gonzenbach nell’opera “Fiabe Siciliane”. 

Questa versione inizia con ben sette donne, tutte incinte nello stesso tempo, che decidono di rubare non dei raperonzoli o del prezzemolo come in altre versioni, bensì delle giuggiole, dal giardino di una strega loro vicina. Per giorni tentano la sorte, tutte e sette insieme, e riescono effettivamente a rubare le giuggiole. Tutto finché, ad un certo punto, la strega, insospettitasi, decide di appostarsi in giardino per capire chi ruba i suoi frutti. Delle sette donne tutte riescono a salvarsi dall’agguato della megera meno una. A quel punto la strega promette di lasciarle salva la vita a patto che la donna ceda il suo nascituro, maschio o femmina che sia, quando avrà raggiunto i sette anni. La donna qualche tempo dopo da alla luce una bambina che chiama Angiola e quando questa raggiunge l’età prestabilita la strega la reclama. Dopo una serie di vicende in cui la povera creatura perde anche un dito (che la strega si mangia per ricordare alla madre la sua promessa) la madre si vede costretta a cedere Angiola alla strega e quest’ultima la rinchiude in una torre alta priva di porte e finestre a cui può accedere solo lei tramite le lunghe trecce della ragazza. Anche in questo caso la fiaba prosegue in modo molto simile alle altre con il principe che incontra la giovane, i due che si innamorano e scappano e, prima di poter coronare il loro sogno d’amore, la storia prosegue tra alterne vicende. Se volete leggerla per intero potete farlo, in inglese, qui. Purtroppo in italiano potete trovarla solo nel libro “Fiabe siciliane” della succitata autrice, non sono riuscita a trovare online alcuna copia della trascrizione della fiaba. 

Detto questo siamo giunti, per ora, alla fine di questo breve excursus nella torre di Rapunzel. Come sempre, però, ci sono tantissime altre varianti di questa fiaba di cui poter parlare, quindi mi riservo la possibilità di ampliare la raccolta in futuro. 

Per ora, fateci sapere quale di queste vi è piaciuta di più e, soprattutto, fateci sapere se l’articolo vi è piaciuto condividendolo o commentando sui nostri canali social! 

Fonti: