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Werewolf by night e altre storie di licantropi

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Poiché, come possiamo già evincere dalle decorazioni di zucche, pipistrelli e ragnatele, la notte di Halloween si sta appropinquando con i suoi dolci, i suoi scherzetti e soprattutto le sue creature spaventose, noi la celebriamo insieme alla Marvel e al suo nuovissimo speciale girato appositamente per questa festa: “Licantropus” o “Werewolf by night”.

Parlare dei licantropi, dal greco λúkος, lýkos «lupo» e ἄνθρoπος ánthropos «umano», qui limitatamente intesi solo nell’accezione di uomini che prendono l’aspetto di lupi e perdono il controllo, sarebbe un argomento vastissimo, perciò abbiamo selezionato quelle storie che vi faranno correre un brivido freddo lungo la schiena, perché si tratta di episodi veri, riportati dalle cronache e dai documenti dei secoli passati. 

Preparatevi quindi a tremare in questo articolo da notte di luna piena.

I licantropi di Poligny

Nella Borgogna-Franca Contea, su un pianoro ai piedi di un colle, completamente circondata da foreste, sorge la cittadina di Poligny. Era il 1521 e il freddo inverno era già arrivato, il crepuscolo incedeva precoce e le prime nevicate rispecchiavano già la spettrale luce di una pallida luna piena.

C’era silenzio e nessuno si aggirava più per le strade, tranne la figura solitaria di un contadino che stava rincasando più tardi dei suoi compaesani.

Un brivido lo scosse mentre ripensava alla tragedia che da qualche tempo si era abbattuta sul suo paese: diversi bambini e una donna erano stati divorati da una bestia.

E mentre le ombre si facevano più lunghe e i pensieri più tetri, d’improvviso le fauci spalancate di un lupo puntarono alla sua gola.

Il contadino però era pronto e riuscì a reagire, ferendo addirittura l’animale che scomparve nel folto del bosco. Passando quasi per caso davanti alla casa di Michel Vurden ciò che vide lo lasciò sconvolto. L’uomo si stava curando una ferita uguale a quella che lui aveva appena inferto al lupo.

Portato di fronte alle autorità, dopo essere stato interrogato e torturato, Michel Vurden ammise di aver fatto un patto con il diavolo e di avere un complice, Pierre Bourgot, e che insieme, trasformati in lupi, erano non solo gli autori di quegli omicidi ma si erano poi nutriti dei cadaveri. Per i loro crimini, questi supposti licantropi e le loro famiglie trovarono la morte sul rogo.

L’eremita di San Bonnot

Pochi anni dopo, la stessa regione francese venne colpita da un altro caso di licantropia.

A seguito della morte e dello sbranamento di diversi bambini, nel settembre del 1573 la corte parlamentale della cittadina di Dole emanò un editto per cacciare il licantropo che imperversava nella regione.

Appena fuori dalla cittadina, in un casolare immerso nel bosco, abitava un uomo di nome Gilles Garnier. Il suo aspetto era rude e lui e sua moglie vivevano appartati dalla comunità, tanto che lui era stato soprannominato dagli abitanti “L’eremita di San Bonnot”. 

Incisione del XVIII secolo con licantropo - Werewolf Storie licantropi
Di Sconosciuto – The Universal Museum, and Complete Magazine of Knowledge and Pleasure, volume 1.Photo taken by W. A. Mansell & Co. in the 19th century, becoming part of the Mansell Collection, now under Time Life., Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6418461

L’8 novembre alcuni uomini, rientrando a casa, udirono delle grida provenire dalla foresta. Si precipitarono sul posto e assistettero a un terribile spettacolo: una bambina era stata attacca da una belva di dimensioni spropositate che si avventava su di lei dilaniandone le carni.

Il sopraggiungere del gruppo la mise in fuga, ma a causa del buio non riuscirono a identificare chiaramente la creatura che da una parte somigliava a un lupo, dall’altra a un essere umano.

Il 14 novembre, nei dintorni di Dole, scomparve un bambino di dieci anni e stavolta il colpevole fu identificato, perché solo una persona abitava la zona.

Gilles Garnier venne portato a processo e, sotto tortura, ammise di essersi trasformato in un licantropo e di essersi nutrito dei bambini che aveva ucciso (premurandosi di farlo seguendo il calendario religioso, bisogna sottolineare).

Per i suoi crimini Garnier e sua moglie vennero mandati al rogo il 18 gennaio 1574.

Una curiosità: il caso volle che proprio a Dole, nel 1822, nascesse Louis Pasteur, l’inventore del vaccino contro la rabbia.

Peter Stubbe

“Raccontami cose strane” (Tell me strange things), così chiedeva sempre Augustus Montague Summers (1880 – 1948), studioso di occultismo e creature del folklore, e infatti di cose strane ne ha sentite e raccontate, tra cui anche la storia di Peter Stubbe o Stumpp.

Durante le sue ricerche, Summers ritrovò infatti un opuscolo tradotto dal tedesco risalente al 1590 e ne riportò la storia nel suo libro “Il lupo mannaro nella tradizione e nelle leggende”.

A Bedburg, vicino Colonia, in Germania, tra il fra il 1564 e il 1589 vennero compiuti una serie di terribili delitti: oltre a vari capi di bestiame trucidati, vennero uccisi anche tredici bambini e due donne incinte. Nell’ottobre del 1589, quando la creatura stava per compiere l’ennesimo delitto, sopraggiunse un gruppo di uomini che riuscì a ferire il lupo, amputandogli la mano sinistra. Nonostante questo, la creatura riuscì a fuggire, ma quando la raggiunsero al suo posto trovarono un uomo: Peter, a cui mancava proprio la mano sinistra e da lì prese il soprannome Stubbe o Stumpp, che significa appunto “moncone”.

L’uomo confessò sotto tortura che, adorando il diavolo, aveva la capacità di trasformarsi in un lupo e divorare così le sue vittime, compreso suo figlio, oltre ad aver avuto rapporti incestuosi con la figlia. La sua sentenza venne eseguita il 31 ottobre 1589 e venne condannato alla terribile tortura della ruota.

Piccolo particolare di cui tenere conto però. Sembra che Peter Stubbe fosse protestante e, in quella regione, nella lotta tra cattolici e protestanti, dopo essersi menati come calcianti, alla fine aveva prevalso il cattolicesimo. Valutate.

Werewolf Storie licantropi - incisione  di Lukas Mayer
Di Lucas Mayer – http://www.elmar-lorey.de, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=134745

I licantropi esistono?

Sperando di avervi sia terrorizzato che intrattenuto con queste storie, è il momento di tirare conclusioni più razionali. Come si può notare, la bestialità viene più che altro imputata ai maschi, che, non potendo essere accusati di stregoneria, venivano considerati lupi mannari.

Esattamente come accadeva per le streghe, i casi riportati di licantropia e i successivi processi ed esecuzioni spesso erano dovuti all’isteria collettiva e alla necessità di cercare un capro espiatorio, in questo caso per le morti di giovani e donne. Dare la colpa a un uomo, eliminabile senza troppe difficoltà tramite la legge popolare, invece che a un lupo così affamato da arrivare ad attaccare gli esseri umani era sicuramente più semplice ed esorcizzava prima la paura. Probabilmente le tragiche morti dei bambini si sono realmente verificate, ma proprio perché spesso erano i più giovani o le donne ad essere colpiti si può facilmente ipotizzare l’operato di un animale (o un branco) che, per natura, tende ad attaccare gli individui più deboli. Non a caso, spesso questi episodi si sono verificati in inverno, periodi in cui la selvaggina scarseggia e la caccia diventa difficile anche per i lupi. È il caso ad esempio della famosa “Bestia del Gévaudan” che, tra il 1764 e il 1767, causò molte vittime nella Francia centro-meridionale. Probabilmente, dalle descrizioni che sono state fatte della bestia, in quel caso doveva trattarsi di una iena o un giovane leone piuttosto che un lupo.

Tuttavia non è un caso che il mannarismo emerga principalmente nei paesi nordici e non nei paesi mediterranei di tradizione greco-romana dove i lupi, non solo sono in numero minore, ma sono anche considerati animali più sacralmente positivi (basti pensare che Apollo, il dio della Luce e delle Arti, assume l’aspetto di un lupo, oppure Romolo e Remo adottati da una lupa. Tuttavia non scordiamoci del mito di Licaone) e dove, diciamocelo, la razionalità era un po’ più radicata pur nei secoli bui (ma non mancarono i casi di licantropia anche qui ovviamente).

Werewolf Storie licantropi - lupo mannaro di Lucas Cranach il vecchio
Di Lucas Cranach il Vecchio – Gotha, Herzogliches Museum (Landesmuseum), Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=453912

Altra considerazione che deve essere fatta è che, proprio come per i casi di stregoneria, gli accusati spesso e volentieri erano persone afflitte da problemi mentali, che vivevano distaccate dalla comunità o affette da patologie fisiche particolari, come ad esempio, lipertricosi. Spesso inoltre le persone confessavano di essere in combutta con il demonio e di trasformarsi in lupi perché sottoposte a tortura, testimoniando quindi tutto ciò che gli accusatori volevano sentirsi dire.

Detto questo, però, bisogna ricordare che le patologie mentali e gli assassini seriali di fatto sono sempre esistiti, pertanto in alcuni casi forse effettivamente alcuni di loro si macchiarono davvero di omicidio.

Ma quindi, i licantropi esistono? Poco ma sicuro non nei casi sopra elencati, ma in fondo, per dirla un po’ alla Shadowhunters, ci piace pensare che tutte le leggende siano vere.   

Parere su “Licantropus”

Per concludere ecco alcune considerazioni sul lungometraggio “Licantropus” o “Werewolf by night”. Le ho lasciate per ultime perché ci saranno alcuni spoiler, minimi, certo, ma comunque spoiler. Perciò ritenetevi avvisati.

A mio parere questo speciale di Halloween ha fatto il suo, ovverosia intrattenere per un poco con uno stile un po’ diverso. I fattori di brivido e paura non sono di fatto presenti, ma c’era da aspettarselo, dopotutto stiamo parlando della Marvel.

Ciò che non mi è piaciuto in realtà è stata proprio la trasformazione in licantropo di Jack. Più che un lupo mannaro sembra un uomo-scimmia venuto male e il suo stile di combattimento è trito e ritrito, ovverosia identico a quello di Capitan America, Black Panther, Hawkeye e tutti coloro che hanno capacità di combattimento corpo a corpo. Insomma, mi aspettavo qualcosa di più animalesco e più lupesco.

Anche il cambio filtro a fine film, che da bianco e nero passa a essere a colori non mi è piaciuto troppo, ma queste sono scelte stilistiche. In conclusione però è un film corto senza particolari pretese, buono per essere visto la notte di Halloween.

Fonti: