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Sun Wukong: il Re Scimmia e la sua versione Marvel

Ve lo dico, se nel prossimo film di Shang-Chi dovessero mettere in qualche modo un riferimento, ovviamente fatto ammodino (come si dice noi a Firenze), a questo personaggio sarebbe un gran colpo da parte della Marvel.

Stiamo infatti parlando di lui, il Re Scimmia, il Qitian Dasheng o Saiten Taisei, ovvero il Grande Santo Uguale al Cielo, proprio lui Sun Wukong (cinese) o Son Goku (giapponese), se vogliamo usare il nome con cui è più noto in Occidente, grazie ovviamente a “Dragon Ball” e a quel capolavoro assoluto che è “Saiyuki” di Kazuya Minekura.

Il Grande Santo Uguale al Cielo

Per chi non lo sapesse, nella tradizione orientale, Wukong è una scimmia immortale, nato dalla roccia stessa in cui si è accumulata tutta l’energia cosmica fin dalla creazione, che ascende ai Cieli, raggiungendo poi l’Illuminazione. È praticamente onnipotente, con poteri spettacolari e inimmaginabili, sapientissimo, arguto e ironico, sempre armato del suo bastone allungabile ed estendibile, il Ruyi Jingu Bang (Nyoibo in giapponese). Questo bastone altro non è che lo strumento con cui è stata calcolata la profondità dell’Oceano, non a caso Wukong lo ottiene dall’Imperatore drago del Mare Orientale Ao Guang. Può assumere qualunque forma e dimensione e infatti, quando non lo porta di traverso sulle spalle, Wukong lo tiene nascosto nel suo orecchio nelle dimensioni di un piccolo ago.

Altro particolare caratteristico di Wukong è il cerchio d’oro (jingu quan) che porta attorno alla fronte. Purtroppo per lui non è una tiara decorativa, bensì lo strumento con cui Sanzang lo richiama all’ordine tramite la recita di un sutra facendo venire alla povera scimmia un incredibile mal di testa.

Il Viaggio in Occidente

La storia di Wukong è narrata nel classico cinese “Xiyou ji” ovvero “Il Viaggio in Occidente”, secondo me uno di quei libri miliari che vanno letti per forza almeno una volta nella vita.

Non fatevi spaventare dalla sua mole, pensate invece che si tratta del romanzo classico più corto della tradizione cinese! Oltretutto scorre benissimo ed è davvero divertente, quindi posso assicurarvi che lo divorerete!

Il libro venne pubblicato anonimo alla fine del XVI sec., ma la tradizione lo attribuisce allo scrittore Wu Cheng’en.

Sun Wukong Marvel
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La giovinezza di Wukong

La storia comincia con la nascita di Sun Wukong, il cui sguardo dorato fa sussultare i Cieli. Dopo aver portato il popolo delle scimmie a conquistare la Montagna dei Fiori e dei Frutti, per paura che questa felicità possa finire, Wukong si dedica alla ricerca del Tao, apprendendo tutte le sue tecniche, ma non la sua essenza, diventando comunque ancora più forte e immortale. Tra le varie avventure, compirà anche quella di cancellare il suo nome dal registro dei morti, non potendo quindi più morire e attribuendosi poi il titolo di Grande Santo Uguale al Cielo.

Richiamato alla Corte Celeste come equipuzio, custode dei cavalli, se ne stanca presto e torna alla sua montagna.

L’Imperatore di Giada tenta un’ultima volta di gestire questa scimmia invincibile affidandole il compito di custodire il giardino delle pesche dell’immortalità (non una mossa molto saggia, bisogna ammetterlo). Inutile dire che Wukong, non solo divorerà le pesche, ma scatenerà il caos durante le celebrazioni divine in corso (bevendo tra l’altro il vino dell’immortalità, come se non fosse stato già abbastanza immortale) e venendo così condannato dalla Corte Celeste.
Per sconfiggerlo, viene inviato Nezha (con cui poi farà amicizia) che lo affronta senza riuscire a sopraffarlo. Servirà l’intervento del nipote dell’Imperatore di Giada, Erlang Shen (di nuovo, con cui poi farà amicizia), per catturarlo, ma ancora una volta il nostro Scimmiotto non rimarrà confinato a lungo e sarà necessario nientemeno che l’intervento del Buddha in persona per porre davvero fine alle sue scorribande. Dopo avergli dimostrato l’inutilità di tentare di fuggire dal palmo della sua mano, l’Illuminato provvederà quindi a imprigionare Wukong sotto la Montagna dei Cinque Elementi.

Verso Ovest!

Cinquecento anni dopo sarà il monaco cinese Sanzang (Sanzo), noto anche come Tripitaka, a liberarlo e, insieme ad altri due compagni, Zhu Bajie (Cho Hakkai) e Sha Wujing (Sha Gojyo), e il cavallo-drago bianco (Bai Long Ma) Ao Lie, viaggeranno fino all’India alla ricerca dei sutra di Buddha. Durante il cammino affrontano mille peripezie, la maggior parte delle quali vede Tripitaka rapito per essere cucinato dal mostro di turno e Wukong salvare la situazione in modi incredibili.

Infine i cinque raggiungeranno il Paradiso dell’Ovest e l’Illuminazione (più stringato di così non potevo farlo, credetemi).

Sun Wukong Marvel
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Sun Wukong nella Marvel

Non si conta il numero di opere ispirate al Viaggio in Occidente, tra cui anche due recentissimi film in computer grafica che vi consiglio, “Monkey King – The hero is back” e “Monkey King reborn”, oltre a serie TV, anime e manga. Tra questi ovviamente anche la Marvel non poteva non approfittarne e prendere spunto.

Perciò ecco comparire Sun Wukong anche tra le pagine dei fumetti della Casa delle Idee, ma diciamo però che non ne viene data una versione né lusinghiera, né poi così positiva.

Nella loro visione, un criminale, il futuro Sun Wukong, viene sfidato a rubare nientemeno che il bastone stesso di Wukong. Il Re Scimmia, più divertito che altro, lo mette alla prova, ma questi fallisce e viene precipitato negli Inferi, acquisendo comunque i poteri del Grande Saggio.

Caso vuole che dopo un po’ riesca a uscire, insieme però a un’orda di creature demoniache. Resosi conto dei suoi errori, decide di redimersi dando la caccia proprio a quei demoni.

In seguito, questo nuovo Sun Wukong combatterà più volte al fianco degli dei Marvel, non dimostrando però neanche un decimo della forza del Re Scimmia originale, questo va sottolineato.

Quindi dopo “Shang-Chi” e “Thor: Love and Thunder”, forse qualche speranza di vederlo nell’UCM potrebbe esserci, magari in versione rivisitata e migliorata.

Se siete interessati a una recensione critica accurata del Sun Wukong Marvel la potete trovare qui su questo interessantissimo sito.

Hanuman

Avendo parlato di Sun Wukong non possiamo non fare un piccolo accenno anche ad Hanuman, la divinità scimmia indiana.

Le due figure infatti per certi versi sono molto simili e forse Wukong è nato proprio dall’adattamento cinese di quest’ultima.

Hanuman è in realtà l’avatara del dio Shiva e le sue vicende vengono narrate nel “Ramayana”, poema epico indiano redatto nel II sec. d.C. attribuito a Valmiki e composto di 24.000 strofe divise in sette sezioni.

Hanuman è la divinità che incarna la forza, la perseveranza e, soprattutto, la devozione, essendo colui che aiutò Rama nel suo viaggio contro il re demone di Lanka, Ravana.

Bisogna dire che anche su Hanuman la Marvel si è un po’ spersa, infatti nell’UCM Hanuman compare come divinità gorilla tutelare della tribù Jabari del Wakanda, che teoricamente è in Africa.

Diciamo però che apprezziamo il riferimento, anche se siamo ben lontani dall’India.

Sun Wukong Marvel
By Ravi Varma Press – http://www.columbia.edu/itc/mealac/pritchett/00routesdata/1400_1499/bhakti/hanheart/hanheart.html, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=19904544

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Fonti