Articoli,  Mitologia, leggende e folklore,  Pixar

Ribelle – leggende e origini dei fuochi fatui 

Storia e origine dell’ignis fatuus, anche conosciuto come Will o’ the wisp

“Alcuni dicono che il nostro destino è legato alla terra… che essa fa parte di noi quanto noi di essa. Altri dicono che il destino è intrecciato come un tessuto. Cosicché il nostro destino ne incrocia molti altri. È la cosa che tutti cerchiamo di cambiare, o lottiamo per cambiare. Alcuni non lo trovano mai. Ma ci sono quelli che vi sono guidati.” Ribelle, 2012

Con questa frase prende avvio Ribelle, uno dei film sicuramente più amati fra tutti quelli della Pixar. Nel film viene ampiamente affrontato il concetto di destino. Non solo intrecciandolo nelle trame e nelle vite dei protagonisti ma, soprattutto, permeandolo di un’aurea tutta magica e misteriosa. In particolare, proprio a questo proposito, la parte più interessante è quella riguardante i fuochi fatui. Questi ultimi, infatti, nel film vengono associati alle magiche e fluttuanti luci blu che hanno lo scopo di guidare la nostra rossa protagonista verso il suo destino, come dice appunto la citazione suddetta. 

Ed eccoci arrivati all’argomento di questo articolo di oggi, ovvero: cosa sono esattamente i fuochi fatui? Esistono sul serio? E davvero, secondo racconti, miti e leggende hanno il compito di guidare gli umani presso il proprio destino? E, se esistono, cosa sono scientificamente parlando? 

Ebbene, con questo articolo tenterò proprio di spiegarvi non solo cosa sono i fuochi fatui, meglio noti in inglese anche con il nome di will o’ the wisp; ma anche di raccontarvi alcuni degli innumerevoli miti e leggende legati a questo strano fenomeno.

Quindi, preparate arco e frecce e seguiamo di soppiatto le fluttuanti luci bluastre, insieme a Merida, nel folto della foresta…

I fuochi fatui, una spiegazione scientifica

Simulazione di un fuoco fatuo
Simulazione di un fuoco fatuo – p.d.

Innanzitutto mi preme darvi una spiegazione scientifica su cosa sono esattamente i fuochi fatui. 

Il termine fuoco fatuo viene dal latino ignis fatuus e in inglese è conosciuto in molti modi, ma i più comuni sono, come su già accennato, will o’ the wisp o anche jack o’ lantern (si lo stesso nome delle zucche di Halloween, dopo vi spiegherò perché). Scientificamente per fuoco fatuo s’intende una fiammella leggera di colore azzurrognolo e fosforescente prodotta dalla combustione spontanea di metano, gas idrogeno fosfato o altri idrocarburi. Queste combustioni sono originate dalla decomposizione di materia organica, sia essa materia animale o vegetale, che va in decomposizione. Ecco perché, solitamente, sono visibili sui terreni paludosi, nei pantani o anche nei cimiteri. Per riassumerla in parole più semplici possibile: la materia organica, di cui questi terreni e luoghi è piena, andando in decomposizione origina dei gas che, a loro volta, vanno in combustione e producono questa fiammella che può essere vista fluttuare nell’aria. Si, mi rendo conto che tutto il romanticismo sul destino, il fato e le grandi imprese va a farsi beatamente benedire. Ad ogni modo, se volete provare ad osservarne uno sapete dove andare. Rigorosamente di notte, quindi state attenti a non affondare nei pantani, a perdervi nelle paludi, o farvi mangiare da eventuali coccodrilli.

I fuochi fatui nel folclore europeo

Fuochi fatui - illustrazione di Hermann Hendrich
The Will of the Wisp and the Snake di 
Hermann Hendrich – p.d.

Questa, quindi, è la spiegazione scientifica e razionale del fenomeno che è stata data nei tempi più recenti. Anticamente, però, come potete immaginare la questione era ben diversa e varie ipotesi magiche, mitologiche e misteriose sono state avanzate per tentare di dare una spiegazione al fenomeno dei fuochi fatui. Nella maggior parte delle leggende britanniche e scozzesi i fuochi fatui erano associati agli spiriti dei morti, dei folletti o delle fate e si pensava che il loro scopo fosse quello di portare fuori strada i viaggiatori notturni incauti. Spesso, quindi, erano considerati mortali perché chi li seguiva probabilmente finiva annegato in qualche palude. Se ci fate caso una sorta di esempio, in tal senso, è data anche nel film “Il signore degli anelli” quando Frodo, trovandosi nelle paludi con Sam e Gollum, viene avvertito da quest’ultimo di non seguire le luci. Lui lo fa e quasi ci resta secco.

Questa, però, è solo la base di tutto il corollario di leggende che circonda i will o’ the wisp. Di seguito vi elencherò, brevemente, alcune delle teorie e leggende più comuni interne al folclore europeo in generale: 

  • Secondo alcuni i fuochi fatui erano le anime dei bambini morti. Nel folclore tedesco, ad esempio, si trattava di bambini morti senza essere stati battezzati che, in certe occasioni, assistevano i viaggiatori smarriti. Sempre secondo altre leggende tedesche, inoltre, se si voleva allontanare questi spiriti bisognava camminare con un piede nella carreggiata o lanciargli dietro della terra proveniente dal cimitero.
  • Secondo altre leggende, invece, si trattava di spiriti di elfi morti che ancora non erano stati accolti nel reame elfico. A testimonianza di questa leggenda c’è anche uno dei numerosi altri nomi con cui i fuochi fatui vengono chiamati, ossia ‘elf-fire’.
  • Altri miti dicono i fuochi fatui avevano lo scopo di condurre i viaggiatori nel mondo delle fate, secondo alcune storie fate malvagie.
  • Altre storie dicono che i fuochi fatui si trovavano a guardia di tesori sepolti da fate e folletti. 
  • Altre ancora dicono che i fuochi fatui erano un presagio del futuro. Se a qualcuno, ad esempio, appariva un fuoco fatuo, probabilmente poteva essere, manco a dirlo, un presagio di morte. Ci sono, però, anche casi, ed è questo quello di Merida probabilmente, in cui si pensava che i fuochi fatui fossero in grado di mostrare alle persone il proprio destino e il proprio percorso di vita.

Queste, in breve, sono le leggende e le teorie più comuni riguardanti i fuochi fatui all’interno del foclore europeo. 

Da Will il fabbro a Jack l’ubriacone 

Tuttavia, ci sono anche leggende più articolare associate alle origini dei fuochi fatui e ai loro relativi nomi. Una di queste, ad esempio, riporta la storia di un fabbro malvagio di nome Will, appunto. Secondo la storia Will era talmente perfido che quando, una volta morto, incontrò San Pietro alle porte del Paradiso, questi gli disse che non era degno di entrarvi ma che gli avrebbe dato una seconda possibilità di vita sulla terra. Will, manco a dirlo, fregandosene bellamente, sprecò anche questa opportunità e, una volta morto nuovamente, venne definitivamente scacciato dal santo e condannato a vagare sulla terra senza una meta. Il demonio, a questo punto, avendo pietà di lui, gli offrì un pezzo di zolfo in fiamme per tenersi al caldo, che però Will, perfido peggio del diavolo, decise di usare per attirare i viaggiatori incauti nelle paludi. 

Un’altra storia simile è quella di Stingy Jack, da cui deriva un altro dei tanti nomi dati nel mondo anglosassone ai fuochi fatui: ossia jack o’ lantern. Ora, come molti di voi sapranno, il termine jack o’ lantern oggi viene associato alle zucche intagliate di Halloween. La storia in questione ve l’ho già raccontata in questo articolo qui, proprio a proposito delle succitate zucche, e altri non è che una sorta di variante della storia di Will. Vi starete chiedendo perché le zucche di Halloween e i fuochi fatui hanno lo stesso nome e la stessa leggenda ad accomunarle? Beh, semplicemente perché ,secondo una versione della storia, nella zucca di Stingy Jack ci sarebbe appunto un fuoco fatuo.

I fuochi fatui nel mondo

Gli Hitodama giapponesi

Illustrazione di un Hitodama – p.d.

Non solo in Europa, anche nel resto del mondo ci sono molte leggende relative ai fuochi fatui. In Giappone, ad esempio, i fuochi fatui vengono associati agli Hitodama. Questi ultimi, secondo la tradizione, appaiono come sfere rosse, arancioni o blu – bianche e sono le anime dei morti. Si possono avvistare nei cimiteri o nelle case delle persone morte di recente. Secondo la leggenda sono innocui e appaiono poco prima o subito dopo la morte di una persona, quando l’anima lascia il corpo. 

I fuochi fatui in America Latina

Anche l’America Latina ha la sua buona dose di leggende sull’origine dei fuochi fatui. Sia in Argentina che in Uruguay, ad esempio, i fuochi fatui sono conosciuti con il nome di ‘luz mala’. Anche in questo caso pare si tratti dello spirito di defunti che non hanno ricevuto la sepoltura cristiana. 

In Brasile, invece, i fuochi fatui sono spesso stati associati al Boitatá. Quest’ultimo pare sia un serpente di fuoco con dei grandi occhi che, secondo alcune versioni del racconto, pare possa trasformarsi in un ceppo ardente per uccidere coloro che vogliono distruggere prati, campi e foreste. 

Detto questo, siamo giunti, per ora, al termine di questo nostro piccolo excursus sulle leggende riguardanti i fuochi fatui. Ovviamente inutile dire che ci sono molte altre storie a riguardo e che, magari, mi riservo di raccontarvi in futuro. 

Intanto, come sempre, se questo articolo vi è piaciuto fatecelo sapere condividendolo o commentando sui nostri canali social! 

Fonti: