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Walt Disney Lifes – Marc Davis, l’uomo del Rinascimento

Su Marc Davis si potrebbero scrivere libri interi (e pure sono stati scritti) e non si finirebbe mai di stupirsi di quanta abilità e talento possa possedere una singola persona. Eppure, la primissima cosa che mi ha colpita di più riguardo questo leggendario personaggio dei Nine Old Man, i nove vecchi dello Zio Walt, il secondo di cui ho deciso di parlarvi dopo Les Clark, riguarda un episodio della sua infanzia

Secondo quanto raccontato da sua moglie Alice Davis, Disney Legend e grande artista a sua volta, Marc, da piccolo, iniziò a disegnare per difendersi dai bulli a scuola

In pratica, i bambini lo picchiavano e lui, per difendersi, disegnava per loro e questi, incredibilmente, lo lasciavano in pace. Alice racconta che Marc diceva sempre che fu proprio questa cosa a far nascere la sua “carriera” di animatore e artista. E, di certo, non si può pensare a maniera più singolare di questa.

Poster per l’attrazione Haunted Mansion – credits to: disney.fandom

Il fatto che, da una cosa così brutta come il bullismo e la violenza, possa nascere una carriera così brillante, incredibile e prolifica, come quella che Marc ha avuto, di certo non è una lezione che si possa imparare tutti i giorni.

E se vediamo alla sua storia tutto torna perfettamente. Non per niente, Marc fu non solo un grande animatore, contribuendo al successo di classici intramontabili come ‘La bella addormentata’ o ‘Peter Pan’; ma fu anche uno dei primissimi Imagineers, lavorando alla creazione di moltissime delle attrazioni storiche più famose di Disneyland, quali ‘Jungle Cruise’ o ‘Haunted Mansion’. 

Molti di quelli che hanno lavorato con lui sono d’accordo nel dire che il suo genio creativo era tale che il suo apporto, spesso, era fondamentale nei lavori a cui prendeva parte; specialmente grazie alla sua padronanza nell’animazione della forma umana e degli animali. 

La storia della sua vita, quindi, è un vero e proprio insegnamento per tutti; e ovviamente non può mancare nelle Walt Disney Lifes. 

L’infanzia

Marc Fraser Davis nasce il 30 Marzo del lontano 1913 a Bakersfield, in California, una cittadina dove verso la metà dell‘800 era stato scoperto un giacimento di petrolio. Ed era proprio nello sviluppo di uno di questi giacimenti che suo padre, Harry Davis, era impegnato. 

Immagine di una parte di Bakersflied risalente al 1880 – wikicommons, p.d.

La sua infanzia, però, proprio a causa del lavoro del padre, fu costellata da moltissimi spostamenti. Alice ha poi definito il padre di Marc “un cacciatore di arcobaleni”, ovvero uno sempre alla ricerca di un’occasione migliore, posta poco più in là davanti al proprio cammino. Fu così, quindi, che il giovane Marc si trovò a frequentare ben 26 scuole diverse lungo tutto il paese, prima di arrivare alle scuole superiori. E fu proprio durante questo suo girovagare che si trovò ad avere a che fare con i bulli che incontrava nelle varie scuole. 

La formazione artistica e la decisione di proporsi alla Disney

Dopo aver frequentato il liceo si iscrisse prima al Kansas City Art Institute, poi al California School of Fine Arts e, infine, all’Otis Art Institute di Los Angeles. 

Ed è proprio durante le sue giornate di studio che Marc iniziò a trascorrere molte delle sue ore allo zoo, esercitandosi nel disegno di ogni sorta di animale. E proprio la sua bravura in tal senso, alla fine, diventerà una delle sue specialità quando lavorerà per la Disney. 

All’inizio, però, la sua intenzione non era quella di fare l’animatore. In un’intervista Marc disse che, come spesso accade per chi intraprende carriere artistiche come questa, la sua ispirazione era di creare delle opere come quelle che avrebbe fatto Michelangelo. Potrebbe sembrarvi superbo ma, alla fine, se ci riflettiamo, tutti noi vorremmo diventare bravi e unici come chi lo è stato prima di noi, tutti lo sogniamo e sarebbe ipocrita dire il contrario. 

Marc, comunque, era anche realista, e nella stessa intervista afferma che, già allora, sapeva bene che un’opera come quella di Michelangelo non era di certo una cosa facile né da fare né, tanto meno, da vendere. Fu così che si convinse a proporsi per un lavoro agli studios. Il mondo dell’animazione, infatti, a quel tempo, era in ascesa e poteva essere un’ottima opportunità, come di fatto poi è stata. Alla fine Marc, a suo modo, è entrato comunque nella storia dell’arte, seppure in maniera molto diversa da quella che aveva sognato all’inizio. 

Gli inizi alla Disney

Grimm Natwick – p.d. wikicommons

Marc si unì ai Disney Studios nel 1935 e venne subito affiancato, in qualità di assistente e apprendista animatore, a Grimm Natwick per ‘Biancaneve e i sette nani’. Un’inizio con il botto dunque. Già in quell’occasione, infatti, subito dimostrò il suo talento, riuscendo a conferire vitalità a molti dei disegni del film; tanto che lo stesso Natwick, in seguito, affermò che lavorare con lui era come avere due mani destre. 

Dopo Biancaneve, indimenticabili sono i suoi sketch e design preparatori per i personaggi del film  ‘Bambi’. Fu lì che comparve la sua bravura innata nell’animazione degli animali, a cui riusciva a dare una vitalità e delle espressioni tali, da renderli umani e credibili come nessuno riusciva a fare meglio di lui. Per vedere alcuni dei suoi lavori, vi rimandiamo a questa pagina qui.

I suoi capolavori, però, sono alcuni dei personaggi femminili più importanti ed iconici della Disney, tanto che ancora oggi è ricordato come il padre delle donne Disney. 

Ladies Man

Ognuno degli animatori storici di Walt aveva un talento speciale per cui era portato e Marc non faceva eccezione. La sua specialità, grazie anche alla sua bravura nel tratteggiare la forma umana e i suoi movimenti ed espressioni, erano i personaggi femminili. Tanti sono quelli memorabili che, probabilmente, non sarebbero stati gli stessi nelle mani di qualcun altro. Fra i vari a cui lavorò, però, sicuramente due sono rimasti nel nostro immaginario più degli altri: sua signoria del male Malefica e sua signoria delle pellicce Crudelia. 

Secondo lui, nel disegnare un essere umano, era fondamentale che questi risultasse credibile; perciò era molto più facile fare gli animali che non gli esseri umani. Per usare le sue stesse parole, se un essere umano non è credibile in un film d’animazione, “l’intero quadro va a rotoli”. Data la sua bravura in tal senso, quindi, è normale che gli venissero affidati personaggi del calibro di Malefica o Crudelia, due delle cattive Disney più leggendarie e, probabilmente, più studiate. 

Per fare un esempio pratico di questo concetto, basta rifarsi alle sue vecchie interviste. 

Proprio in una di queste, Marc racconta che Malefica fu molto più difficile da creare perché era una cattiva che parlava e discorreva molto, anche stando seduta. Per questo si decise di affiancarle un corvo, in modo che avesse qualcuno con cui parlare e quindi risultasse più credibile agli occhi dello spettatore. Crudelia, invece, era completamente matta, un personaggio molto “donchisciottesco”, come l’ha definita lui stesso. Si muoveva di continuo, come farebbe uno squalo, ed era sempre alla ricerca di qualcuno con cui prendersela. Questo rese tutto più divertente nella sua realizzazione, ed anche più facile rispetto a Malefica. 

Le due Mistresses of Evil, però, non furono gli unici personaggi femminili a cui Marc lavorò. Fra le altre si annoverano donne non meno importanti ed iconiche come Campanellino per “Peter Pan” o l’aiuto dato alla realizzazione di Cenerentola, Alice e Aurora. Dimostrando, quindi, anche un’enorme versatilità. 

Il primo Imagineer

Crudelia fu, comunque, di fatto, l’ultima a cui lavorò per il reparto animazione dei film, perché lo zio Walt gli propose di passare al nuovo reparto, diventato poi Walt Disney Imagineers, che si occupava della creazione artistica dietro il nuovo parco a tema, Disneyland. 

Fu così che Marc divenne uno dei primissimi imagineers di Disneyland. 

Per Disneyland l’apporto di Marc fu fondamentale perché fu proprio lui a suggerire a Walt di aggiungere una storia che facesse da filo conduttore all’interno delle attrazioni. Cosa non solo inusuale, ma addirittura innovativa per quel tempo. Il successo, a distanza di tempo, fa capire quanto questa intuizione sia stata fondamentale. Soprattutto se pensiamo che proprio ispirandosi a quelle attrazioni sono stati poi creati film dal successo planetario come ‘Pirati dei Caraibi’. Secondo lui, quindi, era fondamentale creare una storia e delle gag, all’interno delle attrazioni, che rendessero interessante il percorso. Fra le varie a cui lavorò ci sono alcune delle più storiche e famose come, appunto, ‘Pirati dei Caraibi’, ‘Jungle Cruise’, ‘Haunted Mansion’ e ‘It’s a Small World’. In questo lavorò fu aiutato anche da sua moglie Alice, che aveva sposato nel 1956. Incontrata nel 1947 presso la Long Beach Art Association, Alice lavorò poi con lui per il film ‘La bella addormentata’, dove disegnò alcuni dei costumi usati come ispirazione nel nel film. Alice, in seguito, lavorò anche lei come costumista e imagineer contribuendo alla progettazione, supervisione e creazione di un numero infinito di costumi, usati poi all’interno delle attrazioni e indossati dagli animatronics. In particolare, con Marc lavorò ai costumi e ai modelli presenti in ‘Pirati dei Caraibi’. 

Per ciò che riguarda Alice, mi riprometto, comunque, di approfondire con un articolo in futuro. Mentre per quanto riguarda questo lato del lavoro di Marc, vi rimando al video che trovate di seguito, dove potete approfondire l’argomento.

Marc Davis, l’uomo del Rinascimento

Marc lavorò per la Disney per ben 43 anni, una vita praticamente. Andò in pensione nel 1978, continuando comunque come consulente per l’Epcot Center in Florida e per il Disneyland di Tokyo. 

Sia lui che sua moglie sono stati anche grandi sostenitori del California Institute of the Arts, l’istituto d’arte fondato da Walt Disney. Marc è morto il 12 Gennaio del 2000 a Glendale, in California, all’età di 87 anni. La sua eredità artistica, però, è fuor di dubbio unica. Ma ancora più unico è l’insegnamento che lascia la sua storia. 

Il fatto che la sua carriera, così brillante, possa aver preso il via da un momento così brutto e triste come il bullismo, è un grande insegnamento di vita.  

Poster per l’attrazione di Pirati dei Caraibi – credits to Disney.fandom

Walt Disney diceva che, a volte, un calcio sui denti è la cosa migliore che possa capitare a qualcuno, perché le avversità e gli ostacoli ci aiutano e ci rafforzano. Certo lui lo diceva metaforicamente, mentre è probabile che il povero Marc, da piccolo, abbia dovuto sperimentarlo letteralmente. Il fatto che, però, da lì poi ne sia nato qualcosa di buono, è rincuorante per tutti noi. Non per niente Walt lo chiamava il suo “Renaissance Man”, il suo uomo del Rinascimento, proprio perché era capace di lavorare in qualsiasi area, dall’animazione ai parchi a tema e così via. 

Personalmente, volendo dare un parere più storico, mi sento di assimilarlo al significato che la parola stessa ‘Rinascimento’ assume da questo punto di vista. Gli studiosi infatti coniarono questo termine per indicare un periodo storico di forte cambiamento, sia artistico che culturale. Un periodo che essi vedevano come radicalmente diverso e di rottura rispetto al passato e quindi al Medioevo. 

Ma era proprio a seguito del Medioevo che il Rinascimento prendeva piede. Questo perché, senza un prima, non c’è mai un dopo. E non ci possono essere grandi cambiamenti, senza periodi da cui si sente il bisogno di cambiare. Da questo punto di vista, quindi, Marc fu davvero un uomo del Rinascimento, non solo per il suo lavoro, ma perché dal suo personale Medioevo, seppe costruire il suo personale Rinascimento. 

Siamo giunti alla fine anche di questa storia e se, come sempre, vi è piaciuta e l’avete trovata interessante, fatecelo sapere condividendo o commentando sui nostri canali social!

Intanto vi rimando alla pagina in cui potete trovare tutti i precedenti articoli riguardo le storie delle Walt Disney Lifes qui!

Fonti: