Walt Disney Lifes – l’indimenticabile musica dei fratelli Sherman
“Cam caminì, cam caminì spazzacamin,
allegro e felice pensieri non ho…”
Che voi conosciate o meno i loro nomi e la loro storia, una cosa è certa, conoscete a memoria tutte, o quasi, le loro canzoni. Ad iniziare da quelle di Mary Poppins, per il quale riuscirono ad aggiudicarsi ben due premi Oscar nel 1965, uno per la miglior canzone, la succitata Cam caminì, e l’altro per la miglior colonna sonora originale. Quella che sto per raccontarvi oggi è la folgorante storia di un duo musicale fra i più noti e famosi di tutti i tempi, ovvero i fratelli Sherman, in inglese gli Sherman Brothers, autori di alcune delle canzoni più note dei film Disney e non solo.
Robert e Richard Sherman hanno avuto una vita e una carriera lunga e bella e, in compagnia di Walt Disney in persona, con cui hanno avuto un bellissimo rapporto umano, oltre che professionale, sono riusciti a creare musiche e canzoni che, chiunque sia vivo oggi, sicuramente conosce.
Oltre alle già citate splendide musiche di Mary Poppins, hanno scritto canzoni per i film di Winnie the Pooh, Il libro della giungla, Pomi d’ottone e manici di scopa e tantissimi altri. Hanno scritto anche canzoni indimenticabili per i parchi a tema Disney, come It’s a small world, che secondo il Times è diventata poi la canzone più tradotta ed eseguita nel mondo. Non solo Disney, hanno lavorato a musical come Citty Citty Bang Bang o Over Here, tanto per citarne un paio. Insomma, la storia dei fratelli Sherman è davvero incredibile e il loro contributo rivoluzionario al panorama musicale e cinematografico contemporaneo è inconfutabile.
Per questo motivo non potevo non includerli nella rubrica delle Walt Disney Lifes, di cui potete leggere alcuni nostri vecchi articoli qui, qui e qui. Quindi, come sempre, mettete su la canzone che vi indico qui sotto e andiamo a scoprire la storia di questi due bravissimi artisti!
Una famiglia di musicisti
Scorrendo brevemente la storia degli antenati di famiglia dei due fratelli Sherman, viene da dire che il loro destino era scritto ancora prima della loro nascita.
Bob e Dick, come i due fratelli amavano farsi chiamare, erano figli di immigrati ebrei russi. Il bisnonno dei due, Otto Sherman, era un suonatore di clarinetto originario di un piccolo villaggio di pescatori vicino Kiev. Era un contadino molto povero e aveva insistito perché il figlio Samuel, nonno di Bob e Dick, prendesse lezioni di violino. Probabilmente dobbiamo ringraziare proprio la lungimiranza e l’insistenza di Otto se oggi possiamo canticchiare “Un poco di zucchero e la pillola va giù”. Samuel, infatti, divenne compositore di corte e direttore d’orchestra per l’imperatore Francesco Giuseppe tra il 1903 e il 1909. Nel 1909 Samuel e sua moglie emigrarono in America e fu lì che il futuro babbo di Bob e Dick, Al Sherman, imparò a suonare il pianoforte.
Stando a quanto raccontato poi da Bob e Dick, fu proprio l’insistenza e la bravura del padre, come musicista e come genitore, ad ispirarli e tenerli uniti. Di fatto, è anche grazie ad una scommessa fatta da Al con i suoi due figli, se poi i due intrapresero la carriera di compositori. Ma questo lo vedremo a breve.
Tornando ad Al, questi ebbe una bella carriera come cantautore e musicista, in particolare divenne autore per Tin Pan Alley, l’industria musicale newyorkese che dominò il mercato della musica popolare americana a fine 19° inizio 20° secolo. Per farvi un’idea, fra i musicisti e cantanti che registrarono le sue canzoni figurano personaggi del calibro di Ella Fitzgerald e Frank Sinatra. Non solo, lavorò anche come pianista per film muti agli Biograph Studios, dove conobbe la futura mamma di Bob e Dick, Rose Dancis, attrice di film muti. È chiaro, quindi, che da esempi di famiglia del genere, i due figli di Al finissero, senza nemmeno rendersene conto all’inizio, per seguire (letteralmente come vedremo a breve) il richiamo che la musica suonava direttamente per loro.
Un’infanzia da performers
Bob e Dick Sherman nascono a due anni di distanza l’uno dall’altro. Il primogenito, Robert, il 19 Dicembre del 1925, il secondogenito, Richard, il 12 Giugno del 1928. La vena artistica dei due fratelli Sherman inizia a fare capolino fin da piccoli. Quando ancora sono bambini, infatti, fondano una piccola compagnia, che chiamano The Alley Productions, nel garage della casa dei genitori. Vi costruiscono un piccolo palco e, di tanto in tanto, invitano altri bambini ad assistere agli spettacoli che creano e mettono in scena, facendoli pagare 1 o 2 centesimi.
Bob fa da registra, produttore e scrittore delle loro storie, rivelando da subito la sua anima più introversa e riflessiva; mentre Dick si esibisce sul palco come attore. I genitori assistono sempre ai loro spettacoli e, in generale, a sentire la storia della loro infanzia nel bellissimo documentario sulla loro vita, “The Boys: la storia dei fratelli Sherman” del 2009, la loro era una famiglia molto compatta. Il padre, con cui i due ebbero un bel rapporto fino alla fine e che li mantenne sempre uniti nonostante i due avessero un carattere profondamente diverso l’uno dall’altro, durante il fine settimana costruisce per loro dei bellissimi aquiloni e li porta fuori a far volare. Molto similmente ad una stupenda scena di un bel film di nostra conoscenza. Ad ogni modo, si nota sin da piccoli che i due fratelli, nonostante una vena artistica comune, sono molto diversi fra loro e le loro personalità spesso cozzano.
Mentre Bob appare più riflessivo, appassionato di pittura e, soprattutto, di scrittura, entrambe passioni che porterà con sé fino alla fine; Dick invece è decisamente più scatenato, ama saltare sugli alberi di continuo e in generale ha un carattere molto più estroverso del fratello. Questi caratteri così differenti li portano a non andare troppo d’accordo. Questo almeno finché non troveranno un punto d’incontro comune.
Dagli studi al primo lavoro insieme
A 17 anni Bob riesce a convincere i genitori a lasciarlo partire come soldato per la Seconda Guerra Mondiale. Viene mandato nell’Europa dilaniata dalla guerra e questa esperienza lo segnerà per l’intera vita. È il primo soldato della sua unità ad entrare nel campo di concentramento nazista di Dachau nel 1945. Come ha raccontato lui stesso, questa esperienza lo segna in maniera indelebile, portandogli incubi che lo seguiranno per tutta la vita. Colpito al ginocchio si congeda e torna in America dove, dopo un periodo di convalescenza, soprattutto psicologica, decide di frequentare la facoltà di letteratura inglese e pittura al Bard College, per assecondare le sue due passioni maggiori, la scrittura e la pittura.
Dick, dal canto suo, ancora non sa quale facoltà vuole scegliere e l’illuminazione gli viene un giorno per caso quando, pensieroso, esce di casa per svagarsi. Stando a quanto raccontato da lui, sembra quasi che sia stata la musica stessa a chiamarlo a sé. Mentre passeggia per distrarsi gli sembra di sentire della musica provenire da qualche parte. Nel tentativo di cercare di capire da dove proviene si rende conto, con sua immensa sorpresa, che la sta immaginando nella sua testa! Torna a casa di corsa, si mette al pianoforte e inizia a trascriverla. Il padre lo sente e gli dice che per il college per lui la scelta migliore pare essere proprio la musica. Così sarà, frequenterà anche lui il Bard College ma per la facoltà di musica. Più tardi viene arruolato anche lui nell’esercito, dove presta servizio come direttore d’orchestra per la banda. Nel frattempo, durante il collage si è fidanzato, sposato e ha avuto una figlia. Tuttavia, si rende conto che quella non è la vita che fa per lui, il suocero vorrebbe che andasse a lavorare per l’impresa di lavaggio di famiglia e così decide di separarsi dalla moglie. Ciò fatto va a vivere con il fratello.
Sarà quello il primo passo che li porterà a lavorare insieme successivamente. Il padre, un giorno dell’ormai lontano 1951, li va a trovare e lancia loro una scommessa. Dice loro che non sarebbero mai riusciti ad unire il loro talento per fare una canzone che poi avrebbe avuto successo al punto tale che la gente l’avrebbe comprata a tutti costi. I due ci riflettono sopra e decidono di accettare la scommessa e provare ad unire i loro due talenti. Il padre, allora, li raccomanda di ricordarsi sempre che, perché una buona canzone funzioni, oltre che originale, deve sottostare alla regola delle 3 S: deve essere soave, semplice e sincera. La scommessa si rivela tutt’altro che facile da vincere ma, alla fine, dopo vario tempo, riescono a portarla a termine e a creare una canzone dal titolo “Gold Can Buy You Anything But Love”.
Il padre consiglia loro di provare a proporla a qualcuno e, alla fine, la canzone viene accettata e registrata dal cantante country Gene Auntry che la trasmette ogni giorno nel suo programma radiofonico. Nel frattempo entrambi si sono sposati.
L’arrivo alla Disney
La vera svolta, però arriva nel 1958, quando una loro canzone, “Tall Paul”, viene accettata e registrata da Annette Funicello una delle più famose e note Mouseketeer del Mickey Mouse Club. Quella canzone sale fino al numero sette in classifica e riesce a vendere ben 700.000 singoli. Per Annette scrivono ben 15 canzoni, alcune delle quali grandi successi, ed è proprio in quel momento che vengono notati dallo zio Walt in persona. Walt e il suo staff in quel periodo stanno lavorando al film “Il cowboy con il velo da sposa” e sono alla ricerca di canzoni da inserire nel film. Quando lo incontrano, tuttavia, gli fanno ascoltare “Strummin’ Song”, che propongono per lo show televisivo “The Horsemasters”. A Walt piace e lì ha inizio la parte migliore della loro avventura disneyana. Per il film “Il cowboy con il velo da sposa” scriveranno la canzone “Let’s get together”, che entra nella top 10 della Billboard Hot 100 di quell’anno.
Il momento più bello della loro carriera, e forse anche il più difficile, però, è sicuramente quando Walt li incarica di lavorare al prossimo film “Mary Poppins”.
Il lavoro per Mary Poppins, gli Oscar e la morte di Walt
Un giorno Walt li chiama nel suo ufficio e consegna loro il libro di Mary Poppins della scrittrice P. L. Travers. Dice loro di leggerlo e di iniziare a lavorarci su. Quel lavoro sarà la loro fortuna perché, dopo aver ascoltato le bozze delle loro prime idee e dopo aver ascoltato quella che diventerà la canzone preferita di Walt in assoluto “La cattedrale”, in inglese “Feed The Birds”, Walt offrirà loro un contratto per restare lì a lavorare con loro agli studios. Stando a quanto raccontato, furono gli unici compositori a cui Walt offrì un contratto. Nonostante le difficoltà nel lavorare con la succitata signora Travers, che aveva un carattere molto difficile, riescono a scrivere per Mary Poppins delle canzoni stupende, che ancora oggi sono indimenticabili e conosciute da intere generazioni. Molto carino è l’aneddoto raccontato da Bob su come gli venne l’idea per la canzone “Un poco di zucchero”. Un giorno, tornato da lavoro, Bob chiede al figlio di ritorno da scuola come sta. Questi gli risponde che è tutto ok ma che proprio quel giorno a scuola ha fatto la vaccinazione. Allora il padre chiede se ha provato dolore e il figlio risponde che tutto sommato è andata bene perché, per aiutare i bimbi a mandare giù la medicina, hanno aggiunto al cucchiaio un poco di zucchero. È in quel momento che a Bob viene il lampo di genio per una delle canzoni più famose del film.
A parte le difficoltà con la Travers, il film diventa una maniera per legare con molte delle persone che vi ci lavorano, dagli attori, allo stesso Walt, passando per altri artisti e membri dello staff. Alla fine grazie a Mary Poppins riescono a vincere ben 2 premi Oscar.
Il loro lavoro, però, non si ferma di certo lì. Nel 1964 Walt inizia ad inserire musica e canzoni nei parchi a tema e chiede loro di scrivere una canzone per l’attrazione It’s a small world, che verrà presentata alla Fiera Mondiale di New York del 1964. Quella canzone, ad oggi, oltre ad essere una vero e proprio inno per la pace, è diventato uno dei brani più conosciuti, ascoltati e tradotti del mondo.
I successi continueranno con vari altri film, tra cui “Il libro della giungla”, “Winnie The Pooh” e varie altre canzoni per le attrazioni dei parchi a tema. Purtroppo, però, nel 1966 Walt Disney muore lasciando un grande vuoto non solo nell’azienda in sé, ma soprattutto nei suoi collaboratori e dipendenti. Entrambi i fratelli avevano stretto un bel rapporto con lui, tanto che, ogni Venerdì, lo raggiungevano nel suo studio e Walt chiedeva loro di suonare la sua canzone preferita. Stando a quanto raccontato, c’era molta stima e molto affetto tra di loro, tanto che, dato il carattere molto diverso dei due fratelli, Walt era stato uno dei pochi, insieme al padre, a riuscire nel tentativo di tenerli uniti.
Il dopo Walt
Dopo la morte di Walt i due decidono di andarsene e lasciare l’azienda. In realtà, nel corso degli anni, torneranno molte volte a collaborare con la Disney, creando canzoni per film indimenticabili come “Gli Aristogatti” e “Pomi d’ottone e manici di scopa”. La loro collaborazione con la Disney è continuata fino a poco tempo fa. A fine anni ’90 inizio 2000, ad esempio, tornarono per scrivere le canzoni per il film “T come Tigro… e tutti gli amici di Winnie the Pooh”; e Richard, dopo la morte di Dick nel 2012, è tornato da solo a scrivere e comporre per il film del 2018 “Ritorno al bosco dei 100 Acri”.
Lavori oltre la Disney
Oltre che con la Disney, però, il duo ha lavorato anche ad una serie innumerevole di altri progetti, diventati famosissimi cult nel corso del tempo. Fra i loro altri lavori, infatti, c’è da ricordare il famoso musical “Citty Citty Bang Bang”, il cartone “La meravigliosa, stupenda storia di Carlotta e del porcellino Wilbur”; “Snoopy cane contestatore”; i film “Tom Sawyer” e “Huckleberry Finn”; “La Scarpetta e la rosa”; “Piccolo Nemo – Avventure nel mondo dei sogni”; e tanti altri che sarebbe troppo lungo annoverare.
Hanno scritto un’autobiografia “Walt’s Time: From Before to Beyond” e nel 2009 è uscita una compilation dei loro successi. Sono entrambi membri della Hall of Fame in qualità di compositori e nel 2008 sono stati insigniti della National Medal of Arts dalla Casa Bianca, una delle più alte onorificenze dedicate agli artisti negli States. Hanno continuato a lavorare insieme fino alla morte di Bob nel 2012, nonostante questi si fosse trasferito a vivere a Londra dopo la morte della moglie.
Due caratteri diversi, una storia unica
Scoprendo la storia di Robert e Richard Sherman salta subito all’occhio quanto questi due fratelli abbiano davvero contribuito nel cambiare le sorti della musica e delle canzoni nel campo cinematografico e musicale in generale. I loro lavori, le loro canzoni, sono riconosciute in tutto il mondo ed è davvero impossibile, o comunque altamente improbabile, incontrare qualcuno che non sa i testi a memoria. Hanno contribuito a rendere indimenticabili film che altrimenti, sicuramente, non sarebbero stati gli stessi senza il loro contributo fondamentale. Tuttavia, una cosa che mi ha colpita molto, è la profonda diversità di carattere dei due. Conducevano vite diverse sin da giovani e, a parte che a lavoro, non si incontravano spesso, né trascorrevano molto tempo insieme. In generale non avevano grandi interessi in comune. Roy, nipote di Walt, nel documentario sulla loro storia, ha affermato che, mentre la personalità di Bob somigliava più alla canzone “Feed the Birds”, quella di Dick invece era decisamente più “Supercalifragilistichespiralidoso”. Questo, in maniera divertente, ci fa capire quanto i due fossero diversi. È risaputo che spesso non erano d’accordo, discutevano e, verso la fine della loro collaborazione, le due rispettive famiglie smisero anche di incontrarsi. Tuttavia, nel loro lavoro riuscivano a restare uniti e a completarsi perfettamente, come due metà che s’incastrano o come due facce di una stessa medaglia.
Le loro diversità così profonde, probabilmente, alla fine hanno contribuito a renderli un duo incredibilmente unico perché si completavano, quello che mancava all’uno ce l’aveva l’altro e viceversa. Lo stesso padre disse loro che ce l’avrebbero fatta solo se fossero rimasti insieme come squadra, senza separarsi mai. Questo ci insegna una lezione davvero unica ed indispensabile nella vita. Ovvero che dalla diversità, dalle idee, i caratteri, le personalità spesso più disparate e più agli antipodi, possono nascere cose incredibili. La diversità, se unita adeguatamente, diventa una fonte di ricchezza inestimabile.
Detto ciò siamo giunto alla fine di questo articolo, se la storia degli Sherman Brothers vi è piaciuta, fatecelo sapere condividendo o commentando sui nostri canali social!
Fonti:
- Documentario “The Boys: la storia dei fratelli Sherman” 2009
- https://disney.fandom.com/wiki/Sherman_Brothers
- https://d23.com/walt-disney-legend/robert-sherman/
- https://d23.com/a-to-z/sherman-richard-m-and-robert-b/
- https://d23.com/walt-disney-legend/richard-sherman/
- https://performingsongwriter.com/sherman-brothers/
- http://aspoonfulofsherman.com/history.html
- https://walkoffame.com/the-sherman-brothers/
- https://tvtropes.org/pmwiki/pmwiki.php/Quotes/TheShermanBrothers