Dottor Strange e il Giuramento di Ippocrate
“Quando sono diventato dottore ho giurato di non fare del male e ho appena ucciso un uomo, io non lo farò di nuovo! Sono diventato dottore per salvare vite, non finirle.”
Stephen Strange, “Doctor Strange” (2016)
Questo dichiara Stephen Strange nel suo primo film, sottolineando il fatto che il suo non sia soltanto un titolo altisonante. In seguito, il nostro buon Dottore verrà a patti con il fatto che, per un bene superiore, deve essere pronto a compiere dei sacrifici, ma il fatto di voler salvare e preservare innanzitutto le vite rimarrà sempre il tratto distintivo dello Stregone Supremo. Perché, come dice lui, lo ha giurato.
Tutti noi, bene o male, abbiamo sentito parlare del famoso Giuramento di Ippocrate che viene fatto dai medici, ma di che cosa si tratta veramente e qual è la sua storia?
Andiamo a scoprirlo insieme!
Ippocrate
Ippocrate è il padre della medicina occidentale e sicuramente il medico più famoso del mondo classico insieme al medico imperiale romano Galeno di Pergamo (129-201 d.C.). Nonostante ciò, pochissimo sappiamo della sua vita. Visse tra il 460 e il 370 a.C. ed era originario dell’isola di Cos. La sua era una famiglia di medici itineranti che diceva di discendere dal dio della medicina in persona, Asclepio.
Il filosofo Platone (427-347 a.C.) cita Ippocrate nel suo “Protagora” dicendo appunto che appartiene alla famiglia degli Asclepiadi ed è un medico che insegna dietro compenso, mentre nel “Fedro” è esposto il metodo di Ippocrate per conoscere il corpo umano.
Le stesse fonti archeologiche non vengono in aiuto, perché, sebbene a Cos vi fosse un santuario di Asclepio, molto fiorente anche in età romana, tracce storiche di Ippocrate non sono state rinvenute.
Corpus Hippocraticum
In realtà anche il famoso Giuramento non si sa se sia attribuibile davvero ad Ippocrate o genericamente alla sua scuola. Sicuramente era già citato nel mondo antico sotto il nome “Giuramento di Ippocrate” e così rimase anche nella tradizione medievale. Proprio nel Medioevo, sotto il nome di Corpus Hippocraticum o Collezione Ippocratica circolarono una sessantina di testi sui vari ambiti della medicina, tutti attribuiti ad Ippocrate ma che furono composti da autori diversi tra il 430 e il 350 a.C.
Conosciamo uno degli autori di questi testi, “La Natura dell’Uomo”: costui era Polibo, genero e allievo di Ippocrate, di cui ci parla il filoso Aristotele (384-322 a.C.).
La prima lista di questi testi è contenuta in Erotiano, autore della “Raccolta di parole di Ippocrate”, vissuto al tempo dell’Imperatore Nerone (impero 54-68 d.C.).
Ad Ippocrate sono attribuiti anche gli “Aforismi”, tutti riguardanti la medicina. Nell’Ottocento, per conseguire la laurea in medicina, era necessario commentare proprio uno di questi aforismi.
Ma adesso veniamo al Giuramento vero e proprio, perché, che sia veramente stato formulato da Ippocrate o dalla sua storia, non perde comunque la sua importanza fondamentale.
Il Giuramento di Ippocrate
Il testo così recita:
Io giuro su Apollo medico, su Asclepio, su Igea, su Panacea e su tutti gli dei e le dee, prendendoli a testimoni, che porterò a compimento questo mio giuramento e contratto, secondo il mio potere e il mio giudizio.
Di ritenere chi mi ha insegnato quest’arte alla pari dei miei genitori, di condividere con lui le risorse di vita e di fargli parte dei miei beni, se ne ha bisogno;
Di giudicare i suoi figli alla pari di fratelli in linea maschile e d’insegnare loro quest’arte, se vogliono apprenderla, senza onorario e contratto.
Di trasmettere i precetti, le lezioni e tutto il resto dell’insegnamento ai miei figli, ai figli di chi mi ha insegnato, agli studenti che hanno sottoscritto il contratto e giurato secondo l’uso medico e a nessun altro.
Utilizzerò tutte le misure dietetiche per l’utilità dei malati secondo il mio potere e il mio giudizio e, nel caso di danno e ingiustizia, le sospenderò secondo la mia opinione.
Non darò neppure un farmaco mortale a nessuno per quanto richiesto né proporrò questo consiglio; e ugualmente neppure darò a una donna un pessario abortivo.
Ma pura e pia conserverò la mia vita e la mia arte.
Non inciderò neppure quelli che soffrono di calcolosi, ma lascerò questo intervento alle persone che lo fanno.
In quante case entrerò, ci andrò per l’utilità dei malati astenendomi da ogni ingiustizia volontaria e danno, in particolare da atti sessuali sui corpi di donne e uomini, liberi e schiavi.
Riguardo a quanto vedrò o ascolterò sulla vita delle persone durante il trattamento o anche senza il trattamento, quello che non deve essere mai divulgato fuori lo tacerò, ritenendo che sia segreto.
Se, dunque, porto a compimento questo giuramento e non lo violo, possa io godere dei frutti della vita e dell’arte, stimato da tutti gli uomini per l’eternità; ma se lo tradisco e spergiuro, mi accada il contrario di questo.
Le divinità invocate
Il giuramento è diviso in due macroparti, incorniciate dalle formulazioni di rito del giuramento. La prima parte riguarda il rapporto maestro-discepoli e la trasmissione della disciplina, mentre la seconda i doveri del medico.
Le divinità invocate per nome come testimoni all’inizio del giuramento sono tutte divinità salutari. Il dio più perfetto dell’Olimpo, Apollo, immagino non abbia bisogno di presentazioni. Dio della Luce, dio profetico per eccellenza, dio della Musica, della Poesia e di ogni forma d’arte e di tutto ciò che vi possa venire in mente di raffinato e bellissimo, tra gli attributi del dio dall’arco d’argento vi è anche quello di “Medico”. Sicuramente è una delle divinità salutari più importanti di tutte, ma allo stesso tempo è anche una divinità che, se fatta infuriare, è portatrice di malattia. Tutti ricordiamo la pestilenza scagliata dalle sue frecce all’inizio dell’Iliade che devasta il campo Acheo. Insomma, una divinità che, se invocata, va rispettata e temuta.
Asclepio invece è il Dio della Medicina e approfondiremo il suo culto nel prossimo paragrafo. Per quanto riguarda invece Igea e Panacea sono entrambe figlie di Asclepio e sono la personificazione rispettivamente della Salute e del Rimedio che guarisce da ogni male.
Il culto di Asclepio
Asclepio, Esculapio per i romani, era il Dio della Medicina. Nei poemi omerici viene nominato come re della Tessaglia e padre di Podalirio e Macaone, i due medici per eccellenza del campo acheo. Secondo il mito Asclepio era un semidio figlio di Apollo e, a seconda delle versioni, di Arsinoe (Esiodo) o Coronide (Pindaro e Ovidio). Dopo lunghe e complesse vicissitudini, Zeus gli concesse di diventare un dio minore, ma molto amato dal popolo.
Il culto di Asclepio cominciò a diffondersi in Grecia tra il VI e il V sec. a.C. e santuari a lui dedicati sorsero in moltissimi luoghi. I più rinomati, che mantennero la loro importanza anche in epoca romana, furono il santuario di Epidauro, dove si diceva fosse nato il dio, il santuario dell’isola di Cos, patria di Ippocrate, e quello di Pergamo, dove esercitò il medico Galeno.
Il suo simbolo sacro era un bastone con sopra intrecciato un serpente (esatto, quello usato dalle farmacie e dall’OMS. Da non confondersi con quello di suo zio Ermes che di serpenti intrecciati al bastone ne ha due, sormontati da ali).
Attualità del Giuramento
Ancora oggi i medici occidentali, al momento di cominciare la loro carriera professionale, sono tenuti a prestare il giuramento di Ippocrate e Stephen Strange non è da meno. Anche se ovviamente adesso non si chiamano più gli dei a testimoni e non si invoca più una punizione se il giuramento dovesse essere disatteso, lo stesso questo non deve essere ritenuto meno vincolante. Viene chiamato anche “Promessa del medico”, ma si sa, ogni promessa è debito e i giuramenti non vanno mai disattesi.
Se siete curiosi di come sia il testo attuale su cui i medici prestano giuramento, lo potete trovare qui.
Come sempre, se l’articolo vi è piaciuto, fatecelo sapere commentando qui o sui nostri canali social!
Fonti
- Fortuna S., Il dovere della cura – giuramento di Ippocrate, Garzanti, 2021 (il testo del giuramento è stato ripreso da questo libro)
- Edelstein E. e L., Asclepius, London, 1998
- Solimano G., Asclepio: le aree del mito, Genova, 1976
- Melfi M., I santuari di Asclepio in Grecia, Roma, 2007
- Della Santa C., La paura del viaggio nel mondo romano: testimonianze degli ex voto, tesi di laurea, Università degli Studi di Firenze, a. 2013/2014
- https://www.treccani.it/enciclopedia/galeno-claudio_%28Enciclopedia-Italiana%29/