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Stan Lee – breve biografia de “l’Uomo” della Marvel

Essendo il primo articolo Marvel dell’anno nuovo, mi è sembrato doveroso cominciare parlando proprio di colui che ha fatto la fortuna della Marvel Comics e ne ha guidato per molto tempo la direzione, Stan Lee.

Conosciuto con soprannomi quali ‘The Man’ (L’Uomo) e ‘The Smiling’ (Il Sorridente), Stan Lee è stato, oltre che presidente e direttore editoriale della Casa delle Idee, sceneggiatore di fumetti ai quali ha contribuito a dare un’impronta unica, rivoluzionando il modello di supereroe protagonista delle tavole disegnate.

Raccontare tutta la vita di Stan Lee e tutti i personaggi alla cui creazione ha partecipato sarebbe veramente lungo, pertanto, questo sarà un primo articolo introduttivo in cui tracceremo le linee essenziali e le fasi principali della sua vita, riservandoci poi di approfondire i vari argomenti e gli aspetti più particolari in possibili futuri articoli.

Perciò Face Front! e andiamo a conoscere la vita di Stan Lee!

Una biografia nata corrente

Prima di cominciare a raccontare la storia della vita di Stan Lee, devo però fare un’ulteriore premessa.

Nel riportare le vicende che hanno segnato la sua vita, cercherò di attenermi il più possibile all’oggettività dei fatti, ma bisogna tenere conto che la maggior parte delle biografie scritte su Stan Lee sono state redatte mentre lui era ancora in vita, raccontate da lui stesso o pubblicate di gran fretta dopo la sua dipartita. Oltretutto il grande successo che ha illuminato la Marvel grazie alla Saga dell’Infinito dell’UCM negli ultimi anni ha in parte abbagliato, sia in positivo che in negativo, il giudizio, o meglio, la visione che è stata data alla sua persona nei libri e nei fumetti a lui dedicati, che quindi né hanno scritto o assolutamente bene o assolutamente male. Le vie di mezzo che cercano di essere oggettive, cioè che non parteggiano per una sua rappresentazione solo positiva o negativa, si contano sulla punta delle dita.

L’incarnazione del sogno americano

Stan Lee era senza dubbio una vera e propria icona e pertanto ciò che mostrava al pubblico era inevitabilmente, in parte, una facciata assolutamente ben costruita e che non doveva avere macchie. Oltretutto lui stesso era la personificazione del “sogno americano”: venuto praticamente dal nulla, da una famiglia umile, ha combattuto faticosamente nella classe media per raggiungere infine la più alta vetta del successo. Non solo ha partecipato alla creazione della mitologia americana, ma ha plasmato i racconti della sua vita per esserne lui stesso parte. Con una prospettiva del genere è inevitabile trasformare Stan Lee in un modello assoluto e irraggiungibile di grandezza e proprio per questo capace di attirare su di sé ammirazione, ma anche disprezzo e desiderio di vedere quel mito così grande crollare. Quest’ultimo fatto è relativamente facile farlo, perché la facciata perfetta era, appunto, una facciata, e Stan Lee era tutt’altro che perfetto, avendo commesso anche lui i suoi sbagli, i suoi errori e non avendo sempre tenuto comportamenti corretti.

Per questo ho voluto fare questa premessa, per farvi comprendere che non è tutto o bianco o nero, ma, come ci è già capitato di dire parlando di storia, si parla di sfumature di grigio e Stan Lee era un uomo.

La famiglia Lieber

Stan Lee nacque e visse la sua infanzia in un momento molto particolare della storia americana e sicuramente uno dei più difficili: l’America, finita la Grande Guerra, si vide investita, pochi anni dopo, dalla Grande Depressione del 1929.

Come abbiamo detto, la famiglia di Stan Lee, il cui vero nome è Stanley Martin Lieber, era di umili origini. Il padre, Jack Lieber, era arrivato a New York nel 1905 per sfuggire alle rivolte antisemite in Romania a seguito dell’ondata di pogrom che stava scoppiando in tutta Europa e in Russia. Infatti, anche la famiglia di sua madre, Celia Solomon, era arrivata a New York nel 1901.

Dal 1875 al 1924 furono 2,7 milioni gli ebrei immigrati negli Stati Uniti.

Jack e Celia si sposarono nel 1922 e, il 28 dicembre di quello stesso anno nacque il loro primogenito Stanley. Suo fratello Lawrence (Larry), nascerà nove anni più tardi, il 26 ottobre 1931.

L’infanzia di Stan Lee

Di User Roisterer on en.wikipedia – Accessed from http://nla.gov.au/nla.pic-an13384126 (National Library of Australia), Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1351924

Nei ricordi di Stan, emergono le difficoltà affrontate dalla sua famiglia a causa della Grande Depressione. Suo padre, che aveva fatto il sarto appena giunto in America, trascorreva le sue giornate a cercare annunci di lavori sul giornale, uscendo in cerca di occupazione e spesso tornando a casa abbattuto. La madre invece era affettuosa con i figli, ma inevitabilmente le liti domestiche a causa della mancanza di soldi erano una realtà quotidiana.

Il rapporto con il fratello Larry invece non fu mai stretto, poiché la differenza di età si fece sempre molto sentire e non riuscirono mai a legare davvero.

Stan aveva una grande passione per i film e il cinema e, in particolare, il suo beniamino era Errol Flynn. Stanely era inoltre un lettore vorace, non a caso citerà spesso Shakespeare come sua principale fonte di ispirazione negli anni a venire, ma a quel tempo non era interessato ai fumetti.

Frequentò la scuola DeWitt Clinton High School nel Bronx e fu direttore pubblicitario della rivista della scuola “Megpie”. Un aneddoto racconta che, prima di una riunione, abbia scritto su un muro “Stan Lee è Dio” e questa sarebbe la prima attestazione del suo pseudonimo, anche se con un’uscita decisamente megalomane, sempre se vi si voglia credere.

Dopo la scuola decise di non iscriversi all’Università per aiutare invece economicamente la sua famiglia e così si mise a cercare lavoro.

L’ingresso nel mondo dei fumetti

Cercando lavoro, ebbe la fortuna di essere assunto da un lontano parente, Martin Goodman (1908-1992), che era proprietario ed editore della Timely Comics, la casa editrice che aveva lanciato la Torcia Umana originale e Namor nel 1939 e Capitan America nel 1941. Insomma, la compagnia che sarebbe diventata in futuro la Marvel Comics.

Stan venne assunto come addetto alle copie, ma il suo primo lavoro come sceneggiatore avvenne sul numero #3 di Capitan America, nel maggio del 1941 e, per la prima volta, si firmò con il nome “Stan Lee”.

Il suo ruolo all’interno della Timely crebbe e si fece sempre più importante, così come la compagnia stessa che poi assumerà il nome di “Atlas Comics” e infine di “Marvel Comics”.

Il Metodo Marvel

Di Gage Skidmore, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=11021810

Gli anni che vanno dal 1956 al 1971 per il mondo del fumetto americano vengono definiti “Silver Age” l’Età d’Argento che fece seguito alla Golden Age, che andò più o meno dagli anni Trenta agli anni Cinquanta. In realtà però per la Marvel furono gli anni della creazione del suo mito, che viene giustamente definito da alcuni la vera “mitologia americana”, perché sono gli anni che videro la nascita dei supereroi più iconici e amati di tutti i tempi e partecipare alla loro creazione fu proprio Stan Lee.

Dico partecipare perché il metodo di lavoro della casa editrice, definito proprio “Metodo Marvel” è un po’ particolare e la creazione dei fumetti avveniva in diversi passaggi. Dopo una riunione preliminare, Lee buttava giù una bozza sintetica della sceneggiatura. In base a quella il disegnatore doveva creare le tavole, impostando già inquadrature, composizione e vignette. A quel punto, quando le tavole erano pronte, Stan aggiungeva le didascalie e le battute.

Proprio per questo motivo il merito della creazione dei personaggi non può essere attribuito unicamente a Stan Lee, ma anche ai disegnatori. L’attribuzione della paternità di certi supereroi ha creato non pochi attriti nella Casa delle Idee, specialmente tra Stan Lee e Jack Kirby.

Gli eroi della Silver Age

Come abbiamo detto, più che Silver Age, per la Marvel gli anni Sessanta furono un’epoca d’oro. Nel 1961 in realtà Stan Lee non era molto soddisfatto del suo lavoro e stava pensando di cambiare, quando Martin Goodman gli ordinò di creare un gruppo di supereroi sul modello di quello dei loro rivali.

La moglie di Stan, Joan Boocock Lee, sembra lo abbia persuaso dicendogli che, se tanto aveva deciso di mollare, tanto valeva comunque fare un fumetto come voleva lui. Il massimo che poteva succedere era che lo licenziassero. Così Stan decise di usare lo stile che voleva e di creare un fumetto in cui i supereroi non fossero solo super, ma anche umani. I racconti dovevano venire dal mondo reale, avere anche problematiche reali e i lettori, anche i più adulti, dovevano potersi identificare nei nuovi eroi.

Fu così che dalla collaborazione con Jack Kirby nacquero i “Fantastici Quattro” e negli anni a seguire tutti i supereroi di maggiore successo come Hulk (1962), Thor (1962), Iron Man (1963) e gli X-Men (1963). Dalla collaborazione con Bill Everett Devil (1963), mentre da quella con Steve Ditko Dottor Strange (1963) e, ultimo, ma più importante: l’Uomo Ragno (1962).

Dagli anni Ottanta alla fine

Dagli anni Ottanta, Stan Lee divenne il vero e unico volto della Marvel Comics e si lanciò in numerosi progetti, tra cui, nei suoi sogni, restava sempre quello del cinema della sua infanzia.

Nei primi anni del Duemila fece dei lavori anche per la storica compagnia rivale, la DC Comics.

I primi cinecomics furono seguiti e amati, primo tra tutti lo Spider-Man con Tobey Maguire, ma nessuno di loro fece mai davvero un enorme successo fino all’avvento dell’Iron Man di Robert Downey Jr che ha inaugurato l’UCM. Eppure, in ognuno di essi, Stan ha partecipato facendo un cameo, sia che appartenessero all’Universo Cinematografico Marvel sia che ne fossero sui precursori, tanta era la passione per il cinema e per il mondo che aveva contribuito a creare.

Stan Lee morirà il 12 novembre 2018, eppure Roy Thomas ricorda che “Penso che fosse pronto per andare. Ma stava ancora parlando di fare più cameo. Finché aveva l’energia per farlo e non doveva viaggiare, Stan era sempre pronto a fare altri cameo. Gli piacevano più di ogni altra cosa”.

Di Frederik Hermann, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=15893345

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Fonti

https://www.marvel.com/remembering_stan_lee

https://www.britannica.com/biography/Stan-Lee

https://www.treccani.it/enciclopedia/stan-lee/

https://www.hollywoodreporter.com/movies/movie-news/stan-lee-my-final-final-saturday-comic-book-icon-1160986/

Abraham Riesma, Stan Lee. La storia della Marvel nella vita di un creativo e uomo d’affari amato e controverso, Rizzoli 2022

Bob Batchelor, Stan Lee – il padre dell’Universo Marvel, Leone, 2018

Stan Lee, George Mair, Excelsior! The Amazing Life of Stan Lee, Touchstone, 2002