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Il Multiverso Marvel e il tema del doppio

Con “Black Panther: Wakanda Forever” e l’ormai prossima uscita di “Ant-Man and the Wasp: Quantumania” è ufficialmente finita la fase 4 dell’UCM e, sebbene ci siano stati vari tipi di film, con l’introduzione del Multiverso possiamo affermare che il tema del doppio sia stato uno di quelli più preponderanti.

Infatti questo accade a Peter Parker, Dottor Strange, Wanda, Loki e Marc Spector. Ognuno di questi personaggi, nell’arco narrativo a loro dedicato, viene a contatto con degli altri sé e ognuno reagisce in maniera differente all’incontro con il suo doppio.

Per comprendere meglio le loro situazioni, in questo articolo, andremo a dipanare i vari casi di sdoppiamento proposti dalla Marvel nei suoi film, paragonando ognuno dei nostri eroi all’esempio di un classico della letteratura.

(Ovviamente ci saranno spoiler per i relativi film e libri, siete avvisati)

Il tema del doppio

Il tema del doppio è uno dei temi più affascinanti sia dal punto di vista narrativo che da quello dell’introspezione psicologica. Non a caso è stato sfruttato fin dall’antichità nella narrazione di miti, teatro, letteratura e, più recentemente, nel cinema. Il confronto con una copia di se stessi impone un confronto non solo di natura fisica, ma anche psicologica perché vengono inevitabilmente esaltate le contraddizioni tra le due versioni.

Nel mito e nella letteratura dell’antichità di ogni civiltà, lo sdoppiamento di una persona è più che altro da attribuire all’operato degli dei, solo successivamente è stato ricondotto alla sfera mentale umana.

Di Dante Gabriel Rossetti – https://dantisamor.wordpress.com/2014/01/14/how-they-met-themselves-pre-raphaelitism-and-the-double/, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=26546333

Esistono vari tipi di doppio: la simulazione, che comporta un travestimento e lo scambio di identità; il doppio apparente, ossia la scissione interna all’individuo, senza che vi sia una separazione fisica, come nel caso di possessioni o disturbo dissociativo schizofrenico della doppia personalità; il doppio onirico che può comparire come visione o sogno, associato anche alla reincarnazione; il doppio sé passato o futuro incontrato nei viaggi temporali (come in “Avengers: Endgame”) e infine i gemelli, che sono due identità differenti, ma intrinsecamente legate e che spesso solo insieme possono essere completi.

Da questo punto di vista, per esempio, apoteosi dell’alterità è Saga dei Gemelli de “I Cavalieri dello Zodiaco”, uno dei personaggi più iconici della cultura popolare: non solo soffre di sdoppiamento della personalità, ma ha anche un gemello, Kanon, che, nel male e nel bene, è la sua metà. I monologhi di Saga sono dei veri e propri capolavori di psicanalisi, incentrati appunto sull’ambiguità, lo smarrimento e il senso di incompletezza e completezza che solo una narrativa focalizzata sullo sdoppiamento può sollevare.

Sosia

Di Plautus – 2d copy, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=47230459

Parlando di doppio, non possiamo non citare Tito Maccio Plauto, commediografo latino vissuto tra il 255/250 e il 184 a.C. e la sua commedia “Anfitrione”, andata probabilmente in scena per la prima volta nel 206 a.C.

In questa commedia, basata appunto sul tema del doppio e dello scambio di identità, due divinità, per i propri fini, assumono l’aspetto di mortali: Giove quello del re di Tirinto Anfitrione e Mercurio quello del suo schiavo Sosia.

Nella commedia, Anfitrione non incontrerà mai Giove sotto le sue mentite spoglie, ma a vivere il dramma della crisi di identità sarà invece Sosia che verrà convinto da Mercurio di non essere lui il vero se stesso.

Proprio da questa commedia è derivato il termine “sosia” inteso come persona somigliante a un altro, tanto da poter essere scambiata per tale.

Spider-Man, Loki e i Menecmi

Partiamo da Spider-Man e Loki che rappresentano però il caso più complesso e difficile. Questi nostri due protagonisti infatti incontrano sì i loro doppi (più di uno in realtà), ma questi non hanno il loro stesso aspetto. Bisogna sottolineare che questo crea una contraddizione all’interno dello stesso UCM, perché non si capisce come mai Peter Parker nel Multiverso non abbia lo stesso aspetto, ma Stephen Strange sì. Scire nefas!

Ad ogni modo, proprio per questo motivo i loro casi sono più peculiari, non solo quindi perché i loro doppi non sono uguali a loro, ma anche perché sono più di uno.

Di personaggi che hanno più di una versione di sé ce ne sono parecchi, ma noi vogliamo valutare il senso dell’incontro con i propri alter ego e per questo proponiamo il confronto con i “Menecmi”, altra commedia di Plauto incentrata sul doppio. Nella storia, due gemelli, Menecmo I e Menecmo II, sono stati separati alla nascita, ma Menecmo II non ha mai smesso di cercare il fratello. Giunto a Epidamno, dove vive Menecmo I, i due vengono coinvolti in una serie di divertenti incomprensioni a causa del loro essere identici e il tutto si risolverà con il loro ricongiungimento finale. I due gemelli sono però sì uguali di aspetto, ma non di carattere. Menecmo I infatti è passivo, mentre Menecmo II è quello intraprendente, che vuole arrivare a comprendere le cose. Solo dopo il loro incontro, non solo Menecmo I ritroverà un affetto, ma acquisirà la stessa capacità di agire del fratello, prendendo coscienza della sua situazione e avendo quindi una maturazione.

Lo stesso si può dire dei nostri eroi. Sia Peter che Loki, infatti, dopo l’incontro con i loro tripli e più, hanno finalmente un confronto con qualcuno di simile, praticamente uguale, e questo permette loro non solo di maturare, ma anche di stabilire un legame affettivo con le loro controparti.

Scarlet Witch e Dorian Gray

In “Dottor Strange nel Multiverso della follia” Scarlet Witch è sicuramente il personaggio più importante e più complesso. E sarà proprio il confronto di Wanda con se stessa e dell’immagine di lei che hanno i suoi figli a portare alla conclusione del film e alla presa di coscienza delle sue azioni.

Di Napoleon Sarony – Library of Congress, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4582554

Il confronto non può che essere fatto con il romanzo manifesto del Decadentismo di Oscar Wilde (1854-1900) “Il ritratto di Dorian Gray”, uscito nel 1891.

Come è ben noto, il bel Dorian Gray, terrorizzato dall’idea di invecchiare, stipula una sorta di patto con un suo ritratto: sarà esso a invecchiare al posto suo. Dandosi alla vita più sfrenata, Dorian si accorgerà che il quadro invecchia e si deforma sempre di più ad ogni azione immorale che compie, divenendo di fatto lo specchio della sua anima. Dorian finirà per accoltellare il quadro, uccidendo così se stesso.  A parte il tema dello scorrere del tempo, qui il doppio, che si presenta come un oggetto fisico, è interconnesso all’originale. Quando l’essere umano supera il limite e si corrompe il doppio gli si presenta come un monito e diventa la voce della sua coscienza.

Dorian Gray non riesce ad accettarlo, mentre Wanda, che è buona, ma è stata condotta alla follia dalla rabbia, messa di fronte a ciò che è diventata dall’altra sé stessa e dalla visione che i suoi figli hanno di lei, ritorna in sé, trovando la redenzione e rimediando ai suoi errori.

Dottor Strange e il Visconte dimezzato

Bisogna ammettere che, nel film a lui dedicato, in realtà Stephen Strange non è che abbia un grande ruolo, né uno sviluppo del personaggio e i riflettori vengono catturati più che altro da Scarlet Witch. Anche Stephen ha un incontro con il suo doppio ed è colui che si è fatto soggiogare dal potere del Dark Hold perdendo il controllo. Il loro è un vero e proprio scontro, letteralmente fisico, tra la parte “buona” e quella “cattiva”, ed entrambi sono innamorati della stessa donna.

Proprio un caso simile lo si trova ne “Il visconte dimezzato” di Italo Calvino (1923-1985). In questo romanzo, che fa parte della trilogia “I nostri antenati”, il visconte Medardo viene diviso in due parti da una palla di cannone. Medardo sopravvive diviso in due parti, una cattiva, detta “Il Gramo”, e una buona, chiamata appunto “Il Buono”. Le due parti si innamorano entrambe della stessa donna, Pamela, e arriveranno proprio a duellare all’ultimo sangue. Alla fine, aprendosi a vicenda la ferita che li aveva divisi, verranno ricuciti insieme tornando a essere una persona normale.

Questo più o meno è quello che succede anche a Dottor Strange, il buono e il cattivo si scontrano e non si uniranno in un’unica entità, ovviamente, ma il nostro Stephen Strange deciderà di sfruttare comunque i poteri oscuri per arrivare ad essere più forte e raggiungere Wanda, quindi assimilando in parte i principi del suo alter ego.

Moon Knight e Dottor Jekyll e Mr Hyde

Una forma diversa di sdoppiamento è infine quella di Marc Spector, ossia Moon Knight, attorno a cui ruota gran parte della serie tv a lui dedicata. Marc soffre infatti di disturbo dissociativo dell’identità, ossia di doppia o, nel suo caso, tripla personalità.

Le sue tre personalità, Marc Spector, Steven Grant e Jake Lockley, hanno tutti tre caratteri distinti che, come ogni buon esempio letterario di questo disturbo, dialogano tra loro.

Il disturbo dissociativo dell’identità è una patologia psichica caratterizzata dallo sviluppo di due o più personalità che si alternano. Talvolta vi può essere una amnesia asimmetrica tra le personalità, ovvero l’una non ricorda ciò che ha fatto l’altra, mentre in altri casi le varie personalità ricordano tutto.

Il confronto con “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde” di Robert Louis Stevenson (1850-1894) è inevitabile, perché è il racconto gotico che ha portato in auge il tema della doppia personalità, tanto da essere ormai conosciuto in tutto il mondo.

Di per sé la trama del libro non è complessa, semplicemente si scopre che il dottor Jekyll ha scoperto un siero che, assumendolo, gli permette di far emergere la sua parte malvagia, ovvero una parte selvaggia, ferina e senza freni. Riassumendo la droga, torna fuori la parte originale buona. Alla fine però il dottore non riesce più a ricacciare dentro di sé Mr Hyde e così preferisce suicidarsi. Al contrario Mark e Steven riusciranno a completarsi a vicenda, anche se dovremo ancora vedere come Jake, la terza personalità, rientrerà nella faccenda.

Di Charles Raymond Macauley (1871 – 1934) – The strange case of Dr. Jekyll and Mr. Hyde. Illustrated by Charles Raymond Macauley (1904). https://archive.org/details/strangecaseofdr00stevuoft, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=7332846

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Fonti:

  • https://www.msdmanuals.com/it-it/professionale/disturbi-psichiatrici/disturbi-dissociativi/disturbo-dissociativo-di-identit%C3%A0
  • Vaccari Silvia, La scissione dell’identità – Il doppio come espressione della frammentazione psichica dell’individuo, Tesi di Laurea, Università Ca’ Foscari di Venezia, aa. 2016/2017
  • Tamanini Alice, Il doppio in letteratura: storie di ombre, specchi, quadri, sosia e gemelli, Tesi di Laurea, Università Ca’ Foscari di Venezia, aa. 2016/2017
  • Tito Maccio Plauto, Anfitrione
  • Tito Maccio Plauto, Menecmi
  • Italo Calvino, Il visconte dimezzato
  • Oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Gray
  • Robert Louis Stevenson, Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde