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Walt Disney Lifes – Eric Larson

La storia di Eric Larson, che da scrittore divenne animatore e poi insegnante, è la prova che la vita, a volte, può essere davvero sorprendente

Informandomi sulla vita di Eric Larson, Nine Old Men della truppa di animatori storici del vecchio Zio Walt, ho imparato (o piuttosto avuto l’ennesima conferma) di due cose: innanzitutto che la vita è davvero imprevedibile e ti porta su strade che, magari, tu non immagini nemmeno e che, se hai la pazienza e la scaltrezza di percorrere, probabilmente ti faranno arrivare lì in alto dove non ti saresti nemmeno immaginato; la seconda è che il lavoro dell’insegnante è davvero un lavoro particolare, che andrebbe fatto solo da chi ci crede veramente. Se non altro perché chi insegna ha il potere di cambiare la vita della gente. 

Eric Larson è stato uno degli animatori più fedeli e longevi della combriccola dei Nine Old Men. Ha iniziato a lavorare per la Disney nel 1933 ed è rimasto lì per più della metà della vita di un uomo, ben 52 anni, andando in pensione nel 1986. Ha partecipato all’animazione di alcuni dei film e delle scene più importanti di casa Disney, fra cui Biancaneve, Fantasia, Bambi, Cenerentola, Per Pan e tantissimi altri. Negli anni ’70 ha lavorato al programma di formazione dei nuovi animatori, insegnando loro tutto ciò che sapeva e contribuendo a formare le nuove leve di casa Disney. 

La sua abilità nel riuscire a carpire la natura umana, in ogni sua singola sfaccettatura, e la capacità di trasmetterla sotto forma animata lo hanno portato, non solo, a contribuire alla creazione di alcuni dei film e dei personaggi più memorabili della storia animata ma, soprattutto, ad essere un ottimo insegnante e mentore per persone come Tim Burton, Brad Bird, John Lassater e tanti altri. 

La sua storia ci mostra tante cose ma, più di tutto, che la vita sa essere davvero imprevedibile. 

Per la rubrica Walt Disney Lifes, sediamo per una volta ancora sui banchi e ascoltiamo l’illuminante e saggia storia di Eric Larson. 

L’Infanzia

Eric Larson - Walt Disney - Cleveland nel 1912
Cleveland nel 1912 – p.d.

Eric Cleon Larson nasce il 3 Settembre del 1905 a Cleveland, crescendo circondato dal paesaggio delle sterminate pianure dello Utah. Da piccolo è appassionato di riviste di stampo comico umoristico, come Punch e Judge, che divora avidamente. Già allora si rende conto di avere una propensione e un talento per il mondo dell’arte. Propensione e talento che decide di curare, già ai tempi del liceo, lavorando all’annuario scolastico per tutti e quattro gli anni, diventandone direttore artistico durante l’ultimo anno. Dopo il liceo, però, la sua passione protendere verso la scrittura e, pur essendo bravo nel disegno, decide di iscriversi alla facoltà di giornalismo presso l’Università dello Utah, dove si laurea. La sua propensione per la scrittura, però, non gli impedisce di dedicarsi comunque alle arti grafiche e al disegno. E proprio durante il college continua a dedicarcisi mentre cura la rivista del campus. Proprio qui si guadagna la reputazione di essere un ottimo umorista creativo, sia in campo letterario, sia nelle arti grafiche. Inoltre la sua bravura nel disegno lo porta a collaborare con il giornale Deseret News, dove disegna cartoni animati. 

Dalla laurea alla Disney

Dopo la laurea Eric decide di fare quello che molti giovani sognano di fare: viaggiare. Così prende, parte e per un anno intero gira per tutta l’America lavorando, intanto, come freelance per varie riviste (e già qui ammetto che darei un braccio per fare la stessa cosa). 

KHJ Radio
logo della KHJ Radio – p.d.

Certo, continua a disegnare, ma continua a considerarsi uno scrittore e pensa al suo futuro immaginandosi come tale. Tanto che, quando nel 1933 sbarca a Los Angeles, scrive e sviluppa per una radio, la KHJ Radio, una serie d’avventura dal titolo “The Trail of the Viking”. E, paradossalmente, è proprio qui che sulla sua strada si apre un bivio. Alla radio l’idea della sua storia piace e la accettano. Ma allo stesso tempo gli dicono, senza troppi giri di parole, che di scrittura radiofonica non ne sa niente. A quanto pare, però, a quel tempo erano più lungimiranti o semplicemente più ben disposti di ora, e invece di mandarlo indietro con le pive nel sacco, lo mandano da Richard Creedon. Quest’ultimo era un ex collaboratore della radio ed era stato uno dei migliori scrittori di storie quando lavorava lì. A quel tempo Richard lavorava indovinate per chi? Eh già, per i Walt Disney Studios. Eric segue il consiglio della radio, va da Richard, gli chiede aiuto per la scrittura della sua serie e questi accetta. Allo stesso tempo, però, gli da un consiglio facendo presente ad Eric che la Disney è alla ricerca di nuovi talenti. Quindi, avendo notato l’abilità di questi nel disegno, gli propone di sottoporre i suoi schizzi agli Studios. 

Secondo quanto raccontato Eric a quel tempo non era molto interessato alla cosa. Non solo perché si vedeva ancora come scrittore, ma anche e soprattutto perché l’animazione gli sembrava una cosa troppo meccanica e aveva il timore che potesse risultargli noiosa. Come spesso accade nella vita, però, certe cose hanno il potere di sorprenderci e di capovolgere completamente le nostre aspettative. 

Quando Eric fa presente i suoi dubbi a Creedon questi gli risponde, sibillinamente:

“Il film d’animazione metterà alla prova qualsiasi capacità creativa che possiedi o che puoi sviluppare”.

E mai frase fu più decisiva. Il risultato è che Eric si incuriosisce e decide di provare. Così, quello stesso anno, il 1933, viene assunto e inizia a lavorare agli studios come In-Between. 

La cosa, all’inizio, però, pare confermare le sue basse aspettative. Quel ruolo, effettivamente, gli pare monotono e meccanico e non gli permette di fare nulla di ciò che lui considera creativo. Creedon, però, lo esorta a non mollare e a resistere, a dare un’altra chance a quel mondo che gli sembra così diverso dal suo. La pazienza di Eric, a quanto pare, funziona. Dopo cinque settimane, infatti, viene notato dall’animatore Ham Luske che chiede di averlo come assistente. Ed ecco che arriva il punto di svolta. Da quel momento in poi, infatti, Eric passa di fatto al mondo dell’animazione vera e propria e pian piano le sue aspirazioni e i suoi piani cambiano radicalmente. 

Eric Larson e l’importanza della natura umana nell’animazione

Quando Eric ha iniziato come assistente animatore lavorava a qualche scena qui e lì, ma per lo più aiutava Luske. La vera svolta arriva con Biancaneve, la follia di Walt che, a quanto pare, ha avuto il potere di cambiare le cose per moltissime persone. Proprio per Biancaneve Eric, insieme ad altri colleghi, lavora sia su alcuni dei nani, sia su vari dei gruppi degli animali che interagiscono con la protagonista. E proprio gli animali diventeranno una delle sue specialità. Infatti, lavorerà sugli animali sia per alcuni corti delle Silly Simphonies, sia per vari altri classici successivi. E da questo punto di vista, sicuramente indimenticabili restano Figaro, del film Pinocchio e Tamburino, per Bambi. Questo solo per citare un paio dei più noti, perché Larson ha lavorato a tutti i classici più importanti di quegli anni, da Fantasia a Cenerentola, passando per Peter Pan, La bella addormentata nel bosco, Il libro della giungla, Lilli e il vagabondo, Alice nel paese delle meraviglie, La carica dei 101 e così via. Leggendo la sua storia e guardando le sue interviste, però, ciò che salta subito all’occhio del suo lavoro, che poi lo ha reso un insegnante perfetto in seguito per le nuove leve, è l’incredibile importanza che dava a ogni dettaglio della natura umana e a come si potesse fare per inserirla al meglio all’interno dei personaggi animati. Illuminante, ad esempio, è il suo racconto riguardo l’animazione di alcune delle sequenze di Pinocchio fra Figaro e il pesciolino Cleo. Eric, infatti, ha raccontato che quando si fa un lavoro come quello dell’animatore è importante guardare innanzitutto alla vita di tutti i giorni, ai comportamenti delle persone in certe situazioni. Quindi, nel caso di Figaro e Cleo, e di Geppetto che cerca di farli andare d’accordo, è bastato immaginare un padre che tenta di far andare d’accordo due fratelli piccoli che bisticciano. In pratica, da ciò che traspare dai racconti, per lui era fondamentale guardare alla natura delle persone per ricreare scene che, a ripensarci ora, sono incredibili. Sarebbe davvero troppo lungo spiegarvi per filo e per segno tutto e, non essendo io brava nell’insegnamento quanto Eric, lascio a lui stesso la parola in un video con una sua intervista davvero illuminante che trovate su YouTube al link di seguito. Proprio lì Eric spiega quanto sia importante captare la natura umana in tutte le sue accezioni e in tutti i suoi dettagli, sia morali che fisici, per riuscire poi a inserirli al meglio all’interno di un disegno animato. 

L’insegnamento, il talent program e le nuove leve

Alla fine degli anni ’70 la vita di Eric prende una nuova svolta. A quel tempo molti degli animatori storici e veterani della Disney erano in procinto di andare in pensione e c’era, quindi, la necessità di attirare agli studios nuove leve che fossero in grado di prendere degnamente il testimone. Fu così che venne lanciato un vero e proprio talent program atto a trovare e formare nuovi animatori e nuovi talenti provenienti da tutti i college e le scuole d’arte del paese. Fu proprio questo programma (che esiste tutt’ora) a cambiare ulteriormente la vita di Eric e a mostrargli quanto una persona possa essere in grado di fare nella sua vita se ci sono la passione e la dedizione. È così che Eric si ritrova a reclutare e a fare da mentore a quelli che in seguito diventeranno i veri e propri nuovi astri nascenti del mondo dell’animazione. E a sentire i suoi studenti Eric fu davvero un bravo insegnante, capace non solo di trasmettere il suo sapere in modo semplice, cristallino e paziente; ma soprattutto in grado di infondere fiducia e serenità nei suoi allievi che, posso immaginare, come tutti gli allievi del mondo spesso magari si lasciavano prendere dall’ansia e dalla paura di sbagliare o di non essere abbastanza bravi. Proprio un suo ex allievo, Andreas Deja (animatore di personaggi come Jafar e Scar) lo ha battezzato il miglior insegnante di animazione di sempre. E data l’incredibile bravura di Eric nel carpire la natura umana, nel riuscire a comprenderla e ad ascoltarla, non sorprende che sia stato davvero un ottimo insegnante. E la cosa è confermata ulteriormente dal fatto che fra i banchi delle sue lezioni sono usciti personaggi come: Tim Burton, Glen Keane, Don Bluth, Ron Clements e tantissimi altri. 

Eric Larson – quando la vita ti sorprende

Eric Larson - Walt Disney
Eric Larson – credits pic.to: https://mubi.com/it/cast/eric-larson

Eric è andato in pensione nel 1986 dopo quasi 53 anni di quello che, a tutti gli effetti, possiamo chiamare onorato servizio. È morto due anni dopo, il 25 Ottobre del 1988, all’età di 83 anni, in California. 

Durante la sua lunga carriera ha lavorato, come detto, a molti dei classici Disney più importanti di tutti i tempi; ha fatto da consulente per Taron e la pentola magica e il Basil l’investigatopo; si è cimentato anche in sei speciali televisivi e, cosa più importante, ha donato al futuro la possibilità di godere ancora della magia e dell’essenza Disney, insegnando ciò che sapeva alle nuove leve che hanno poi dato vita al meraviglioso periodo del Rinascimento Disney. Come sempre le storie delle Walt Disney Lifes mi sorprendono e la storia di Eric non fa eccezione. La vita è sorprendente e ha la capacità di portarti su strade che nemmeno avevi considerato. Che sia destino o semplicemente pazienza, lungimiranza o buoni consigli, ciò che è certo è che anche questa cosa, come tutte le altre insegnate dalle Walt Disney Lifes, è davvero rincuorante. L’idea che qualche cosa di perfettamente adatto a noi e alla nostra indole sia giusto dietro l’angolo e che basti “solo” avere la giusta propensione di carattere per poterlo cogliere, è davvero un bellissimo insegnamento. 

Eric voleva fare lo scrittore e magari sarebbe potuto anche essere un ottimo scrittore data la sua bravura nella comprensione della natura umana. Ma a quanto pare c’era qualcosa di meglio che il destino aveva in serbo per lui. Qualcosa che, probabilmente, era molto meglio di quanto anche lui stesso forse si aspettasse da giovane. Nella vita, alla fine, l’importante è saper ascoltare e guardare ciò che ci circonda con attenzione. Ad Eric la strada che gli ha cambiato la vita e che lo ha sorpreso si è presentata in un momento qualsiasi e del tutto casuale. Lui stesso all’inizio non ne era per niente convinto. La stessa identica cosa può accedere ad ognuno di noi in ogni momento, sia esso un momento tranquillo, come lo era per Eric, o anche un momento più brutto. Ecco perché, a prescindere da quanto normale, buia, stretta o asfaltata possa essere la via che stiamo percorrendo, la cosa importante è saper ascoltare e guardare bene con attenzione avanti a se, stando sempre attenti ai cambiamenti, anche i più piccoli. Del resto la vita è imprevedibile e non si può mai sapere quando si aprirà una biforcazione davanti a noi che potrà portarci lì dove, magari senza nemmeno saperlo, vogliamo davvero essere. 

Detto questo siamo giunti alla fine di questa storia delle Walt Disney Lifes. Se volete conoscere le altre storie della rubrica vi rimando alla categoria dedicata qui.

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Fonti: