Tempesta e le Regine della Pioggia Lobedu
Il suo potere di dominare i fenomeni atmosferici è talmente grande e indomito da poter rivaleggiare persino con quello del dio del Tuono, Thor. Stiamo parlando proprio di lei, Ororo Munroe, alias Tempesta.
Sicuramente una degli X-Men più potenti che ci siano, come dice il suo nome da supereroe, Ororo ha la capacità di controllare fulmini, vento e pioggia a proprio piacimento, nei fumetti viene adorata come una dea e senza dubbio è uno dei mutanti più amati.
Per creare il suo personaggio, con i suoi poteri e la sua storia, la Marvel è andata a prendere ispirazione dalle usanze di un particolarissimo popolo, i Lobedu, e dalle loro sovrane, le Regine della Pioggia.
Perciò, voliamo assieme a Tempesta a scoprire di più sulla sua origine!
Tempesta
Prima di tutto andiamo a conoscere meglio la storia di Tempesta tra le pagine della Marvel.
Ororo Munroe fece la sua comparsa nei fumetti della Casa delle Idee nel 1975 in “Giant-Size X-Men” #1 e fu la prima donna di colore ad avere un ruolo principale nelle storie a fumetti.
La nostra eroina nasce a New York ed è figlia di un fotoreporter americano e di una principessa africana. La sua famiglia si trasferisce presto al Cairo, in Egitto, ma all’età di cinque anni Ororo rimane orfana e per sopravvivere è costretta a diventare una ladruncola.
Una volta cresciuta, intraprende un viaggio attraverso l’Africa durante il quale si manifestarono i suoi poteri e in cui incontra T’Challa.
Giunta alla piana del Serengeti, in Kenya, Ororo ritrova le sue origini, scoprendo di appartenere a una stirpe di sacerdotesse che la accolgono, insegnandole i compiti del suo nuovo ruolo.
Grazie al suo potere, poi, aiuta le popolazioni portando la pioggia per far crescere i raccolti e ben presto comincia a essere adorata come una divinità. Non a caso, anche nelle sue storie future, sarà sempre ammantata da un alone di regalità e spesso svolgerà il ruolo di capo e, quando si sposerà con T’Challa, anche quello di regina.
Adesso che abbiamo ripassato la storia di Tempesta, andiamo a conoscere le regine africane da cui la Marvel ha tratto ispirazione.
I Lobedu
Il popolo Lovedu o Lobedu, noto anche come Balobedu, è una comunità etnica che abita la provincia del Limpopo in Sud Africa. Vivendo in un’area piuttosto isolata, sono riusciti a conservare bene le proprie tradizioni, sebbene il Cristianesimo sia giunto anche da loro.
Nel 1943 gli antropologi Eileen Jensen Krige e Daniell (Jack) Krige, dopo aver soggiornato a lungo presso questo popolo, scrissero il saggio “The Realm of a Rain Queen. A study of the Pattern of Lovedu Society”. In esso descrivono i Lovedu come una società che si basa molto sulla cooperazione, flessibile e pragmatica e dedita all’agricoltura. Non vi è l’esercito, né altre forme di controllo sociale, poiché esso è esercitato dalla Regina della Pioggia che può imporre il castigo più terribile di tutti: la siccità, che da sola basta come deterrente.
Sembra che non adorino divinità particolari, ma praticano invece il culto degli antenati.
Inoltre, sebbene la monarchia sia femminile, non vi sono differenze di status tra uomini e donne, che hanno gli stessi diritti e poteri e ruoli complementari.
Una monarchia matrilineare
Si dice che i Lobedu siano arrivati nel loro territorio nel XVI sec. e siano discendenti dell’Impero di Monomotapa della tribù Karanga, la cui capitale era la Grande Zimbabwe. Secondo la tradizione, la figlia di uno degli imperatori, avendo compiuto incesto con il proprio fratello ed essendo incinta, fuggì portandosi dietro gli amuleti della pioggia e le sacre perle.
Successivamente, tra i suoi discendenti governati da un Mugudo, un regnante maschio, non vi era la pace. Per placare la situazione, dopo aver avuto un sogno premonitore, il re mise incinta sua figlia. La bambina nata da questa unione possedeva il potere di richiamare la pioggia e così venne ristabilita la linea matrilineare.
La Regina della Pioggia
La Regina della Pioggia dei Lubedu è onorata e rispettata non solo dal suo popolo, ma anche da quelli circostanti. Infatti si dice che i suoi poteri siano così grandi da poter influire anche sui paesi vicini. Molti sovrani quindi cercano il suo consiglio e provano a entrare nelle sue grazie.
La Regina è una figura sacra e avvolta per lo più dal mistero, in quanto deve vivere isolata dalla società e il suo appellativo è Modjadji che significa letteralmente “Sovrana del giorno”.
Nella Marvel questo termine è stato utilizzato per indicare un’Orisha del sostentamento che compare tra i protettori del Wakanda (in un prossimo articolo magari approfondiremo anche gli Orisha, che sono delle divinità africane).
Il potere della Regina
Il culto della pioggia è molto complesso e la Regina è legata alle forze stesse della Natura e garantisce con il suo operato il ciclo della vita. Detiene inoltre il monopolio sulla magia, ma lei stessa ha dei limiti. Ad esempio nessuno si aspetta che faccia piovere d’inverno, talvolta può chiedere consiglio a dei divinatori e ci sono tabù che non deve infrangere, come ad esempio quello di non sposarsi. Le Regine devono solo avere figli con loro parenti maschi e avere concubine.
La loro morte prematura preannunciava catastrofi e disastri, tuttavia erano tenute a compiere un suicidio rituale ingerendo veleno al momento della successione al trono della figlia o della parente femminile più prossima.
Infine, secondo i Krige, la Regina talvolta assumeva dei “farmaci”, talvolta con componenti anche di origine umana, per aumentare i suoi poteri e ogni tanto compiva rituali come sacrificare una capra nera.
Le Modjadji
L’attuale stirpe regnante è al trono dal 1800 e conta sette Modjadji. La prima della stirpe fu Maselekwane Modjadji I che regnò dal1800 al 1854, compiendo il suicidio rituale al momento della successione al trono di sua figlia Masalanabo Modjadji II (1854-1894). In particolare la sua figura ispirò lo scrittore H. Rider Haggard, ma su questo torneremo più avanti.
La terza regnante fu Khetoane Modjadji III (1895-1959), che si dice abbia rifiutato di compiere il suicidio rituale, mentre sua figlia Makoma (1959-1981) fu la prima a sposarsi con un uomo.
Sua figlia Mokope, la V Modjadji (1981-2001), seguì di più le tradizioni e si guadagnò la stima di Nelson Mandela.
Makobo Constance Modjadji VI (2003-2005), sua figlia, a 25 anni fu la più giovane Regina della Pioggia a salire al trono e fu la prima ad avere un’istruzione più occidentalizzata, tanto da suscitare diverse controversie che ci furono anche sulla sua morte, avvenuta a solo 27 anni. Lasciò due figli il principe Lekukena (1998) e la principessa Masalanabo (2005) che, quando compirà 18 anni, salirà al trono, attualmente retto da suo zio.
Ayesha
Come abbiamo detto, la regina Masalanabo Modjadji II fu la fonte di ispirazione dello scrittore britannico Henry Rider Haggard (1856-1925) per la sua serie di libri “Il Ciclo di Ayesha”, composto dai romanzi “Lei” (She), “Il ritorno di Lei” (Ayesha: The Return of She), “Lei ed Allan” (She and Allan) e “La figlia della saggezza” (Wisdom’s Daughter: The Life and Love Story of She-Who-Must-Be-Obeyed).
Questo ciclo vide la pubblicazione dal 1887 al 1923 e la protagonista di questo romanzo fantastico avventuroso è appunto Ayesha, una regina africana che incarna sapere, potere e bellezza assoluti.
Come mai abbiamo fatto riferimento a quest’opera? Perché nella Marvel, la stirpe da cui discende la nostra Tempesta, e quindi anche tutte le Regine della Pioggia, deriva nientemeno che dallo Stregone Supremo Ayesha dell’epoca hyboriana (un’epoca immaginaria creata da Robert E. Howard), chiaramente ispirata alla protagonista di questa saga letteraria.
Così siamo giunti alla fine di questo nostro articolo. Come sempre se vi è piaciuto, fatecelo sapere commentando e condividendo qui o sui nostri canali social!
Fonti:
- https://nationalmuseumpublications.co.za/modjadji-the-rain-queen/
- https://www.britannica.com/topic/Lovedu#ref139853
- https://theafricanroyalfamilies.com/2022/10/04/rain-queens-of-balobedu-south-africa/
- https://pdfs.semanticscholar.org/1e8e/8cabd96346b5535ada84b21e8c5f4eba2f6f.pdf
- Davison, Patricia & Mahashe, Tebogo. (2012). Visualizing the Realm of a Rain-Queen: The Production and Circulation of Eileen and Jack Krige’s Lobedu Fieldwork Photographs from the 1930s. Kronos. 38. 47-81. 10.2307/41940661
- Meek, C. K. Africa: Journal of the International African Institute, vol. 14, no. 5, 1944, pp. 275–78. JSTOR, https://doi.org/10.2307/1157060. Accessed 4 Nov. 2022.
- Lang, Gottfried. American Anthropologist, vol. 84, no. 2, 1982, pp. 493–95. JSTOR, http://www.jstor.org/stable/676481. Accessed 4 Nov. 2022.
- Edwin S. Smith, A South African Divine Ruler, in “Nature”, 17 febbraio 1945, n. 155, p. 190