Articoli,  Disney,  Storia moderna e contemporanea

Pocahontas – origini e storia del vero John Smith

La storia di John Smith, delle sue imprese, le sue opere, il suo viaggio nel Nuovo Mondo e il suo rapporto con Pocahontas e con i Nativi

“Preferisco morire domani che vivere cento anni senza conoscerti” 

Con queste parole, pronunciate dal personaggio di John Smith nel film Pocahontas, la Disney ha regalato ai suoi fan quello che, con tutta probabilità, è uno dei momenti più romantici all’interno dei classici Disney.

La storia di Pocahontas e del suo rapporto con John Smith è sicuramente una di quelle storie fra le più amate dai fan, questo è innegabile. Ed è altrettanto innegabile che nel tratteggiarla, pur essendosi presi svariate “licenze” storiche, gli artisti Disney siano stati davvero bravi. 

Ma proprio riguardo alle licenze storiche, chi era davvero John Smith, storicamente parlando, e quale fu il suo reale rapporto con Pocahontas? Come molti di voi forse già sapranno, fra i due è altamente improbabile che ci sia stata una storia d’amore o un qualche tipo di relazione in questo senso. Ma i due ebbero effettivamente a che fare e si conobbero, questo è certo. Chi era quindi John Smith? Quali sono le sue vere origini e la sua storia? Esploratore, soldato, scrittore e marinaio, il reale John Smith, quello che visse fra il ‘500 e il’600, fu uno degli esploratori fra i più famosi del suo tempo, la cui storia è giunta, resa così famosa, fino a noi, proprio grazie al suo rapporto con i Nativi, con Pocahontas, con John Ratcliffe e con la fondazione e la storia della colonia di Jamestown, che compare anche all’interno del classico Disney.

Proprio a proposito di Ratcliffe (a cui si sono ispirati per creare l’antagonista del film) e del suo rapporto con Smith e della storia di Jamestown, già ho avuto modo di parlarvi in un vecchio articolo che trovate qui. E prima di leggere questo articolo di seguito, vi consiglio di recuperare quello. Se non altro per avere una panoramica generale un po’ più chiara riguardo Jamestown e la sua storia, che non ripeterò di nuovo, che però è strettamente collegata alla figura di Smith. 

Detto questo, come avrete capito, oggi tenterò di schiarirvi le idee proprio riguardo la figura storica che si cela dietro lo John Smith disneyano. Quindi, imbarcatevi con me e salpiamo alla volta del Nuovo Mondo! 

John Smith, un’infanzia e un’adolescenza avventurosa

Pocahontas e John Smith - Statua di Smith
Statua di John Smith a Jamestown – p.d.

Una cosa sicuramente accomuna lo John Smith disneyano e quello reale, ed è lo spirito avventuroso e spavaldo che entrambi sembrano manifestare senza troppe premure.

John Smith, quello storicamente esistito, infatti, pare abbia avuto una vita davvero avventurosa e piena di eventi, già dalla sua prima giovinezza, stando a quanto da lui stesso raccontato nelle sue opere.

Nato nel 1580 nel villaggio di Willoughby, nel Licolnshire in Inghilterra, era figlio di un fittavolo. Da giovane prima studiò a scuola e poi come apprendista, durante l’adolescenza, presso un ricco commerciante. Giunto verso i 16, 17 anni la voglia di avventure lo portò a prestare servizio militare in Europa continentale, dove combatté per i Paesi Bassi nella guerra d’indipendenza dalla Spagna. Non pago di questa “avventura”, successivamente si unì agli austriaci nella loro battaglia contro l’Impero Ottomano. Proprio in questa occasione venne catturato e poco dopo fuggì in Russia. Solo fra il 1604 e il 1605 riuscì a tornare finalmente in Inghilterra e fu in questa occasione che si unì alla Virginia Company di Londra che lo scelse fra il gruppo di ragazzi che, in seguito, sarebbero partiti alla volta del Nuovo Mondo. Già da questa prima parte della sua vita, comunque, si capisce che di certo non doveva essere uno dallo spirito facilmente domabile. La sua avventura nel Nuovo Mondo, come vedremo, non farà che confermare questa cosa.

John Smith e l’arrivo nel Nuovo Mondo

Pocahontas e John Smith - mappa della Virginia disegnata da Smith
Mappa della Virginia di John Smith tratta dalla sua opera “The Generall Historie of Virginia, New-England, and the Summer Isles” – p.d.

Fu così che, nel Dicembre del 1606, John Smith, insieme ad altri 104 compagni fra uomini e ragazzi, salpò da Londra alla volta del Nuovo Mondo, sotto il comando del noto navigatore britannico Christopher Newport. Nel Maggio dell’anno successivo la spedizione arrivò lungo le coste di quella che poi diventerà la futura Jamestown, il primo vero insediamento stabile in Nord America. Fin dall’inizio si capì che Smith era fatto di un pasta decisamente diversa rispetto ai suoi compagni con cui, spesso, ebbe un rapporto non facile. Smith, infatti, era stato nominato nel consiglio direttivo dei sette membri della colonia. Molti degli altri coloni, però, erano aristocratici, spesso cresciuti con l’idea che le Americhe erano terre favolose, che l’oro fosse un po’ ovunque e che bastasse svoltare l’angolo per trovarlo. Smith, al contrario, non era aristocratico e l’ambiente in cui era cresciuto, e di conseguenza anche le sue idee, erano decisamente diverse. Questo, ovviamente, influenzò molto il suo operato e il suo rapporto con i suoi compagni. Da questo punto di vista il classico Disney è riuscito a darci, per sommi casi, un’idea della cosa. Di base, mentre gli altri pensavano ai propri privilegi e alla ricerca di un modo facile di arricchirsi, lui era più concentrato sulle questioni pratiche, come procurarsi mezzi di sussistenza o approfondire la conoscenza del posto. Di base, senza andare troppo per le lunghe nella storia di Jamestown che potete trovare nell’articolo succitato, il problema era che molti dei coloni della spedizione non erano del tutto capaci di provvedere a se stessi e spesso il cibo e le materie prime di sussistenza mancavano. Fu grazie a Smith, che iniziò a commerciare con i Nativi Americani locali, se la colonia, inizialmente, non morì di fame. Fra le altre cose iniziò anche vari viaggi di esplorazione per disegnare mappe più accurate della Virginia.

John Smith, dalla presidenza della colonia, al ritorno in Inghilterra e le esplorazioni successive

Il 10 Settembre del 1608 John Smith divenne presidente della colonia di Jamestown. A questo punto prima approntò un adeguato addestramento militare dei coloni, poi chiese loro maggiore disciplina secondo cui, chi non lavorava, non mangiava. Continuò a commerciare con i Nativi e, in generale, cercò di organizzare al meglio la colonia, in modo da migliorare lo stato delle cose. Ad ogni modo, nel 1609, a causa di un’esplosione di polvere da sparo, fu costretto a tornare in Inghilterra per curarsi. Tuttavia, la sua voglia di continuare l’esplorazione del Nuovo Mondo non cessò perché, nel 1614, salpò di nuovo, questa volta verso il New England. L’anno successivo fece un altro viaggio esplorativo, ma fu catturato dai pirati e riuscì a tornare in Inghilterra solo dopo essere fuggito. Questi viaggi, comunque, furono gli ultimi che egli fece verso il Nuovo Mondo. E nonostante avesse avuto varie occasioni di tornare, per un motivo o per un altro, alla fine non ci riuscì più. Morì nel 1631, all’età di 51 anni, in Inghilterra, a Londra, per cause naturali. 

John Smith e il suo rapporto con Pocahontas

Pocahontas e John Smith
Quadro raffigurante Pocahontas che salva John Smith – p.d.

Questo è, brevemente, il resoconto delle avventure e della vita di John Smith. Ma in tutto ciò, quale fu il rapporto con Pocahontas? Ebbene, il loro rapporto, secondo alcuni, fu effettivamente “amichevole”, se tale si può definire il rapporto fra un colonizzatore e un Nativo che si vede invasa la propria casa. 

Secondo i racconti il primo incontro fra i due avvenne durante una negoziazione. Come detto, infatti, inizialmente il cibo scarseggiava nella colonia e Smith aveva iniziato a commerciare con i Nativi per avere rifornimenti. Questi, pur decidendo di aiutarli, non potevano di certo sfamarli a vita e i coloni, per dare fede al loro nome in tutto e per tutto, avevano iniziato a rubare cibo ai Nativi, la qual cosa aveva provocato vari conflitti. Fu proprio durante uno di questi conflitti che i coloni catturarono un gruppo di Nativi della tribù di Pocahontas e quest’ultima, insieme ad un guerriero, venne inviata per negoziare il rilascio dei prigionieri. All’epoca Pocahontas aveva una decina d’anni e Smith circa 27. Fu in questa occasione che i due si conobbero e, secondo alcuni resoconti, strinsero amicizia, tanto da insegnarsi a vicenda le rispettive lingue. 

La loro conoscenza continuò e l’avvenimento che, più di tutti, è diventato famoso nel rapporto fra i due, che viene rappresentato anche nel classico, è il salvataggio di John Smith ad opera di Pocahontas

Nel Dicembre del 1607, infatti, durante un’esplorazione del fiume Chickahominy, Smith fu preso e fatto prigioniero insieme al suo gruppo, durante un’imboscata, da alcuni membri della tribù di Powhatan che abitavano in quei luoghi. Venne portato davanti al capo e, secondo quanto racconta Smith stesso, stava per essere messo a morte quando Pocahontas si frappose fra lui e il padre per salvargli la vita. 

Smith raccontò di questo fatto sia in una lettera indirizzata alla regina Anna, sia in una delle sue opere, “The Generall Historie of Virginia, New-England, and the Summer Isles”, pubblicato per la prima volta nel 1629. 

Di seguito ecco un estratto, tratto proprio da quest’opera, in cui Smith racconta l’episodio. Da notare che, come spesso accadeva a quel tempo, i fatti vengono narrati da Smith in terza persona, per rendere il racconto più oggettivo:

“Si tenne una lunga consultazione, ma la conclusione fu che due grandi pietre furono potate davanti a Powhatan; poi, quanti potevano mettergli le mani addosso (a Smith), lo trascinarono verso di loro, e su ciò (sulle pietre) posò la sua testa, ed essendo (Powhatan) pronto con le loro mazze a battergli il suo cervello, Pocahontas, la figlia più cara del re, quando nessuna preghiera poteva prevalere, prese la sua testa tra le sue braccia e poso la sua su quella (di Smith) per salvarlo dalla morte.” 

Molti storici oggi sono dubbiosi sulla veridicità dei fatti. Secondo alcuni Smith pare si sia inventato tutto. E in generale, come vi spiegherò a breve, molte cose che racconta nelle sue opere, sono ritenute dagli studiosi inverosimili o comunque esagerate. La cosa che rende gli studiosi dubbiosi è il fatto che Smith fece menzione di questo accadimento solo molto tempo dopo gli avvenimenti, non citandolo mai in varie sue lettere e scritti più vicini agli eventi stessi. Secondo altri studiosi, invece, anche se la cosa fosse effettivamente successa, fu probabilmente mal interpretata da Smith che prese, sostanzialmente, fischi per fiaschi, mal interpretando quello che, forse, era un rituale fatto dai Nativi per renderlo parte della tribù.

Comunque, quando poi Smith tornò in Inghilterra nel 1609, non avvertì né Pocahontas né il padre di lei. Anzi, secondo i resoconti, a questi ultimi venne detto che John Smith era morto. 

I due, però, ebbero modo di riparlarsi nel 1616, quando Pocahontas visitò l’Inghilterra insieme a John Rolfe, che nel frattempo era diventato suo marito. A quanto pare in questa occasione, però, Smith non si comportò molto bene con lei, evitandola e visitandola solo nel 1617, prima che lei ripartisse per la Virginia. Secondo gli studiosi e i resoconti, comunque, l’incontro fra i due non fu idilliaco. Pocahontas, giustamente, lo rimproverava per essere sparito senza dire niente e per non aver adempiuto ai suoi doveri negli accordi presi con la tribù. Della risposta di John Smith a queste accuse non si hanno notizie e la storia del rapporto fra i due finì così.

Ad ogni modo, secondo gli studiosi, una cosa è certa: che fra i due, a parte un qualche tipo di “amicizia”, non può esserci stato niente altro. Innanzitutto per la differenza di età fra i due e secondo perché non viene mai fatto accenno alla cosa da nessuna parte. 

John Smith e il rapporto con i Nativi Americani

Sicuramente, una delle cose che più salta all’occhio dai racconti di John Smith e dai resoconti che lo riguardano, è il tipo di rapporto che instaurò con i Nativi. Secondo gli studiosi John Smith, infatti, contrariamente agli altri colonizzatori, scelse una via più “diplomatica” e meno militare. Per evitare problemi, e sostanzialmente per tenere a bada i Nativi, attuò tattiche più psicologiche, scegliendo di intimidirli mostrando un’immagine degli inglesi come popolo potente, piuttosto che attuare massacri inutili. Secondo alcuni pare anche che, durante il suo viaggio verso il New England, decise di denunciare il suo capitano, Thomas Hunt, perché aveva rapito dei Nativi per venderli come schiavi in Europa. In generale, il suo rapporto con i Nativi sembra comunque migliore rispetto a quello di altri colonizzatori, sebbene egli stesso resti pur sempre un colonizzatore. 

John Smith e le sue opere

Frontespizio di "A description of new england" opera di John Smith
Frontespizio dell’opera “A description of New England” – p.d.

Come già accennato John Smith fu uno scrittore molto prolifico, tanto che la maggior parte delle cose che si sanno su di lui, soprattutto quelle riguardanti la sua infanzia, adolescenza e fino alla partenza per Jamestown, ci sono arrivate solo ed unicamente attraverso i suoi scritti. Fra le opere da lui scritte ci sono: “A Description of New England” del 1616; la già citata “The Generall Historie of Virginia, New-England, and the Summer Isles” e “The True Travels, Adventures, and Observations of Captain John Smith in Europe, Asia, Africa, and America” del 1630. 

Le sue opere, sono state ampiamente lette, studiate e citate come fonti nel corso dei secoli, giungendo fino a noi e dandoci descrizioni molto dettagliate di una storia importante come quella della colonizzazione del Nuovo Mondo. Tuttavia, è importante sottolineare che molti studiosi, nel corso del tempo, hanno iniziato a ritenerle non propriamente del tutto attendibili. Il motivo è semplice, molti fatti che Smith racconta sembrano effettivamente esagerati e inverosimili o non hanno corrispondenti in altre fonti storiche scritte da altri. Come accade per la questione di Pocahontas succitata. Non solo, lo stesso Smith, contrariamente ad altri autori che pure raccontavano delle proprie avventure e imprese, spesso dipinge se stesso come un uomo dall’animo avventuroso e spavaldo, che riesce sempre a cavarsela e ad uscire illeso in ogni circostanza, anche la peggiore di tutte. In poche parole alcune delle sue avventure sembrano uscite dirette da un libro di Dumas sui tre moschettieri. Proprio per questo suo stile di racconto, quindi, è stato spesso criticato, portando gli studiosi a pensare che possa essersi inventato di sana pianta alcune cose che ha scritto. Tuttavia, un’altra parte di studiosi ritiene che, nonostante il suo stile e la sua maniera di raccontare, egli sia stato comunque una fonte storica importante e degna di nota, se non altro per molti dettagli che è riuscito a fornire riguardo determinate cose che poi sono state confermate anche da altre fonti. Quindi, in fin dei conti, John Smith resta non solo un figura storica estremamente importante dal punto di vista degli eventi che ha vissuto, ma anche perché ha raccontato quegli eventi con dovizia di particolari facendoli arrivare fino a noi. 

Detto ciò, siamo arrivati alla fine di questa nostra piccola avventura nel Nuovo Mondo. Se l’articolo vi è piaciuto fatecelo sapere condividendolo o commentando sui nostri canali social! 

Fonti: