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Wish e l’origine del legame tra stelle e desideri

Perché quando vediamo una stella cadente esprimiamo un desiderio? Scopriamolo insieme al nuovo classico Disney “Wish”

Se Wish voleva far commuovere il tenero cuoricino disneyano nascosto (ma poi nemmeno tanto) in ognuno di noi, beh allora ci è riuscito. Almeno con me. L’idea di celebrare i 100 anni della compagnia raccontando la storia della famosa stella dei desideri e della tradizione disneyana (e non solo) di esprimere i propri sogni e desideri più segreti alle stelle, sperando che queste accolgano la nostra richiesta, non poteva non colpire nel segno. 

Del resto la Disney è nata proprio da lì, da quel “When you wish upon a star” che è diventato il cuore pulsante del messaggio che ha sempre tentato di tramandare, di generazione in generazione, tra alti e bassi. Wish tenta di raccontarci proprio questo, che siamo fatti della stessa materia dei sogni e delle stelle. Se questa parte di noi ci viene rubata, se ci viene tolta, o se, per qualche motivo, vi rinunciamo, allora rinunciamo ad una parte di noi stessi. E per quel che mi riguarda la casa di Topolino non poteva celebrare i suoi 100 anni in modo migliore. Prima, però, di raccontarvi la mia personale recensione del film, che troverete a fine articolo, voglio raccontarvi qualcosa in più proprio su quello che è il punto centrale della trama del film: ossia il rapporto tra le stelle e i desideri

Da dove arriva la tradizione di esprimere desideri alle stelle? In particolare alle stelle cadenti? Quali leggende, nel corso dei secoli, hanno contribuito ad accrescere il mito secondo cui una stella sarebbe in grado di esprimere il nostro più intimo desiderio? 

Se la Disney su questa storia ci ha costruito una carriera lunga ben 100 anni un motivo, anche mitologico e culturale, sicuramente ci sarà. Ed è proprio questo motivo che oggi tenterò di andare ad analizzare. Ossia il mito che collega le stelle ai desideri e perché, da tempo immemore, l’essere umano ha sempre creduto che le stelle fossero in grado di esprimere i nostri desideri e sogni. 

Quindi, alzate gli occhi al cielo, esprimete un desiderio, e aspettando che si esaudisca tentiamo di rispondere a queste domande! 

Le stelle e i desideri: gli antichi egizi 

wish origine stelle desideri
La liberazione dell’anima in forma d’uccello, rifacimento di un’illustrazione tratta dal libro egiziano dei morti – p.d.

Come sempre accade per ciò che riguarda la mitologia e le leggende, le radici della gran parte delle credenze del folclore odierno affondano in tempi davvero molto antichi. Il collegamento fra le stelle, i sogni e i desideri non fa eccezione a questa regola. Se andiamo indietro nel tempo, infatti, le stelle hanno sempre avuto un significato religioso molto forte per i popoli antichi, che spesso pensavano che gli astri fossero un segnale collegato alle divinità. 

Gli antichi egizi, ad esempio, avevano una profonda conoscenza delle stelle e delle costellazioni e il loro significato all’interno del panorama mitologico/religioso egizio era molto importante. Sarebbe davvero troppo lungo spiegare per filo e per segno l’intero significato che le stelle avevano per gli egizi. Vi basti sapere che erano legate a doppio filo con le divinità egizie, l’aldilà e l’anima dell’essere umano. Gli egizi, infatti, credevano che l’anima dell’essere umano fosse composta da 9 parti distinte, ognuna con uno scopo specifico. Fra queste parti vi era l’Akh. L’Akh era la parte immortale dell’anima che prendeva le sembianze di uno spirito luminoso, la cui luce veniva spesso identificata proprio con la brillantezza delle stelle. Essendo immortale, era proprio l’Akh l’unica parte dell’anima a poter ascendere al cielo, fra le stelle, in paradiso, dove avrebbe partecipato ai movimenti del cosmo. Tuttavia, l’Akh poteva anche tornare sulla terra, sotto forma di una sorta di fantasma, per aiutare o meno i vivi a seconda dei casi. Ovviamente ci sarebbe molto altro da dire in proposito, ma già questo concetto inizia a farci comprendere da dove nasce il legame tra le stelle e i desideri. 

Le stelle e i desideri: dai popoli della Mesopotamia agli antichi greci e romani

wish origine stelle desideri - tolomeo
Tolomeo – p.d.

Anche presso le popolazioni della Mesopotamia le stelle erano direttamente collegate alle divinità e alla religione. Presso questi popoli le stelle e i pianeti erano spesso identificati con le divinità e, seguendone la posizione, era possibile riuscire ad interpretarne la volontà o eventuali segnali che gli dei volevano mandare agli esseri umani. 

Anche presso gli antichi greci e romani le stelle assumevano un importante significato religioso e divino. Presso questi popoli, infatti, vi era la credenza che la terra e gli esseri umani fossero influenzati dagli astri, e quindi anche dalle stelle. Nello specifico, per fare un esempio più pratico, l’astronomo e geografo greco antico Tolomeo, ad esempio, credeva che le stelle fossero la dimora degli dei o comunque un segnale mandato dagli dei. Egli pensava che quando apparivano le stelle cadenti, voleva dire che in quel momento si creava uno spazio tra le sfere celesti, attraverso cui gli dei scivolavano avvicinandosi di più alla terra. Per questo motivo esprimere un desiderio in quell’istante voleva dire avere una più alta possibilità di essere ascoltati e vedere il proprio sogno esaudito. In poche parole per tutti questi popoli vi era una forte connessione fra le stelle, il cosmo e gli esseri umani sulla terra. Per questo motivo iniziò a farsi strada la credenza che le stelle, essendo dimora del divino, potessero essere in grado di esprimere i desideri delle persone, o comunque aiutarli e guidarli nel proprio cammino sulla terra. 

Le stelle e i desideri nella tradizione cristiana

L’incredibile fascino delle stelle non si è esaurito nemmeno con l’avvento del cristianesimo, anzi. Soprattutto se pensiamo al mito della stella cometa che ha guidato i re Magi mostrando loro la strada verso il Bambin Gesù. 

Molte leggende risalenti già agli albori del cristianesimo identificavano le stelle con gli angeli. Secondo alcune versioni le stelle cadenti erano angeli caduti. Altre versioni ancora, invece, dicevano che erano angeli che, avvicinandosi alla terra, erano in grado di ascoltare le preghiere delle persone e quindi poi riportarle in cielo dove venivano esaudite. 

Wish: siamo fatti della stessa materia dei sogni… e delle stelle!

Ci sarebbe ancora molto da dire a proposito del legame fra le stelle e i desideri, ma appare già così abbastanza chiaro da dove provenga. Le stelle sono sempre state collegate alla religione o, comunque, alle divinità. Questo ha fatto sì che, nel corso dei secoli, la gente vi si rivolgesse per trovare conforto o per chiedere aiuto sperando in una risposta. Il fatto che la scienza e la tecnologia, oggigiorno, abbiano chiarito cosa sono invece le stelle, non ne ha per niente diminuito il loro fascino. Anzi. Oggi siamo tutti molto ben consapevoli che non c’è nessun legame tra una stella cadente e un desiderio che si avvera. Questo però non ci frena dall’esprimere comunque un desiderio quando ne vediamo una. Non perché ci crediamo, ma perché ci da conforto e ci rifornisce di speranza nelle possibilità del futuro. Wish, da questo punto di vista, ha fatto un’ottimo lavoro. Personalmente sono rimasta piacevolmente colpita dal nuovo classico Disney. Per come la vedo io la Disney, dopo una serie di alti e bassi e di tentativi non sempre andati a buon fine negli ultimi anni, sembra finalmente aver ritrovato la rotta. Non poteva scegliere modo migliore e più adatto per celebrare i suoi 100 anni se non raccontando la storia della stella dei desideri, quella stessa stella a cui, moltissimi anni fa, si è rivolto Geppetto per la prima volta desiderando che Pinocchio diventasse un bambino vero. La stessa stella che seguono Peter Pan e Wendy per raggiungere l’isola che non c’è, o a cui Tiana esprime il suo desiderio nel più recente “La principessa e il ranocchio”. Decidere di raccontare la storia della “stella dei desideri” era la scelta più giusta che la Disney potesse fare. Così facendo, infatti, almeno a mio parere, è riuscita benissimo a trasmettere il significato del messaggio che sta alla base della Disney e che lo stesso zio Walt ha veicolato fin dall’inizio 100 anni fa. Ossia che i sogni fanno parte delle persone e che se vi rinunci, di fatto, rinunci ad una parte di te stesso. Da questo punto di vista il film veicola benissimo il messaggio. Il narcisista Re Magnifico, che finge di voler bene al suo popolo ed invece si nutre dei desideri e dei sogni altrui, sfruttando i suoi sudditi per acquisire più potere lui stesso, è la perfetta metafora dei tempi di oggi e di quanti vengono illusi dalla società, che spesso finisce per sfruttare le persone rubandone i sogni e le speranze. Il messaggio alla base del film, quindi, è proprio questo: non lasciarsi influenzare dagli imbrogli che la società ci pone davanti e sforzarsi di tenerci stretti i propri sogni e le proprie speranze perché, se vi rinunciamo, finiamo per cadere, come accade ad alcuni personaggi nel film, vittime della frustrazione, della sfiducia e della depressione. Altro aspetto che mi è piaciuto è anche il modo in cui viene spiegato che i sogni bisogna tenerseli stretti anche quando sono, obiettivamente, impossibili. Non perché bisogni follemente perseguirli ad ogni costo, ma sempre per lo stesso motivo che, facendo parte di noi, ci aiutano nel costruire la nostra personalità, compongono quel che siamo. Insomma, in conclusione, ho sinceramente adorato il modo delicato in cui tutto questo messaggio è stato veicolato e l’ho trovato perfettamente in linea con il vecchio stile della Disney. Da un punto di vista strettamente più tecnico mi sento di promuovere il film ad alti voti, nonostante qualche piccolissimo difetto qui e la. Fra le cose che ho adorato di più sono i numerosissimi rimandi ai passati classici Disney disseminati qui e là. Un vero fan Disney finisce non può non gioire riconoscendoli. Altra cosa che sicuramente ho apprezzato è, alleluia alleluia, il ritorno di un cattivo Disney. Re Magnifico è un personaggio che finisci per adorare per il solo fatto che finalmente esiste. Non è privo di difetti, chiariamo. Non è all’altezza dei cattivi Disney vecchio stile e nella piramide occupa un gradino comunque più basso. Ma è ugualmente ben fatto e ha decisamente del potenziale, anche se non è stato sviluppato a pieno. Per il resto ho adorato il personaggio di Star, molto di più di Valentino che, probabilmente, come Re Magnifico, mi è sembrato avesse del potenziale non pienamente sviluppato. Mi sono piaciute molto le canzoni, anche se ho avuto la sensazione che in lingua originale rendano molto di più che in italiano. Insomma, in conclusione, Wish mi è piaciuto molto di più di tanti altri film Disney Pixar usciti negli ultimi anni e trovo che celebri i 100 anni della Disney in modo più che degno. 

Detto questo siamo giunti alla fine del nostro piccolo excursus. Come sempre, se l’articolo vi è pascuto fatecelo sapere condividendolo o commendando sui nostri canali social! 

Fonti: