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Mulan, Shan Yu e la storia degli Unni

Le origini e la storia degli Unni, uno dei popoli nomadi e guerrieri più famosi dell’antichità


Era da tempo che volevo imbarcarmi in questo articolo. E oggi, finalmente, vincendo la pigrizia, ho deciso, in compagnia di Shan Yu, di raccontarvi un po’ della storia del suo popolo: la storia degli Unni, una delle popolazioni barbariche più famose dell’antichità. 

Gli Unni erano una popolazione nomade e guerriera dell’Asia e la loro storia è giunta fino a noi soprattutto perché, fra il 4° e il 5° secolo d.C., arrivarono in Occidente a rompere le uova nel paniere all’Impero Romano. Sono proprio i romani fra i primi a menzionarli e, già nel 91 d.C., lo storico Tacito ne aveva parlato come di un popolo che risiedeva intorno al Mar Caspio e che, almeno in quel momento, sembrava farsi beatamente i fatti suoi. Le cose, come vedremo, cambiarono con il tempo, soprattutto quando Attila, il rinomato flagello di Dio, come veniva chiamato, ne fece un popolo più unito e coeso capace di arrecare distruzione ovunque decidesse di dirigersi. Ed effettivamente, a differenza delle altri popolazioni barbariche, gli Unni vengono descritti in maniera molto più sorprendente. Ed è proprio per questo che sono diventati così famosi. Erano, ad esempio, noti allevatori di cavalli ed espertissimi cavalieri, tanto che sembravano essere un tutt’uno con i loro destrieri. In guerra erano micidiali nell’uso delle loro armi. Apparivano e scomparivano dal nulla che Maga Magò e Merlino spostati. 

Insomma, l’armata del perfido e corpulento Shan Yu ha origini molto antiche e sicuramente non ci si sarebbe potuti ispirare a personaggi più tipici e particolari per la loro creazione. 

Detto ciò, preparatevi per bene perché, come avrete capito, questo sarà un altro pippone storico senza precedenti, simile a questo e questo. Siete avvisati prima di continuare. Se invece siete curiosi di risvegliare il piccolo guerriero Unno che è in voi e il lungo percorso fra i freddi e ventosi valichi dei monti cinesi insieme a Shan Yu e il suo esercito non vi fa paura, allora sellate i vostri destrieri e venite con me a scoprire la storia degli Unni! 

Gli Unni e “La ballata di Mulan”

illustrazione di Mulan
Illustrazione rappresentante Mulan – p.d.

Prima di continuare, tocca fare una breve precisazione. Come sicuramente alcuni di voi sapranno la storia di Mulan si rifà ad un’antica ballata: “La ballata di Mulan”. Se volete saperne di più a proposito vi rimandiamo ad un nostro vecchio articolo, che io e Cecilia abbiamo scritto insieme alla bravissima ĭmāgo latens, che potete trovare qui e in cui vi parliamo approfonditamente proprio della ballata e delle sue origini. Quest’ultima ha avuto innumerevoli versioni nel corso dei secoli. Ogni versione ha modificato un po’ la storia di Mulan e, nel cambio, anche i nemici della cara giovane sono spesso mutati

Perché vi dico questo? Perché nella ballata originale, ad esempio, i nemici di Mulan non sono Unni, bensì i Rouran, un popolo nomade dell’ovest che aveva ripetutamente invaso la Cina. E se ci fate caso, nel live action di Mulan del 2020 sono proprio i Rouran i nemici di Mulan e non più gli Unni come nel classico originale.  

In altre versioni ancora della storia i nemici di Mulan provengono da ribellioni interne alla Cina stessa; in altre ancora il nemico è un bandito ribelle di nome Leopard Skin. 

Infine, in un’altra versione ancora il nemico è il popolo nomade degli Xiongnu di cui, secondo alcuni, forse facevano parte anche gli Unni e di cui vi parlerò a breve. 

Insomma, gli Unni, gli Unni in quanto tale, gli Unni del Signor Attila per intenderci, non appaiono come nemici veri e propri di Mulan. La loro scelta nel classico è stata probabilmente dettata dal fatto che furono effettivamente nemici della Cina e che, fra tutti i popoli nomadi guerrieri, sono i più conosciuti in Occidente.

Le origini degli Unni

gli Unni in una illustrazione dell'800
Gli Unni in una illustrazione dell’800 – p.d.

Ciò detto, da dove arrivano esattamente gli Unni? Quali sono le loro origini? Abbiamo già detto che erano una popolazione nomade proveniente dall’Asia… ma di quale parte esattamente erano originari? Bella domanda. Gli studiosi hanno dibattuto a lungo su questa cosa nel corso dei secoli e, se fate ricerche in giro, vi rendere conto che la risposta non è univoca e che ognuno si è fatto la sua idea. In breve, se è certo che fossero asiatici, non è altrettanto certo di quale parte dell’Asia fossero. Secondo alcuni erano di origine mongola, altri li fanno provenire dalla Siberia meridionale. Inoltre, vi ricordate dei succitati Xiongnu? Ebbene, fra il ‘700 e l’800 alcuni storici hanno avanzato l’ipotesi che gli Unni e gli Xiongnu fossero la stessa cosa o che comunque gli Unni potessero far parte di questo popolo. Gli Xiongnu erano un gruppo di popoli provenienti probabilmente dalla Mongolia, che diede molto da fare alla Cina dopo il 3° secolo a.C. La cosa interessante è che pare fossero organizzati in una confederazione tribale sotto un sovrano che veniva chiamato con il titolo di, udite udite, Chanyu. Vi ricorda qualcosa? Insomma, riflettendoci è probabile che la Disney abbia potuto mischiare effettivamente i due popoli nel prendere ispirazione. Gli storici, comunque, oggi sono più concordi nel pensare che i due fossero due popoli distinti. 

Tornando all’origine degli Unni, molti alla fine sono arrivati alla conclusione che il punto d’origine più probabile sia il Kazakistan. Insomma, senza andare troppo per il sottile, capire da dove venissero esattamente è fatto arduo, ci basti sapere che qualsiasi fosse il loro luogo natio, si diedero da fare per farsi ricordare dei posteri. 

Gli Unni da Oriente a Occidente

Una miniature raffigurante un assedio degli unni a una città
Una miniatura raffigurante un assedio degli Unni a una città – p.d.

Dopo aver speculato per quasi 20 righe, come solo noi storici barbosi sappiamo fare, sull’origine degli Unni (senza concludere molto, lo ammetto) cerchiamo di capire come arrivarono da Oriente ad Occidente. Gli Unni, infatti, come dicevo su, sono conosciuti da noi in Occidente, proprio perché crearono non pochi problemi ai romani, che per tutta risposta li descrissero, come solo loro sapevano fare, alla stregua di demoni infuriati e primitivi. Come più tardi vi racconterò. 

Intanto vi basti sapere che, sul finire del 300 d.C., si spostarono velocemente verso Occidente conquistando e premendo su alcune delle popolazioni germaniche che vivevano lì a quel tempo. Queste popolazioni, a loro volta, iniziarono a spingersi verso il territorio romano cercando rifugio. Insomma, riassumendo la questione nella maniera più semplice possibile, furono per molti anni un grosso problema per l’impero. Tanto che Roma, spesso, per evitare problemi si trovò costretta a pagarli pur di toglierseli dalle scatole ed evitare scontri militari che, come vedrete, con gli Unni era meglio non avere.

Attila 

Ma perché gli Unni erano così potenti? Probabilmente la loro potenza fu dovuta al loro capo, colui che, più di tutti, quando arrivò cambiò radicalmente le cose: Attila.

La storia degli Unni: Attila
Rappresentazione di Attila – p.d.

A cui, molto probabilmente, gli artisti Disney si sono in parte ispirati per creare Shan Yu. 

Chi era costui? Ebbene, come dicevo, gli Unni erano, in origine, un popolo nomade; spesso diviso in tribù, senza una nazione coesa e senza un capo forte a tenerli uniti. Quando arrivò Attila le cose cambiarono in maniera radicale e gli Unni diventarono un vero e proprio Impero.  

Attila governò dal 434 al 453 e non si sa molto sulla sua data e luogo di nascita. Quello che sappiamo è che era figlio di Munzuco, principe e condottiero Unno, e nipote di Rugila, che gli storici ritengono fosse una sorta di re degli Unni. Aveva inoltre un fratello maggiore di nome Bleda. Sulla sua infanzia non si sa molto, ma pare che lui e suo fratello siano stati allenati alla guerra fin dalla più tenera età. Probabilmente gli venne insegnato a cavalcare e prendersi cura dei cavalli e a tirare con l’arco, cosa in cui gli Unni era bravissimi. Vennero educati alla responsabilità e al comando sin da piccoli. Tanto che alcuni storici riportano che pare fossero presenti già da bambini durante le trattative di guerra. Quando Rugila morì, nel 433, il potere passò ad Attila e a suo fratello Bleda. Senza andare troppo nel dettaglio (magari lo farò in un prossimo articolo dedicato totalmente al nostro barbaro sanguinario preferito) vi basti sapere che Attila riuscì a riunire sotto di se tutte le tribù e a dargli un’unità che prima non avevano mai avuto. Pare avesse una presenza carismatica imponente e che fosse un eccellente e abilissimo cavaliere. Grazie alla sua forza individuale riuscì a costruire un impero, praticamente invincibile, in poco meno di dieci anni. Come detto gli Unni diedero molto da fare all’Impero Romano, che già aveva il suo bel da fare con altra gente e che, pur di tenerli buoni, ad un certo punto arrivò a pagarli la modica cifra di 950 chili d’oro all’anno. Questo, comunque, non servì a fermarli del tutto e alcuni studiosi sono concordi nel dire che gli Unni di Attila furono una delle ragioni principali fra quelle che hanno contribuito alla caduta dell’Impero romano. Attila e le sue schiere arrivarono a distruggere, saccheggiare e radere al suolo oltre 70 città. E lui, dopo aver ucciso il fratello nel 447, regnò da solo per altri 6 anni. L’unica e sola sconfitta che riportarono fu in Gallia nel 451. Morì nel 453, a quanto sembra in maniera piuttosto inquietante. Si racconta che venne trovato morto, il giorno dopo il suo matrimonio, e che la causa fosse dovuta ad un’emorragia di sangue al naso che aveva finito per soffocarlo. Una volta morto Attila, l’impero venne diviso fra i suoi figli che finirono per dilapidare le risorse accumulate e che, a quanto pare, non avevano la sua stessa forza. L’impero Unno, così velocemente com’era nato, tanto velocemente scomparve dopo la morte del suo capo. 

I racconti e le rappresentazioni degli Unni

La storia degli Unni: gli unni invadono l'italia
Gli Unni invadono l’Italia – p.d.

Ciò detto, perché gli Unni sono ancora oggi l’emblema della ferocia e della barbarie più crudele ed assoluta? Sicuramente non furono dei santi, questo è ovvio, e sicuramente furono uno dei popoli guerrieri più abili e grandi fra quelli mai esistiti. Ma spesso l’immaginario collettivo che abbiamo di loro, la ferocia che gli viene associata, è dovuta alla descrizione che ne hanno fatto gli storici più antichi. Lo storico romano Ammiano Marcellino, ad esempio, li descrive come un popolo rozzo, quasi animalesco nel modo di vivere, mangiare e vestire. Terribilmente feroci in battaglia, rapidissimi nel comparire all’improvviso e altrettanto veloci a scomparire, oltre che improvvisi nei movimenti. Tanto erano rapidi, dice Ammiano, che pare che il nemico non avesse nemmeno il tempo di rendersi conto del loro arrivo che questi già saccheggiavano e ammazzavano tutto e tutti senza pietà e senza tregua. Ammiano continua raccontando che pare fossero soliti combattere con ferocia, senza preoccuparsi della loro stessa salvezza. Che avessero l’usanza di imprigionare il nemico catturandolo con una rete, in modo da immobilizzarlo del tutto.

Lo storico bizantino Giordane va ancora più in là nella descrizione, associandoli addirittura agli spiriti maligni. Racconta Giordane, infatti, che pare che gli Unni fossero stati partoriti dall’unione di alcune streghe con alcuni demoni. Nemmeno lui, come Ammiano, ci va leggero con i complimenti, dicendo che, a parte cacciare, non erano buoni in nessun’altra cosa. Racconta che si muovevano veloci come un turbine e arrivavano senza preavviso, non risparmiando nessuno sul loro cammino, nemmeno le donne e i bambini. Giordane continua descrivendo anche Attila, dicendo che era basso di statura, con il petto ampio e la testa grande, gli occhi piccoli e la barba sottile.

Altri storici ancora hanno descritto Attila come un uomo furbo, abile e astuto. Infine, al di la delle associazioni con demoni, streghe e simili, quasi tutti sono concordi nel descrivere tanto Attila quanto i suoi soldati, come abilissimi nel comparire e scomparire nel nulla e nel lasciare dietro di se solo macerie. Per questo Attila venne definito “Flagellum Dei” e per questo ancora oggi si racconta che dove passavano le schiere Unne pare non nascesse più l’erba. E sempre per questo non c’è da sorprendersi se nessuno, nemmeno i romani che già avevano molti grattacapi per conto proprio, avessero voglia di ingaggiar battaglia con nemici del genere.

Da questo punto di vista, la scena in cui Mulan e gli altri arrivano al villaggio distrutto dalle orde di Shan Yu è abbastanza verosimile.

Ma erano davvero solo questo gli Unni? Solo feroci, brutali e rozzi guerrieri? 

La storia degli unni: incontro tra papa Leone Magno e Attila
Incontro tra Papa Leone Magno e Attila, affresco del 1514 – p.d.

C’è un altro storico bizantino, Prisco di Panion, che fa di Attila una descrizione diversa dalle solite e che può rispondere a queste domande. Prisco, infatti, incontrò di persona Attila e pranzò con lui, come inviato diplomatico alla sua corte (e già questo deve far riflettere). Proprio in tale occasione Prisco, nel raccontare del banchetto a cui partecipò, descrive il re degli Unni come un uomo sobrio e cortese, con un profondo senso dell’onore e della giustizia. Inoltre, pare che fosse abituato a vestire in maniera semplice ma pulita e che mentre lasciava che i suoi uomini bevessero e mangiassero in calici e piatti d’oro e d’argento, mentre lui preferiva essere servito in boccali e piatti di legno, non amando il lusso. Infine, lo storico descrive il banchetto, nel complesso, come moderato e degno dei migliori imperatori di quel tempo. Insomma, un guerriero feroce e flagello di dio sicuramente, ma a quanto pare non così rozzo come potevano immaginarlo gli altri. 

Detto ciò siamo giunti alla fine di questo nostro breve racconto riguardo gli Unni. Come sempre, se vi è piaciuto e se lo avete trovato interessante fatecelo sapere condividendolo o commentando sui nostri canali social! 

Fonti: