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Walt Disney Lifes  – Wolfgang Reitherman

La storia del pilota/artista Wolfgang “Wollie” Reitherman, uno dei più grandi animatori e registi Disney

Nella vita ci viene insegnato, fin da piccoli, che quando diventeremo grandi con tutta probabilità dovremo trovare una cosa sola da fare e fare bene quella. Ci viene insegnato e mostrato l’intero iter che dovremo percorrere per avere una vita fatta bene, “costruita” su misura per essere chiamata tale. 

In questo iter, il 95 % delle volte, non c’è spazio per i ripensamenti o per i cambi di rotta. Non c’è spazio e non c’è tempo per dire “forse nella vita potrei fare anche altro, magari potrei fare l’avvocato oggi e il gelataio l’anno prossimo”. Ci viene insegnato che abbiamo una sola vita e tanto vale concentrarci su una cosa sola, se abbiamo deciso e studiato per fare l’avvocato, in questa società, è da pazzi e sconsiderati pensare di mollare tutto per mettersi a fare il gelato. 

La storia di Wolfgang Reitherman detto “Wollie” mi ha insegnato, però, che nella vita non c’è niente di male a cambiare rotta, a virare, ad un certo punto, magari anche dopo aver fatto molta strada, e ripensare completamente la propria vita. 

Con la storia di Wollie arrivo, dopo molto tempo, alla fine del percorso che mi ha portata attraverso la rubrica delle Walt Disney Lifes, a raccontare la vita dei Nine Old Men. E, come sempre accade con questa splendida rubrica, anche questa volta ho appreso un insegnamento fondamentale. 

Wolfgang Reitherman è stato uno degli animatori più importanti della casa di Topolino. Ha lavorato a più di 30 cortometraggi ed è stato il primo animatore nella storia della compagnia a diventare regista di un intero film d’animazione con “La spada nella roccia”. Da quel momento in poi ha diretto tantissimi altri classici famosi tra cui “Il libro della giungla”, “Gli aristogatti” e “Robin Hood”.

Descritto come “full of life and ginger”, ossia “pieno di vita e di zenzero”, era un uomo energico e amante dell’azione. Proprio questa vitalità l’ha riversata anche nei film a cui ha lavorato, tanto che varie scene d’azione fra le più note e amate dei classici, come la battaglia finale tra Filippo e Malefica in versione drago, o l’inseguimento di Monstro e Pinocchio, sono state curate proprio da lui. Il suo lavoro è stato incredibilmente influente sia sui film a cui ha lavorato, sia sugli stessi artisti Disney, in particolare perché dopo la morte di Walt è stato bravissimo nel tenere uniti gli animatori, attraverso la sua vitalità e le sue doti di leader. 

Oggi, quindi, è per me molto bello terminare questo percorso all’interno delle vite dei Nine Old Men, con la sua vita e con quello che forse è uno degli insegnamenti fra i più significativi di tutti: cambiare rotta non significa fallire, significa vivere più vite in una sola. 

Voliamo (questa volta è proprio il caso di dirlo), ancora una volta negli storici Studios della Disney a scoprire la storia dell’ultimo dei Nine Old Men di questa rubrica!

L’infanzia

Wolfgang Reitherman - sierra madre nel 1908
Sierra Madre nel 1908 – p.d.

Wolfgang Reitherman, detto poi “Wollie”, nasce il 26 Giugno 1909 a Monaco di Baviera, in Germania. All’età di 2 anni, però, si trasferisce negli Stati Uniti con la sua famiglia dove crescerà nella Sierra Madre, una cittadina nella contea di Los Angeles, in California. 

Contrariamente ad altre storie di suoi colleghi, Wolfgang da piccolo non aveva una iniziale passione per il disegno. Vivacissimo, aveva invece una grande passione per gli aerei e per il volo, da cui era profondamente affascinato. Il suo sogno, quindi, era quello di diventare un pilota professionista. Proprio per questo, quindi, frequentò il Pasadena Junior College con l’intento di diventare ingegnere aeronautico e dopo gli studi accettò un lavoro presso la Douglas Aircraft. 

Il cambio di rotta e l’arrivo alla Disney 

Come abbiamo imparato anche con altre storie delle Walt Disney Lifes, il destino alle volte sembra indicarci strade diverse rispetto a quelle che ci eravamo sempre prefigurati. 

A quanto pare non era quello il momento per Wolfgang di realizzare del tutto il suo sogno di diventare pilota. La sua vita lavorativa non andava bene (dopotutto erano pur sempre gli anni della grande depressione e la situazione lavorativa di molti era complicata). Fu così che, nel 1931, si vide costretto a cambiare traiettoria e fu in quel momento che pensò di intraprendere la strada del disegno e dell’arte

Si iscrisse, quindi, al Chouinard Art institute di Los Angeles per studiare acquerello e lì si diplomò nel 1933. Fu proprio presso l’istituto che Wolfgang incontrò un istruttore che insegnava anche presso i Walt Disney Studios e che gli consigliò di provare a fare domanda per lavorare lì. Wollie, però all’inizio era incerto. Non era sicuro di voler andare a lavorare lì perché pensava che avrebbe finito per disegnare cose monotone e tutte uguali e che questo avrebbe finito per annoiarlo. Alla fine, però, si convinse e nel 1933 entrò a far parte del dipartimento di animazione degli studios. Ebbe modo di ricredersi fin dal principio e di rendersi conto di quanto, invece, il disegno animato fosse davvero, in quel momento, una vera nuova frontiera, dinamica e incredibilmente affascinante. E sono le sue stesse parole a farci capire quanto si ricredette e quanto quel nuovo lavoro divenne per lui una nuova incredibile passione: 

“È stata una storia d’amore fin dall’inizio. Nel momento in cui sai di poter far muovere un disegno, il disegno statico perde il suo fascino: il movimento è vita. L’animazione rappresenta la più grande svolta nell’arte del 20° secolo.”

I primi anni: Wollie uomo d’azione di nome e di fatto

I suoi inizi furono fin da subito promettenti e, contrariamente ad altri animatori, subito venne gettato nella mischia dell’animazione lavorando ad alcune scene delle Silly Symphonies e, in seguito, data la sua bravura, gli venne affidato l’importante incarico di animare il servo all’interno dello specchio magico di Biancaneve. Lavoro che si rivelò una grande sfida, tenuto conto non solo del fatto che Wollie era un uomo chiaramente devoto all’azione, come riveleranno i suoi lavori futuri, ma anche perché il servo nello specchio di Biancaneve è privo di emozioni e le sue scene sono ristrette ad un campo d’azione decisamente minimo. Tuttavia, alla fine, Wollie riuscì nella sfida e il risultato è quello magnifico che tutti vediamo ancora oggi. 

Le vere sfide, però, arriveranno in seguito sia con i cortometraggi che con i nuovi classici. 

Wolfgang ha infatti lavorato a più di 30 cortometraggi Disney, tra cui la Silly Symphony “Il lago incantato”; i corti con protagonisti Topolino, Paperino e Pippo tra cui “La brigata del fuoco” del 1935, “Pippo e Wilbur” del 1939, o anche “Paperino nel mondo della matematica” del 1959, giusto per citare alcuni. Agli inizi lavorò molto ai corti con protagonista Pippo, tanto da diventare il suo animatore principale all’intento degli studios.

Wolfgang, però, è ricordato soprattutto per la sua incredibile bravura nel lavorare alle scene d’azione e, data la sua vitalità, non c’è da sorprendersi. In tal senso il suo primo vero banco di prova arrivò con “Pinocchio” per cui gli venne affidata la scena dell’inseguimento di Monstro e Pinocchio a fine film. A rivederla oggi, quella scena, appare chiaro fin da subito quale sfida eccitante e complessa debba essere stata per lui. E proprio il suo incredibile talento nel conferirgli tutta l’ansia, la drammaticità, la velocità e soprattutto la suspanse di cui necessita, ci fanno capire perché quello deve essere sicuramente stato per lui il vero salto di qualità. 

Ecco che, quindi, da allora innanzi varie delle scene d’azione più memorabili dei classici sono tutte affidate a lui. È così che, dopo “Pinocchio”, gli viene affidata anche la scena della drammatica battaglia dei dinosauri all’interno del classico “Fantasia”. Per realizzare quella scena nel migliore dei modi decide di studiare a fondo l’anatomia degli animali, recandosi anche all’interno di vari musei per poter studiare i fossili dei dinosauri in modo da capirne meglio non solo le fattezze ma anche i movimenti e il peso. Fino al 1942 Wolfgang continuerà a lavorare a molti progetti, sia cortometraggi che lungometraggi, affinando così le sue tecniche, il suo talento e la sua bravura. Tuttavia, nel 1942, la sua vita cambia di nuovo inaspettatamente rotta e Wollie mette in atto una virata decisamente importante

La pausa per andare in guerra: Wollie pilota dell’aeronautica

Nel 1942 siamo nel pieno della seconda guerra mondiale e Wollie decide di mettere momentaneamente in pausa il suo lavoro agli studios per arruolarsi nelle forze aree dell’esercito americano. Certo andare in guerra non deve essere stato facile né bello, perché le guerre non lo sono mai. Tuttavia avrà almeno l’occasione di riprendere in mano il suo vecchio sogno di ragazzo di diventare pilota e di volare. Ed è così che Wollie torna a solcare i cieli e lascia la Disney, dove non tornerà fino al 1947 a guerra finita. 

Wollie diventò un pilota bravissimo, un vero e proprio asso dell’aviazione, come venne poi definito. Prestò servizio in tutto il mondo, volando dagli States, all’Africa, all’India, fino alla Cina e al Pacifico meridionale, guadagnandosi anche la medaglia della Distinguished Flying Cross. Venne congedato nel 1946 e, nel 1947, durante una visita ai suoi vecchi colleghi agli Studios, Walt Disney stesso lo convinse a tornare a lavorare lì, dove l’animazione lo aspettava. 

Il ritorno alla Disney e il lavoro da regista

Il ritorno a casa di Topolino venne inaugurato con la vivacità che lo contraddistingueva perché uno dei primi incarichi che ricevette fu quello di animare l’inseguimento finale del cavaliere senza testa nel film “Le avventure di Ichabod e Mr Toad”.

Fra gli altri film a cui lavorò ci furono poi anche “Cenerentola”, dove si occupò della scena in cui Jack e Gas Gas tentano di portare la chiave a Cenerentola per aiutarla a liberarsi; o anche alcune scene d’azione e comiche con protagonista Uncino nel film “Peter Pan”; oppure la scena dell’inseguimento di Lilli da parte dei cani randagi in “Lilli e il vagabondo”, questo solo per citarne alcune. Una delle scene, però, a cui ha lavorato e che sicuramente è fra i suoi capolavori, è la battaglia finale tra il principe Filippo e Malefica in formato drago. Proprio lì si vede tutta la sua bravura e la sua passione per questo tipo di scene che, all’interno di un film, soprattutto d’animazione, contribuiscono a fare un’enorme differenza.

Inutile dire che la sua bravura lo porterà a lavorare con successo a moltissimi film e, cosa ancora più importante, lo porterà ad essere il primo animatore, nella storia degli studios, a diventare regista di un intero film d’animazione. Quando successe era il 1963 e il classico che inaugurò questa nuova parte della sua carriera era “La spada nella roccia”. Da lì in avanti Wolfgang diresse con successo vari altri classici, tutti film che noi fan della Disney abbiamo profondamente amato. Fra questi ricordiamo “Il libro della giungla”; “Gli Aristogatti” e “Robin Hood”. 

Il suo talento e la sua vivacità inoltre, furono poi fondamentali anche in un altro importante e triste frangente. Quando, infatti, Walt Disney muore nel 1966, la passione per il suo lavoro e le sue innegabili doti da leader saranno fondamentali nel riuscire a tenere unite le redini dei vari talenti all’interno degli studios, sconvolti dalla perdita di Walt. 

Wolfgang “Wollie” Reitherman – cambiare rotta non significa fallire, significa vincere

Wolfgang “Wollie” Reitherman ha lavorato per la Disney per quasi 50 anni, durante i quali ha sicuramente vissuto più di una vita. Sia all’interno che all’esterno degli studios. È andato in pensione nel 1981 e, purtroppo, non è riuscito a godersi la vecchiaia perché il 22 Maggio del 1985, all’età di 75 anni, è morto a causa di un incidente d’auto a Burbank, vicino casa sua. 

Wollie è stato uno degli artisti più importanti degli studios. Grazie alla sua bravura, al suo talento per l’azione e la vivacità, alle sue doti da leader, ha sicuramente portato un enorme e fondamentale contributo alla Disney. E chissà, questo probabilmente non sarebbe accaduto se la grande depressione non gli avesse fatto cambiare idea sul suo primo sogno di diventare pilota. Il che c’insegna che, come sempre, dalle cose apparentemente cattive o brutte, spesso possono nascere storie straordinarie. E quelle stesse storie straordinarie possono cambiare la vita di chi le vive e di chi, come noi, le guarda dall’esterno. 

La sua storia, però, ci insegna anche un’altra lezione davvero molto importante: che nella vita è importante capire quando cambiare rotta e che farlo non significa fallire, al contrario, significa vincere. Perché quando all’interno di una vita, riesci a viverne più d’una, allora chiaramente non hai fallito ma hai vinto, anche se magari all’inizio potrebbe non sembrare così. 

Wollie voleva diventare un pilota. Alla fine è diventato un pilota decorato e uno dei più grandi artisti nella storia della Disney. Solo che lo ha fatto seguendo una via diversa rispetto a quella che si era prospettato all’inizio. Quando nel 1931 decise di cambiare rotta e “abbandonare” il sogno di una vita fece la scelta più giusta perché capì che quella era l’unica cosa sensata da fare in quel momento. Se si fosse fossilizzato, se si fosse incaponito nel seguire una strada che chiaramente in quel momento non era perseguibile, se avesse dato retta alla comune regola, ancora oggi purtroppo molto valida, secondo cui bisogna concentrarsi su una cosa sola e fare quella per tutta la vita, senza perdere tempo, probabilmente le cose sarebbero andate diversamente sia per lui, che, di conseguenza anche per noi. Ha avuto il coraggio e ha saputo capire quando era giusto cambiare rotta e alla fine la vita l’ha ricompensato. Certo cambiare strada, virare quando arriviamo ad un certo punto, non è una decisione facile. Non è mai facile mettere da parte i propri sogni e cercarne di nuovi, soprattutto quando sono i sogni che avevamo fin da bambini. Non deve essere stato facile per Wollie, dopo gli studi e il lungo e sicuramente non facile percorso fatto per diventare pilota ed ingegnere aeronautico, quando finalmente era ad un solo passo dalla fine, mollare tutto e ricominciare totalmente da capo. Non lo è mai. Soprattutto perché la vita è strana e non si può essere sicuri di poter poi ritornare un giorno su quella stessa strada e riprenderla lì da dove l’avevamo lasciata. Magari anche Wolfgang Reitherman quando ha cambiato rotta non immaginava e non poteva essere certo che un giorno avrebbe di nuovo solcato i cieli. Chi poteva assicurarglielo? Eppure è proprio quello che è successo. E mi piace pensare che la vita alla fine abbia voluto ricompensarlo, a modo suo, del coraggio che ha avuto, facendogli vivere più di una vita: quella da artista e quella da pilota. La sua storia ci insegna che nella vita il coraggio è davvero fondamentale e che tutto sta nel modo in cui guardiamo alle cose. Cambiare non significa per forza fallire, anche se all’inizio è quella la sensazione che abbiamo. Cambiare rotta, se fatto con coraggio, positività e convinzione nel fatto che le cose andranno bene, significa vincere, significa imparare a vivere più vite in una sola. E cosa c’è di meglio di questo? 

La vita è una sola solo se ci lasciamo convincere che è così. Se ci lasciamo persuadere dal fatto che sia così. Ma è la vita stessa ad insegnarci che tutto ciò è falso ed impossibile mettendoci davanti degli ostacoli fatti apposta per farci capire quando è giunto il momento di cambiare strada, quando iniziare a vivere una vita nuova all’interno di quella più grande. Quando ciò accade, incaponirsi è inutile, dannoso e rischia di relegarci nella tristezza e nella frustrazione. Cambiare, invece, significa fare una nuova strada e quindi una nuova vita. E ciò non vuole assolutamente dire che la strada vecchia non sia servita a nulla. Anzi. La storia di Wollie ci insegna l’esatto contrario. 

Detto ciò siamo giunti alla fine anche di questa storia. Con la vita di Wolfgang Reitherman siamo arrivati alla fine del percorso che mi ha portata a raccontare le storie dei leggendari Nine Old Men di Walt e devo dire che ho imparato moltissimo dalle loro storie e gli sono grata per ciò che mi hanno insegnato. Se volete leggere anche le altre storie potete andare qui. Le Walt Disney Lifes, però, non finiscono assolutamente qui perché mi riprometto di continuare, appena potrò, con storie di altri magnifici artisti Disney.

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