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Walt Disney Lifes – John Lounsbery 

La storia del bravissimo e talentuoso animatore John Lounsbery è la prova che nella vita vale sempre il detto “Mai giudicare un libro dalla copertina”

Tutti sono concordi nel confermare, a proposito di John Lounsbery, animatore fenomenale, disegnatore e regista nonché membro dei leggendari Nine Old Men, due cose: che è sempre stato molto sottovalutato nella sua bravura rispetto ai suoi colleghi; e che la forza espressiva dei suoi lavori quasi sempre contraddiceva il suo carattere incredibilmente timido e riservato. 

Mettiamo subito in chiaro una cosa, lungi da me paragonarmi ad uno dei Nine Old Men (anche perché non so disegnare nemmeno un albero), ma caratterialmente penso di aver capito cosa intendessero tutti, perché è sempre stata una cosa in cui mi sono spesso ritrovata anche io e che ho riscontrato in tutte le persone che hanno un carattere di questo tipo. Spesso le persone così incredibilmente timide e riservate, così silenziose ed apparentemente immerse in un mondo tutto loro, sono semplicemente estroverse in una maniera diversa rispetto a quello che il resto del mondo ci ha insegnato significhi essere estroversi. 

Probabilmente, John Lounsbery, era uno di questi, così come posso esserlo io e tanti altri come me. Ecco perché, come sempre accade con la rubrica delle “Walt Disney Lifes”, anche nel leggere la storia di John Lounsbery ho appreso un insegnamento importante.

Da Pluto alla strega di “Biancaneve“, passando per l’alligatore danzante di “Fantasia”, il gatto e la volpe di “Pinocchio”, e alcune sequenze di Timoteo e Dumbo, nonché la maggior parte delle scene del leggendario lupo nel film “La spada nella roccia”, John Lounsbery è stato uno dei più bravi e capaci animatori che la Disney abbia mai avuto. È riuscito a catturare i caratteri dei personaggi che animava in un modo davvero magistrale e incredibile, ispirando, in tal modo, il lavoro di moltissimi altri artisti Disney venuti dopo di lui. 

Ecco perché oggi voliamo, ancora una volta, negli storici Studios della Disney a scoprire la storia del penultimo membro dei Nine Old Men di questa rubrica! 

L’infanzia

A storm in the rocky mountains mt rosalie in colorado
A Storm in the Rocky Mountains, Mt. Rosalie in Colorado di A. Bierstadt – p.d.

John Lounsbery nasce il 9 Marzo del 1911 a Cincinnati, in Ohio, ed è il più giovane di tre figli. All’età di 5 anni si trasferisce in Colorado e qui ha modo di dedicarsi agli sport invernali e alle gite estive in montagna che gli faranno amare moltissimo la natura. Proprio questa passione influenzerà molto, fin da subito, l’altra sua passione per l’arte e per il disegno. Come da lui stesso raccontato, infatti, le sue prime opere erano colme della bellezza e del fascino della natura che lo circondava. 

E proprio il disegno e la pittura diventano, immediatamente, la sua più grande passione. Passione che rimarrà tale per tutto il resto della sua vita, insieme all’amore per le bellezze naturali e per la vita all’aria aperta. 

Tutto ciò, in particolare l’amore per il disegno e per l’arte, lo aiuteranno anche nei momenti più difficili della sua vita, soprattutto alla morte del padre quando lui ha solo 13 anni. Con la famiglia in difficoltà finanziarie, John troverà grande conforto proprio nel suo mondo artistico, tanto che al liceo diventa famoso in tutta la scuola per le sue sorprendenti caricature e per i disegni a fumetti, come testimoniato anche dal suo annuario delle scuole superiori che riporta i suoi disegni quasi su ogni pagina. 

Dal diploma alla Disney

John Lounsbery - Pluto's playmate
Locandina per “Il compagno di giochi di Pluto”

Questo suo cammino lastricato di disegni, caricature e fumetti eccezionali lo porta, dopo il diploma all’East Denver High School, ad iscriversi all’Art Institute di Denver, dove si diploma con successo nel 1932. Nello stesso anno uno dei suoi compagni di classe lo convince a trasferirsi a Los Angeles e questa scelta lo porterà dritto dritto verso il suo futuro. Proprio qui John, mentre frequenta un corso di illustrazione dell’Art Center School of Design, inizia anche a lavorare come artista pubblicitario freelance. La sua vera fortuna, però, arriva quando uno dei suoi insegnanti nella scuola, notando il suo talento, gli consiglia di provare a presentarsi per un lavoro presso i Walt Disney Studios, che in quel periodo è alla continua ricerca di nuovi talenti. John segue il consiglio e questo lo porterà ad essere assunto il 2 Luglio del 1935. Qui John viene assegnato, in qualità di assistente animatore, ad un altro grande e noto animatore, destinato a diventare suo mentore ed ispiratore, Norman Ferguson detto Fergy. 

Proprio sotto la direzione e l’insegnamento di Fergy, John compie i suoi primi passi all’interno della casa di Topolino e lo fa specializzandosi in molti e svariati cortometraggi riguardanti il simpatico cane di Topolino, Pluto. Fra i corti a cui ha lavorato ricordiamo “Il compagno di giochi di Pluto” del 1941, “Pluto allo zoo” del 1942, o anche “La recluta Pluto” del 1943, giusto per citare i più noti. 

Da animatore a direttore dell’animazione

La vera grande sfida, però, arriva quando al team di Fergy e John viene assegnato il compito di animare la strega per il film “Biancaneve e i sette nani”. Grimilde, nella sua versione strega, deve sicuramente essere stata una sfida non da poco, oltre che un grande onore considerato lo spaventoso, inquietante e quindi stupendo risultato finale del personaggio. 

Proprio questo incredibile lavoro aiuterà molto John nel prosieguo della sua carriera perché, quando arriva il momento di lavorare a “Pinocchio”, viene promosso ad animatore a tutti gli effetti, sempre sotto la supervisione di Fergy, nonché a regista di sequenze. Proprio per questo film ha aiutato molto nell’animazione di alcune sequenze che hanno per protagonisti il furbesco duo antagonista del film, il gatto e la volpe. 

Il film che, però, consacrerà, a tutti gli effetti, la sua innegabile bravura sarà “Fantasia”. Proprio in questo frangente, infatti, a John viene affidato il compito di animare la fantastica sequenza “La danza delle ore”, il penultimo capitolo del noto classico; concentrandosi in particolare sul personaggio di Ben Ali Gator. La capacità mostrata da John nel comunicare la psicologia e la volontà del personaggio nella scena hanno definitivamente consacrato la sua innegabile bravura e il suo talento. E sarà proprio sulla scia di questa bravura che per il successivo classico, Dumbo, John verrà promosso, guadagnandosi un posto come uno dei 6 direttori dell’animazione del film

Psicologia essenza ed emozioni dei personaggi

Il talento e la bravura di John gli hanno portato una carriera molto lunga all’interno della Disney, che non ha mai lasciato nemmeno dopo la pensione. Dopo Dumbo ha lavorato, come direttore dell’animazione, a moltissimi altri classici e film famosi come: “Alice nel paese delle meraviglie”, “Peter Pan”; “Lilli e il vagabondo”; La bella addormentata nel bosco”; “Robin Hood”, “Gli aristogatti”. In età avanzata di carriera, inoltre, ha lavorato anche ai lungometraggi con protagonista l’amato e dolce orsetto Pooh. Questo solo per citarne alcuni. 

La sua bravura, a detta di tutti coloro che lo hanno conosciuto, che hanno lavorato con lui o che si sono ispirati a lui e ai suoi lavori, era la sua innegabile abilità nel riuscire a carpire la psicologia e l’essenza dei personaggi e mostrarla attraverso le movenze sulla scena. Tutto ciò è incredibilmente evidente, in particolare in quelle sequenze che mostrano l’interazione di due personaggi profondamente diversi tra loro. Per capire bene questo punto basta soffermarsi nelle scene che vedono protagonisti il gatto e la volpe, Dumbo e il topolino Timoteo, o anche i personaggi di Tony e Joe in “Lilli e il vagabondo”. La sua bravura nel mostrare, spesso esagerandole, le differenze caratteriali e psicologiche dei personaggi, attraverso le movenze, le pose o gli sguardi, ha reso questi personaggi incredibilmente reali riuscendo ad avvicinarli ancora di più al pubblico. In poche parole, il suo talento nel farli muovere in un determinato modo, spesso anche teatrale e caricaturale, serviva a mostrare le emozioni e l’essenza che i personaggi avevano dentro di se. Serviva a rendere reali e quindi veritieri, dei personaggi come il lupo de film “La spada nella roccia” o anche come l’avvocato ballerino Georges Hautecourt, che altrimenti sarebbero rimasti dei semplici disegni e che invece in quel loro modo, spesso intricato, di muoversi, diventavano incredibilmente reali e si avvicinavano al pubblico rimanendo impressi nella loro memoria. Proprio l’esempio del lupo smilzo ed affaticato è davvero lampante. Le sue movenze, il suo sguardo, il suo incedere faticoso e la sua frustrazione finale nel rendersi conto della fatica inutile che ha fatto, sono tutti un esempio lampante della bravura di John.

John Lounsbery – mai giudicare un libro dalla copertina

John Lounsbery ha lavorato alla Disney per più di 40 anni e ha continuato a lavorarci fino alla sua morte, sopraggiunta il 13 Febbraio del 1976, quando aveva ancora 65 anni. Promosso a regista qualche tempo prima, nel 1970, proprio in quel periodo stava lavorando come regista al film “Le avventure di Bianca e Bernie” che uscirà nel 1977. 

Il suo innegabile talento lo ha consacrato, di diritto, come uno degli animatori ed artisti più influenti della casa di Topolino e i suoi stessi colleghi, oltre che molti altri artisti che si sono poi susseguiti fra le schiere della Disney, hanno potuto confermare quanto il suo lavoro sia stato una grande e forte influenza per il mondo dell’animazione. 

Dal carattere timido e profondamente riservato, John aveva poi, in realtà, la capacità di stupire mostrando dei personaggi che, con le loro forti emozioni e con i loro caratteri spesso spregiudicati, basti vedere il furbesco e malvagio duo del gatto e la volpe o Ben Ali Gator in “Fantasia”, spesso contraddicevano in maniera lampante il suo carattere. 

Proprio questo aspetto, sottolineato più volte da tutti quelli che lo hanno conosciuto o studiato, ha colpito moltissimo anche me e mi ha consegnato, ancora una volta, un grande insegnamento: che ognuno è estroverso, aperto e comunicativo a modo suo. Non c’è un solo modo di esserlo, come erroneamente la società ci ha insegnato e ci insegna ogni giorno. Oggi spesso, purtroppo, vanno avanti quelli che sanno mostrarsi, che sanno parlare, chiacchierare e mostrarsi disinvolti in ogni occasione. La storia di John, però, ci insegna che non sono solo i comici sul palcoscenico o le persone particolarmente allegre e gioviali gli unici che possono arrogarsi il diritto di chiamarsi aperti, solo perché hanno la capacità di esprimersi a parole meglio di uno che, magari, preferisce stare in silenzio. John Lounsbery era particolarmente schivo e timido ma i suoi personaggi erano quanto di più stravagante, chiacchierone, audace ed esuberante la Disney abbia mai avuto. E lo conferma il fatto che sono diventati dei memé fenomenali nell’era dei social. Questo dimostra che ognuno ha un suo modo di esprimersi, un suo modo di “parlare” che non sempre è a parole. John mostrava la sua esuberanza disegnando, magari un altro può mostrarla scrivendo romanzi fantastici, un altro ancora cucinando torte favolose. E proprio questo ci da la conferma che, come sempre, il detto “mai giudicare un libro dalla copertina”, è il più giusto e il più veritiero che sia mai stato creato. La prossima volta che vi trovate davanti una persona timida e riservata guardatela sapendo che magari, senza saperlo, avete davanti un nuovo John Lounsbery e che, se non starete attenti e se vi lascerete condizionare dal comune modo di pensare della società, potreste rischiare di lasciarvela scappare. 

Detto questo siamo giunti alla fine di questa storia. Se volete conoscere altre storie delle Walt Disney Lifes vi invito ad andare qui. Nel frattempo, se l’articolo vi è piaciuto fatecelo sapere condividendolo o commentandolo sui nostri canali social! 

Fonti: