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La leggenda di Robin Hood

Le origini, la storia e le trasformazioni di una delle figure leggendarie più famose del mondo

Quando ero piccola ero sempre combattuta tra due sogni: in alcuni momenti avrei dato un braccio per sedere alla tavola di Re Artù; altri invece cambiavo idea e avrei dato l’altro per unirmi alla banda di colui che forse è la più grande leggenda vivente sulla faccia della terra: Robin Hood. 

Ancora oggi non riesco a decidermi. E forse è un bene che il tutto sia impossibile da attuare, perché mi manderebbe in seria crisi esistenziale. Una cosa, però, è certa, ed è che oggi, finalmente, ho deciso di ripercorrere con voi la storia del leggendario fuorilegge che rubava ai ricchi per dare ai poveri, della nostra volpe preferita, che tutti noi da piccoli abbiamo sognato di conoscere, la storia della leggenda per eccellenza, la storia della leggenda di Robin Hood. 

La figura di Robin Hood è quanto di più mitologico, leggendario e folcloristico esista nel globo. Anche culturalmente e storicamente, il significato che ha incarnato e che continua ad incarnare ancora oggi, ossia la figura dell’uomo che decide di ribellarsi ai soprusi e di aiutare i più deboli, affascina praticamente chiunque, anche le pietre. Tutti noi abbiamo sognato almeno una volta di essere Robin Hood o di unirci alla sua combriccola di Merry Man, gli allegri compagni, in quella che è la più rinomata foresta vivente, la foresta di Sherwood. Chi dice di no sta mentendo spudoratamente ben sapendo di mentire. 

Il classico Disney, con la sua maniera divertente di presentarci i personaggi, ha potenziato ancora di più questa leggenda. Almeno per i fan disneyani.

Ma chi era effettivamente Robin Hood? E dove e quando nasce la sua leggenda? Quanto è antica? Era un nobile decaduto, come lo hanno dipinto alcuni, o era uno yeoman (poi vi dirò cosa significa), come lo dipingono le fonti più antiche? E, il quesito per eccellenza: è esistito davvero Robin Hood o la sua è solo una leggenda? Oggi tenterò di dare una risposta a quasi tutte queste domande. Dico quasi perché all’ultima, ossia se Robin sia esistito davvero, ahimè, prometto di rispondere più avanti con un altro articolo apposito. Oggi mi concentrerò nel ripercorrere la sua leggenda. E il motivo di questa scelta è piuttosto semplice: la questione è davvero molto complessa e merita uno studio approfondito a parte. Qui posso solo anticiparvi che nessuno è mai riuscito a dare una reale risposta alla domanda sia perché le teorie sull’esistenza storica di un vero Robin Hood sono davvero innumerevoli; sia perché la leggenda e il mito si intrecciano così indissolubilmente alla storia reale che non si è mai riusciti a discernere effettivamente le due cose. 

Detto questo, prendete arco e frecce, e addentriamoci nella foresta di Sherwood a scoprire la storia della leggenda di Robin Hood! 

Robin Hood e le ballate

Innanzitutto va specificato che la leggenda di Robin Hood è nata e si è protratta nei secoli attraverso un mezzo ben specifico: le ballate. Già ho avuto modo di parlarvi delle ballate in questo vecchio articolo qui, in cui spiego cosa sono e a cosa servivano e in cui vi parlo di una delle ballate più famose: “Robin Hood and the Golden Arrow”, la cui storia è stata ripresa anche nel classico Disney. 

Robin Hood
Illustrazione di Robin Hood – p.d.

Proprio la ballata, in qualche modo ripresa anche dalla figura di Cantagallo nel film, è il mezzo principale attraverso cui, per secoli, si è andata diffondendo la leggenda di Robin Hood, dei suoi allegri compagni e delle loro gesta. Sono praticamente le fonti principali ed uniche a narrare della sua esistenza (e motivo principale dell’incertezza della sua esistenza storica). Solo successivamente, nei secoli più recenti, Robin Hood è diventato protagonista di libri, teatro, cinema e chi più ne ha più ne metta. 

Le origini della leggenda

Trovare le origini della leggenda, quindi, è impresa piuttosto ardua. Secondo gli studiosi una delle primissime prove scritte che attesta dell’esistenza leggendaria di un bandito di nome Robin Hood si può ritrovare in un antico poema di epoca medievale intitolato “Piers Plowman”. Si tratta, secondo alcuni studiosi, di una delle opere più importanti dell’Inghilterra medievale ed è attribuita all’autore William Langland, sulla cui presunta esistenza, non si sa molto. Si tratta in sostanza di un poema in cui, attraverso una serie di visioni oniriche, vengono affrontati molti temi importanti riguardo la situazione sociale e spirituale dell’Inghilterra della fine del XIV secolo. Gli studiosi ritengono che proprio all’interno di quest’opera ci sia quella che forse è la prima testimonianza scritta riguardo la leggenda di Robin Hood. Ad un certo punto, infatti, Langland afferma:

“Non conosco bene le preghiere di Nostro Signore ma conosco le ballate di Robin Hood”.

Ciò significa, quindi, che già nel ‘300 il nostro bandito fuorilegge era molto ben conosciuto e le ballate che ne raccontavano le gesta già risuonavano nelle strade e nei locali medievali.

La leggenda di Robin Hood - prima pagina del Piers Plowman
La prima pagina del “Piers Plowman” – p.d.

Altra testimonianza altrettanto antica è presente nell’opera “Orygynale Cronykil of Scotland”, del cronista e canonico scozzese Andrew of Wyntoun. Anche in questo caso si tratta di un’opera letteraria antichissima molto importante, che narra della storia scozzese fino al 1406. Proprio quest’opera contiene anch’essa una delle primissime menzioni riguardo la nostra cara vecchia volpe. 

A gest of Robyn Hode

Una delle prime vere e proprie narrazioni riguardo la leggenda del nostro astuto eroe (cit.) è però contenuta nell’opera “A Gest of Robyn Hode”, anche conosciuta come “A Lyttell Geste of Robyn Hode”. Si tratta di uno dei primissimi testi sopravvissuti e arrivati fino a noi oggi, in cui vengono raccontante le leggende riguardo il caro vecchio Robin. La parola “Gest” significa racconto o avventura e, di base, l’opera è proprio una raccolta di racconti, scritti sotto forma di ballata. Ciò che è raccontato qui, di fatto, è stato il fondamento di gran parte delle opere e delle leggende successive e queste ballate sono poi confluite anche all’interno dell’opera di Child di cui, come vi dicevo prima, vi ho parlato qui. 

prima pagina del Gest of Robyn Hode
Prima pagina illustrata del Gest. 
Edizione cartacea del XVI secolo – p.d.

Si tratta, in sostanza, di quella che forse è la più importante opera/raccolta riguardo Robin Hood non solo perché è la prima opera che racconta in maniera dettagliata le sue gesta, ma anche perché è uno degli esempi più importanti della letteratura medievale inglese.

La sua popolarità è dimostrata dall’esistenza di dozzine di edizioni a stampa dei secoli che vanno dal XVI al XVI. Il testo migliore che, però, è giunto fino a noi in frammenti è un’edizione stampata ad Anversa intorno al 1510, conservato ora nella National Library of Scoltand di Edimburgo. 

Con circa 13.900 parole è, sostanzialmente, la storia più lunga riguardo Robin Hood e la più lunga riguardo un fuorilegge inglese di quel tempo. 

Per quanto riguarda la trama, il Gest è suddiviso in otto sezioni, chiamate Fyttes, che a loro volta contegono una trama ad episodi che vengono poi intrecciati fra loro. Inutile dirvi che sarebbe davvero troppo lungo spiegarvi per filo e per segno l’intera trama di tutte le sezioni. Quindi, per far prima, tenterò di riassumerne i punti più importanti. 

Innanzitutto nel Gest Robin Hood e i suoi compagni sono degli “yeomen”. Per “yeoman”, nei paesi anglosassoni si intendevano degli uomini liberi, non nobili, che possedevano terreni o ricoprivano posizioni in qualche pubblico ufficio. In questa versione, quindi, Robin non è un nobile, come più avanti verrà rappresentato. 

Altra nota importante riguarda il luogo teatro dell’azione. La “casa” di Robin e compagni, infatti, non è nella foresta di Sherwood ma nello Yorkshire, nella foresta di Barsndale (anche se Nottingham viene comunque nominata e indicata come una cittadina vicina, sebbene, in realtà, si trovi a circa 50 chilometri di distanza). Poi, sebbene nella storia ci siano personaggi importanti come Little John e Will Scarlet (che non compare nel classico Disney ma è molto famoso in altri adattamenti cinematografici e televisivi) e lo Sceriffo di Nottingham, ne mancano altri che invece diventeranno famosi nelle versioni successive della leggenda, come Fra Tuck o la stessa Lady Marion. Il re presente non è Giovanni, bensì un non ben precisato re Eduardo d’Inghilterra, che secondo alcuni potrebbe essere Eduardo II secondo altri Eduardo III o anche Eduardo IV. 

Di seguito vi riporto le primissime strofe della ballata, in inglese moderno: 

“Lithe and listen, gentleman,
That be of freeborn blood; 
I shall you tell of a good yeoman, 
His name was Robin Hood. 

Robin was a proud outlaw, 
Whiles he walked on ground; 
So courteous an outlaw as he was one 
Was never none found. 

Robin stood in Barnesdale, 
And leaned him to a tree; 
And by him stood Little John, 
A good yeoman was he.”

Come dicevo sarebbe davvero troppo lungo spiegarvi tutta la trama (che nel caso potete leggere qui). Vi basti sapere che il Robin Hood di questa versione è, per molti aspetti, diverso rispetto a quello che verrà dipinto successivamente. È si uno yeoman, ma ha modi di fare molto cortesi e quasi cavallereschi, tanto che la descrizione sembra quasi una presa in giro dei vecchi poemi e racconti riguardo i cavalieri di Re Artù e compagnia. È, inoltre, un grandissimo devoto della Vergine Maria. Queste ballate ci mostrano, però, d’altro canto, anche un Robin e una situazione storica molto tipica del periodo medievale. Robin e compagni vengono descritti come spietati e violenti con chi pensano meriti una punizione. Per farvi un esempio, in questo racconto Robin prima colpisce lo sceriffo con una freccia e poi lo decapita. Una cosa che il Robin a cui noi siamo abituati sicuramente non farebbe. In sostanza, il nostro Robin, in parte sicuramente c’è, quando si parla di ribellione contro i soprusi e i malvagi, ma l’eroe romantico, invece no e, come vedremo, comparirà solo successivamente. Ad ogni modo, già nel Gest è contenuta, ad esempio, la ballata riguardo la freccia d’oro la cui storia è ritratta anche nel film Disney e che poi è stata ripresa anche in altre ballate successive. Qui trovate una versione in inglese moderno del Gest. 

Altre ballate antiche e il significato storico sociale

La leggenda di Robin Hood - illustrazione di Robin Hood and the Monk
Illustrazione che si riferisce a “Robin Hood and the Monk” – p.d.

Altre antiche ballate di epoca medievale sono “Robin Hood and the Monk”, “Robin Hood and Guy of Gisborne” e “Robin Hood and the Potter”. Anche qui Robin è presentato come uno yeoman e compaiono, grosso modo, gli stessi personaggi che compaiono anche nel Gest.

Di seguito vi riporto l’inizio, in inglese moderno, di quella che forse è una delle più antiche fra tutte le ballate di Robin, “Robin Hood and the Monk”: 

“In summer, when the woods are shining, 
And leaves are large and long, 
It is very merry in the fair forest 
To hear the birdies' song, 

To see the deer draw to the dale, 
And leave the high hills free, 
And shadow themselves in the green leaves, 
Under the green wood tree.” 

Infine, riguardo il significato storico sociale di queste ballate, molti studiosi sono concordi nel dire che questa rappresentazione di Robin serviva ad esprimere le aspirazioni popolari del nord dell’Inghilterra. La figura di un fuorilegge libero ma perseguitato, che riusciva abilmente ad ingannare sceriffi e forze dell’ordine costituito, talvolta anche uccidendoli, come di fatto accade in queste prime ballate, era ovviamente di grande ispirazione per la gente comune di quel tempo, spesso oppressa in un’epoca storica che, come potete immaginare, non era facile e sicuramente era molto turbolenta. Ma allora perché e come mai Robin è poi cambiato e da yeomen è diventato nobile? 

Da yeoman a nobile

Inutile dire che, come spesso accade, quando la leggenda è così famosa, come già era a quei tempi quella di Robin Hood, spesso si finisce per prenderla, rimaneggiarla e trasformarla a proprio piacimento e a seconda delle epoche (come di fatto è accaduto anche alla storia di Mulan che vi abbiamo raccontato qui). Già vi avevo accennato alla questione in questo articolo riguardo la storia del Principe Giovanni. Ecco quindi che, dal 16° secolo in poi, la leggenda di Robin subì vari cambiamenti sostanziali, che sono poi quelli che compongono la leggenda che molti di noi conoscono oggi. Non solo vennero aggiunti moltissimi dei personaggi e dei luoghi che noi oggi ben riconosciamo, ma lo stesso protagonista si trasformò. 

Robin iniziò pian piano ad essere dipinto talvolta come un conte, talvolta come un nobile decaduto. Nell’opera “History of Greater Britain” di John Major, del 1521, ad esempio, viene raffigurato per la prima volta come un nobile, devoto seguace di Re Riccardo durante le crociate

Robin e Marian
Robin e Marian – p.d.

Secondo questa versione della storia, che è poi quella più comunemente conosciuta oggi, Robin è un nobile conosciuto come Robin di Locksley che, di ritorno dalla crociata in terra santa, ritrova le sue terre espropriate dal perfido Principe Giovanni e dallo sceriffo di Nottingham. Ovviamente ci sono, anche in questo caso, varie versioni e rimaneggiamenti. Secondo l’erudito settecentesco Joseph Ritson, che nel 1795 raccolse tutti gli antichi canti e ballate relativi a Robin, quest’ultimo era un conte conosciuto con il nome di Robert Fitz – Ooth. Fu in questo periodo che vennero aggiunti altri personaggi come Fra Tuck e come Lady Marion. Anche loro, a loro volta, subirono vari cambiamenti. Lady Marion, ad esempio, a volte è dipinta come una cameriera, altre come una dama di compagnia della regina, altre come parente del re. Anche la storia subisce un addolcimento. Robin diventa meno violento e va trasformandosi gradualmente nell’eroe romantico e filantropo che tutti noi oggi conosciamo. 

Perché questo cambiamento di trame? Come già vi spiegavo nel succitato articolo riguardo P.G., probabilmente perché, secondo alcuni studiosi, i drammaturghi e i poeti decisero di abbellire la storia a favore dell’aristocrazia; a sua volta stanca di sentire storie di un fuorilegge che faceva parte della gente comune e che si ergeva a ribelle contro i nobili e il potere costituito. Rendere Robin Hood uno di loro, sempre in lotta contro il re, ma aristocratico, avrebbe reso la questione più “gestibile” da parte della classe nobiliare. 

Di seguito vi posto le prime due strofe di una di queste ballate più “recenti”, risalente al 17° secolo, dal titolo “Robin Hood and Maid Marion”, in cui viene presentato il personaggio di Lady Marion. Su questo sito, inoltre, potete trovare varie altre ballate fra quelle più recenti (che sono presenti anche nella succitata opera di raccolta di Child). 

“A bonny fine maid of a noble degree,
With a hey down down a down down
Maid Marian calld by name,
Did live in the North, of excellent worth,
For she was a gallant dame.

For favour and face, and beauty most rare
Queen Hellen shee did excell;
For Marian then was praisd of all men
That did in the country dwell."

Robin Hood fra teatro, romanzi, cinema e televisione

La storia della leggenda di Robin Hood, però, non si ferma alle ballate ma ha raggiunto il successo, nel corso dei secoli, anche grazie ad altre forme d’arte e mezzi di comunicazione. Già anticamente, infatti, ad esempio, il teatro popolare metteva in scena le sue gesta e le sue avventure durante alcune feste primaverili, conosciute come “May Games”, i giochi di Maggio, durante il quale si celebrava il ritorno della primavera. Proprio in quest’occasione venivano messe in scena delle vere e proprie rappresentazioni teatrali che avevano per protagonista Robin e compagni. 

La leggenda di Robin Hood - film del 1922
Poster per il film Robin Hood del 1922 con Douglas Fairbanks – p.d.

In epoche successive, poi, Robin è diventato protagonista di qualsivoglia tipo di intrattenimento. Sia letterario, come ad esempio nel celebre romanzo di Alexandre Dumas “Robin Hood. Il principe dei ladri”, che cinematografico e televisivo. A tal proposito, come non ricordare il celebre film con Kevin Costner (dal titolo uguale a quello del romanzo di Dumas) o televisive, come ad esempio la serie televisiva della BBC del 2006 “Robin Hood”.

Ovviamente ho citato solo alcuni degli innumerevoli titoli che celebrano la storia della leggenda di Robin e dei suoi allegri compagni. Ma ci sarebbe ancora tantissimo da dire. 

Per ora, però, mi fermo qui e spero, in seguito, di potervi raccontare di più a proposito. Intanto, se l’articolo vi è piaciuto, come sempre fatecelo sapere condividendolo o commentando sui nostri canali social!

Fonti: