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Up e la storia dei dirigibili

Insieme a Carl, Ellie, Russell e Charles Muntz di Up, saliamo a bordo dello Spirt of Adventure e scopriamo la storia dei dirigibili 

“L’avventura è laggiù!” 

Non si può non dar torto a Carl ed Ellie se da piccoli sono rimasti incredibilmente affascinati da Charles Muntz che, a bordo del suo splendido dirigibile “Spirit of Adventure”, parte all’avventura per esplorare terre ignote e misteriose. Come si fa a non restare affascinati all’idea di partire per terre lontane a bordo di un enorme dirigibile, che fa tanto vecchio avventuriero, esploratore di antichi tesori e favoleggianti terre, immerse in folte e verdeggianti foreste o perse fra i ghiacciai perenni?

Obiettivamente, che Charles sia un’antagonista o meno, conta poco, l’idea di partire di partire all’avventura verso terre inesplorate ha sempre affascinato intere generazioni di bambini (e di adulti). L’idea di farlo a bordo di un dirigibile sicuramente rende il tutto ancora più eccitante. 

Ma cosa sono esattamente i dirigibili? Qual è la loro storia e perché dopo un’iniziale fama sono stati messi da parte e non sono stati più usati, per essere sostituiti da altri mezzi? 

Ebbene, oggi tenterò di rispondere proprio a queste domande, raccontandovi qualche notizia e curiosità in più riguardo la storia di questi fantastici mezzi di trasporto che, ancora oggi, continuano ad affascinare intere generazioni.

Quindi, salite a bordo dello Spirit of Adventure e partiamo perché, come dice Charles, l’avventura è laggiù! 

Cos’è un dirigibile? 

Credits: Di SMU Libraries Digital Collections – https://www.flickr.com/photos/41131493@N06/36339956832/, No restrictions, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=123341573

Prima di iniziare a raccontarvi la storia dei dirigibili è opportuno sapere cosa sono esattamente e come funzionano. 

Un dirigibile è, sostanzialmente, un veicolo semovente che funziona con lo stesso principio delle mongolfiere e degli aerostati, venendo riempito con un gas più leggero dell’aria (come idrogeno ed elio), cosa gli permette di innalzarsi in aria e quindi di volare. Contrariamente alle mongolfiere e agli aerostati, però, i dirigibili funzionano anche grazie ad un motore ad elica, mentre gli altri due succitati si affidano solo alle correnti d’aria e all’aria calda per muoversi e non hanno alcun motore tecnico ad aiutarli. 

Ci sono tre tipi di dirigibili

  • quelli rigidi, ossia dei dirigibili costruiti con una struttura coperta di travi, che ospita una serie di celle separate riempite di gas. L’intelaiatura è fatta di metallo, come ad esempio acciaio; 
  • quelli semirigidi, che hanno una parte della struttura in metallo, ma non per intero; 
  • ed infine il dirigine floscio, o Blimp, che di fatto non ha alcuna intelaiatura di metallo interna e che mantiene la sua forma unicamente grazie alla pressione interna del gas. 

Quando nascono i dirigibili

Un modello del dirigibile di Giffard – p.d.

Come detto, i dirigibili funzionano con lo stesso principio delle mongolfiere e la loro nascita, quindi, si deve proprio a queste ultime. La mongolfiera venne inventata in Francia nel 1783 dai fratelli Montgolfier e fu proprio in seguito a questa straordinaria invenzione che si iniziò ad pensare ad un modo di migliorarla. Ossia creare un qualcosa di simile ma che fosse anche manovrabile dall’essere umano e non in balia del vento e delle correnti. 

Il primo dirigibile, quindi, fu inventato sempre in Francia dall’ingegnere Henri Giffard nel 1852. Giffard costruì un motore a vapore di 160 chilogrammi, in modo che avesse forza sufficiente a far girare un’elica. Dopodiché riempì una borsa lunga 44 metri di idrogeno, in modo che potesse sostenere il peso del motore e, partendo dall’Ippodromo di Parigi, volò ad una velocità di circa 10 km/h coprendo una distanza di circa 30 km. 

Inutile dire che l’impresa fu un enorme successo. Questo diede il via a nuovi esperimenti e costruzioni che portarono, negli anni successivi, alla sostituzione del motore a vapore con quello a combustione interna e alla costruzione di dirigibili sempre più articolati, grandi e migliorati. 

Il dirigibile Zeppelin 

Un modello di dirigibile Zeppelin – p.d.

Da questo punto di vista colui che ebbe maggior successo fu il conte Ferdinand Von Zeppelin che contribuì nel rendere la Germania uno dei paesi più all’avanguardia nella costruzione di dirigibili. 

Zeppelin, infatti, fece costruire un dirigibile rigido, dotato di un pallone lungo, sottile e dalla pelle molto resistente, riempito d’idrogeno. Al di sotto vi erano sospesi dei piccoli scompartimenti per l’equipaggio e per i passeggeri ed era, inoltre, dotato di due motori che gli permettevano di volare a 25 miglia all’ora. I dirigibili Zeppelin vennero usati in vario modo negli anni successivi, sia per voli panoramici, sia dal punto di vista militare, durante la prima guerra mondiale, quando vennero usati per il pattugliamento antisommergibile e per bombardare i nemici. Fino agli anni ’30, inoltre, i dirigibili vennero largamente usati anche come mezzo di trasporto commerciale (anche se chi ne usufruiva erano solo le persone particolarmente ricche, le uniche che potevano permetterselo). In questo la Germania fu leader del settore. 

I dirigibili in Europa e negli Stati Uniti

Il Norge in partenza da Ciampino – p.d.

Negli anni ’20 e ’30 la costruzione dei dirigibili continuò sia in Europa che negli Stati Uniti. Fu proprio in questi anni, per l’esattezza nel 1919, che l’R34, un dirigibile britannico, compì una delle prime traversate transatlantiche di andata e ritorno. Nel 1926, invece, il generale Umberto Nobile, insieme all’esploratore norvegese Roald Amundsen e all’esploratore americano Lincoln Ellsworth, raggiunse il Polo Nord, a bordo del dirigibile Norge, un dirigibile semirigido costruito proprio da Nobile. Un paio di anni dopo, nel 1928, in Germania vide la luce il Graf Zeppelin, un dirigibile rigido erede dello Zeppelin che, nel corso della sua esistenza, arrivò ad effettuare quasi 600 viaggi, inclusi 144 viaggi oceanici, nell’arco di 9 anni. Inoltre, sempre la Germania, ormai leader del settore, nel 1936 inaugurò un servizio passeggeri transatlantico giornaliero con il dirigibile Hindemburg. Quest’ultimo, tra l’altro, fu di fatto il più grande dirigibile mai costruito. Era, infatti, lungo ben 270 metri e poteva ospitare più di 100 passeggeri. 

La fine dei dirigibili, il disastro dell’Hindenburgh e l’avvento degli aerei

Il disastro dell’Hindenburg – p.d.

Per quanto possano essere stati rivoluzionari, purtroppo i dirigibili non ebbero una vita così lunga perché, sul finire degli anni ’30, vennero, di fatto, abbandonati per una serie di ragioni. 

Sicuramente una delle ragioni primarie sta nel fatto che il loro uso era estremamente costoso e la loro velocità era piuttosto bassa. Inoltre, i dirigibili erano poco sicuri e piuttosto vulnerabili alle tempeste. Questo provocò, nel corso degli anni, una serie di disastri di cui il più noto, quello dell’Hindenburg, fu sicuramente la goccia che fece traboccare il vaso. 

L’Hindenburgh, infatti, il 6 maggio del 1937 esplose in volo, in un turbinio di fuoco e fiamme, mentre stava atterrando dopo un volo diretto in America, nel New Jersey. Questo provocò la morte di alcuni membri dell’equipaggio e dei passeggeri. Proprio questo terribile disastro provocò, bruscamente, la fine dell’era dei dirigibili, lasciando ampio spazio di manovra alle nascenti compagnie aeree commerciali. Gli aerei, infatti, fecero sempre più progressi nel corso dei decenni successivi e, essendo più sicuri e meno costosi dei dirigibili, finirono per soppiantarli del tutto. 

Ad oggi i dirigibili sono ancora presenti nei cieli del mondo, ma sono usati unicamente a scopo pubblicitario e di intrattenimento e in modo decisamente limitato. Ciò non toglie, però, che seppur per un tempo limitato, i dirigibili hanno segnato la storia dei cieli e dei mezzi di trasporto, restando nel nostro immaginario collettivo come un mezzo con cui partire alla volta del mondo, in cerca d’avventura, proprio come avrebbero voluto fare i dolcissimi Carl ed Ellie. 

Detto ciò siamo giunti alla fine di queste breve storia, se l’articolo vi è piaciuto, come sempre, fatecelo sapere condividendolo o commentando sui nostri canali social!  E, come sempre, se volete rimanere sempre aggiornati sugli ultimi articoli pubblicati, non esitate ad iscrivervi alla nostra newsletter compilando il form qui sotto! 

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