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Testa o cuore, il corto Disney: il giusto equilibrio tra razionalità ed emozioni e la monotonia del lavoro

Quando qualche anno fa sono andata a vedere Oceania al cinema, ho avuto il piacere di vedere il cortometraggio Testa o cuore, che precedeva il famoso classico Disney.

Ricordo di esserne rimasta molto affascinata, non solo perché ormai tutti i corti sia Disney che Pixar, sono delle piccole perle non troppo nascoste fortunatamente, ma anche per il bellissimo e interessante messaggio che vuole trasmettere, ossia che l’equilibrio nella vita è uno dei pilastri della felicità. Senza una vita equilibrata, si rischia di ammattire e di finire per essere dei vecchi stanchi pieni di rimpianti che aspettano la morte da soli. 

In maniera divertente e geniale, Testa o cuore ( in originale Inner Workings) parla proprio di questo: di come la vita sia, molto spesso, una costante ricerca del giusto equilibrio tra razionalità ed emozione, tra fare le cose bene, ma farle con un contorno di piccole allegrie e licenze quotidiane senza cui si rischierebbe di deprimersi.

E sopratutto porta alla luce un problema fondamentale dei nostri giorni: lo stress e la monotonia sul luogo di lavoro, ed è proprio di questo che parleremo oggi! 

Giappone Vs Brasile

Il creatore di questo cortometraggio è Leo Matsuda con origini sia Giapponesi che Brasiliane.

Leo ha raccontato di essere cresciuto negli anni ’80, in un mondo senza internet e amante della sezione riguardo il corpo umano dell’Enciclopedia Britannica.

Racconta che l’idea gli è venuta proprio pensando a questa sua passione di quando era bambino e di come le sue duplici origini, così diverse tra loro, siano state d’ispirazione nella creazione del corto, che di fatto in buona parte prende ispirazione proprio dalla sua vita:

“ Ho la mia parte giapponese. Molto disciplinata e logica. E poi ho anche la parte brasiliana che invece ama il Carnevale e i party. È come se ci fosse una guerra civile nel mio corpo” racconta Leo.

Ed è proprio da questa esperienza personale che prende ispirazione il racconto di Testa o cuore. 

Testa o cuore parla infatti di Paul, un giovane uomo i cui organi interni sono in continua battaglia fra di loro. Da una parte il cervello, la parte razionale che comanda tutto e che vorrebbe che Paul facesse tutto con attenzione e senza “strapazzarsi” troppo, che vede pericoli costanti ovunque, con il timore di vedere finire il suo umano dritto dritto nella fossa. 

Dall’altra parte il cuore e gli altri organi che invece sono la parte emotiva, che vorrebbero godersi un po’ di più la giornata: lo stomaco vorrebbe sbafarsi una lauta colazione degna di questo nome, il cuore vorrebbe seguire il surfista e provarsi gli occhiali da sole della bella venditrice sulla spiaggia, insomma, una parte ben diversa. 

Una lotta costante che fa da cornice ad una parte molto interessante che spunta nella storia: la monotonia della vita lavorativa a cui spesso le persone sono sottoposte. Paul, infatti, ha un lavoro decisamente monotono, seduto ad una sedia in un ufficio dove ci sono impiegati tutti uguali e che fanno tutti lo stesso lavoro, davanti ad uno schermo di un computer premendo sempre gli stessi tasti e guardando sempre le stesse scartoffie.

Hanno tutti le stesse facce tristi, mangiano tutti lo stesso sandwich e premono tutti gli stessi tasti della tastiera e questa monotonia finisce per ucciderli emotivamente. 

In pratica, una vita per nulla equilibrata, vissuta con il costante timore che il povero Paul finisca nella fossa. 

Lo stress da “Catena di montaggio”

Chaplin tempi moderni

Lo spiegava bene Chaplin in Tempi moderni, quando cercava di far capire agli spettatori dei suoi tempi, quanto la monotonia dei gesti sempre uguali della catena di montaggio rischiasse di far ammattire la gente. E le cose, a quanto pare non sono tanto cambiate. 

In Testa o cuore, seppur in maniera molto divertente e carina, traspare un messaggio che è un forte allarme dei nostri tempi, cioè quello dello stress da lavoro, infatti nel corto si vede il protagonista pian piano cadere in depressione perché il cervello lo costringe a non svagarsi, a non godersi le piccole gioie della vita quotidiana e a pensare solo al lavoro e basta. 

Testa o Cuore felicità
Immagine presa dal cortometraggio – Credits to: © Disney. All Rights Reserved.

E volendo restare in tema di organi e salute, alcuni studi negli USA hanno dimostrato che lo stress sul luogo di lavoro è la maggior fonte di stress per gli americani e che rispetto ai decenni successivi si è molto innalzata. È stato inoltre dimostrato che questo si ricollega anche ad un aumento di malattie e patologie quali attacchi di cuore, ipertensione, depressione ed altri disordini. 

In Italia, un italiano su 5 soffre di patologie legate allo stress da lavoro (in prevalenza donne), e di questi circa 1 milione soffre di disturbi importanti quali insonnia, crisi d’ansia, depressione e altri disturbi. 

Tutto ciò perché non si è trovato e non si è voluto trovare, nel corso del tempo, un giusto equilibrio all’interno della vita lavorativa e quotidiana, lasciando trasparire il messaggio che l’essere umano è fatto per lavorare e poi, forse, per tutto il resto.

Un mondo di giovani già vecchi e pieni di rimpianti

Il cervello di Paul alla fine capisce che ha sbagliato, che se costringe Paul a non godersi un po’ le piccole gioie e allegrie della vita, allora finirà per farlo invecchiare alla scrivania del computer e sembrerà come se Paul non fosse mai esistito.

Ed è lì che tutto cambia. Paul finalmente riesce a trovare un equilibrio, va a lavorare, certo, ma lo fa con uno spirito diverso.

Immagine presa dal cortometraggio – Credits to: © Disney. All Rights Reserved.

Permette al suo stomaco di mangiare una lauta colazione in compagnia senza per forza aver paura di ingrassare; va a nuotare nel mare senza paura di finire divorato da uno squalo; si prova gli occhiali al chiosco della bella venditrice senza paura che poi questa lo possa deridere. Insomma, finalmente si gode un po’ la vita e quando torna al lavoro trasmette questa stessa positività anche ai colleghi e tutti gli stati d’animo, si sa, sono contagiosi. 

La positività, come la negatività nella vita sono contagiosi, in qualsiasi posto ci troviamo più siamo positivi e speranzosi nel domani, più ci sforziamo e lottiamo per migliorarlo quel domani, più questa nostra positività si ripercuoterà su chi circonda.

Allo stesso modo funzionano la negatività e il pessimismo costante che portano poi le persone a fermarsi all’oggi senza provare a varcare le porte del domani. Se siamo negativi, se non proviamo a goderci le piccole allegrie quotidiane, se non lavoriamo e lottiamo, a volte anche strenuamente, per migliorare la strada che guida a quelle porte del domani, quella negatività finirà per distruggere i nostri organi interiori, metaforicamente e anche materialmente.

È scientificamente provato, infatti, come già detto sopra, che lo stato di stress si ripercuote anche sul fisico.

E se pensiamo al nostro paese, sopratutto fra le giovani e medie generazioni, la situazione è allarmante: spesso ci si ritrova a fare lavori che non piacciono, in situazioni stressanti e monotone, perché la società stessa ci costringe a credere che quelle situazioni siano la nostra unica possibilità. Testa o cuore insegna anche questo, che non sono l’unica possibilità.

Bisogna lottare, per quanto difficile sia, bisogna trovare il modo di trovare quel giusto equilibrio che trova Paul nel cartone, perché solo attraverso quell’equilibrio si potrà lottare per avere un presente e un domani migliore.

Insomma, la vita è una sola, e per quanto difficile e pesante possa essere, bisogna sempre tentare di trovare la fiamma della positività da qualche parte. Walt Disney quando era piccolo a 9 anni lavorava per la consegna dei giornali porta a porta, si svegliava ogni mattina alle 4 con qualsiasi tempo ci fosse, andava a lavoro e poi andava a scuola; nonostante questo, chiunque lo ha conosciuto riporta il fatto che riusciva a mantenere sempre un grado di positività e allegria che riportava in tutti i lati della sua vita, lavorativa e privata, quella stessa fiamma che poi lo ha guidato verso le porte del suo domani. 

Senza quella piccola fiaccola, si rischia di non trovare mai quelle porte e si rischia di finire addormentati sulla strada dell’oggi pensando che quella sia già il nostro domani. 

La vita non è solo la strada che porta da casa a lavoro, durante quella strada ci sono tanti stop e tante deviazioni che si possono fare; e, soprattutto, una volta arrivati a lavoro, bisogna lottare perché la monotonia non ci uccida e perché quel luogo non diventi la tomba della nostra salute mentale e fisica.

Detto ciò, avete visto Testa o cuore?? Cosa ne pensate del corto? Raccontatecelo sui nostri canali social!

Fonti:

 https://www.awn.com/animationworld/leo-matsuda-s-inner-workings-finds-balance-between-work-and-play