Shang-chi e il drago in Cina
Quando pensiamo alla Cina e alla sua straordinaria cultura, la prima immagine che ci viene subito in mente è senza dubbio quella di un maestoso drago che guizza fra le nuvole. Questo perché il drago è senza dubbio la creatura più iconica e importante di tutta la tradizione del Regno di Mezzo.
Non sorprende quindi che la Marvel abbia scelto di inserirlo anche nel suo ultimo, nuovissimo film dedicato appunto al primo protagonista cinese dell’MCU, Shang-chi.
Nell’ultima pellicola dei Marvel Studios, infatti, vengono fatti qua e là diversi riferimenti ai draghi o se ne vedono loro rappresentazioni, fino a giungere alla presenza della creatura in carne e ossa, il Grande Protettore, che compare di fronte a Shang-chi.
Facendo questo la Marvel non solo ci ha regalato un altro film, ma ha dato a me la perfetta scusa per approfondire un argomento che mi interessava tantissimo e la possibilità di parlarne con voi.
Perciò, immergiamoci insieme nella storia dei draghi dell’Impero Celeste!
I draghi nella cultura occidentale
Innanzitutto bisogna ricordare che la figura del drago, talvolta associata a quella del serpente, è presente in tantissime culture, molto diverse e distanti fra loro, ma senza dubbio in quella orientale riveste il ruolo di protagonista assoluto.
I draghi erano presenti nella mitologia del Vicino Oriente Antico e nella mitologia greca, dove erano più che altro associati ai serpenti e incarnavano il caos che andava riportato all’ordine e alla razionalità. Tuttavia, il drago come lo immaginiamo oggi ha assunto i suoi tratti distintivi più tardi. Tali caratteristiche solo due e lo distinguono nettamente dai draghi della tradizione orientale, ovverosia: ha le ali ed è intelligente e saggio, sì, ma malvagio.
Le ali derivano in parte dalla mitologia norrena, dove vi erano draghi di varia natura, ma principalmente dalla religione cristiana, che associava i draghi/serpenti al Male e quindi a Lucifero e tutta la sua compagnia. Non a caso le ali dei nostri draghi somigliano a quelle dei diavoli e dei pipistrelli. Inutile dire che la loro associazione a Satana li ha portati quindi ad essere identificati per molto tempo come creature maligne e spesso angeli e santi sono rinomati per averne ucciso uno. E così è stato per molto tempo.
Niente di più diverso dalla tradizione cinese e orientale, in cui il drago è l’incarnazione di tutto ciò che è positivo nel Cosmo.
Il drago cinese
Il Drago, alto nel cielo e sinuoso come un fiume, è il simbolo stesso della Cina. Il termine cinese per il drago è Long (龍, caratteri tradizionali, 龙, caratteri semplificati), e deriva dai caratteri incisi sulle ossa oracolari, i primi documenti scritti della storia cinese, databili tra il 2000 e il 1000 a.C.
Nei miti fondanti, il drago ha partecipato alla creazione del Cielo e della Terra, aiutando il primo essere vivente, Pangu, a dividere il Caos primordiale in yin e yang, di cui è simbolo, ovverosia della fertilità maschile.
È una creatura benevola ed incarna la forza, la vitalità e l’energia e, dopo aver trascorso l’inverno nelle profondità della terra, in Primavera risale in cielo provocando il primo tuono e portando le piogge che assicurano la vita, e per questo viene ringraziato con danze e feste in suo onore, come la Festa delle Barche Drago. Il punto cardinale che gli è proprio è l’Est, il simbolo della rinascita, così come della vita. Non deve stupire quindi che venga considerato anche un simbolo di fortuna.
La controparte femminile del drago è la Fenghuang, la fenice, e insieme rappresentano l’armonia coniugale della coppia imperiale e, se volete saperne di più, vi rimandiamo a questo nostro articolo.
Il drago nella storia
In Cina, le prime rappresentazioni di una creatura serpentiforme risalgono addirittura alla cultura neolitica di Xinglongwa, databile a circa 6000 a.C. Al 4500 a.C. è databile invece un mosaico rappresentante un drago composto di conchiglie rinvenuto in una sepoltura a Xishuipo, nella provincia di Henan, riferibile alla cultura di Yangshao.
Nel corso dei secoli i draghi continuano ad essere rappresentati, arricchendosi sempre più di particolari. Nel VIII sec. a.C. fa la comparsa nell’arte decorativa la maschera taotie, che sarebbe la rappresentazione dell’immagine frontale di un drago che diventerà un motivo decorativo caratteristico.
Con il passare del tempo, il metodo di rappresentare i draghi si fa sempre più naturalistico e ne cresce l’importanza simbolica, tanto che, con l’unificazione dell’impero sotto la dinastia Qin (221-206 a.C.) e poi con la dinastia Han (206 a.C.- 220 d.C.), il drago diviene simbolo dell’imperatore che più avanti infatti sarà chiamato “figlio del drago”. Con la dinastia Song (970-1279) l’arte di corte ufficiale sfrutta ampiamente l’immagine di questa creatura possente ed infatti risale a questo periodo la più famosa opera pittorica di draghi di tutta la Cina. Si tratta de I Nove Draghi, un rotolo dipinto di 11 metri realizzato da Chen Rong nel 1244 i cui sono rappresentati nove (numero simbolico) draghi che si rincorrono tra le nuvole, standardizzandone la rappresentazione.
La corte imperiale rimarrà legata al simbolo del drago fino alla sua scomparsa.
Gli artigli del drago
I draghi cinesi, così come ci vengono descritti, possiedono: muso di cammello, corna di cervo, occhi di coniglio, orecchi di bovino, corpo di serpente, ventre di rana, scaglie di carpa, arti di tigre e artigli d’aquila.
Quest’ultimo è un dettaglio fondamentale a cui prestare attenzione nelle raffigurazioni. Inizialmente anche gli artigli dei draghi erano simili a quelli di una tigre, ma sotto la dinastia Tang (618-907) si trasformarono in artigli di aquila, inizialmente in numero di tre. Nel XIV sec. venne stabilito anche il numero di dita che i draghi dovevano avere in base al destinatario della rappresentazione: 5 artigli erano riservati all’imperatore e ai suoi più stretti congiunti, 4 ai principi imperiali e ai funzionari di alto rango e 3 per i mandarini di rango inferiore.
Perciò, quando vedete l’immagine di un drago, vi consigliamo di far caso al numero di artigli, così saprete a chi apparteneva l’oggetto in questione.
Tipologie di drago
Infine, arriviamo alla parte sicuramente più affascinante e divertente, ovverosia quello dei racconti e delle leggente. Le storie di apparizioni ed eventi legati ai draghi fioriscono e vengono narrate in ogni angolo della Cina e permettono di riconoscere i vari draghi e le loro differenti capacità.
Questo ha fatto sì che i draghi si potessero raggruppare o riconoscere in base a diverse categorie.
La prima riguarda la loro specializzazione, secondo cui ogni drago risulta protettore di un particolare luogo o ha una particolare funzione. Tra questi vi è ad esempio Bixi, il drago-tartaruga che sostiene i monumenti più sacri, oppure Taotie, il vorace, legato alla cucina o Baxia, posto sotto i ponti per difenderli dagli straripamenti.
L’imperatore della dinastia Song, Huizong (regno 1100-1126) stabilì invece di classificare i draghi in base al loro colore, associandoli ai punti cardinali: possono essere neri (Nord), azzurri (Est), gialli (Centro), rossi (Ovest) e bianchi (Sud).
Ed infine si possono ancora ritrovare nove tipologie di drago, suddivise in base alle loro caratteristiche e fra questi spicca su tutti, tanto da essere una tipologia a sé, Long Wang, il Re Drago. Costui è una divinità ed è il dominatore degli oceani e governa tutti i corsi d’acqua, può assumere sembianze umane e governa il tempo atmosferico.
Bisogna quindi tener presente che il Grande Protettore di Shang-chi, e tutte le rappresentazioni dei draghi che si vedono, non siano solo una potente creatura e delle mere decorazioni, ma abbiamo un’importanza ben più profonda di quanto, a mio parere, ahimé, non venga trasmesso dal film.
Voi cosa ne pensate? A che categoria di drago pensate appartenga il Grande Protettore? Fatecelo sapere commentando qui o sui nostri canali social!
Fonti
- Doniselli Eramo I., Il drago in Cina – storia straordinaria di un’icona, ICOO, Luni Editrice, 2019
- https://www.atopon.it/il-drago-in-asia-e-in-europa/
- https://www.viaggio-in-cina.it/cina-cultura/feste-cinesi/festa-delle-barche-drago.htm
- https://www.orientart.it/io-prego-il-drago/
- https://www.treccani.it/enciclopedia/taotie_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Antica%29/