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Pocahontas, John Ratcliffe e la nascita della colonia di Jamestown

“Io qui presente rivendico questa terra e tutte le sue ricchezze in nome di sua maestà Re Giacomo I. Pertanto battezzo questa colonia ‘Jamestown’”. 

Con queste parole il perfido governatore Ratcliffe, antagonista molto teatrale del classico Pocahontas, fonda quella che poi diventerà il primo vero insediamento stabile in America

Ma fu veramente così? E chi era, storicamente parlando, il vero John Ratcliffe a cui il ‘panzuto’ e teatrante antagonista disneyano si ispira?? E chi erano i coloni con cui partì per la spedizione??

Quello che ci è giunto riguardo la sua reale storia è strettamente legato e connesso alla storia del colonialismo in Virginia e alla storia di John Smith (di cui ho intenzione di scrivere un articolo prossimamente). Oggi, quindi, tenterò di spiegarvi un po’ meglio chi era effettivamente John Ratcliffe, che rapporto ebbe con John Smith e quale ruolo ebbe nelle vicende coloniali che portarono alla fondazione di Jamestown.

Quindi, salite a bordo della “Discovery” (si chiamava così la nave cui lui era a capo) e salpiamo insieme verso la Virginia del 1600! 

John Sicklemore, comunemente chiamato John Ratcliffe

Delle origini di John Ratcliffe si sa, in realtà, abbastanza poco. Il suo vero nome, in realtà, pare fosse John Sicklemore. Questo doppio cognome, secondo gli studiosi, è dovuto al fatto che la madre sposò prima un Sicklemore, che evidentemente era padre di John, e poi in seguito un Ratcliffe. A quanto pare, però, John si firmava spesso “John Ratcliffe, comunemente chiamato”, usando, quindi, il secondo cognome invece del primo. Questo perché, a quel tempo, era pratica comune che, qualora una donna decidesse di risposarsi, i figli cambiassero cognome o usassero il cognome del nuovo marito come pseudonimo. 

Sui suoi anni prima di aggregarsi alla spedizione che sbarcò in Virginia, quindi anche della sua infanzia, si sa molto poco. Secondo alcune fonti era originario del Lancashire, una contea nord-occidentale dell’Inghilterra; secondo altri la sua famiglia, i Sickelmore, invece, proveniva dal Suffolk, una contea dell’Inghilterra orientale (sì la stessa dove si trova la vecchia casa dei De Mon). 

Ad ogni modo, prima di partire per la Virginia, pare avesse prestato servizio come soldato nei Paesi Bassi, con la forza ausiliaria inglese, durante la battaglia di Mulheim, che ebbe luogo durante la ‘Guerra degli ottant’anni”, una guerra avvenuta fra il 1568 e il 1648, tra i Paesi Bassi (allora noti come Repubblica delle Sette Province Unite) contro il dominio spagnolo. Secondo le fonti, pare che fu fatto temporaneamente prigioniero proprio durante questa battaglia, nel 1605.

La spedizione in Virginia

Le notizie più certe su di lui, iniziano, come detto, quando salpa per la spedizione che lo porterà in America. Per capire, però, un po’ meglio di cosa stiamo parlando, occorre spendere due parole proprio riguardo questa spedizione. Anche perché è proprio di questa che in parte parla il film.

Statua di Christoper Newport
Statua di Christoper Newport presso la Christopher Newport University – Credits to: By Tony Alter from Newport News, USA – Christopher Newport, CC BY 2.0

Nel Dicembre del 1606, infatti, salparono da Londra tre navi che avevano lo scopo di fondare il primo insediamento nel Nuovo Mondo. Queste tre navi, sotto l’ordine e l’autorizzazione del re Giacomo I, facevano parte della Virginia Company. Quest’ultima era una società per azioni inglese, che aveva lo scopo di realizzare insediamenti e colonie inglesi sulle coste del Nuovo Mondo. Si divideva in due compagnie, la Virginia Company of London e la Virginia Company of Plymouth. 

Le tre navi succitate facevano parte della spedizione organizzata dalla London Company, a capo di cui c’era il comandante Christopher Newport, noto navigatore britannico. Le navi erano la Susan Constant, la Godspeed e la succitata Discovery, comandata da Ratcliffe. Secondo le fonti, alla spedizione presero parte 105 fra uomini e ragazzi e 39 marinai. Arrivarono nel Maggio dell’anno successivo sulle coste di quella che diventerà la futura Jamestown, in Virginia, ribattezzata con questo nome in onore del re Giacomo I. Proprio Jamestown diventerà, di fatto, il primo vero insediamento stabile in Nord America. 

John Ratcliffe da capitano della Discovery a governatore della colonia

Come detto, quindi, a capo di una di queste navi, la Discovery, c’era proprio il nostro John Ratcliffe. Una volta fondata la colonia, poi, la Virginia Company decise i membri del consiglio che avrebbero governato su di essa, con a capo un governatore. Contrariamente a ciò che accade nel film Disney, però, Ratcliffe non diventò subito governatore. Faceva sì parte, insieme ad altri, tra cui lo stesso John Smith, del consiglio, ma inizialmente il governatore era Edward Maria Wingfield, che fu, di fatto, il primo governatore della colonia della Virginia e il primo presidente di Jameston. 

L’incarico di Edward, però, durò solo quattro mesi. Il luogo dove Jamestown venne fondata, infatti, seppure inizialmente sembrasse essere stata una scelta strategica, alla fine si rivelò un errore.

Il sito, infatti, venne scelto perché era circondato dall’acqua su tre lati ed era nell’entroterra, in una zona che sembrava facilmente difendibile dagli attacchi e che non era abitata dalla popolazione nativa. Tuttavia, con il passare del tempo, i coloni iniziarono ad ammalarsi e a morire a causa di varie malattie provocate da vari fattori, primo fra tutti il tipo di acqua che bevevano, che proveniva da un fiume acquitrinoso che si trovava nelle vicinanze. A causa di questi ed altri problemi, dovuti a conflitti e scelte sbagliate, Edward venne incolpato delle scarse fortune della colonia e un partito, guidato proprio da Ratcliffe, aiutato a sua volta da John Smith, lo depose nel Dicembre del 1607 e scelse Ratcliffe al suo posto.

Il periodo di governo 

Storia di John Ratcliffe -Colonia della Virginia
Mappa della Colonia della Virginia – p.d.

In realtà, però, l’esperienza di Ratcliffe, a quanto pare, non fu più fortunata di quella di Wingfield e durò, secondo quanto raccontato da John Smith nelle sue opere, solo fino al Luglio del 1608 (secondo altri pare che invece abbia ricoperto il ruolo fino a Settembre). Secondo alcuni documenti, pare che Ratcliffe non solo non riuscì a risollevare le sorti della colonia, ma addirittura arruolò alcuni uomini perché gli costruissero una casa, a suo uso personale in qualità di governatore, al di fuori del forte precedentemente costruito come difesa. Questa mossa non solo gli provocò le antipatie degli uomini, costretti a lavorare durante i mesi estivi, quando il tempo era peggiore e rischiando di ammalarsi o di essere attaccati (essendo fuori dal forte); ancora peggio, così facendo Ratcliffe diede fondo a molte delle risorse di cui la colonia aveva necessario bisogno. La morale di questa favola è che Ratcliffe, nel Dicembre del 1608, venne rimandato a casa e salpò per l’Inghilterra. Secondo alcuni studiosi, comunque, le scarse fortune della colonia, più che al comportamento di Ratcliffe, furono dovute ad una cattiva organizzazione generale dei coloni.

Il ritorno a Jamestown e la tragica morte

La sua avventura/disavventura nel Nuovo Mondo, comunque, non terminò affatto qui perché, anzi, il destino aveva in serbo per lui una morte davvero tragica e agghiacciante. 

Una volta in Inghilterra Ratcliffe non ci rimase a lungo perché, nel 1609, salpò di nuovo a bordo di un’altra nave, la Diamond, con rotta sempre verso Jamestown. Arrivato lì venne inviato, nell’Ottobre dello stesso anno, a costruire un forte, Fort Algernourne, presso la località di Old Point Comfort, vicino all’odierna città di Hampton. Qualche mese dopo, fra la fine del 1609 e l’inizio del 1610, venne mandato a commerciare con gli indiani insieme a venticinque dei suoi uomini (secondo altre fonti pare fossero 14) e fu proprio in questa occasione che trovò la morte durante un’imboscata. Secondo i racconti pare che agli inglesi fosse stato promesso del grano in cambio del rame. Tuttavia gli indiani diedero loro cesti di cibo quasi vuoti e Ratcliffe li accusò di non commerciare in modo equo. Fu a quel punto che gli indiani tesero loro una trappola e Ratcliffe e buona parte dei suoi uomini (pare che solo due riuscirono a fuggire) vennero fatti prigionieri e uccisi.

In particolare pare che Ratcliffe venne legato ad un albero davanti ad un fuoco, con dell’acqua bollente sotto i piedi, e le donne scorticarono via la pelle dal corpo usando gusci di cozze affilati e gettandone man mano i pezzi nel fuoco. Per ultimo lasciarono la pelle del viso e, infine, lo bruciarono sul rogo.

A causa di questa morte così violenta venne soprannominato “Luckless Captain Ratcliffe”, ovvero “Lo sfortunato Capitano Ratcliffe” che, se devo essere sincera, denota una grande scarsità di fantasia se si pensa alla fine che ha fatto il poveretto. 

Il rapporto con John Smith

storia di John Ratcliffe - John Smith
Ritratto di John Smith – p.d.

In tutto ciò, come fu il rapporto con John Smith?? Sarebbe troppo lungo da spiegare in realtà ma, brevemente, possiamo dire che il classico Disney, in parte, ci ha azzeccato nel dipingere un rapporto che, effettivamente, non fu tutto rose e fiori, anche se per ragioni più meramente politiche che etiche. 

Quando Ratcliffe divenne capo della colonia di Jamestown, infatti, come detto, venne aiutato proprio da Smith. Questo idillio, tuttavia, fu alquanto breve perché Smith, stando a quanto da lui stesso raccontato, si mostrò subito deluso dalle azioni e dal modo di governare di Ratcliffe e i due ebbero vari scontri.

Il più noto dei quali, probabilmente, fu l’ultimo, quando Ratcliffe, tornando a Jamestown nel 1609, fece arrestare Smith, che nel frattempo aveva concentrato tutta l’autorità della colonia nelle sue mani, e lo fece rimandare a casa per rispondere della sua condotta. Ad ogni modo, probabilmente, Ratcliffe non fu l’unico avversario di Smith ma, date le vicende intercorse fra i due, non è affatto strano che la Disney lo abbia scelto come antagonista principale del film. 

Proprio per quanto riguarda John Smith, comunque, mi riprometto di parlarne più approfonditamente in un prossimo articolo. 

Intanto siamo arrivati alla fine del nostro breve excursus e, come sempre, se avete trovate l’articolo interessante fatecelo sapere condividendolo o commentando sui nostri canali social!

Fonti: