Articoli,  Disney

Perché Il canto di Natale di Topolino è un “piccolo grande” capolavoro

Tra i tanti film di Natale disneyani che i fan aspettano con ansia durante le feste, ce n’è uno che, più di ogni altro, con il passare degli anni è entrato profondamente nel cuore di tutti: Il canto di Natale di Topolino.

Annata 1983, questo film è un vero “piccolo grande” capolavoro; piccolo perché, diversamente dai classici, è un mediometraggio di poco meno di 30 minuti, grande perché in quei 30 minuti scarsi riesce a mettere in scena una rappresentazione teatrale degna di un palcoscenico vero e proprio! 

Oggi, quindi, abbiamo deciso di parlarvi di questo film natalizio, non tanto analizzandone i punti di vista storici, come di solito abbiamo fatto fino ad ora, ma semplicemente per quello che è: un vero e proprio Tesoro disneyano, inizialmente sottovalutato, tanto da ricevere svariate critiche negli anni in cui uscì, ma non al punto tale da non riuscire a guadagnare una nomination agli Oscar nel 1984 come Miglior Cortometraggio d’animazione! 

Se volete invece scoprire quali tradizioni natalizie compaiono nel film vi rimandiamo a questo articolo qui.

Il rifacimento di un musical

Immagine presa da Disney Fandom

Nel 1974 la Disneyland Records, l’etichetta discografica disnayana, decise di produrre un musical audio, scritto e ideato da Alan Young e Alan Dinehart chiamato An Adaptation of Dicken’s Christmas Carol, Perfomed by the Walt Disney Players.

Si trattava di un vero e proprio rifacimento in chiave disnayana del noto capolavoro di Charles Dickens, Canto di Natale, i cui personaggi principali erano affidati ai noti volti di Mamma Disney, che per l’occasione rivestivano il ruolo di attori veri e propri.

Circa 10 anni dopo, nel 1983, gli artisti disneyani decisero di riprendere questo piccolo esperimento audio e di trasformarlo in quello che poi è diventato Mickey’s Christmas Carol, il Canto di Natale di Topolino, lasciando tutti i personaggi che già c’erano nel musical audio, ma cambiandone alcuni (come Il fantasma del Natale passato che venne interpretato dal Grillo parlante nel mediometraggio, era stato interpretato da Merlino nel musical; o la Strega cattiva di Biancaneve sostituita da un magnifico Pietro Gambadilegno per il fantasma del Natale futuro). 

Nel cartone, inoltre, compaiono una svariata serie di personaggi disneyani raccolti non solo da classici quali Robin Hood o Ichabod e Mr Toad, ma anche dalle Silly Simphonies, basti pensare a Ezechiele lupo e i tre porcellini che compaiono ad inizio film. 

In poche parole, il mediometraggio diventa una vera e propria “scusa” per omaggiare i protagonisti che hanno contribuito a fare grande la Disney; quale occasione migliore del Natale per farlo??

Se si conta che alcuni di loro, ad iniziare da Topolino stesso, non comparivano sullo schermo da ormai decenni, il cartone assume i contorni di un vero e proprio esperimento!

I personaggi 

La cosa più bella però, non è semplicemente la bravura con cui gli animatori sono riusciti a far calare personaggi così tipici e noti di casa Disney in una veste spesso non proprio simile alla loro natura (vedi Pippo nelle vesti di Jacob Marley), ma nel fatto che sono riusciti a farlo senza snaturare la loro essenza e rendendoli perfettamente credibili! 

Quindi, se Pippo solitamente è una delle anime più buone che la Disney abbia mai partorito, riesce, anche facendoci ridere, a interpretare perfettamente il Marley disneyano che “deruba le vedove e truffa i poveri”.

Ovviamente resta sempre Pippo e, nell’interpretare un personaggio sicuramente non proprio onesto, ci mette quella sua ingenuità dolce e buffa che non svilisce il personaggio di Jacob Marley, anzi lo arricchisce arrivando dritta al cuore dello spettatore, trasmettendo perfettamente il messaggio che deve trasmettere! 

Allo stesso modo Topolino, il capostipite di tutta la baracca disneyana, non poteva non interpretare il mite Bob Cratchit.

Proprio come quest’ultimo, Topolino è uno che affronta le difficolta e non si lascia intimidire, non cede alla negatività o al pessimismo, non importa quanti Scrooge possa incontrate, rimarrà sempre positivo nel fatto che la sua strada arriverà dove deve. Così come Topolino, Cratchit non si lascia intimidire da Paperone/Scrooge, lui ama il Natale, non importa quanto povero sia. 

Sugli altri personaggi c’è poco da aggiungere a parte che sono tutti perfettamente messi nel ruolo che meglio si addice loro: Ebenezer ad esempio, non poteva non essere interpretato da Paperon de’ Paperoni, non solo per la taccagneria, ma per il semplice fatto che lo Zione è Ebenezer Scrooge stesso. Carl Barks, il suo creatore, come sicuramente molti fan già sanno, si è ispirato proprio all’omonimo personaggio di Dickens per creare questo magnifico personaggio disneyano! Lui e solamente lui poteva interpretarlo e lo fa in maniera impeccabile!

Ecco, quindi, che le altre scelte sono naturali: Paperino è il nipote Fred, Minnie è la moglie di Bob/Topolino; e così via.

Sui fantasmi si è scelto di omaggiare alcuni noti personaggi disneyani, quindi il Grillo Parlante diventa il fantasma del Natale Passato, chi meglio di lui può smuovere la coscienza di Scrooge?? 

Il gigante Willie di “Topolino e il fagiolo magico” diventa il Fantasma del Natale presente, mentre il gran finale viene lasciato a Pietro Gambadilegno che nelle vesti del Fantasma del Natale futuro è a dir poco inquietante e quindi automaticamente perfetto!

Disney a teatro

In quei 25 minuti sembra di vedere le cortine del teatro aprirsi e chiudersi, sembra di stare seduti su delle sedie di velluto rosso e di vederli proprio lì, recitare davanti a noi in carne ed ossa, quasi con fare Shaekesperiano. 

Una delle cose più belle che però ci trasmette il Canto di Natale di Topolino è l’atmosfera teatrale; i personaggi, calati in panni altrui come degli attori, sembrano stare su un vero e proprio palcoscenico!

La scena iniziale di Paperone/Ebenezer indaffarato a difendersi dagli “attacchi natalizi” del nipote, dell’impiegato e di chi gli chiede continue offerte per i poveri sembra di vederla dal vivo, i disegni animati si trasformano in scenografie e i personaggi calcano il palcoscenico della Londra vittoriana di Dickens come se fossero dei veri attori di teatro!

Lo spirito rimane tale per tutto il film è raggiunge l’apice nella magnifica scena del ballo che il Grillo/fantasma del Natale Passato mostra a Scrooge/Paperone. 

È proprio in questa scena che vengono omaggiati moltissimi personaggi disneyani classici, a partire da Taddeo Rospo di “Ichabod e Mr Toad”; passando per l’iconica Nonna Papera, Clarabella e Orazio, Cip e Ciop, alcuni dei protagonisti di Robin Hood e finanche il mitico Zio Reginaldo de “Gli Aristogatti”, che sicuramente nessuno si sarebbe aspettato di veder comparire qui!

Certamente i toni a tratti cupi del capolavoro di Dickens qui vengono chiaramente smorzati e velocizzati, ma il mediometraggio non ne perde il significato reale: e cioè quello che nessuno è solo se sceglie di non esserlo, che tutto l’oro del mondo non servirà mai a nulla se non lo si usa per le giuste cause e che non è mai troppo tardi per decidere di cambiare strada, non importa quanto forgiata (proprio come le catene di Scrooge) sia quella che abbiamo percorso fino ad ora. 

Così come Ebenezer si redime e cambia strada decidendo di percorrerne una decisamente più felice, colorata e positiva, allo stesso modo tutti noi possiamo fare la medesima cosa. L’età non ha importanza in queste cose, l’unica cosa davvero importante è capire e sapere che non è mai troppo tardi per raggiungere la felicità! Buon Natale a tutti! 

Come sempre, se l’articolo vi è piaciuto, fatecelo sapere condividendolo o commentando sui nostri canali social!