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La spada nella roccia e il mito dei Cavalieri della Tavola Rotonda

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Se c’è una cosa che più di tutte ha affascinato e continua ad affascinare schiere di bambini (e adulti), queste sono, senz’altro, tutte le leggende legate a Re Artù, la sua famigerata Tavola Rotonda e, ovviamente, i noti e nobili cavalieri che vi sedevano. 

Nel classico Disney ‘La spada nella roccia’ la suddetta tavola viene nominata solo a fine film da Merlino, ma, in realtà, alcuni dei cavalieri che poi ne faranno parte, compaiono e, come molti di voi già sapranno, sono Sir Ettore, “quel bietolone di Caio” e il caro e adorabile Sir Pilade. 

Nel film i tre futuri cavalieri della Tavola Rotonda, sono descritti in maniera a dir poco esilarante; anzi, tanto esilarante da diventare fra i personaggi più noti e amati dell’universo disneyano; in particolare Sir Pilade che, pur comparendo in 30 minuti scarsi di film, riesce nel tentativo di diventare celebre con pochissime battute, grazie alla bravura degli artisti Disney. 

Ma, mitologicamente parlando, chi erano davvero i Cavalieri della Tavola Rotonda?? E in cosa consisteva esattamente la suddetta Tavola?? 

Con questo articolo di oggi tenterò di rispondere proprio a queste domande, raccontandovi qualche curiosità in più a riguardo ed elencandovi, brevemente, i più noti cavalieri delle leggende arturiane partendo proprio dai tre presentati nel film. 

Quindi, sellate i vostri cavalli… si parte per l’antica Inghilterra! 

La Tavola Rotonda

tavola rotonda
La Tavola Rotonda in un illustrazione di Évrard d’Espinques – P.D. wikicommons

Prima di raccontarvi chi erano i cavalieri, urge spiegare cosa era esattamente la Tavola Rotonda. 

Questa, viene nominata per la prima volta nel 1115 nell’opera ‘Roman de Brut’ del chierico normanno Robert Wace. Lì viene spiegato che la Tavola Rotonda fu voluta, in origine, da Artù per prevenire litigi fra i suoi baroni e per promuovere il senso di uguaglianza.

Più tardi, il poeta inglese Layamon, nel 13° secolo, nel suo poema epico ‘Brut’, ampliò la storia dicendo che la tavola, in realtà, venne creata da un carpentiere della Cornovaglia a causa di una lotta avvenuta durante il Festival di Yuletide (antica festa germanica). La suddetta lotta aveva causato molti morti e feriti e il carpentiere, per appianare gli animi, creò un’enorme tavola rotonda con la capienza di più di 1600 posti a sedere, ma che, allo stesso tempo, fosse facile da trasportare. 

Secondo altre fonti, inoltre, pare che fosse antica usanza dei guerrieri Celti, sedersi in circolo intorno al proprio re o al guerriero più coraggioso e alcune cose tipiche di questa usanza possono trovarsi anche all’interno dei racconti di Wace e di Layamon. 

Nelle opere del poeta francese Rober de Boron, invece, le origini della Tavola sono legate alla ricerca del Santo Graal e all’ultima cena di Gesù, storia che, nel XIII secolo venne fortemente collegata al mondo delle leggende arturiane, in cui si raccontava che alcuni dei cavalieri, fra cui Sir Percival, erano partiti alla ricerca del Graal. Nelle opere di de Boron, viene raccontato che la Tavola Rotonda fu costruita su modello della Tavola dell’ultima cena di Gesù. Secondo la leggenda nella tavola dell’ultima cena fu lasciato un posto vuoto, chiamato Seggio Periglioso, a simboleggiare il tradimento di Giuda. Così, la Tavola Rotonda di Artù fu costruita, su consiglio di Merlino, per Re Uther Pendragon, padre di Artù, e, come la tavola di Gesù, anch’essa aveva un seggio vuoto e solo il cavaliere più puro, che fosse riuscito a portare a termine la ricerca del Graal, vi si sarebbe potuto sedere. 

Insomma, appare chiaro che la Tavola e il suo significato sono strettamente legati al coraggio, al merito e all’onorabilità di chi vi sedeva. Solo i cavalieri più meritevoli e nobili d’animo erano ammessi.

Detto ciò, chi erano questi famigerati cavalieri?

I Cavalieri della Tavola Rotonda

cavalieri della tavola rotonda
Illustrazione dei cavalieri della Tavola Rotonda – wikicommons P.D.

Prima di iniziare il nostro excursus sui nomi dei principali e più leggendari Cavalieri di Re Artù, vi racconterò qualche nozione di carattere più generale sul concetto di Cavaliere della Tavola Rotonda. 

I cavalieri erano, in sostanza, secondo le leggende, i membri di rango più elevato della corte del Re e appaiono per la prima volta in varie opere letterarie legate alla leggenda di Re Artù, fra cui quelle già succitate. 

Il loro ordine aveva lo scopo, innanzitutto, di garantire la pace nel regno e poi, in alcune opere, vengono raccontate le loro gesta alla ricerca del Santo Graal. La stessa tavola, come sopra detto, è un simbolo di uguaglianza totale fra tutti coloro che vi sedevano, il re compreso. Il loro numero varia a seconda della fonte e delle opere letterarie in cui vengono citati. Secondo alcuni erano 12, secondo altri il loro numero arrivava addirittura a superare le centinaia o le migliaia

I più famosi, però, sono legati ai miti e alle leggende inglesi, gallesi, francesi e scozzesi collegate a Re Artù e, fra questi, quelli che oggi vengono raffigurati più spesso in racconti fantasy, film e serie tv, sono quelli resi popolari dall’opera del XV secolo ‘La morte di Artù’ di Sir Thomas Malory. 

Proprio di loro vi parlerò oggi, partendo dai tre che compaiono all’interno del classico disneyano. 

Sir Ector

Sir Caio
Sir Caio mostra la spada mistica a Sir Ector – illustruzione di Howard Pyle – wikicommons P.D.

Il panzuto Sir Ettore, conosciuto anche come Ector, Hector, Auctor, Antor o addirittura Cynyr in alcune leggende gallesi, appare sia nella succitata opera di Malory, che nel ciclo di romanzi del ‘Lancillotto in prosa’.

Ad ogni modo, non si sa molto di lui, a parte che è, probabilmente, il più anziano Cavaliere della Tavola Rotonda e quindi uno dei primi ad essere stato scelto come tale. È proprietario di una grande tenuta e di varie proprietà sia a Londra che in tutta l’Inghilterra (cosa che in qualche modo appare anche nel classico Disney). 

Nelle varie opere viene raccontato che Sir Ettore è, come nel film, il padre adottivo di Artù, che gli è stato affidato da Merlino e che cresce come fosse figlio suo e come fratello di latte di Caio, figlio dello stesso Sir Ettore. Questo finché Artù non estrae la spada dalla roccia e prende quindi il posto come re di Britannia. 

Sir Caio

Quel “bietolone di Caio” secondo la leggenda, tutto è tranne che bietolone, come lo descrive Merlino. In inglese è chiamato comunemente Kay, ma è conosciuto anche come Kei, Keu, Key o Cayous. 

Innanzitutto viene descritto come un uomo molto alto e possente, nonché feroce guerriero, tanto da essere descritto, in alcuni miti, come il più grande guerriero alla corte di Artù. Secondo altri racconti pare avesse anche poteri mistici, fra cui l’abilità di respirare sott’acqua per nove giorni e nove notti o che riuscisse a trasformarsi in un gigante. 

In generale, comunque, viene descritto come un tipo imprevedibile e dal carattere violento, un po’ arrogante, sfacciato, focoso e talvolta crudele, seppur venga descritto comunque come uno dei più fedeli cavalieri del re. Secondo alcune leggende, inoltre, pare fosse sassone e cristiano. Il poeta francese Chrétien de Troyes, lo ritrae come un vero e proprio piantagrane che fomenta conflitti, capace di inimicarsi anche alcuni fra i cavalieri più nobili come Sir Lancillotto o Sir Galvano. Insomma, un tipetto tutto pepe, non tanto diverso da come descritto nel film. 

Sir Pellinore

Cavalieri della tavola rotonda - Re Pellinnore e la damigella al Pozzo
Re Pellinore e la Damigella al Pozzo di Francis Arhur Fraser – wikicommons, P.D.

Sir Pilade, in origine Sir Pellinore, in realtà non è fra i più noti e leggendari cavalieri di Re Artù, ma dato che compare nel classico (oltre ad essere il mio preferito in assoluto), non potevo non parlare anche di lui. 

Pellinore, oltre ad essere cavaliere di Artù, è anche Re delle Isole, fratello di Re Pelles e padre di Sir Lamorak. In alcune fonti e leggende si dice fosse anche padre del più noto e famoso Sir Percival. I racconti dicono che Sir Pellinore incontrò Artù mentre era alla ricerca della bestia Glatisant, un mostro delle leggende arturiane raffigurato con la testa e il collo di serpente, il corpo di leopardo, le cosce di leone e i piedi di cervo (un bel guazzabuglio insomma). 

Secondo i racconti, comunque, quando la Tavola Rotonda si sciolse, Pellinore uccise re Lot delle Orcadi e venne poi ucciso dai figli di questi, Galvano e Gaheris. 

Sir Lancillotto

Lancillotto e Ginevra
Lancillotto e Ginevra – illustrazione dal libro The Boy’s King Arthur – wikicommons, P.D.

Detto ciò, passiamo agli altri cavalieri che non compaiono nel film, ma che sono comunque fra i più famosi e tipici dell’immaginario collettivo legato a Re Artù. Fra questi, ovviamente, il primo da menzionare è Sir Lancillotto

Sir Lancilloto, noto anche come Sir Lancelot du Lac, è figlio di Re Ban di Benwick e della regina Elaine, oltre ad essere il Primo Cavaliere della Tavola Rotonda per i suoi modi di fare gentili, cortesi, coraggiosi e sempre al servizio del prossimo e di coloro che ne avessero bisogno.

Viene descritto come abilissimo sul campo di battaglia, prode spadaccino e il più grande combattente della Tavola Rotonda. Oltre a questo, pare essere anche molto intelligente, affascinante e dotato di un gran senso dell’umorismo; insomma, l’immagine più classica e tipica che potete avere di un cavaliere medievale e leggendario… non stupisce che la regina ne sia rimasta cotta. 

Secondo la leggenda, Lancillotto fu lasciato da bambino sulla riva del Lago della Dama del Lago, dove venne poi trovato proprio dalla suddetta che lo allevò come fosse figlio suo. Secondo alcune fonti, pare fosse il padre di Galahad e di Elaine.

Secondo alcuni racconti, viene detto che Lancillotto era uno dei preferiti di Ginevra per vari motivi, fra cui il fatto che fu proprio lui a salvarla dall’essere bruciata sul rogo in più di un’occasione e fu proprio durante uno di questi salvataggi che uccise per sbaglio Sir Gareth. A seguito di ciò, la Tavola Rotonda si sciolse, la regina pentita si ritirò in un’abbazia dove divenne monaca e Lancillotto visse da eremita per il resto dei suoi giorni. 

Sir Galvano

Cavalieri della tavola rotonda - Sir Galvano
Sir Galvano – illustrazione di Howard Pyle – wikicommons, P.D.

Sir Galvano è famoso almeno quanto Lancillotto ed è il nipote di Re Artù. Figlio del succitato re Lot delle Orcadi, alla morte del padre divenne capo del clan delle Orcadi. Secondo alcune fonti, pare fosse proprio lui, e non Lancillotto, il più grande cavaliere della tavola rotonda, anche se comunque il più grande amico di Lancillotto stesso. In alcuni racconti, inoltre, viene designato come erede al trono di Camelot, una volta morto Re Artù. 

In molti romanzi e opere cavalleresche, in realtà, non ha un ruolo di primo piano ma fa più da spalla ad altri cavalieri quali Lancilotto o Percival. 

Nella tradizione inglese, tuttavia, viene descritto come un eroe, grande esempio di cortesia e cavalleria. Secondo il mito, a seguito della morte di Sir Gareth (suo fratello) per nome di Lancillotto, diventa nemico di quest’ultimo e lo sfida in un combattimento rimanendone ucciso. Tuttavia, prima di morire, perdona Lancillotto che rimane a piangere sulla sua tomba per due notti di seguito. 

Sir Galahad 

Sir Galahad
Sir Galahad di George Frederic Watts – wikicommons, P.D.

Sir Galahad appare nelle leggende arturiane intorno al XIII secolo, nei romanzi del ‘Lancillotto in prosa’. 

Figlio di Sir Lancillotto e Elaine, nato fuori dal matrimonio, venne messo in convento fin da piccolo. 

Secondo alcune versioni della leggenda, pare che Galahad venne condotto a corte da Re Artù stesso e, anni dopo, mentre era lì, il Santo Graal gli apparve in una visione e gli mostrò che sarebbe stato lui uno dei tre cavalieri scelti per intraprendere la ricerca del suddetto Graal. A questa ricerca si unirono anche Sir Percival, Sir Bors de Ganis e la sorella minore di Percival. La storia è molto lunga e intricata da spiegare, vi basti sapere però che Sir Galahad viene descritto come un “Cavaliere perfetto in coraggio, gentilezza, cortesia e cavalleria”, insomma, tale padre, tale figlio. 

Sir Geraint

Cavalieri della tavola rotonda Sir Geraint
Sir Geraint in un illustrazione di Gustave Doré – wikicommons, P.D.

Fra le opere nel quale si fa riferimento a Sir Geraint, troviamo ‘Elegy for Geraint‘, una poesia che si trova nel Libro nero di Carmarhen, il più antico manoscritto redatto il gallese.

Geraint era figlio maggiore di Re Erbin di Dumnonia e cavaliere del Devonshire. Dopo la morte della moglie, trascorse parte del suo tempo alla corte di Artù in cerca di avventure. 

Secondo la leggenda pare essere uno dei più grandi proprietari di flotte della Britannia post romana e il suo castello veniva chiamato ‘Forte della nave’. Secondo il poema succitato, morì combattendo contro i sassoni con re Artù durante la battaglia di Llongborth. 

Sir Gareth

Sir Gareth, appare per la prima volta nell’opera di Chrétien de Troyes ‘Perceval ou le conte du Graal’. Figlio minore di re Lot e fratello di Galvano, ha un ruolo importante nell’opera ‘La morte di Artù’ di Malory dove muore per mano di Lancillotto. Sempre nella medesima opera, inoltre, viene presentato come un classico esempio di cavalleria. 

Oltre ad essere profondamente leale al re e molto coraggioso, è anche uno dei cavalieri più cavallereschi e rispettosi. Questo, ovviamente, rende ancora più tragica la sua morte accidentale, per mano di Lancillotto. 

Sir Gaheris

Anche Sir Gaheris viene nominato per la prima volta nell’opera di de Troyes, anche se molte delle sue avventure vengono raccontate nel ‘Lancillotto in prosa’

Sir Gaheris è fratello di Galvano, Gareth e Agravaine e figlio del succitato Lot. Prima di essere nominato cavaliere era scuderio del fratello Galvano di cui era anche consigliere, aiutandolo a calmarsi nei momenti d’ira.

In alcune versioni della leggenda muore insieme a Sir Gareth per mano di Lancillotto, cosa che ha fatto pensare, spesso, che i due potessero essere la stessa persona. In altri racconti, inoltre, viene descritto come un tipo non troppo brillante, ma anzi stupido e ottuso. 

Sir Bedivere

Cavalieri della tavola rotonda - Bedivere riporta la spada alla Dama del Lago
Bedivere riporta la spada alla Dama del Lago – illustrazione da ‘La morte di Artù’ di Thomas Malory – wikicommons, P.D.

La comparsa della leggenda riguardo a Sir Bedivere è da ricercare nella mitologia gallese dove viene descritto come un cavaliere incredibilmente bello e forte, oltre che molto leale e coraggioso. 

È, insieme a Sir Ector, uno dei primi cavalieri ad unirsi alla Tavola Rotonda e colui che accompagna Artù, quando muore, sull’isola di Avalon. Ha una sola mano, avendone persa una in battaglia, e aiuta Artù a combattere il Gigante di Mont St. Michel

Secondo la leggenda, Bedivere e Artù sono gli unici sopravvissuti della battaglia finale fra il re e le forze del male cappeggiate dal nipote di questi, Sir Mordred. Ed è proprio alla fine di quella battaglia che Artù ordina a Bedivere di rigettare Excalibur nel lago per restituirla alla Dama del lago. 

Sir Bors de Ganis

Sir Bors appare in varie opere fra cui la succitata di Thomas Malory. È uno dei cavalieri che parte alla ricerca del Graal e l’unico che sopravvive e torna alla corte di Artù. 

Viene descritto come un cavaliere casto e che ha fatto giuramento di purezza, promettendo di non sposarsi mai. Tuttavia, alla fine infrange il voto e sposa la figlia di re Brandegoris, che si innamora di lui e, con l’aiuto di un anello magico, lo fa innamorare perdutamente di lei. 

È, inoltre, cugino di Lancillotto e lo sostiene contro Artù quando viene accusato di infedeltà insieme alla regina Ginevra. Dopo la morte del cugino, si reca in Terra Santa e muore combattendo per le Crociate. 

Sir Lamorak 

Sir Lamorak viene introdotto per la prima volta nell’opera ‘Tristano in prosa’ e compare anche nell’opera di Malory, che si riferisce a lui come il terzo miglior cavaliere di Artù

Figlio di Pellinore e fratello di Percival, è descritto, similmente a Caio, come un cavaliere forte, feroce e brutale. Noto per le sue prodezze, eccelleva nelle giostre riuscendo a combattere da solo anche più di 30 cavalieri uccidendoli o battendoli tutti. Secondo alcune versioni della leggenda, venne ucciso da Mordred, durante la battaglia finale, pugnalato alle spalle. Secondo altri, pare sia stato ucciso da Galvano come rappresaglia per la relazione che Lamorak aveva avuto con la madre di questi, Morgause. 

Sir Tristano

Tristano e Isotta
Tristano e Isotta – John W. Waterhouse – wikicommons, P.D.

Uno dei primi a citare Sir Tristano è il succitato poeta francese de Troyes che racconta la sua versione della storia d’amore nota e famosa tra Tristano e Isotta. 

Il nome di Tristano deriva da una parola antica che significa ‘spade di ferro tintinnanti‘, anche se altre lingue moderne associano il suo nome alla ‘tristezza’. 

Nipote e campione di Re Marco di Cornovaglia e figlio di Meliodas re di Lyoness, andò a vivere con suo zio Marco dopo la morte della madre e ne divenne il campione, dopo aver sconfitto e ucciso in duello Marhaus d’Irlanda. Questa sconfitta portò a una tregua con il re d’Irlanda, che mandò sua figlia Isotta perché sposasse Marco. 

Sir Tristan venne inviato per scortare la futura regina e portarla dallo zio ma, durante il viaggio, i due si innamorarono perdutamente e decisero di darsi alla fuga finché Tristano non venne trovato e ucciso dallo zio. 

Sir Percival 

Cavalieri della tavola rotonda - Sir Percival
Sir Percival, illustrazione dal libro The Boy’s King Arthur – wikicommons, P.D.

Percival compare sia nelle opere di de Troyes, che in uno dei più grandi poemi epici mediavali, il ‘Parzival’ del poeta tedesco Wolfram von Eschenbach. 

Allevato dalla madre senza conoscere né l’uso delle armi né la cortesia, alla fine divenne uno dei più gentili e innocenti cavalieri della Tavola Rotonda. 

Anche se in alcune versioni medievali delle leggende di Artù viene definito, inizialmente, quasi come un personaggio semplice e sciocco, poi, essendo puro di cuore, viene scelto per partire alla ricerca del Graal e ne diventa il custode. 

Sir Agravain

Sir Agravain compare fra gli altri, nel ‘Lancillotto in prosa’ e viene descritto, spesso, anche in maniera negativa. Considerato uno dei più bei cavalieri della Tavola Rotonda, è un abile combattente e stratega

Altre volte, comunque, viene descritto anche con aggettivi positivi quali nobile e cavalleresco. Secondo la maggior parte delle storie è figlio di Lot e fratello di Galvano, Gaheris e Gareth. 

Quando è descritto in maniera negativa, si dice abbia la lingua tagliente e maniere poco gentili. In alcune versioni è persino alleato di Mordred, mentre in altre è assassino di Lamorak. Altre volte è lui a smascherare Lancillotto e Ginevra e quindi a scatenare gli eventi che portano alla fine della Tavola Rotonda. 

Detto ciò, siamo giunti alla fine del nostro piccolo excursus sui principali e più noti cavalieri della Tavola Rotonda di Artù. Ovviamente anche Artù stesso era cavaliere della succitata tavola ma, per ovvi motivi, mi riservo di raccontarvi più approfonditamente del nostro caro Semola in un prossimo articolo.

Ciò che appare chiaro, è che fra tutti, il mio preferito, resta sempre il baffuto e smilzo Sir Pilade!! 

Stando alle descrizioni, invece, qual è il vostro preferito??? Fateci sapere questo e se l’articolo vi è piaciuto, commentando sui nostri canali social! 

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