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La dura vita dell’archeologo Marvel

Ebbene quest’oggi abbiamo deciso di trattare qualcosa di decisamente diverso dal solito. Infatti, non parleremo di eventi o fenomeni storici, ma bensì di coloro che queste cose le studiano e in particolare, abbiamo deciso di raccontarvi la rappresentazione che la Marvel ha fatto di Archeologi e Storici.

Ammettiamolo, una delle cose più inverosimili degli universi Marvel è che Doctor Strange, Dottor Destino, Eracle e tutti gli altri dei e personaggi storici che bazzicano nei comics e nei film non siano mai stati sequestrati da un gruppo di archeologi e storici sull’orlo di una crisi di nervi in cerca di riposte ai loro interrogativi.


Quando si è in cerca di risposte che non vogliono farsi trovare…

Vuoi mettere potersi risparmiare non solo inconcludenti dibattiti accademici e notti insonni di studio che non ti fanno venire i poteri fighi alla Doctor Strange, ma solo due occhiaie peste e una dipendenza da caffeina che nemmeno Tony Stark, andando invece a intervistare i diretti interessati o, meglio ancora, farsi portare in un fantastico (e al 99% sicuramente mortale) viaggio nel tempo.

Eppure nessuno dei suddetti interessati si degna di venire a sollevare dalla loro miseria i poveri studiosi che affogano nell’incertezza storica sotto montagne di libri e coccini. Non costerebbe poi tanto dire anche solo qualcosa del tipo: “Oh, Stonehenge non è niente di speciale, è solo una piattaforma di lancio Kree!”

Stonehenge: quando i supereroi sanno, ma non condividono

Molti sono i siti archeologici che compaiono nei fumetti Marvel e non riusciremmo mai a parlarvi di tutti, perciò exempli gratia! Useremo come esempio il sito archeologico più famoso e più sconosciuto di tutti al tempo stesso per illustrare la situazione. L’universo dei comics (Terra-616) ha risolto il problema in fretta: Stonehenge non è altro che la piattaforma di lancio del Kree Ard-Con, lì venerato dai suoi fanatici con il nome di Demon Druid.

Il circolo di megaliti è anche un ottimo ring di boxe per le periodiche scazzottate a colpi di magia tra lo Stregone Supremo e gli abitanti della Dimensione Oscura e simili.

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Uno degli incantesimi di Doctor Strange a Stonehenge
(immagine da marvel.fandom.com) –
©Marvel. All Rights Reserved.

Ma agli archeologi tutto questo qualcuno l’ha mai detto? No! E anche noi infatti siamo piuttosto all’oscuro in materia.

Stonehenge infatti è un sito Neolitico, databile tra il 3100 e il 2000 a.C. e si trova vicino a Amesbury, nello Wiltshire in Inghilterra. È un cromlech, ovverosia un circolo di pietre colossali verticali sormontate da architravi orizzontali, nel sistema detto trilitico. I megaliti pesanti tonnellate che lo compongono sono sarsen e bluestone, entrambe tipi di pietra provenienti da cave lontanissime rispetto al sito di Stonehenge. Inoltre, le bluestone sembrano avere inusuali proprietà acustiche e risuonano profondamente se colpite.

Ma cosa fosse davvero Stonehenge rimane un mistero. Nel corso degli studi sono state fatte le ipotesi più svariate: un centro astronomico (dato l’allineamento di alcuni megaliti con il sole durante i due solstizi); un sito religioso; un santuario di guarigione; un luogo di culto degli antenati; un luogo rituale; un monumento funerario e molto altro…

Se volete farvi una risata e avere un’idea più chiara della situazione di Stonehenge e la disperazione degli archeologi di fronte a questo interrogativo vi consiglio di ascoltare la canzone degli Ylvis “What’s the meaning of Stonehenge”.

Ma forse siamo noi che ci facciamo troppe paranoie e con ogni probabilità quei massi sono stati messi lì solo per potersi fare una risata alle spalle dei posteri che ci sbattono la testa.

Eppure Indiana Jones lo faceva sembrare tanto epico

“L’archeologia è un campo sorprendentemente pericoloso. Non sai mai quale razza di tomba maledetta o nave Skrull puoi dissotterrare” è il commento quasi sarcastico di Stephen Strange mentre osserva flemmatico quel che resta dei cadaveri di due esperti del paleolitico reduci da un incontro un po’ troppo ravvicinato con gli insetti dell’Orda.

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L’archeologa Janet Lyton
(immagine da marvel.fandom.com) –
©Marvel. All Rights Reserved.

E in fondo non gli si può neanche dare tutti i torti. Con viaggi nel tempo e personaggi storici ancora viventi, nell’Universo Marvel professioni come quella dell’archeologo e dello storico sono oggettivamente superflue. Eppure qualche raro esemplare è possibile trovarlo tra le pagine dei comics, come Janet Lyton, Peter Alraune e sua figlia Marlene o Daniel Damian, solo per fare alcuni esempi. Tuttavia, per quanto si impegnino, le loro esperienze finiscono sempre per non essere mai particolarmente piacevoli. Infatti, o fanno una brutta fine o il loro ravanare fra i reperti archeologici libera qualche oscura forza dalle conseguenze potenzialmente devastanti.

Cronache di morti annunciate

Le cause delle loro sventure, così come della loro prematura morte sono le più svariate, ma di solito tende a esserci lo zampino di crucciati Kree e di spaventevoli egizi che non perdonano agli archeologi di aver “scavato troppo a fondo e con troppa avidità (citazione necessaria)” nel sottosuolo. Ma in realtà ce n’è un po’ per tutti i gusti.

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Dottor Foster e il suo incontro con Apocalisse
(immagine da marvel.fandom.com) –
©Marvel. All Rights Reserved.

Sia il Dottor Foster che Peter Alraune trovano la morte a seguito di campagne di scavo in Egitto, ma la storia dell’egittologo Ahmet Abdol, poi divenuto un supercattivo, merita una menzione tutta particolare. A causa delle sue teorie sui poteri mutanti dei faraoni, il povero studioso viene letteralmente preso d’assalto dai suoi colleghi. I professori inferociti danno la caccia a lui e alla sua famiglia, arrivando ad osservare impassibili la morte tra le fiamme della moglie di Abdol e anche un po’ crucciati che lui non abbia fatto la stessa fine. Mai rappresentazione della cattiveria che si può scatenare a seguito di un dibattito tra accademici fu più azzeccata.

Raptor
(immagine da marvel.fandom.com) –
©Marvel. All Rights Reserved.

Durante le sue ricerche il professor Simon Janson, dopo aver versato il suo sangue su un totem dei Nativi Americani, viene posseduto dal demone Raptor trasformandosi in una sorta di dinosauro che, nonostante il nome, somiglia più a uno pterosauro che a un raptor. Il sogno e l’incubo di ogni paleontologo, insomma.

E questi sono solo alcuni esempi. Ma non proprio tutti, tutti gli archeologi fanno questa fine…

Ghost Rider: ovverosia essere archeologo ti infiamma dentro

Va detto che sentirsi andare a fuoco il cervello per un archeologo è un fenomeno piuttosto comune, soprattutto se si è immersi nello studio delle tipologie delle forme ceramiche o in quel degenero che sono i diadochi dopo la morte di Alessandro Magno.

Ma per la Marvel questa espressione è qualcosa di più concreto. In qualche rarissimo caso infatti a qualche archeologo non va proprio malissimo. Stiamo parlando di Hamilton Slade e Max Parrish, due dei tanti Ghost Riders che si sono visti nel corso degli anni. I Ghost Riders sono persone nelle cui vene scorre il Fuoco del Potere e che per questo possono essere posseduti da Spiriti della Vendetta (lo spirito della vendetta per eccellenza, nonché il più attivo, è Zarathos) trasformandosi in non morti scheletrici avvolti dalle fiamme.

Max Parrish versione Ghost Rider
(immagine marvel.fandom.com) –
©Marvel. All Rights Reserved.

Hamilton e Max arrivano a diventare Ghost in maniera differente: Hamilton, decide di approfondire lo studio sulla vita dei suoi antenati e, durante le ricerche, viene posseduto dallo spirito del suo avo Lincoln, diventando così prima Ghost Rider e poi Phantom Rider. Max invece diviene un supereroe dopo aver toccato il Medaglione del Potere, uno di quei classici oggetti dall’aura che esprime chiaramente il concetto “non toccare se non vuoi che ti accadano cose brutte”. Certo, sono posseduti da uno spirito della vendetta e con la testa in fiamme, ma sono pur sempre eroi, eh!

E voi sapete raccontarci eventi rocamboleschi o misteriosi avvenuti mentre eravate immersi nello studio del passato? Fatecelo sapere sui nostri canali social!

Bibliografia

  • Parker-Pearson, M., Cleal, R., Marshall, P., Needham, S., Pollard, J. and Richards, C., Ruggles, C., Sheridan, A., Thomas, J., Tilley, C., Welham, K., Chamberlain, A., Chenery, C., Evans, J., Knusel, C., Linford, N., Martin, L., Montgomery, J., Payne, A., Richards, M. P. (2007) ‘The age of Stonehenge.’, Antiquity., 81 (313). pp. 617-639
  • https://marvel.fandom.com/wiki/Marvel_Comics
  • Exon et al., Sally Exon, Vincent Gaffney, Ann Woodward, Ron Yortson, Stonehenge Landscapes: Journeys Through Real-and-imagined Worlds, 2000, Archaeopress
  • Bender, B, Stonehenge: Making Space (Berg Publishers, 1998)