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La California, Hollywood e i ruggenti anni ’20 del giovane Walt Disney

La California

“Ho portato Walt Disney alla stazione quando è andato a Hollywood” 

Pare che l’uomo che accompagnò Walt Disney alla stazione di Kansas City (un amico di un suo amico stando alla biografia di Walt di Neal Gabler) il giorno in cui quest’ultimo decise di trasferirsi a Hollywood, in seguito, quando Walt divenne famoso e leggendario in tutto il mondo, continuò a dire a tutti di essere stato lui l’uomo che lo aveva accompagnato alla stazione quel fatidico giorno in cui Walt lasciò la vecchia Kansas City, che era stata la sua casa per tanti anni, per andare verso quella che sarebbe diventata la sua casa vera e propria, la California, Hollywood e la “fabbrica dei sogni”

Il Go-getter (e se non sapete cos’è vi consiglio di leggere un mio vecchio articolo dove lo spiego) non poteva non avere altra destinazione migliore per lui.

Skyline di Los Angeles- 1921- wikicommons, pubblico dominio

La California, e in particolare la Los Angeles e la Hollywood dei ruggenti anni ’20, era e diventerà in tutto il mondo negli anni a venire uno dei simboli per eccellenza degli Stati Uniti (nel bene e nel male). 

Tutti si trasferivano lì, in quello stato che solo negli anni ’20 incrementò la sua popolazione del 66%, da 2.5 milioni a 5.7. La sola Los Angeles fu teatro di quella che molti storici definiscono come una delle più grandi ondate migratorie interne della storia d’America; tutta gente fermamente convinta del fatto che, se volevi realizzare un sogno, allora la California era il posto giusto dove dovevi andare, o almeno questa era la convinzione generale (purtroppo spesso sbagliata).

Ma non fu sbagliata per il giovane Walt, che di fatto era nato apposta per la California e per Hollywood. Era la destinazione perfetta per lui e la storia effettivamente lo ha confermato e, se non vi si fosse trasferito, molte cose sarebbero andate diversamente. 

Los Angeles di notte - walt disney hollywood anni '20
Los Angeles di notte – wikicommons, pubblico dominio

Ma com’erano veramente i ruggenti anni ’20 in California e a Hollywood quando Walt Disney vi arrivò? Oggi tentiamo di rispondere a questa domanda per capire perché questi posti furono la sua destinazione ideale in quel periodo così particolare.

I ruggenti anni ’20

A guardare bene la storia e il clima che si respirava in California (e in tutti i punti economicamente più importanti negli Stati Uniti) quando Walt ci arrivò, nel lontano Agosto 1923, non si può dire che non fosse effettivamente il genere di posto perfetto per personaggi come lui, un posto dove il nuovo secolo sembrava aver trovato il luogo ideale dove poter esprimere al meglio tutto se stesso, anche qui sia nel bene quanto nel male.

Infatti è fuori d’ogni dubbio che il ‘900 sia stato un secolo che amava giocare d’azzardo, un secolo fatto di corse sulle montagne russe e, niente meglio della frenesia sfrenata dei ruggenti anni ’20, o l’età del Jazz, come molti la definirono, può essere ben capace di spiegare questa cosa. 

Le città divennero l’El Dorado dell’epoca, se volevi diventare qualcuno, se volevi ottenere qualcosa, se volevi scalare una montagna, dovevi andare in città e le città erano ben felici di crescere, crescere e ancora crescere, dando una spinta rombante ad uno dei processi di urbanizzazione e migrazione più forti di inizio secolo. 

Louis Armstrong - walt disney hollywood anni '20
Louis Armstrong – wikicommons, pubblico dominio

Ma non è finita di certo qui, perché anche i costumi, la cultura e i modi di vivere cambiarono, ben contenti di abbracciare questa frenesia ed euforia: e quindi eccola qui l’età del jazz, uscire fuori dai locali e dalle comunità di afroamericani, i genitori della musica Jazz e sentirla suonare in moltissimi locali del tempo, una delle musiche più importanti che il nuovo secolo abbia partorito. 

Non sorprende quindi che anche i giovani e le donne in particolare approfittarono della nuova roboante frenesia per distaccarsi dai vecchi modi di pensare e agire, per creare una propria cultura nuova, acquisire nuovi stili di vita in tutto: nel vestire, nel tempo libero, nei rapporti con la gente; stili a volte visti come eccessivi, indecenti o incomprensibili. 

In questo senso, niente come quest’epoca portò meglio alla luce il divario tra il vecchio secolo, che lanciava gli ultimi colpi di tosse, e il nuovo secolo, che sembrava un giovane smaliziato e ben vestito appena giunto al casinò.

Proprio per questo, Hollywood, in questo clima, fece da padrona. “La fabbrica dei sogni” non poté non sfruttare un momento così frenetico, in cui tutti pensavano di poter fare e ottenere tutto, per espandersi e diventare il modello universale a cui ispirarsi per avvicinarsi alla settima arte e alla vita in generale, per creare e veicolare non solo l’American Way of Life, ma anche e soprattutto l’American Way of Hollywood che, è inutile dirlo, affascina molta gente ancora oggi, ad un secolo esatto di distanza. 

Hollywood, fabbrica dei sogni 

walt disney hollywood anni '20 - hollywood movie studios
Hollywood Movie Studios – 1922; wikicommons, pubblico dominio

Quella che già aveva dato i segni di essere il luogo cinematografico per eccellenza, negli anni ’20 divenne una vera e propria Mecca del cinema, attraendo gente da ogni parte d’America e non solo, e consacrando la California come il primo e più potente motore dell’industria cinematografica.

In soli 10 anni Hollywood riuscì a consolidare un modo di agire e muoversi che diventerà il suo caposaldo negli anni successivi. 

Diventerà non solo una potente macchina industriale, ma un vero e proprio veicolo di miti e modi di pensare, presentando al mondo vicende e storie di persone, eroi ed eroine, a cui tutti finiranno per voler assomigliare, in cui tutti vogliono immedesimarsi e che tutti vogliono imitare, finendo per attrarre come una calamita sempre nuove ondate migratorie. 

Lo stesso Walt, nel convincere i suoi vecchi amici e collaboratori di Kansas City a raggiungerlo lì ad Hollywood per lavorare con lui, disse:

poster di Ben Hur
Poster di Ben Hur

“Dopo aver visto Los Angeles, Hollywood e i paesi intorno, vi rimprovererete per non essere venuti prima”. 

È proprio in questo periodo infatti che, complice il grande sviluppo economico, non solo prendono piede nuovi e famosi generi cinematografici e nascono grandi divi, ma sorgono anche nuovi e più sfarzosi teatri con ricchi arredamenti e orchestre dal vivo.

Gli studios si specializzano in moltissimi generi di successo come quello epico-religioso con film quali “I dieci comandamenti” o “Ben Hur”. Ma è anche il periodo dei grandi divi come Rodolfo Valentino e Greta Garbo, per non parlare dei comici del cinema muto: Charlie Chaplin, primo fra tutti che, nel 1921, esce al cinema con il suo primo lungometraggio “Il Monello” e che sarà, per tutta la vita, una delle più grandi fonti di ispirazione oltre che idolo del nostro caro zio Walt (nonché suo futuro amico). 

Chaplin in una scena del film Il monello
Chaplin in una scena di “Il monello” del 1921

È in questo contesto che il giovane Walt arriva ed inizia a muovere i suoi passi quando è ancora un giovane ventenne che, per sembrare più vecchio, decide di farsi crescere i baffi.

Il lancio perfetto 

“Sembrava un diavolo”

Queste le parole di Roy, fratello e futuro socio di Walt, nel ricordare l’aspetto non propriamente ottimale (anche fisicamente parlando) con cui Walt si presentò in California nell’Agosto del 1923.

La precedente esperienza fallita a Kansas City con la Laugh-o-Grams non fu altro che la chiave perfetta per aprire al giovane Walt le porte della California e della futura fabbrica dei sogni. A testimonianza che non tutti i fallimenti lo sono davvero se poi ti portano verso strade migliori

Onswald the Lucky rabbit
Immagine di Oswald, il coniglio fortunato

È in questi anni che Walt istituisce il primo Disney Brothers Studio con il fratello Roy; realizzano i corti con protagonista Oswald the Lucky Rabbit, il coniglio antenato di Topolino, Topolino stesso nel 1928 e finalmente la Walt Disney Productions nel 1929, lo stesso anno della Grande Depressione.

Visto in quest’ottica, questo decennio appare, quindi, quanto meno incredibile tanto per Walt quando per i suoi amici e collaboratori: gli anni ’20 furono, non solo per la California, un periodo “eccessivo”; eccessivo in tutto, nel parlare, nel vestire, nel muoversi, nel camminare, nel pensare e nell’agire, fu come mettere ad una 500 il motore di una Ferrari e pensare che la cosa possa andar bene all’infinito, ma non può andare bene, una 500 non può avere il motore di una Ferrari e andare bene a lungo.

E così, nel 1929 la Grande Depressione arrivò a chiedere il conto a tutti, il gioco al casinò era girato male e la cosa gettò molta gente nella disperazione più totale, ma non per Walt Disney e la sua compagnia

Quest’epoca, infatti, fu il trampolino di lancio perfetto per lui; tanto perfetto e ben mirato che la crisi del ’29 non riuscirà a fermare il salto. Anzi, Walt Disney e i suoi riuscirono nell’impresa di prendere il meglio da entrambe le epoche, la spinta frenetica “dell’impossibile che diventa possibile” degli anni ’20 e la rivincita degli anni ’30 e sfruttarono entrambe a proprio vantaggio nel miglior modo possibile.

Dandoci anche una lezione di vita: anche nelle epoche peggiori (come furono gli anni dopo il 1929) bisogna essere furbi e accorti abbastanza dal saper prendere quanto di meglio c’è senza lasciarsi scoraggiare.

Da questo punto di vista, il successo di Topolino a fine anni ’20 e negli anni ’30 è ancora più emblematico, perché Topolino diventa l’eroe che ce la fa nonostante le difficoltà e, dopo la Grande Depressione del ’29, tutti si sentivano piccoli come lui e tutti, proprio come lui, volevano farcela nonostante tutto. 

La fabbrica dei sogni a quel punto, che la cosa piaccia o no, ha un nome e un cognome: Walt Disney. 

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Ps: se volete saperne di più sull’infanzia di Walt vi rimandiamo al nostro vecchio articolo qui che parla proprio di questo!

Fonti:

  • https://www.history.com/topics/us-states/los-angeles-california
  • https://www.britannica.com/place/Los-Angeles-California/The-1920s-and-30s
  • https://www.history.com/topics/us-states/california
  • https://www.britannica.com/place/California-state/California-since-c-1900
  • http://www.csun.edu/~sg4002/courses/417/readings/depression.pdf
  • https://www.lonelyplanet.com/usa/california/history
  • https://sits.sjsu.edu/context/historical/hist_context_1920s/index.html
  • https://www.cinescuola.it/storia/storia-del-cinema-usa/gli-anni-20/
  • N. Gabler, Walt Disney. The triumph of American imagination, Vintage 2006
  • Arnaldo Testi, Il secolo degli Stati Uniti, Il mulino 2017
  • Sarah Colt, Walt Disney ( documentary film), PBS 2015