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J. Silver, Il pianeta del tesoro e i cyborg, tra fantascienza e realtà

“Devi rinunciare a qualcosa quando rincorri un sogno” 


Con questa frase il furbo e astuto pirata/cyborg/coach motivazionale John Silver, antagonista nonché vecchia canaglia nel classico (purtroppo molto sottovalutato) “Il pianeta del tesoro”, tenta di spiegare al giovane e scapestrato Jim due cose: la prima che il suo essere cyborg è dovuto, evidentemente, alla sua ossessione per il tesoro del pirata Flint; la seconda è che, quando sogni qualcosa ardentemente, devi essere disposto a scendere a patti con il fatto che nella vita non si può avere tutto e che i sacrifici fanno parte del gioco

Con questa premessa non si può non amare un personaggio del genere. John Silver è, di fatto, il cattivo non cattivo probabilmente meglio riuscito del canone disneyano e uno dei miei personaggi preferiti fra quelli creati dalla casa di Topolino. Gli autori sono stati bravissimi nel prendere un vecchio personaggio di un noto classico della letteratura piratesca e rimodernarlo, senza però togliere quelle che sono tutte le caratteristiche che un vero pirata che si rispetti deve avere. Silver, infatti, è furbo, usa il gergo che noi ci aspettiamo da un pirata, sa navigare bene e fare i nodi come un vero marinaio e ama la vita avventurosa, però, allo stesso tempo è un cyborg. La bravura degli artisti è tutta lì, prendere una storia vecchia di secoli e farla combaciare perfettamente con una moderna e proveniente da un mondo decisamente diverso da quello piratesco. 

La natura di cyborg di Silver, infatti, non toglie niente al personaggio, anzi, incrementa ancora di più il suo aspetto piratesco, donandogli quel pizzico di timore e paura che un’antagonista deve incutere nella sua controparte e, quindi, nello spettatore. 

Ecco perché, dopo questa chilometrica premessa, ho deciso di raccontarvi qualche cosa in più proprio su questa caratteristica di John Silver. Cosa sono esattamente i cyborg? Dove ha origine questo nome e perché è entrato di prepotenza nel mondo fantascientifico letterario e cinematografico?

Per conoscere le risposte a queste domande, salpate con me a bordo della R.L.S. Legacy e andiamo insieme alla ricerca del “bottino dei mille mondi”!

L’origine del nome

La parola cyborg è un composto abbreviato di due parole ‘cyberg’ e ‘organism’, in italiano tradotto con “organismo cibernetico”, ossia un corpo fatto di un misto di carne e tecnologia. Tecnologia a sua volta composta da innesti di protesi, mezzi biochimici o elettronici che vanno a migliorare e potenziare le varie funzioni del corpo. 

Il termine “cibernetico” a sua volta, è un’espressione inventata dallo scienziato americano Norbert Wiener nel 1947 e indica lo studio della scienza delle macchine capaci di autoregolarsi. Insomma, per dirla in parole povere e comprensibili a chiunque, l’obiettivo della cibernetica, spiega la studiosa statunitense Donna Haraway, è quello di studiare l’interazione tra gli umani e le macchine; da qui il cyborg.

Inoltre, secondo quanto spiegato sempre da Donna Haraway nel suo “Manifesto Cyborg”, il termine ‘cyborg’ deriverebbe anche dal greco Kybernàn, che vuol dire pilotare. 

Ad ogni modo, il termine venne coniato negli anni ’60 da due medici del Rockland States Hospital di New York, Manfred Clynes e Nathan Kline in riferimento ad una loro idea secondo cui, per affrontare la nuova corsa allo spazio e all’esplorazione spaziale, bisognava studiare meglio la relazione fra essere umano e macchina. Secondo loro, un essere umano potenziato (un cyborg appunto) poteva essere la chiave giusta per sopravvivere in ambienti extraterrestri non adatti ad un normale essere umano. 

Le tipologie di cyborg

Cosa sono i cybrg? opera d'arte raffigurante un cyborg
Opera d’arte raffigurante un tipo di cyborg – P.d. wikicommons

Questo, in linee generali, riguardo l’origine del nome e la spiegazione di cos’è un cyborg.

I cyborg, comunque, erano presenti in letteratura già prima che il nome fosse clonato e avevano varie caratteristiche e tipologie a seconda della storia. Ovviamente il cinema e le serie televisive hanno ampliato ancora di più la vasta gamma di caratteristiche che il cosiddetto ‘uomo macchina’ dovrebbe avere per essere definito cyborg in tutto e per tutto. 

Senza dilungarmi troppo, quindi, per farvi capire di cosa sto parlando voglio fare un brevissimo excursus delle varie tipologie di cyborg, che l’Encyclopedia of Science Fiction ha catalogato in 3 tipi diversi: i medical cyborgs, gli adaptive cyborgs e i functional cyborgs. 

  • I medical cyborgs sarebbero persone con protesi, pacemaker e cose di questo genere. Di fatto sono la categoria più diffusa nella fantascienza letteraria e non. Un esempio di questo tipo viene dal racconto del 1840 di Edgar Allan Poe, “L’uomo finito” in cui un noto eroe di guerra si rivela essere composto quasi interamente da protesi. Altro esempio di medical cyborg è presente nella nota serie televisiva degli anni ’70 “L’uomo da sei milioni di dollari”, liberamente ispirata al romanzo “Cyborg” dello scrittore americano Martin Caidin e da cui è stata tratta anche una serie tv spin-off, a sua volta ulteriore esempio di medical cyborg, “La donna bionica”. Nella prima serie il protagonista è un astronauta della NASA che a causa di un incidente perde le gambe, il braccio destro e l’occhio sinistro, successivamente sostituiti con una ricostruzione di arti bionici delle parti danneggiate. Una cosa simile viene fatta anche nella serie spin off succitata, dove alla donna vengono sostituiti il braccio destro, le gambe e l’orecchio destro. Secondo questa descrizione, John Silver sembrerebbe essere proprio una sorta di medical cyborg.
  • Gli adaptive cyborgs, invece, sarebbero persone riprogettate per operare in un ambiente alieno, a volte in maniera tale da soppiantare la propria umanità. Un esempio è tratto dal romanzo del 1923 di Edwin Vincent Odle, “The Clockwork Man”, in cui gli esseri umani del futuro hanno dei dispositivi a orologeria impiantati in testa che gli permettono di viaggiare nel tempo, nello spazio e in mondi multidimensionali. 
  • E infine i functional cyborgs, ossia persone modificate meccanicamente per svolgere determinati compiti specifici. Un esempio lo si può trovare nel racconto di fantascienza “Scanners Live in Vain” dello scrittore americano Cordwainer Smith, dove alcuni esseri umani vengono sottoposti a delle operazioni chirurgiche per essere riprogettati e modificati per volare nello spazio per lungo tempo. 

I cyborg al cinema

Inutile dire che i cyborg, però, per chi non è un ultra appassionato super nerd di narrativa e letteratura del genere, il più delle volte vengono associati a personaggi cinematografici, spesso di film diventati cult. 

In tal senso, esempio per eccellenza di cyborg è il Terminator di Arnold Shwarzenegger (ed è il suo stesso personaggio a spiegarlo nel film). Nel caso di Schwarzy, si tratterebbe di un cyborg perché il Terminator è un robot rivestito di tessuti (ossia pelle e muscoli) umani. Se però vogliamo essere dei puristi del genere e rifarci all’Encyclopedia of Science Fiction, tecnicamente parlando il vero cyborg della saga di Terminator non è tanto Scharzy bensì il medical cyborg Marcus Wright interpretato da Sam Worthington in Terminator Salvation.  

Storia dei cyborg: immagine tratta da Robocop

Altro esempio ultra noto è il cyborg del film cult RoboCop, in cui il cadavere mutilalo del poliziotto Alex Murphy viene trasformato in un super poliziotto robot. In questo caso si tratterebbe di una sorta di functional cyborg. 

Se proprio vogliamo continuare la nostra carrellata, anche nostro signore del male Darth Vader, tecnicamente, se ci pensate, è proprio un cyborg; trattandosi del corpo mutilato di Anakin Skywalker su cui viene impiantato tutto il meccanismo che ben conosciamo e il cui respiro profondo ci fa venire l’ansia ogni volta che rivediamo i film della saga di Star Wars. Il suo caso, comunque, sembra una sorta di misto fra medical cyborg e adaptive cyborg

Dalla science fiction alla realtà 

Anche se quando pensiamo ai cyborg pensiamo automaticamente al nostro simpatico Shwarzy e al nostro pirata preferito Silver, in realtà, con il tempo, ci sono state anche delle applicazioni pratiche di questo tipo di tecnologie in determinati ambiti scientifici pratici, in particolare in medicina

Proprio in medicina gli studiosi hanno catalogato due tipi di cyborg: i restorative e gli enhanced, traducibili in italiano con i riparatori e i potenziati. I primi sono molto simili alla definizione che abbiamo fatto dei medical cyborgs, con la differenza che, ovviamente, nel caso reale non si arriva ad avere esempi come quelli della narrativa o del film. In pratica si parla di persone che fanno uso di protesi o simili per garantire un corretto funzionamento del corpo. Esempi banali potrebbero essere, pacemaker, apparecchi uditivi, cuori artificiali e altro. Sì, anche tu che stai leggendo, in realtà potresti essere un mini Shwarzy. Il secondo caso è un po’ più difficile da spiegare in termini pratici facili. Si tratterebbe di persone che fanno uso di determinati meccanismi cibernetici con lo scopo di migliorare o potenziare determinate funzioni umane come vista o udito. Un esempio potrebbe essere il caso del professore e inventore Steve Mann che ha inventato un dispositivo, una sorta di occhiali, in grado di catturare tre immagini simultaneamente in diverse posizioni. Le immagini vengono poi combinate insieme in tempo reale per produrre una visione super dettagliata che normalmente un occhio normale non riesce a vedere. 

Senza dilungarci oltre, vi basti sapere che, ad oggi, moltissime di queste tecnologie e di questi studi, hanno riportato importanti risultati anche nello studio delle cure contro malattie gravi e importanti quali il morbo di Parkinson o il morbo di Alzheimer, i disturbi mentali, o come difesa contro gli attacchi di cuore e tanto altro. 

Gli xenobot

Anche se non si tratta propriamente di cyborg, poiché è una notizia recente e che per certi versi rientra in questo campo, (e dato che dalla foto in basso potete vedere che ciò di cui vi sto per parlare, ha una vaga somiglianza con Morph) mi sembra curioso riportarla. 

Cosa sono i cyborg? immagine di yno xenobot
Xenobot – Credit Pic.: Kriegman, S., Blackiston, D., Levin, M., Bongard, J. – https://cdorgs.github.io/, CC BY 4.0

È di qualche giorno fa la notizia che alcuni scienziati dell’università di Harvard, di Tuft e del Vermont sono riusciti, attraverso degli esperimenti, a creare gli “xenobot”, ossia dei “robot viventi”, creati a partire da cellule staminali raccolte dagli embrioni di rana africana artigliata “xenopus laevis” (da cui il nome xenobot) e aggregati insieme da una sofisticata intelligenza artificiale. Per questo motivo mi ha ricordato molto l’argomento cyborg. 

Gli xenobot sono in grado di muoversi e auto riprodursi nello spazio, assemblando le cellule che incontrano (molto stile pac – man) fino a formare nuovi organismi. Se volete saperne di più in proposito guardate il video in basso dove viene spiegato molto bene di cosa si tratta. 

Ciò detto siamo giunti, per ora, alla fine di questo breve excursus sui cyborg. In realtà ci sarebbe ancora molto da dire, ma mi riservo la possibilità di ampliare l’argomento in futuro!

Se l’articolo vi è piaciuto e se avete un cyborg che preferite e a cui siete affezionati fra i vari racconti, film e serie tv, fatecelo sapere sui nostri canali social! Il mio rimarrà sempre e solo Silver! 

Fonti: