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I “Pirati dei Caraibi”: la storia del pirata Barbanera

La storia di uno dei pirati più temuti e famosi dell’eta dell’oro della pirateria, Edward Teach, alias il pirata Barbanera

Se c’è un pirata che, nella storia e nell’immaginario collettivo, ha più di tutti, da sempre, fatto presa, quello è senza dubbio il pirata Barbanera. Le storie, le leggende, le opere filmiche e letterarie a lui ispirate si sprecano e hanno contribuito, nel corso degli anni, a rendere questo personaggio ancora più mitico di quanto già non lo sia. Ecco perché, in una saga come “Pirati dei Caraibi”, non poteva di certo non fare la sua comparsa, più cattivo e perfido che mai, barba scura e fumante alla mano, interpretato magistralmente dall’attore britannico Ian McShane. 

La sua apparizione come antagonista nel 4° capitolo della saga, “Pirati dei Caraibi: oltre i confini del mare”, tra l’altro, è resa ancora più curiosa dal fatto che è il primo personaggio storico/pirata realmente esistito a comparire all’interno del noto franchising filmico.

Il pirata Barbanera, soprannome dato ad Edward Teach, è stato uno dei pirati più noti del ‘700 e ha contribuito a creare l’immaginario mitologico del pirata violento e assettato di ricchezze che solca i mari, pronto a fare prezioso bottino di ogni nave che si trovi ad incrociare il suo cammino. La cosa è davvero sorprendente se si pensa che la sua carriera piratesca fu alquanto breve, durando poco più di un anno. Ciò, però, a quanto pare gli bastò a crearsi una fama tanto leggendaria da giungere fino a noi oggi. Ma chi era davvero Barbanera? Da dove veniva e come si guadagnò questa incredibile fama tanto da essere arrivata fino a noi?? Il Barbanera del film quanto gli somiglia?

Oggi tenterò di rispondere proprio a queste domande, ripercorrendo insieme a voi la storia del pirata più famoso della storia della pirateria! Quindi, barbe fumanti alla mano, e salpiamo a bordo della Queen Anne’s Revenge! 

Ps: prima di andare avanti ci tengo a dire che non è la prima volta che Barbanera compare all’interno della casa di Topolino. Già nel 1968, infatti, è stato co-protagonista di un film Disney dal titolo “Il fantasma del pirata Barbanera”, con l’attore Peter Ustinov nei panni del famigerato pirata. Il film è una commedia ed è davvero carina e divertente, se non l’avete visto vi consiglio di recuperarlo!

I primi anni di vita di Barbanera

storia del pirata Barbanera - illustrazione
Barbanera in un’illustrazione del libro “Storia generale dei pirati” – p.d.

Barbanera, soprannome di Edward Teach, nacque a Bristol, in Inghilterra, probabilmente intorno al 1680 e non si conosce il suo vero nome. Gli studiosi, infatti, sono concordi nel dire che lo stesso nome con cui era conosciuto, ossia, appunto, Edward Teach (a volte anche scritto Thatch o Thack) era uno pseudonimo, un nome falso usato per nascondere la sua vera identità. Era usanza dei pirati, infatti, usare degli pseudonimi quando si impegnavano nelle loro scorrerie. Alcuni hanno ipotizzato che il suo vero nome potrebbe essere stato Edward Thache o anche Thach Drummond, ma non si è mai riusciti ad appurarlo con certezza e il suo vero nome, con tutta probabilità, non lo conosceremo mai (cosa che rende la sua figura ancora più mitica, misteriosa e quindi affascinante di quanto già non lo sia). 

Ad ogni modo della sua infanzia e dei suoi primi anni non si sa molto; a parte che, appunto, nacque in Inghilterra e che trascorse i primi anni, probabilmente, lavorando in qualità di corsaro per la sua patria durante la guerra di successione spagnola tra il 1701 e il 1713. 

Gli inizi nella pirateria e la Queen Anne’s Revenge

storia del pirata Barbanera - modello della Queen Anne's Revenge esposto al North Caroline Museum of History
Un modello contemporaneo della Queen Anne’s Revenge esposto al North Caroline Museum of History – Credits Pic.: By Qualiesin – Own work, CC BY-SA 4.0

Il giovane Edward iniziò a diventare a tutti gli effetti Barbanera intorno al 1716 quando, al largo del Mar dei Caraibi, entrò a far parte della ciurma del pirata britannico Benjamin Hornigold. Hornigold lo mise al comando di una delle sue navi e, quando l’anno dopo catturarono una fregata, Barbanera si mise “in proprio”. 

La nave in questione è, probabilmente, la nave di pirati più famosa che sia mai esistita, mitica quanto il suo stesso proprietario, venne catturata nel 1717 a largo di St. Vincent. Si trattava di una nave francese, nota con il nome di Concorde, che aveva servito per vario tempo come nave mercantile e nave di schiavi. Diretta in Martinica, era carica d’oro e preziosi di ogni genere, tutti provenienti dalle rotte commerciali africane. Quando Barbanera la catturò decise di farne la sua nave ammiraglia e la ribattezzò Queen Anne’s Revenge. Questa nave, destinata a diventare poi leggendaria, aveva una potenza di fuoco degna di una nave da guerra. Con i suoi 40 cannoni venne usata dalla flotta di Barbanera, che ammontava a circa 300-400 uomini, per razziare e compiere scorrerie di ogni genere nei Caraibi e sulla costa atlantica del Nord America. Dopo tutta una serie di razzie, Barbanera, nel 1718, si diresse verso la Carolina del Nord e qui decise di stabilire la sua base in un’insenatura. A questo punto iniziò a riscuotere con la forza i pedaggi dalle navi e riuscì a corrompere, secondo quanto riportano alcuni, il governatore della colonia della Carolina Charles Eden. Fatto ciò, nel Marzo del 1718, salpò verso il Golfo dell’Honduras e qui catturò con successo la nave del pirata Steve Bonnet e altre due navi. A questo punto, così ben equipaggiato, decise di alzare posta e ambizioni e, nel Maggio dello stesso anno, si diresse verso la città di Charleston dove avvenne una delle sue azioni piratesche più famose. 

Il blocco di Charleston e la fine della Queen Anne’s Revenge

Una volta giunto a Charleston, nella Carolina del Sud, Barbanera bloccò il porto della città per due settimane attaccando le navi che passavano di lì e facendo prigionieri per chiederne poi il riscatto. 

Dopo aver fatto questo, mentre dirigeva la sua flotta verso la Carolina del Nord, la sua Queen Anne’s Revenge e un’altra delle sue navi si incagliarono in un banco di sabbia vicino Beaufort. Secondo alcuni Barbanera lo fece di proposito per non dividere il bottino con parte dell’equipaggio. Ciò che è certo, però, è che la Queen Anne’s Revenge affondò proprio lì e lui salpò e si allontanò a bordo di un’altra delle sue navi. Piccola curiosità prima di andare avanti: nel 1996 una società di ricerca privata, la Intersal Inc., scoprì proprio in quelle stesse acque un relitto di una nave che, dopo una serie di ricerche, è stato appurato essere proprio la Queen Anne’s Revenge! 

Dalla grazia alla morte – la fine di Barbanera

storia del pirata Barbanera - la cattura del pirata in un dipinto di Jean Leon Gerome Ferris
La cattura del pirata Barbanera, di Jean Leon Gerome Ferris – p.d.

A questo punto Barbanera, approfittato di una grazia che l’Inghilterra aveva deciso di offrire ai pirati che avessero deciso di arrendersi, si stabilì a Bath Towne, nella Carolina del Nord, apparentemente con l’intenzione di rinunciare alle sue scorrerie. Qui, secondo quanto riportato, si sposò con la giovane figlia di un proprietario di una piantagione e si stabilì presso l’isola di Ocracoke. A quanto pare, però, la sua rinuncia alla vita da pirata durò relativamente poco, se mai sia stata effettivamente veritiera, e già nell’Agosto del 1718 tornò a percorrere il mare. A questo punto, il governatore della Virginia, Alexander Spostswood, decise che la questione Edward Teach doveva essere risolta definitivamente e mandò la Royal Navy britannica, sotto il comando del tenente Robert Maynard, a catturare Barbanera, offrendo come incentivo una ricompensa di 100 sterline per chi lo avesse catturato vivo o morto. 

Maynard trovò Barbanera nel Novembre del 1718 presso Ocracoke e qui, dopo una violenta e lunga battaglia, Barbanera venne ucciso e il suo equipaggio catturato. Secondo quanto riportato, per abbatterlo ci volle, però, non poco sforzo. Oltre alla battaglia, che fu lunga e violenta, lo stesso Barbanera venne ucciso solo dopo essere stato colpito più volte sia con la spada che con vari colpi di pistola. È stato riportato, infatti, che ci vollero all’incirca 5 colpi di pistola e 20 tagli di spada perché finalmente cadesse a terra morto, vinto e con la testa decapitata che venne appesa alla prua della sua nave come monito. 

A questo punto vale la pena riportare una leggenda locale, citata anche da Jack Sparrow nel film, secondo cui una volta decapitato il cadavere di Barbanera andò alla deriva tre volte attorno alla sua nave. 

La leggenda del terribile Barbanera

storia del pirata Barbanera - illustrazione dal libro Storia generale dei pirati
Il pirata Barbanera in un’altra illustrazione del libro “Storia generale dei pirati” – p.d.

Edward Teach, pur avendo operato relativamente poco tempo come pirata, è riuscito a diventare leggendario in un modo davvero mitologico. 

Non c’è persona, di qualsiasi generazione essa sia, che non ne conosca almeno il nome. Nell’immaginario collettivo, lui è da sempre il pirata più temibile, violento e pauroso che abbia mai solcato i mari. Dipinto come un pazzo, dalla statura alta ed imponente, si racconta avesse una lunghissima barba nera, che gli valse il soprannome, che usava legare con dei nastri neri e che pare si fosse fatta crescere in modo che gli coprisse quasi tutto il viso, e in modo poterla arrotolare dietro le orecchie. Non solo, si racconta anche che pare fosse solito legare fiammiferi o canapa a combustione lenta all’estremità della barba e sotto il cappello, in modo che questa si gonfiasse intorno al viso, così da incutere ancora maggior terrore alle sue vittime in battaglia. Se ci fate caso una cosa del genere viene citata anche nel film. Quando Barbanera appare per la prima volta sulla scena, dopo l’ammutinamento cappeggiato da Jack, la sua barba fuma ed è legata con dei nastri.

Le leggende, però, non finiscono di certo qui. Secondo altri pare che fosse solito anche bere rum mescolato con polvere da sparo, che andasse in giro sempre con due spade in vita e riempesse le sue tasche di pistole e coltelli. La sua nave, così come il suo padrone, completava questa figura così particolare. Si racconta, infatti, che la Queen Anne’s Revenge usasse sventolare una bandiera Jolly Roger diversa dalle solite con il teschio e le ossa. Pare, infatti, che la bandiera voluta da Barbanera riportasse il disegno di un scheletro che aveva in una mano una clessidra e nell’altra una lancia puntata verso un cuore sanguinante. Simboli che servivano a ricordare alle sue vittime che il loro tempo stava per scadere e che li aspettava una pessima fine qualora avessero tentato di opporre resistenza. Corredato di queste nefaste e terribili descrizioni pare che Barbanera fosse talmente spietato che chi lo incontrava si arrendeva al solo vederlo comparire. 

Il Barbanera dell’opera “Storia generale dei pirati”

Frontespizio dell’opera “Storia generale dei pirati”

Ma com’è nata questa leggenda? Ebbene, a parte gli avvenimenti storici appurati e riportati, secondo gli studiosi queste descrizioni così terribili di Barbanera furono rese famose, in particolare modo, grazie all’opera, pubblicata nel 1724, “Storia generale dei pirati” (A General History of Pyrates), di un certo Capitan Charles Johnson, che secondo la maggior parte degli studiosi sarebbe uno pseudonimo usato dal noto scrittore Daniel Defoe. 

Questo libro fu la prima vera opera a riportare numerose biografie di pirati famosi e, già all’epoca in cui uscì, ebbe un notevole successo. Non solo, secondo gli studiosi fu proprio quest’opera ad influenzare enormemente il modo in cui moltissimi pirati vennero poi dipinti, anche in opere successive, Barbanera compreso.

La descrizione che l’autore fa di Barbanera in questo libro è di un uomo dall’aspetto pauroso e terribile. Di seguito vi riporto un estratto che ho tentato di tradurre in italiano per voi (tenendo conto del fatto che si tratta di un testo del ‘700 la traduzione e la punteggiatura potrebbero sembrare un po’ ‘sui generis’): 

“Così il nostro eroe, il Capitano Teach, assunse il soprannome di Barbanera, per la grande quantità di capelli che, come una spaventosa meteora, gli copriva tutta la faccia, e spaventò l’America più di qualsiasi cometa che vi sia apparsa da tempo. Questa barba era nera, e l’aveva lasciata crescere di una lunghezza stravagante; quanto all’ampiezza, gli arrivava agli occhi; era abituato ad attorcigliarla con nastri in piccole code… e rigirarsela intorno alle orecchie. Nel momento dell’azione indossava una fionda sulle spalle, con tre coppie di pistole appese alle fondine come bandoliere, e infilava fiammiferi accesi sotto il cappello, che apparivano su ogni lato del suo viso, i suoi occhi sembravano naturalmente feroci e selvaggi, lo rendevano nell’insieme una tale figura, che l’immaginazione non può farsi un’idea di furia, dall’Inferno, che sembri più spaventosa.”

L’autore ha poi riportato anche una serie di episodi che finiscono per ritrarre Barbanera come un vero e proprio mostro sadico, non solo con le sue vittime ma, spesso, anche con il suo stesso equipaggio a cui pare usasse procurare giochi sadici per il solo gusto di divertirsi. Per farvi un esempio, pare che una volta, mentre giocava a carte con il suo comandante in seconda Israel Hands, dopo che questi si era addormentato, spense la candela, estrasse due pistole e sparò a Israel sotto al tavolo colpendolo ad un ginocchio. Quando gli chiesero il perché della cosa lui rispose semplicemente che “se non avesse ucciso, di tanto in tanto uno di loro, avrebbero dimenticato chi fosse”. Questa citazione è stata ripresa anche nel film, Barbanera la pronuncia quando sta per sparare a Jack e Angelica lo ferma

Ci sarebbe ancora moltissimo da dire riguardo questa leggendaria figura. Tuttavia è bene specificare che, secondo molti studiosi, le descrizioni riportate da Johnson/Defoe mescolavano, con tutta probabilità, realtà e finzione e che l’autore le avesse volutamente un po’ esagerate per rendere il tutto più leggendario e quindi migliore anche da un punto di vista letterario. 

A conti fatti, infatti, gli storici sono tutti concordi nel dire che non ci sono fonti che possano accertare che Barbanera fosse davvero così terribile e spietato come è poi stato descritto. 

Secondo alcuni studiosi odierni, anzi, Barbanera pare fosse più solito usare una tattica psicologica, atta a spaventare ed incutere timore, e che non fosse solito usare violenze sadiche e gratuite né sui suoi prigionieri, né sul suo equipaggio. Inoltre, se si confronta la sua carriera di pirata con quella di altri pirati noti, bisogna ammettere che la sua fu molto più breve e meno ricca di quanto ci si possa aspettare e di quanto la leggenda ci ha abituati a credere. (A proposito di pirati, se volete saperne di più riguardo la storia della pirateria vi segnalo un nostro vecchio articolo a riguardo qui)

storia del pirata Barbanera - illustrazione
La testa mozzata di Barbanera pende dal bompresso di Maynard, in un’illustrazione tratta da
“The Pirates Own Book” di Charles Elles – p.d.

Secondo una leggenda, infatti, pare che Barbanera avesse sepolto un tesoro favoloso, che poi non è mai stato ritrovato. La realtà dei fatti, però, è che per quanto abbia, effettivamente, guadagnato molto con i suoi violenti e numerosi saccheggi, ci sono stati pirati che hanno guadagnato di gran lunga molto più di lui. Del resto la sua carriera è stata alquanto breve, durando poco più di un anno, seppur davvero incredibile, bisogna ammetterlo. 

La potenza della leggenda, però, è davvero grande e dimostra che spesso non è tanto cosa si fa o come lo si fa a fare la differenza, ma come lo si racconta ai posteri. In questo la storia di Barbanera è davvero uno degli esempi più lampanti che siano mai stati creati. 

Il Barbanera disneyano

Alla luce di tutto ciò, quindi, com’è stato ritratto il Barbanera disneyano? Beh, tutto sommato non ci possiamo lamentare perché il Barbanera interpretato da Ian McShane ha reso molto bene la perfidia e la malvagità tramandata dalla leggenda. Non solo, il film, come abbiamo visto, ha anche citato molti aspetti tratti sia dalla storia che dal mito. Ne ha anche inventati molti altri, come ad esempio la questione del vudù a cui pare dedicarsi Barbanera nel film. Dal punto di vista storico e mitologico Barbanera sembra aver fatto davvero di tutto, ma il vudù, almeno per ora, manca all’appello delle sue arti perfide. In complesso, comunque, bisogna dire che il Barbanera del film è stato reso in maniera davvero molto scenografica.

Detto questo siamo giunti alla fine di questa storia e, come sempre, se l’articolo vi è piaciuto fatecelo sapere condividendolo o commentandolo sui nostri canali social! 

Fonti: