Articoli,  Disney,  Mitologia, leggende e folklore

Hercules e le origini mitologiche delle sue 12 fatiche

Se parliamo di Hercules due le cose che subito ci vengono in mente sicuramente: le straordinarie 12 fatiche, raccontate nella mitologia greca; e, molto più recentemente, il nostro amato classico disneyano, con il noto e amato eroe come protagonista. 

Proprio le 12 fatiche sono molto note nel linguaggio comune ancora oggi. Quante volte vi sarà capitato di paragonarvi al nostro eroe greco, in particolare, quando fate lavori pesanti e noiosi o quando a fine giornata vi ritrovate esausti? Ma siamo davvero sicuri di poterci concedere l’onore di sentirci come lui?? 

Per rispondere a questa simpatica domanda, oggi voglio addentrarmi nell’antica mitologia greca e raccontarvi qualche curiosità in più sulla storia delle 12 fatiche. Le suddette, infatti, compaiono anche all’interno del classico disneyano numerose volte.

Quindi, sedetevi comodi, torniamo indietro di molti secoli, al tempo degli antichi Dei e semidei!

Ercole o Eracle?

La prima cosa da specificare è che il nome originale di Hercules, secondo i miti greci, è Eracle. Se quindi vi capita di trovare, fra le vostre ricerche, libri o quant’altro, questo nome, sappiate che si tratta sempre di lui, il nostro tanto chiacchierato e possente eroe. 

Statua di Ercole Farnese
Statua di “Ercole Farnese” – Museo Archeologico di Napoli -Credits Pic: Di Glycon of Athens (copy), Lysippos (original type) – Marie-Lan Nguyen (2011), CC BY 2.5

Hercules o Ercole, che dir si voglia, niente altro è che il suo nome presso gli antichi romani. Il significato del suo nome originale, Eracle, è “Gloria di Era”, perché fu proprio grazie all’odio che la dea Era aveva per lui, che il nostro erculeo eroe divenne famoso. Piccola curiosità, l’odio che Ade ha per Hercules nel film si ispira proprio all’odio di Era, di cui si parla nel mito. Se volete sapere qualche cosa in più sui miti che riguardano il dio dell’oltretomba, vi rimando ad un vecchio articolo che trovate qui. 

Nella letteratura

Prima di immergerci nelle 12 fatiche insieme ad Hercules, vi do qualche dritta anche riguardo la letteratura mitologica in cui vengono raccontate le suddette fatiche.

La vita e le tante imprese dell’eroe (non solo le 12 fatiche), sono raccontate in varie tragedie greche, tra cui la Trachinie di Sofocle o l’Alcesti e l’Eracle di Euripide. Non solo, anche nella letteratura latina si chiacchiera molto di lui, ed infatti il mito di Ercole è presente nelle Metamorfosi di Ovidio, nell’Eneide di Virgilio e anche in alcune opere di Seneca. Le storie riguardo le 12 fatiche nello specifico, comunque, non sono tratte da un’opera unica. In ognuna di queste antiche opere vengono, infatti, citate e raccontate. A volte si parla di una fatica, a volte di un’altra e così via. 

Antefatto – perché Hercules/Eracle dovette partire per le 12 fatiche?

Ciò detto, quali sono queste famigerate 12 fatiche? 

Secondo la versione più gettonata del mito le cose andarono pressapoco così: Hercules, quando ormai già era un grande e noto eroe conosciuto, aveva sposato Megara, figlia del re di Tebe Creonte, ed insieme i due ebbero vari figli, secondo alcuni 3 secondo altri 5, ad ogni modo poco importa, perché Hercules, in uno scatto d’ira funesta, li fece fuori tutti. Secondo la maggior parte dei racconti, inoltre, uccise anche Megara. (Eh già… gli antichi miti non sono mai stati per i deboli di cuore e questa notizia è traumatica quasi quanto la morte di Mufasa, ma andiamo avanti). 

Ercole e Lica
Ercole e Lica – A. Canova – immagine di Pubblico Dominio

Il suddetto scatto d’ira venne provocato ad Hercules da Era che, odiandolo e non potendolo proprio digerire, lo fece impazzire e fu proprio durante questo impeto di follia, che l’eroe compì il pluriomicidio di famiglia. Fu solo grazie all’intervento della dea Atena che si riuscì a fermare la sua follia omicida. 

Una volta rinsavito, conscio del pasticcio combinato, venne preso dalla disperazione e dal rimorso e tentò di uccidersi. Suo cugino Teseo, però, lo convinse che, piuttosto che farla finita, avrebbe potuto trovare un modo per espiare i suoi tremendi peccati. 

Con la morte nel cuore, il nostro erculeo giovane decise quindi di consultare il dio Apollo, tramite il suo Oracolo di Delfi, il cui responso fu questo: Hercules avrebbe dovuto offrire i suoi servigi a suo cugino Euristeo, re di Micene, Tirinto e Argo per 12 anni, come punizione per le sue orrende malefatte. 

A questo punto, secondo alcune fonti, parte della condanna erano le famigerate fatiche; altri, però, raccontano che anche in questo caso Era decise di intromettersi e persuase Euristeo ad imporre ad Ercole compiti ed imprese talmente difficili e pericolosi che nemmeno lui, pur forte e possente, sarebbe mai riuscito a portare termine. 

Fu così che il prode eroe iniziò il suo lungo cammino che lo portò ad affrontare temibili e difficilissimi imprese. 

1 – Uccidere il leone di Nemea

Ercole affronta il leone di Nemea - le 12 fatiche di Ercole
Ercole affronta il leone di Nemea, F. De Zurbaràn – pubblico dominio

La prima fatica che l’eroe si trovò ad affrontare fu quella di uccidere un feroce leone che scorrazzava terrorizzando la zona di Nemea. Nessuno riusciva a ucciderlo perché pare che la violenta fiera fosse invulnerabile a qualsiasi arma fatta di ferro, bronzo o pietra e che quindi, per ucciderlo, fosse necessario usare la sola forza bruta delle mani. Di questo Ercole si accorse a sue proprie spese perché, una volta arrivato dove il leone si trovava, provò a colpirlo con le frecce e la spada ma niente riusciva a scalfire la folta e dura pelliccia della belva. 

Allora Ercole prese la sua clava ed iniziò a colpirlo con possenti colpi sul muso, tanto che alla fine la stessa clava si ruppe in frantumi. Il leone, frattanto, infastidito e annoiato, si era rifugiato in una caverna lì vicino. Fu a quel punto che Ercole si accorse che la suddetta caverna aveva due ingressi e decise astutamente di bloccarne uno, in modo che il leone non potesse fuggire e intanto lui entrò dall’altra parte, per affrontarlo a mani nude. Ne seguì una lotta furiosa durante il quale Ercole riuscì ad avere la meglio, immobilizzandogli la testa e soffocandolo con un braccio intorno alla gola. Ciò fatto lo scuoiò e ne usò la pelle invulnerabile come armatura

Se ci fate caso questa fatica viene citata nel film Disney ben due volte: una ad inizio film; e l’altra quando Hercules posa con indosso una pelle di leone, pelle che, tra l’altro, è una doppia citazione, perché si tratta della pelle di Scar! 

2 – Uccidere l’Idra di Lerna 

le 12 fatiche di Ercole - Ercole combatte l'idra di Lerna
Ercole combatte l’Idra di Lerna, F. De Zurbaràn – pubblico dominio

La seconda fatica imposta al nostro eroe, nonché quella che compare meglio nel noto classico Disney, è quella di uccidere l’idra di Lerna, un mostro sputa-fuoco che aveva il corpo di un leone (secondo alcuni di un cane) e nove teste (secondo altri molte di più) di serpenti velenosissimi. Tanto era velenosa che pare che il suo solo respiro potesse uccidere. 

Giunto a Lerna insieme al nipote Iolao (che lo aiutava in questa fatica), presso la palude dove la bestia viveva, iniziò a scagliare frecce infuocate contro la sua tana per attirarla fuori. Quando il mostro si fece vivo, Ercole l’afferro e iniziò a lottare con lei trattenendo il respiro. Con una mazza, prese ad attaccarla, colpendo una delle numerose teste dell’Idra ma, non appena ne tagliava una, subito due ne ricrescevano al suo posto. Non solo, per rendere ancora più divertente la situazione, l’idra aveva un compare suo amico, un enorme granchio che pensò bene di complicare le cose iniziando a mordere Ercole al piede per fermarlo. 

A quel punto Ercole chiese a Iolao di aiutarlo. Ogni volta che lui avesse tagliato una delle teste dell’Idra, Iolao doveva bruciare e quindi cauterizzare la ferita che si produceva per evitare che potessero ricrescere altre teste. Fu così che Ercole riuscì a sconfiggere l’Idra tagliando tutte le teste e seppellendone il corpo. Quest’ultima cosa non prima di averne aperto il corpo e intinto le sue frecciò nel sangue velenoso. 

3 – Catturare la cerva di Cerinea

Eracle e la cerva di Cerinea
Eracle e la cerva di Cerinea – pubblico dominio

La cerva di Cerinea, protagonista della terza fatica, era una cerva sacra alla dea Artemide (o Diana per i romani) che aveva delle corna d’oro e che doveva il suo nome al monte Cerinea vicino la città di Argo. Il compito di Ercole era quello di catturare l’animale e portarlo vivo ad Euristeo. La cerva, però, era velocissima e non era per niente facile riuscire a catturarla, tant’è che Ercole le diede la caccia, rincorrendola, per un anno intero! 

Alla fine, quando la cerva fu stanca di correre, si fermò per riposarsi presso il monte di Artemisio, prima, e poi cercò di guadare il fiume Ladone. Fu allora che Ercole riuscì a catturarla, colpendola ad una zampa, mentre era nel fiume. Se la caricò in spalla e fece per andarsene ma, sulla via del ritorno, incontrò Artemide adirata per aver osato affrontare e colpire la sua cerva sacra. Allora Ercole, per scusarsi, raccontò alla dea i suoi patimenti e questa, mossa a compassione, prima guarì lo zoccolo della cerva e poi lasciò l’eroe libero di proseguire con le sue imprese. 

4 – Catturare il cinghiale di Erimanto

le 12 fatiche di Ercole - Ercole e il cinghiale di Erimanto
Ercole e il cinghiale di Erimanto, F. De Zurbaràn – pubblico dominio

Anche in questo caso la fatica del giovane eroe consisteva nel catturare un animale. Trattavasi di un feroce cinghiale che viveva su di un monte chiamato, appunto, Erimanto e che, ogni dì, si dilettava a assalire uomini e animali come se non ci fosse un domani, distruggendo tutto quanto si trovava sul suo cammino. 

Una volto giunto nei luoghi dove il cinghiale faceva le sue scorribande, Ercole iniziò ad inseguirlo lungo tutto la montagna gridando. Il cinghiale allora, spaventato, si rifugiò in un bosco dove venne raggiunto dall’eroe che lo spinse verso una distesa di neve. Poi lo prese in una rete e lo portò con sé da Euristeo. 

Nel frattempo che Ercole compiva questa fatica, molte versioni del mito raccontano che non dovette affrontare solo il cinghiale, bensì anche i centauri. Viene raccontato, infatti, che mentre Ercole era in visita ad un suo amico centauro, lungo la strada per andare a catturare il cinghiale, aprì una botte di vino appartenente alle mitologiche creature succitate per berne un po’ e che questi, adirati per la cosa, si scagliarono contro di lui. Dalla lotta che ne seguì, uno dei centauri, Chirone, venne ucciso da una delle frecce avvelenate di Ercole. 

Morale: mai rubare il vino a qualcuno!! Non sai mai come potrebbe prenderla! 

5 – Pulire le stalle e le scuderie di Augia 

Fra tutte le fatiche, questa è senza dubbio una delle più bislacche

Eracle demolisce il muro delle stalle osservato da Augia
Eracle demolisce il muro delle stalle osservato da Augia – pubblico dominio

Augia, re dell’Elide, possedeva una mandria di animali donatagli dal padre Elio. La mandria era così grande e le stalle così vaste, che gli escrementi degli animali si accumulavano in quantità esorbitanti, impedendo alla popolazione di vivere serenamente. Ora, il vero problema era che le suddette stalle erano immense al punto tale che il compito di pulirle sembrava impossibile. Ercole, però, disse ad Augia che lui ci sarebbe riuscito in un giorno e che, nel caso, il re gli avrebbe dovuto cedere un decimo del suo bestiame. Questi accettò sicuro di vincere. 

Per riuscire nella sua impresa, Ercole deviò il corso di ben due fiumi, facendoli scorrere attraverso le stalle e quindi riuscendo a pulirle completamente. Ciò fatto, Augia si rifiutò di onorare l’accordo fatto. A questo punto, secondo alcune versioni del mito, Ercole adirato giura vendetta dicendo al re che, una volta finite le fatiche, sarebbe tornato per ucciderlo; secondo altre versioni, invece, porta a testimoniare il figlio del re, che ha assistito all’impresa, e riesce a farsi pagare da Augia, pur provocandone l’ira.

Anche questa fatica viene nominata nel film da Filottete, nella stessa scena in cui viene citata quella del leone di Nemea. 

6 – Uccidere gli uccelli di Stinfalo

Ercole contro gli uccelli
Ercole contro gli uccelli – pubblico dominio

La sesta fatica consisteva nel togliere di mezzo degli uccelli molto aggressivi, che abitavano in una foresta vicino al lago Stymphalia, nell’Arcadia settentrionale. 

Durante questa fatica venne in aiuto di Ercole la dea Atena, che gli diede dei crotali (strumenti musicali simili alle nacchere), di cui l’eroe si servì per distrarre gli uccelli. Così, mentre quelli si levavano in volo, Ercole li colpiva con le frecce e li abbatteva. 

7 – Catturare il toro di Creta

le 12 fatiche di Ercole - Ercole cattura il toro di Creta
Ercole cattura il toro di Creta – pubblico dominio

Secondo la maggior parte delle versioni del mito, la settima fatica consisteva nel catturare un toro che apparteneva al re Minosse di Creta e che era sacro al dio del mare Poseidone. 

Alcuni miti dicono che Minosse non voleva più il toro perché sua moglie se ne era innamorata e ne era rimasta incinta, dando così alla luce il famigerato e rinomato Minotauro, di cui tutti voi saprete sicuramente la storia. 

Secondo il mito, proprio per questa ragione, Ercole dovette faticare molto poco, in questo caso, e riuscì facilmente a catturare l’animale e a portarlo ad Euristeo. Secondo altre versioni del mito, invece, Ercole non lo cattura ma lo uccide. 

8 – Catturare le cavalle di Diomede. 

le 12 fatiche di Ercole - Ercole cattura le cavalle di Diomede
Ercole cattura le cavalle di Diomede – foto Di Luis García, CC BY-SA 3.0 – wikicommons

L’ottava fatica fu quella di catturare la cavalle mangiatrici di uomini di Diomede, re della Tracia. Secondo alcune versioni del mito, Ercole riuscì a tranquillizzarle e a catturarle dandogli in pasto lo stesso Diomede, mentre, secondo altri, uno stalliere. 

Inoltre, alcune versioni raccontano che, mentre tornava dal palazzo del re, Ercole si fermò a far visita ad uno suo amico, Admeto, la cui moglie Alcesti era morta da poco. Ercole, allora, si offrì di lottare contro la morte per l’anima di Alcesti e riuscì a restituirla al marito. 

9 – Rubare la cintura di Ippolita

Ercole affronta un'Amazzone
Ercole affronta un’Amazzone – pubblico dominio

Ippolita era la regina delle Amazzoni e possedeva una cintura, simbolo del suo diritto a governare, donatagli dal padre Ares. Quando Ercole arrivò alla corte delle Amazzoni, queste originariamente lo accolsero tranquillamente; ma poi Era, travestitasi da una di loro, le persuase che l’eroe era lì per rapire Ippolita e per renderle tutte schiave e da qui né nacque una lotta tra le Amazzoni e Ercole. 

Ora, secondo alcune versioni del mito, Ercole uccide Ippolita e prende la sua cintura; secondo altre versioni invece rapisce la di lei sorella e la riscatta ottenendo in cambio la cintura e poi se ne va. 

10 – Catturare il bestiame di Gerione

le 12 fatiche di Ercole - Gerione e il cane Otro
Gerione e il cane Otro – pubblico dominio

Durante la decima fatica Ercole ebbe numerosissime altre avventure collaterali, fra cui si annovera anche la costruzione casuale delle Colonne d’Ercole. La fatica in sé, comunque, consistette nel catturare la mandria di Gerione, un gigante con tre teste e tre corpi ma con un solo bacino. Il bestiame del gigante era controllato da lui stesso, dal cane Otro (che aveva due teste e la coda di serpente) e da Euristion, pastore figlio di Ares. Ercole, comunque, riuscì a sconfiggerli tutti con l’aiuto della sua mazza e a catturare la mandria. 

Tuttavia, alcune versioni del mito raccontano, inoltre, che, mentre portava il bestiame al re, Era mandò dei tafani a pungere le bestie per disperderle ed Ercole dovete radunarle di nuovo tutte. Fu allora che una principessa di nome Celitne vide l’eroe e se ne innamorò e, per convincerlo ad unirsi a lei, nascose le bestie dicendogli che gliele avrebbe ridate solo se avesse acconsentito ai suoi voleri. Così fece e dalla loro unione nacque Celto, capostipite dei Celti. Infine Ercole riuscì a riportare il bestiame ad Euristeo. 

11 – Prendere le Mele delle Esperidi

Le ninfe Esperidi vivevano in un giardino lontano dal mondo conosciuto in cui crescevano alberi che avevano delle mele d’oro, frutti sacri e protetti da Era, che aveva messo a guardia Ladone, un terribile drago con cento teste. 

Ercole nel giardino delle Esperidi
Ercole nel giardino delle Esperidi – foto Di Luis García, CC BY-SA 3.0

Ercole, per capire dove fosse esattamente il giardino, chiese consiglio a Nereo, il Vecchio del Mare, che glielo rivelò. Lungo la strada il nostro eroe incontrò il titano Prometeo, che si trovava legato ad una roccia come punizione per aver rubato il fuoco agli dei e averlo donato agli uomini. Zeus, oltre a legarlo lì, ogni giorno gli mandava un’aquila a mangiargli il fegato. Ercole lo liberò, uccidendo l’aquila, e questi, per ringraziarlo, gli disse che suo fratello, il titano Atlante, gli avrebbe indicato la giusta strada per il giardino. Proseguendo il cammino Ercole incontrò, quindi, Atlante, che nel frattempo era intento a sorreggere sulle sue spalle il peso dei Cieli come punizione da parte di Zeus per aver preso parte ad una guerra contro gli dei dell’Olimpo (Zeus era facile alle punizioni). Atlante, a quel punto, si offrì di prendere lui le mele al posto di Ercole, se questi avesse mantenuto i cieli in sua assenza. Ercole accettò e si fece aiutare dalla dea Atena mentre Atlante prendeva le mele. Una volta prese le mele e tornato da Ercole, però, il titano era riluttante e tornare al suo posto (mi pare giusto). Ercole, allora, lo ingannò chiedendogli di sostenere i cieli frattanto che lui si fosse procurato dei cuscini per le spalle (anche gli eroi soffrono la cervicale a quanto pare). Questi accettò e, una volta libero, Ercole prese le mele e se andò. Secondo altre versioni del mito Ercole soggioga il drago, dandogli un’erba inebriante e prende lui stesso le mele. 

12 – Catturare Cerbero

12 fatiche di Ercole - Ercole presenta Cerbero a Euristeo
Ercole presenta Cerbero a Euristeo – pubblico dominio

Come ultima fatica, Euristeo diede ad Ercole un’impresa che reputava impossibile: catturare Cerbero, il cane a tre teste che faceva la guardia agli inferi e portarlo da lui vivo. 

Fu così che Ercole si recò nell’Ade dove, fra una disavventura e l’altra (tra cui, ad esempio, liberare il cugino Teseo legato alla Sedia dell’Oblio), riuscì a persuadere Ade a permettergli di prendere Cerbero. Questi accettò, a patto che l’eroe lo avesse fatto senza armi. Ercole riuscì nell’intento e portò il cagnolino infernale da Euristeo. 

Gli esami non finiscono mai e nemmeno le fatiche

Espiati i suoi peccati portando a termine le 12 fatiche, Ercole voleva tornare alla sua vita e godersela in pace come meglio poteva. Non era dello stesso avviso Era, che continuò a perseguitarlo e a combinargli altri ulteriori, se non peggiori, guai e/o fatiche. Ma questa è un’altra storia! Per ora le nostre fatiche finiscono qui! 

Se vi è piaciuto l’articolo e se, fra le fatiche raccontate, ne trovate alcune che vengono citate nel film Disney, non esitate a dircelo nei commenti sui nostri canali social!! 

Alcune, infatti, come avete notato, ve le ho segnalate io, ma ho volutamente evitato di segnalare tutte quelle che compaiono, per lasciare a voi il divertimento di scoprirle! 

Fonti: