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Eternals e la vera Babilonia

Con il film “Eternals” i Marvel Studios si sono lanciati in una nuova prova: l’ambientazione storica. Intendiamoci, riferimenti a eventi passati c’erano già stati e lo stesso Capitan America si svolgeva durante la Seconda Guerra Mondiale, ma sono eventi relativamente recenti e noti. Questa volta invece la Marvel ha provato a spingersi decisamente molto indietro nel passato, peccato che spesso quando gli americani provano ad avventurarsi nella storia antica facciano degli arrosti incredibili.

E, dobbiamo ammetterlo, “Eternals” non è stato da meno. Non stiamo assolutamente né giudicando la bellezza del film, né la trama, né i personaggi o le prove attoriali, tutti dettagli che possono essere piaciuti o meno, ma su cui non entreremo in argomento. Quello che ci limitiamo a evidenziare è che, dal punto di vista storico, ci sono stati diversi scivoloni.

Quindi in questo articolo andremo a correggere questi errori e vedere com’era davvero la situazione storica di Babilonia nel 575 a.C. Questo però non tanto per il sadico gusto di infierire, quanto per il fatto che dagli errori si può sempre imparare e così noi ne approfittiamo per farlo.

Perciò facciamo un tuffo nel passato a scoprire l’antica Babilonia!

L’ambiente

Dopo lo scontro con i Devianti la sequenza successiva si apre con una panoramica di Babilonia e la data 575 a.C. Di per sé la ricostruzione della città è piuttosto scenica, ma lascia decisamente perplessi perché è circondata da montagne.

Difficile capire come gli sia venuto in mente di fare un simile paesaggio. Come sappiamo Babilonia si trova nella zona meridionale della Mesopotamia, l’area abbracciata dai fiumi fratelli Tigri e Eufrate, che si ricongiungono nello Shatt al-Arab per sfociare nel Golfo Persico. Il territorio babilonese è quindi una vasta piana alluvionale formata dal limo depositato dai due fiumi. Pertanto, dire che non si vedono monti all’orizzonte per chilometri non è un eufemismo.

Nel corso dei secoli il massimo di dislivello che si è formato in quella piana sono stati i tell o tepe, collinette artificiali createsi dall’erosione delle città costruite in crudo.

La piana di Babilonia con il sito archeologico
La piana di Babilonia con il sito archeologico – p.d.

Il Tigri e l’Eufrate nascono dall’altopiano anatolico e scendono giù con due differenti percorsi. Il Tigri ha un corso quasi dritto, rendendolo un fiume a carattere pressoché torrentizio, con un letto profondo, dalle piene rapide e improvvise. L’Eufrate invece fa un lungo giro e scorre talvolta a un livello pari al piano di campagna, uscendo spesso dal suo letto. Babilonia sorgeva proprio sulle sponde di quest’ultimo. Le piene dei due fiumi giungevano in primavera e, il più delle volte, erano eccessive per la loro portata irregolare. Così i popoli che abitavano la piana hanno imparato presto a controllare il regime delle acque arrivando a sviluppare sofisticate tecniche di irrigazione e una fitta rete di canali che distribuiva l’acqua dell’Eufrate e creava un’efficientissima rete di comunicazione.

Quindi la scena di Sersi che si china a creare l’acqua per aiutare i contadini a irrigare i campi serve letteralmente a far piovere sul bagnato.

Le affermazioni devianti degli Eterni

Quando gli Eterni si ritrovano in una sala di Babilonia e Phastos presenta le sue invenzioni, i presenti pronunciano due frasi che mi hanno fatta letteralmente saltare sulla sedia. Vediamole un po’.

La prima viene pronunciata da Druig ed è: “Insomma, hanno la ruota solo da mille anni”. L’altra viene detta da Phastos, dopo che i suoi compagni gli hanno bocciato il motore, ed è: “Signore e signori, vi presento l’aratro”. Quindi, secondo il film, la ruota sarebbe stata inventata nel 1575 a.C., mentre l’aratro nel 575 a.C. Proprio no.

Per essere chiari, l’invenzione della ruota risale circa al 5000 a.C., mentre quella dell’aratro al 3500 a.C. ca. (ci stiamo riferendo al continente Euroasiatico, l’America è storia a parte). Come dire, giusto qualche anno di differenza per due delle invenzioni fondamentali dello sviluppo della civiltà. Si tratta di un errore grave, perché significa non possedere alcuna percezione storica e cronologica, né reale volontà di informarsi sulla questione. Senza contare che viene trasmesso a un ampio pubblico che, se non ne è consapevole, si ritrova ad assimilare un’informazione errata. Non indugeremo oltre sulla questione, ma, a parer mio, in un film come “Eternals”, che vuole essere d’intrattenimento, ma dandosi un certo tono, un simile errore non è scusabile.

Il contesto storico – il regno Neobabilonese

Nel 575 a.C. Babilonia viveva il suo periodo di massimo splendore sotto i sovrani della dinastia caldea e fu il principale centro culturale della Mezzaluna Fertile. Nel Vicino Oriente, dopo un periodo di dominazione assira durato circa tre secoli, la nuova potenza della Media si alleò con Babilonia, che reclamava la sua indipendenza, e insieme posero fine all’Impero assiro espugnandone la capitale Assur nel 614 a.C.

Caduta l’ultima resistenza assira nel 610 a.C., i vincitori si spartirono i territori, assegnando a Babilonia la Mesopotamia, le montagne orientali e settentrionali ai Medi, mentre Siria e Palestina finirono sotto l’influenza dell’Egitto.

A guidare Babilonia in questa campagna era stato Nabopolassar (625-605 a.C.) a cui succedette il figlio Nabucodonosor II (604-562 a.C.) che espanse i confini della Babilonia fino alla Palestina. Vi è familiare? Ebbene sì, lui è proprio il re che dà il nome all’opera “Nabucco” di Giuseppe Verdi (1813-1901) e l’episodio è proprio quello della deportazione degli ebrei che fa cantare loro il celeberrimo “Va’ pensiero”.

Qui potete ascoltare il brano.

La città e la Porta di Ishtar

Babilonia era la città sacra al dio Marduk e i suoi giardini pensili erano considerati una delle sette meraviglie del mondo antico. Anche se la versione degli “Eternals” è abbastanza scenica, nella realtà era un’opera veramente spettacolare. L’Eufrate non scorreva al fianco della città come si vede nel film, ma nel mezzo, dividendola in due parti. Però la Marvel è stata brava perché ci ha messo il ponte, che effettivamente è il primo ponte fisso in muratura su un grande fiume che conosciamo in Mesopotamia.

Il quartiere sulla sinistra del fiume ospitava i principali centri religiosi e politici e su tutta la città dominava la ziqqurat Etemenanki.

Babilonia - ricostruzione della via delle processioni e della porta di Ishtar
Ricostruzione della via delle processioni e della porta di Ishtar (immagine da wikicommons)

Ma veniamo alle famose porte di Babilonia. In particolare, quella che gli Eterni non si curano di danneggiare è la Porta di Ishtar, mentre la strada acciottolata in mezzo al nulla su cui si muovono è la Via delle Processioni.

Ora, la Via delle Processioni era la strada più importante della città ed era lastricata prima in mattoni bitumati e poi in bianco calcare con ai lati due strisce di breccia rossa. Era larga 20-24 m e, negli ultimi 180 m prima della porta, correva tra due muri turriti, in mattoni smaltati, con almeno 60 leoni a rilievo per ogni lato, circondati da rosette.

La Porta di Ishtar invece era una doppia porta (perché le mura erano doppie) con ingresso ad alto arco tra torri, anch’essa in mattoni smaltati policromi, decorata con file alternate di tori e mushkhush, i draghi di Marduk, che, gialli e bianchi com’erano, spiccavano sullo sfondo blu della muratura.

Insomma, l’ideale per fare un ingresso trionfale. Parte della Porta di Ishtar è visibile al Pergamonmuseum di Berlino e anche solo quella serve a rendersi conto dello splendore originale.

La Porta di Ishtar al Pergamonmuseum
La Porta di Ishtar al Pergamonmuseum (immagine da wikicommons)

Gilgamesh ed Enkidu

Sempre nel fatidico scontro che apre la sequenza di Babilonia, gli Eterni combattono contro i Devianti. In particolare però l’ultimo, che viene sconfitto da Gilgamesh con un pugno ben assestato, viene chiamato Enkidu nel resoconto che fa successivamente Sprite.

Babilonia - lista del 2600 a.C. in cui compare il nome di Gilgamesh
Lista del 2600 a.C. in cui compare il nome di Gilgamesh (immagine da wikicommons)

Qui la Marvel si è presa una peculiare licenza poetica. Come sappiamo, tutti gli Eterni sono ispirati a dei e personaggi del mito vari e Gilgamesh non fa eccezione, ma lo stesso vale anche per Enkidu.

I due sono infatti i protagonisti del più antico poema epico della storia, l’Epopea di Gilgamesh. Questo racconto parla delle avventure del re di Uruk Gilgamesh e, soprattutto, del profondo legame che lo lega a Enkidu, suo unico pari.

Gilgamesh compare già in un elenco di nomi di divinità databile al 2600 a.C., ma la più antica versione scritta del mito, quella sumerica, risale a Ur III, cioè alla fine del III millennio a.C., mentre la versione in accadico alla metà del II millennio a.C. Quella canonica generalmente tramandata è stata redatta alla fine del II millennio a.C. ed è stata rinvenuta nella biblioteca di Assurbanipal di Ninive (regno 669-626 a.C.).

Raccontarvi tutta la storia sarebbe molto lungo, soprattutto per le diverse varianti presenti di cui tenere conto, ma sappiate che, nella versione babilonese, la prima e unica volta in cui Gilgamesh e Enkidu si scontrano, è Gilgamesh a finire atterrato!

Se volete saperne di più anche sulle altre ambientazioni storiche del film e se l’articolo vi è piaciuto, fatecelo sapere commentando qui o sui nostri canali social!

Fonti