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Disney e i pirati – differenza tra filibustieri, bucanieri e corsari

Se da piccola (e probabilmente anche ora, se non soffrissi il mal di mare) Uncino mi avesse chiesto di unirmi alla sua ciurma di pirati manigoldi, con tutta probabilità avrei accettato senza esitazione, in barba a Peter Pan. Lo dico senza molti rimpianti e solo Semola avrebbe avuto il potere di farmi cambiare idea, ma solo offrendomi un posto alla sua futura tavola rotonda, altrimenti l’affare sarebbe saltato comunque.

Mi avreste vista canticchiare la canzone dei pirati “che bella la vita che bella davver”, saltellando e ballando felice, sciabola alla mano. Ed è proprio da quella canzone “La vita dei pirati”, cantata dai pirati/ballerini provetti del nostro caro Capitan Uncino, che prendo spunto per l’argomento dell’articolo di oggi. Nella versione italiana di quella canzone (in quella originale il riferimento manca) vengono nominati più tipi di pirati, ovvero i filibustieri, i bucanieri e i corsari. Queste tre parole spesso sono usate come sinonimo per indicare, in maniera generica, i leggendari predoni del mare, in realtà si tratta di tipi di pirati con caratteristiche diverse tra loro; nel caso dei corsari, come vedremo, molto significative. 

Ma di che tipo di caratteristiche stiamo parlando?? Chi erano, ad esempio, i bucanieri e perché si chiamavano così? Ebbene oggi, vi porto a bordo della Jolly Roger e, insieme alla ciurma di Uncino, cerchiamo di capire proprio la differenza tra questi vari tipi di ladroni marini, cercando di scoprire le loro origini storiche. 

Quindi, come sempre, preparate le vostre “vesti più sontuose” (cit.) e saltate a bordo della nave di Uncino con me! 

I pirati

filibustieri, bucanieri, corsari: iscrizione che raffigura Ramesse III vittorioso sui Popoli del mare
Iscrizione che raffigura Ramesse III vittorioso sui Popoli del mare – p.d.

Iniziamo partendo dal termine “pirata”. Questa parola, com’è facilmente intuibile, è il sostantivo con cui si indica, in maniera generale, la figura del predone del mare. La parola deriva dal latino ‘pirata’ e dal greco ‘πειρατής’ (peirates) che significa <<brigante>> e che deriva a sua volta da πειράω (peirao) che significa «tentare, assaltare». 

Quando parliamo di pirati la nostra immaginazione vola dritta all’età dell’oro della pirateria, che si ebbe fra il XVII e il XVIII secolo. In sostanza, quella rappresentata maggiormente sia a livello letterario che cinematografico, vedi Jack Sparrow e compagnia.

Tuttavia, la pirateria è un fenomeno molto antico e, come abbiamo visto, è l’origine stessa della parola a rivelarlo. Infatti, già ai tempi degli Egizi, dei Fenici, dei Greci e dei Romani, i pirati solcavano le onde del Mar Mediterraneo minacciando le navi. 

Per darvi un’idea di quanto antico è il fenomeno, vi basti pensare che uno dei gruppi di pirati più antico della storia, i cosiddetti “Popoli del mare”, come sono stati in seguito definiti dagli studiosi, risale addirittura al XIII secolo a.C. (quasi 1300 anni prima della nascita di Gesù per intenderci). 

Sostanzialmente si trattava di una sorta di confederazione di popoli di varie etnie, che solcarono le acque del Mar Mediterraneo durante quel periodo e che, distrutto l’impero ittita, nella regione dell’Anatolia, tentarono di invadere l’Egitto, ma vennero sconfitti dai faraoni egizi Ramesse II e Ramesse III. Ancora oggi gli studiosi sanno molto poco su di loro, chi fossero veramente e da dove provenissero, ma la cosa certa è che furono proprio loro a porre le basi per la pirateria successiva nel Mar Mediterraneo. 

Insomma, anche se Jack Sparrow e Capitan Uncino restano i nostri pirati preferiti, i loro progenitori e antenati hanno radici molto molto antiche. 

Ad ogni modo, anche oggi il fenomeno della pirateria è abbastanza frequente, come ovvio molto più tecnologicamente avanzato e, soprattutto, molto meno, o praticamente per nulla, affascinante di quello antico. Le aree maggiormente colpite dalla pirateria oggi sono i mari di Indonesia, Malaysia, Thailandia, Nigeria e in generale l’Oceano Indiano. 

I filibustieri

Differenza tra filibustieri e bucanieri

Piccola premessa, ad oggi i filibustieri e i bucanieri sono praticamente la stessa cosa. Molto spesso, anche nei libri di storia (quindi non semplicemente nel linguaggio comune), i due termini vengono usati per indicare lo stesso tipo di pirata.

Tuttavia, in principio c’era una differenza tra i filibustieri e i bucanieri, innanzitutto, come vedremo, nell’origine dei due termini, che è del tutto diversa. Inoltre, i bucanieri erano pirati che, inizialmente, operavano nell’entroterra; diversamente dai filibustieri che invece operavano nel Mar dei Caraibi.

L’origine del nome, la filibusta e i “Fratelli della Costa”

Cattura del pirata Barbanera
Cattura del pirata Barbanera di Jean Leon Gerome Ferris – p.d.

La parola filibustiere deriva dall’olandese ‘vrijbuiter’ e dall’inglese ‘freebooter’, mal pronunciato dagli spagnoli che lo fecero diventare ‘filibustero’. Il termine significa <<fare bottino liberamente>>. Era una parola usata nel 17° secolo per indicare i pirati, per lo più francesi, inglesi e olandesi che, dopo la sconfitta dei bucanieri e la loro cacciata da alcune isole delle Piccole Antille, occuparono Aruba, Bonaire, Tortuga e altre isole nel Golfo del Messico, continuando la guerra piratesca che si svolgeva in quelle zone. Il loro nome deriva anche dall’associazione della filibusta, conosciuta anche come filibusteria: ossia un’associazione in cui convergevano pirati di vario genere, anche corsari e bucanieri, che depredavano i galeoni spagnoli e i vascelli portoghesi che solcavano i mari delle isole dei Caraibi. 

Proprio qui posero le loro basi, precisamente su isole come quella di Saint Kitts, Santo Domingo e quella che è probabilmente la più famosa e narrata di tutte: l’isola di Tortuga, al largo della costa settentrionale di Haiti di fronte alla città di Port-de-Paix. 

Veduta di Tortuga
Veduta di Tortuga nel 17° sec. – p.d.

Questo gruppo di pirati era anche conosciuto con il nome di “Fratelli della Costa”. Avevano una vera e propria organizzazione interna, fatta di norme, talvolta anche severe, su come ripartire le prede e i bottini. Avevano inoltre una loro bandiera e vari capi diversi. 

Insomma, Jack Sparrow e compagnia, nonché tutti i pirati che siete soliti immaginare nei vostri sogni e racconti d’infanzia, sono proprio questi pirati qui. 

I bucanieri

filibustieri, bucanieri, corsari: rappresentazione del bucaniere
Rappresentazione del bucaniere, Howard Pyle – p.d.

Il termine bucaniere deriva dal francese ‘boucanier’ che deriva a sua volta del termine ‘boucan’ che era uno strumento che serviva per affumicare la carne. Il termine fu dato loro proprio perché erano soliti usare questo strumento, una sorta di griglia fatta di pali, per affumicare la carne degli animali all’aria aperta. Inizialmente, infatti, i bucanieri erano sostanzialmente piantatori e cacciatori di buoi selvaggi nelle Antille, a Santo Domingo e ad Haiti, dove si erano accampati illegalmente. Proprio la vendita della carne e delle pelli era, inizialmente, il loro mestiere e la loro fonte principale di reddito. Spesso avevano a che fare con i contrabbandieri che operavano in quelle zone; per questo motivo le loro operazioni, spesso, si confondevano con quelle di questi ultimi. Successivamente, dato che gli spagnoli davano la caccia proprio a questi contrabbandieri, anche i bucanieri si armarono, entrarono in lotta con la Spagna, a volte anche favoriti dai proprio governi d’origine (diventando, quindi, corsari, come vedremo a breve) e pian piano si organizzarono confluendo, successivamente, in organizzazioni come quella della filibusta. Anche loro erano principalmente di origine inglese, olandese e francese e avevano basi in varie zone, oltre alla già citata Tortuga, anche a Port Royal, Petit Goave e altri. Per questo motivo si tende ancora oggi a confondere i termini e usarli come sinonimi. La loro origine era diversa, ma alla fine finivano per operare insieme negli stessi luoghi e per gli stessi scopi. 

I corsari

filibustieri, bucanieri corsari: sepoltura del corsaro Sir Francis Drake
Sepoltura del corsaro Sir Francis Drake, Thomas Davidson – p.d.

C’è una scena riguardante i corsari in Peter Pan, che ogni volta mi fa letteralmente sbellicare della risate. È quella in cui il pirata con la fisarmonica canta, stonatamente, una canzone che fa così: 

“Oh chi fa il pirata ne può gongolar, non c’è vita miglior. Ma godila in fretta giacché per disdetta non campa poi molto il corsar, il corsaaaar…”

E finisce sparato da Capitan Uncino che, evidentemente, non tollera molto le sue “doti” musicali. 

Ebbene chi erano i corsari che, secondo il film, non campavano molto?

In sostanza i corsari erano pirati “legalizzati”, ovvero autorizzati dallo stato. Si trattava di capitani di navi armate e incaricate, dai vari stati per cui lavoravano, di attaccare navi a loro nemiche, spesso navi mercantili. I corsari venivano autorizzati tramite delle speciali “lettere di corsa” da cui deriva, appunto, il termine “corsaro”. Le guerre da loro condotte erano chiamate, quindi, “guerre di corsa”. In breve due stati in guerra usavano i corsari per attaccare e depredare le navi nemiche, spesso per ostacolarne il commercio. Spesso, tuttavia, era molto difficile limitare entro specifici termini legali le attività che venivano loro commissionate, ragion per cui diventava difficile distinguerli anche da altri tipi di pirati, come i succitati filibustieri o bucanieri.

La pratica di usare corsari ebbe origine nel 12° secolo e durò fino al 19° secolo. 

Uno dei corsari, senza dubbio, più famosi di tutti i tempi fu Sir Francis Drake, al servizio di Elisabetta I d’Inghilterra. Divenne uno dei marinai più famosi dell’era elisabettiana e diventò ricchissimo razziando e saccheggiando le colonie spagnole. Inutile dire che le sue numerose imprese hanno fatto nascere una quantità innumerevole di leggende e misteri che lo riguardano e di una di queste ve ne abbiamo parlato qui a proposito delle leggende e dei miti riguardanti le streghe del mare. 

Detto questo, siamo giunti alla fine di questo nostro piccolo excursus a bordo delle navi pirata. In futuro, però, mi riservo la possibilità di allargare i nostri orizzonti pirateschi con nuovi articoli. Intanto, però, come sempre, se l’articolo vi è piaciuto fatecelo sapere convivendolo o commentando sui nostri canali social! 

Fonti: