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C’era una volta – 5 versioni della fiaba di Aladdin in giro per il mondo

“Nella capitale di un regno della Cina, ricchissimo e molto esteso, il nome del quale ora non ricordo, viveva un sarto che si chiamava Mustafà, senz’altra distinzione se non quella che gli dava la sua professione. Il sarto Mustafà era molto povero e il suo lavoro gli procurava appena quanto era necessario per mantenere se stesso, sua moglie e un figlio che il cielo gli aveva dato. Il figlio, che si chiamava Aladino, era stato allevato con trascuratezza ed era un monellaccio.”

Questo è l’incipit di quella che è, senza dubbio, una delle fiabe più note della famosissima raccolta di racconti “Le mille e una notte”. La fiaba, lo avrete già capito, è “Aladino e la lampada meravigliosa”, e se vi state chiedendo cosa c’entra la Cina, beh, dovrete leggere l’articolo per avere una risposta. 

È proprio a questa fiaba che l’amatissimo classico disneyano “Aladdin” si ispira; ed è proprio di questa fiaba che vi parlerò oggi, riprendendo una rubrica iniziata qualche mese fa: “C’era una volta”

Per chi non lo sapesse, in questa rubrica analizzo, non solo, la fiaba originale a cui il classico Disney si ispira; ma vado a rispolverare anche altre versioni della stessa fiaba in giro per il mondo. Ogni fiaba, infatti, spesso, ha una miriade di versioni diverse; e quella a cui si ispira il classico è solo una, in un mare di varianti. Un esempio lampante è quella di Cenerentola, di cui vi ho parlato nel primo articolo della rubrica, che potete trovare qui. Recentemente, inoltre, ho analizzato anche le varianti de “La bella e la bestia”, se vi incuriosisce potete trovarlo qui.

Oggi, quindi, è la volta di Aladdin e, come vedrete, il leitmotiv usato nella fiaba originale, “Aladino e la lampada meravigliosa”, è stato poi ripreso varie altre volte in molte altre fiabe. 

Quando parlo di leitmotiv intendo il motivo conduttore di base, ricorrente in molte fiabe, e che ha permesso agli studiosi, nel corso del tempo, di classificare e di trovare, ad esempio, circa 700 versioni diverse della fiaba di Cenerentola nel mondo. 

Lo stesso vale per Aladdin, anche se, in questo caso, la fiaba di Aladdin è molto più “recente” rispetto a quella di Cenerentola e quindi le versioni trovate, a parte l’originale, sono minori. 

Oggi vi espongo 2 versioni (senza contare l’originale) che hanno motivi uguali o simili a quella di Aladdin e che quindi possiamo, a tutti gli effetti, considerare delle “varianti” nel multiverso di Aladdin. Per parlare in stile Marvel. 

Quindi, salite sul tappeto volante con me e Aladdin e immergiamoci nelle favolose notti d’Oriente delle mille e una notte! 

Le mille e una notte

Versioni della fiaba di Aladdin - le mille e una notte frontespizio
Frontespizio di una versione a fumetti dell’opera “Le mille e una notte” – p.d.

Come detto, la versione originale della storia di Aladino è quella che compare nella celebre raccolta di racconti “Le mille e una notte”. Prima di andare avanti, quindi, tocca dire qualche cosa in più proprio riguardo questa celebre opera antica. 

Si tratta di una serie di racconti ambientati in vari paesi orientali, scritti e raccolti nel corso dei secoli da vari autori, la cui origine primaria pare risalire al X secolo d.C. 

Senza dilungarci troppo, vi basti sapere che in Europa l’opera divenne famosa ad inizio 18° secolo, grazie alla traduzione dell’orientalista e archeologo francese Antoine Galland. Fu proprio grazie alla sua traduzione che l’opera ebbe un così largo seguito prima in Francia e poi nel resto dell’Occidente. 

‘Aladino e la lampada meravigliosa’, come detto, quindi, fa parte proprio di questa raccolta. Tuttavia c’è un però. 

Antonine Galland
Antonine Galland – p.d.

Secondo le fonti, alcune delle storie più famose della raccolta, fra cui Aladino appunto, ma anche la famosa storia di “Ali Babà e i 40 ladroni” o quella di “Simbad il marinaio”, non fanno parte della raccolta originale. Fu Galland stesso ad aggiungere questi tre racconti alla raccolta. Ne deriva, quindi, che Aladino e gli altri sono delle aggiunte ‘europee’ alla celebre opera orientale. Non per niente, infatti, molti studiosi orientali, ancora oggi, non li considerano ‘originali’, proprio perché fu Galland, un europeo, ad aggiungerle. Caso ha poi voluto che in Occidente divenissero famosi, più di tutti, proprio questi tre racconti. 

Ma da dove li prese Galland?? Di sicuro non se li inventò. Galland, infatti, oltre che orientalista, arabista e archeologo, era anche un grande viaggiatore. Fu proprio durante questi viaggi che apprese queste storie da un cristiano maronita di nome Hanna Dyab, originario della città di Aleppo, in Siria. Quest’ultimo raccontò a Galland ben 15 storie, fra qui le tre succitate, che poi Galland aggiunse alla sua traduzione occidentale della celebre opera orientale. 

La prima edizione de “Le mille e una notte”, edita da Galland, fu ad inizio 18° secolo. Sarà proprio questa prima edizione a diventare la base della diffusione dell’opera in tutto il resto dell’Occidente. Anche se Aladino e compagnia non fanno parte della raccolta originale orientale e sono un’aggiunta successiva, e nonostante la disputa continui, molti studiosi sono concordi, oggi, nel considerarle, di diritto, opere originali de “Le mille e una notte”. 

1 – Aladino e la lampada meravigliosa, la fiaba originale e le differenze con il film

Aladino è cinese e non arabo

Versioni della fiaba di Aladdin - Aladino trova la lampada
Aladino trova la lampada – illustrazione di Rene Bull del 1898 – p.d.

Fatta questa dovuta premessa, com’è il racconto originale di Aladino a cui si ispira il celebre classico?? Va detto che, per quanto ovviamente il leitmotiv di fondo sia quello, di differenze sostanziali con il classico ce ne sono varie. A partire dal particolare che subito, più di tutti, salta all’occhio: Aladino, infatti, nel racconto è cinese e non di origine araba. Poiché la trama del racconto è davvero troppo lunga da raccontare qui, vi svelerò solo i dettagli più importanti che differiscono dal film, rimandandovi, a fine paragrafo, alla pagina dove potrete leggere il racconto per intero. 

Non è orfano di entrambi i genitori ma solo di padre

Innanzitutto Aladino, oltre ad essere cinese, non è orfano di entrambi i genitori ma solo di padre. Quest’ultimo, il sarto Mustafà, infatti, muore ad inizio racconto di crepacuore perché Aladino viene descritto come uno scavezzacollo, perdigiorno e fannullone, che non vuole combinare niente nella vita. Quest’ultimo dettaglio, tra l’altro, è un’altra differenza sostanziale. Nel film, Aladdin, infatti, viene descritto come un diamante allo stato grezzo, un puro di cuore. Nel racconto, come si sarà intuito, non lo è proprio per niente. La madre, comunque, è viva e vegeta e anche lei si dispera per il comportamento sconsiderato e pigro del figlio che, però, ama profondamente e che perdona di continuo. Della serie “Ogni scarrafon è bell a mamma soia” (dal dialetto: Ogni scarafaggio sembra bello alla propria madre). 

Ci sono due geni, non ci sono limiti ai desideri che può esprimere e ci sono 3 antagonisti diversi

Versioni della fiaba di Aladdin
Illustrazione da : Fairy tales from the Arabian nights. E. Dixon [ed.] J. D. Batten [ill.] New York : G.P. Putnam’s Sons. c.1915 – p.d.

Altra differenza sostanziale riguarda la lampada, il genio e i desideri. Innanzitutto ci sono due geni e non uno. Il primo genio viene fuori da un anello e il secondo dalla più nota lampada. Inoltre, Aladino non ha il limite dei 3 desideri, ma può chiedere tutto ciò che vuole. 

Ulteriore differenza molto importante sono gli antagonisti. Nel film c’è il solo ed unico Jafar; nel racconto Aladino deve vedersela con ben tre cattivi diversi. Jafar, probabilmente, è il sunto e l’unione dei tre del racconto. Il primo cattivo è un mago chiamato il Mago Africano, che si spaccia per il fratello del defunto Mustafà, e lo convince ad andare nella grotta per procurargli la lampada incriminata. È proprio questo cattivo che, tra l’altro, consegna (stupidamente direi) ad Aladino, l’anello magico con l’altro genio all’interno. Il secondo è il Gran Visir, con cui Aladino si scontra per amore della principessa. Questi, infatti, vorrebbe che la principessa sposasse suo figlio (e non lui come nel film).

Infine, arriva il terzo antagonista, ossia il fratello più cattivo del Mago Africano, che arriva a corte per vendicarsi del fratello (che nel frattempo, durante il corso della storia, saputi i successi di Aladino, torna per vendicarsi ma viene ucciso). 

La principessa si chiama Badr – al Budur e, inizialmente, è sposata con il figlio del Gran Visir

Altra differenza sostanziale riguarda la principessa. Nel racconto, innanzitutto, la principessa si chiama Badr al – Budur (decisamente più difficile da pronunciare di Jasmine). Aladino se ne innamora e tenta di conquistarla facendole dei doni, ma alla fine questa sposa il figlio del visir. Solo dopo una serie di peripezie Aladino riesce a sposarla. 

Queste sono le differenze più importanti, ma è inutile dire che la storia è davvero molto articolata. Potete leggerla per intero qui. 

Le varianti europee

Quella appena descritta è la fiaba originale di Aladino, tuttavia, come detto, le fiabe alla fine si somigliano un po’ tutte e i motivi di fondo sono gli stessi. Nel caso di Aladino il motivo principale è quello del ragazzo che trova un oggetto magico che esprime i desideri. 

Quindi, per curiosità, ho fatto una ricerca per capire quali sono le varianti di fiabe in cui si può trovare questo motivo. 

Ne ho trovate varie, ma quelle che seguono sono due delle più famose. 

2 – L’Aladino italiano – “L’anello magico” 

Versioni della fiaba di Aladdin - l'aladino italiano
Credits to: https://fiabe.fandom.com/it/wiki/L%27anello_magico_(Calvino)

La prima è una variante italiana, originaria del trentino, raccolta da Italo Calvino nel suo libro ‘Fiabe Italiane‘, e si intitola “L’anello magico.” 

In questa variante l’Aladino italiano ha, come quello originale, solo la madre, che lascia per andare in cerca di fortuna. Mentre è in viaggio riceve un anello magico da una vecchia, che aiuta per strada a portare due secchi d’acqua. Questa per ringraziarlo, oltre all’anello, che ha il potere di esprimere i desideri, gli regala anche un cane e un gatto (che in seguito lo aiuteranno facendo, quindi, la funzione del 2° genio). Come l’Aladino originale, anche questi si innamora di una ragazza, che vede affacciata alla finestra di un palazzo bellissimo, e tenta di conquistarla in ogni modo. Tuttavia, al contrario di Jasmine, dato che in Italia dobbiamo sempre farci riconoscere in quanto ad originalità, lei lo tradisce per impadronirsi dell’anello magico e si rivela essere la vera villain della situazione. Dopo una serie di peripezie il ragazzo riesce a mettere le cose a posto e a riprendersi l’anello, mentre la Jasmine perfida muore letteralmente di fame. Per leggere la storia per intero potete andare qui, la trovate al numero 42. 

3 – L’Aladino italiano 2 – “La lanterna magica”

Un’altra variante, sempre italiana, ma questa volta raccolta dal linguista e storico Antonio Tiraboschi, nell’opera “Fiabe bergamasche”, ha come titolo “La lanterna magica”. 

In questa versione, l’Aladino italiano è figlio di una tessitrice che, come nel caso della fiaba originale, si dispera perché il figlio è un perdigiorno, per giunta dalle mani bucate. Solo che, contrariamente alla madre dell’Aladino originale, questa qui pensa bene di cacciare di casa il figlio. A questo punto, il giovane incontra un mago che decide di prenderlo al suo servizio per un anno e, dopo un lungo cammino, lo conduce nella sua caverna. Qui, gli ordina di inoltrarsi all’interno, attraversare delle stalle e portargli indietro una lanterna che troverà. Gli pone, però, due condizioni: non dovrà ascoltare le voci che sentirà durante il tragitto e non dovrà scuotere per nessun motivo la lanterna. Ovviamente, inutile dire che, il ragazzo, per dispetto, scuote la lanterna da cui, subito, sente provenire una voce che gli chiede di esprimere un desiderio. Il giovane desidera, quindi, di tornare a casa dalla madre e, una volta lì, chiede alla lanterna di riempire tutta la casa di ricchezze. 

La storia procede con l’Aladino italiano spendaccione che decide di partecipare ad un torneo in città, dove il premio è la mano della principessa. Esprime il desiderio di trasformarsi in un cavaliere invincibile, vince il torneo e, dopo una serie di eventi, riesce a sposarla. Ovviamente, il mago raggirato torna in città e cerca di riprendersi la lanterna, riuscendoci. La storia a questo punto prosegue con tutta una serie di peripezie ed eventi davvero molto particolari. Ma lascio a voi la possibilità di scoprirne il seguito senza spoiler ulteriori. Potete leggerla per intero qui a pagina 35. 

4 – La luce azzurra, fiaba dei fratelli Grimm

Versioni della fiaba di Aladdin - La luce azzurra fiaba dei fratelli Grimm
Illustrazione da un libro di fiabe – p.d.

Una terza fiaba, che molti studiosi hanno trovato somigliante con i leitmotiv di Aladino, è quella dei fratelli Grimm “La luce azzurra”.

L’Aladino di questa versione non è un normale ragazzo ma un soldato che, un bel giorno, viene letteralmente scaricato e cacciato dal suo re perché ferito e, quindi, non più utile a nulla. Questi, disperato, vaga finché non giunge in un bosco, presso la casa di una strega a cui chiede alloggio per la notte. La strega lo accoglie, ma a patto che gli vanghi il giardino l’indomani. Senza dilungarmi troppo, vi basti sapere che, dopo una serie di avvenimenti, la strega chiede al soldato di scendere in un pozzo per recuperare una luce blu da riportarle indietro. Il soldato accetta ma, una volta recuperata la luce, si rende conto che la strega ha intenzione di lasciarlo intrappolato nel pozzo e prendersi la luce. A quel punto, decide di tenere per se la luce, ma la strega, di rimando, per vendicarsi, lo lascia effettivamente intrappolato lì. Disperato pensa di fumare un’ultima volta e, mentre usa la luce blu per accendere la sua pipa, gli appare un nano (in alcune versioni in italiano un omino nero) che, in questa versione, fa la funzione del genio. A questo punto, grazie al nano, il soldato prima esce fuori dal pozzo, poi si libera della strega e, infine, decide di vendicarsi del re. Ordina al nano di portargli la principessa, figlia del re, perché possa farne la sua serva, e così effettivamente accade. Dopo una serie di peripezie, comunque, i due ovviamente si sposano. Per sapere cosa accade nel mentre vi rimando alla versione integrale del racconto qui.

5 – “L’acciarino magico” di Hans Christian Andersen

Illustrazione della fiaba “L’acciarino magico” di Andersen – p.d.

Fra le varie fiabe che hanno lo stesso leitmotiv di Aladino vi è anche “L’acciarino magico”, del noto scrittore danese Hans Christian Andersen. Inizialmente non sapevo se inserirla o no però, durante le mie ricerche, mi sono resa conto che questa fiaba viene più volte paragonata, per somiglianze, ad Aladino (ed effettivamente i motivi ci sono). Inoltre, nell’indice dei racconti Aarne – Thompson, che si occupa di studiare proprio i motivi e i temi delle fiabe, questa qui è del tipo 562, lo stesso della fiaba “La luce azzurra”, citata poc’anzi. Ed effettivamente i temi, i caratteri e i personaggi si somigliano e si ripetono. 

L’acciarino magico venne pubblicato per la prima volta da Andersen nel 1835. Anche in questo caso Aladino è impersonato da un soldato e il personaggio dell’antagonista viene affidato ad una strega. I due si incontrano per strada e la strega dice al soldato che, se si calerà all’interno di un albero cavo (che fa la funzione di grotta delle meraviglie) troverà tre camere; ogni camera è custodita da un cane diverso, che si trova a guardia di un forziere. La strega chiede al soldato di portarle indietro solo l’acciarino, che troverà alla fine delle tre camere. Lei, in cambio, lo aiuterà a rendere mansueti i cani, così lui potrà prendere tutte le monete che vuole. 

Senza dilungarci troppo, vi basti sapere che, in questo caso, sono l’acciarino e i tre cani a rivestire la parte della lampada e del genio. Proprio grazie a loro il soldato riesce ad esprimere tutti i desideri che vuole e, ovviamente, anche in questo caso c’è di mezzo una principessa che il nostro “astuto errore” (ops… ho sbagliato citazione, scusate), intende sposare. Come sempre, però, lascio a voi la bellezza di leggere la fiaba per intero e scoprirne tutta la trama andando qui

Detto questo, siamo giunti, per ora, alla fine di questa piccola raccolta. Inutile dire che di varianti ce ne sono davvero molte altre e mi riprometto di ampliare la lista e raccontarvele prossimamente! 

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Fonti: