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In viaggio con Pixar: Cars e la Route 66 – la storia degli USA in una Strada

Attenzione ai lettori viaggiatori! È vivamente consigliato leggere l’articolo con un sottofondo musicale a scelta tra: 

Controindicazioni: qualsiasi colonna sonora sceglierete, se siete degli amanti del viaggio, del cinema e dei paesaggi epici, probabilmente la lettura dell’articolo, con la musica di sottofondo, vi farà venire voglia di partire (se già non l’avete costantemente).

In particolare, se scegliete la canzone numero 2 potreste cominciare a riflettere sulla vostra vita attuale e pensare che quell’idea che avevate tempo fa di fare il venditore di cocco su una spiaggia ai Caraibi, dopotutto non era una cattiva idea. Viaggiatori avvisati… buona lettura! 

Cars e la storia americana

Non è stato sempre così […] 40 anni fa quell’autostrada laggiù non esisteva. A quei tempi le auto attraversavano il paese in modo del tutto diverso. […] La strada non era diritta come l’autostrada ora, seguiva il paesaggio sai.. saliva, scendeva, curvava…Allora il bello non era arrivare, allora il bello era viaggiare.

Saetta: e poi che è successo? 

Sally: Hanno tagliato fuori la città per far risparmiare 10 minuti. 

Questa è la breve storia della Route 66 che Sally racconta a Saetta mentre guardano il panorama sottostante della Ornament Valley (riferimento alla Monument Valley) e dell’antica Route 66, la Strada per eccellenza americana, colei che incarna, in un semplice misto di asfalto e paesaggi, l’immaginario collettivo, la storia del cinema e, infine, un pezzo di storia dell’America. Non a caso la Route 66 viene chiamata ancora oggi dagli americani come la Main Road of America (Strada Principale) o anche “ la strada madre”; perché fu proprio grazie alla sua costruzione che molti posti degli USA conobbero la prosperità.

Cars storia Route 66
Foto credits: Sandor Flammia

Gli artisti Pixar in “Cars” hanno saputo cogliere, in maniera sottile e impattante al tempo stesso, esattamente questo. Ed è proprio di lei e della sua storia che abbiamo deciso di parlarvi oggi… quindi allacciate le cinture perché si parte per un viaggio on the road nella storia!

The Main Road of America – La strada madre

….it winds from Chicago to LA

More than two thousands miles all the way

Get your kicks on Route 66

Well it goes to St. Louis

Down to Missouri

Oklahoma City looks oh so pretty

You’ll see Amarillo

Gallup, New Mexico

Flagstaff, Arizona

Don’t forget Wynonna Kingman,

Barstow, San Bernardino”

Cars storia Route 66
Foto Credits: Sandor Flammia

Lo dice la canzone stessa, La Route 66, la madre di tutte le strade americane, partiva da Chicago in Illinois e attraversava numerosi stati come il Missouri, il Kansas, l’Oklahoma, il Texas, il New Mexico, e arrivava fino in Arizona e in California, più precisamente a Los Angeles, a Santa Monica, vicino la spiaggia. 

Fu costruita nel 1926, in un periodo in cui l’automobile come mezzo di locomozione si avviava a diventare un mezzo molto popolare tanto negli States, come nel resto del mondo, ed era, inoltre, una delle prime e più importanti strade federali. 

Attraversava il paese da una parte all’altra, ma, cosa più importante di tutte, connetteva moltissime aree rurali che prima non avevano accesso ad altre strade nazionali. 

Sapete cosa significava tutto questo?? Futuro e ampliamento di possibilità. 

Quella strada per moltissima gente significò l’ampliarsi di possibilità lavorative, la possibilità di costruirsi un futuro diverso e la ricerca di una vita nuova e migliore. In particolare, durante gli anni della Grande Depressione, quando moltissime persone avevano perso il lavoro, attraversare quella strada significava avere una seconda chance di afferrare il proprio futuro per i capelli prima che scappasse via – “road to opportunity”.

In poche parole, quella strada connetteva non solo i luoghi, ma anche le persone e le portava dal passato al futuro e, nell’immaginario collettivo, questo sarà ciò che ne determinerà l’immensa popolarità di cui ancora oggi gode.

Route 66
foto credits: Sandor Flammia

Il tutto condito da paesaggi (si pensi ai deserti dell’Arizona, la Monument Valley, il Meteor Crater e così via) che l’aiuteranno a diventare attrice principale di moltissimi film, che entreranno a far parte della storia del cinema americano.

La seconda guerra mondiale e il declino

La strada fu di vitale importanza anche durante la guerra, quando divenne la principale via per il rifornimento delle unità militari impegnate nel sud Pacifico, di stanza a San Diego, che ricevevano rifornimenti dalla zona dei grandi laghi, Chicago e Detroit. 

Dopo la guerra continuò ad essere percorsa da milioni di persone che volevano stabilirsi da Est a Ovest. Fu proprio in quel periodo che venne scritta anche una canzone, rilasciata nel 1946, “Get your kicks on Route 66”, che contribuì a renderla icona pop della cultura internazionale e di cui avete letto i versi poco fa. Inizialmente cantata da Nat King Cole, venne poi incisa in numerose altre versioni, tra cui quella di Chuck Berry, la cui versione fa parte anche della colonna sonora di Cars (che probabilmente avete scelto di ascoltare ad inizio articolo).

Tuttavia, dopo la guerra, ad un certo punto ebbe un declino, causato da un evento che ne segnò inevitabilmente il destino, come ben ci racconta anche Sally ad un certo punto. 

Il presidente allora in carica, Dwight D. Eisenhower, impressionato dall’efficienza delle autostrade tedesche che aveva avuto modo di vedere durante la guerra, comprese quanto fosse importante per la difesa e il funzionamento del paese avere delle strade di un certo livello. 

Purtroppo questo, connesso all’altissimo livello di produzione automobilistica e all’enorme sviluppo economico, fece sì che il traffico aumentasse a dismisura su di una strada che, di fatto, non era capace di poter contenere una mole tale di veicoli e questo ne segnò inevitabilmente il declino. Nel 1956, infatti, venne varata una legge federale, voluta proprio da Eisenhower, che decretò il rifacimento delle vecchie strade federali che vennero trasformate in nuove e più moderne autostrade a più corsie, proprio come ci racconta Sally. 

Questo purtroppo, anche se fu di grande aiuto per la viabilità, fu una condanna per le strade come la Route 66 e, di conseguenza, per le piccole comunità che si trovavano lungo quelle vie e che, come Radiator Spring, divennero delle città fantasma sospese nel ricordo di un tempo che sembrava essere soffiato via di colpo e nell’attesa che quello stesso vento tornasse a soffiare di nuovo. 

La rinascita

Per chi non lo sapesse la Route 66 ad oggi è l’unica strada al mondo ad essere considerata “monumento nazionale” e, di fatto dal 1994, è sotto l’amministrazione federale dei parchi nazionali che ancora oggi si occupa di promuoverne l’importanza in qualità di “monumento storico”.
Com’è arrivata a questo punto?? Negli anni successivi al suo declino è entrata pian piano a far parte della cultura di massa a dei livelli sempre più alti. Tra cinema e canzoni, le venne dedicato anche un serial televisivo, Route 66 con Marin Milner e George Maharis, dove due giovani, a bordo di una Chevloret Corvette, percorrevano la strada incontrando avventure ed eventi di vario tipo. 

foto presa da wikicommons

Nonostante fosse stata rimpiazzata, la Route 66 ormai era entrata talmente tanto nel cuore e nell’immaginario del paese ch,e a metà anni ’90, venne fondata la National Historic Route 66 Federation che ha proprio lo scopo di valorizzare e contribuire a mantenere vivo il valore storico e culturale di questa strada. 

“Allora il bello non era arrivare, allora il bello era viaggiare.”

È fuor di dubbio il fatto che la piccola comunità di Radiator Spring riesca a comunicare in maniera incredibile tutti i sentimenti e l’immaginario che la Route 66 ha significato e significa tutt’oggi per moltissime persone che la percorrono. 

A volte non ci si rende conto di quanto siano delle cose apparentemente molto banali e scontate come una strada, un ponte o un treno, ad essere, soprattutto per alcuni, i soli veicoli possibili per il raggiungimento delle proprie possibilità e del proprio futuro. 

Il fatto che la Route 66 sia ancora oggi il sogno di molti viaggiatori, anche stranieri, è l’emblema di come siano queste le cose che di fatto sono di fondamentale importanza nella società e, di conseguenza, nella vita della gente. 

La Route 66, attraversando panorami di un intero paese, dava la possibilità alle persone di fare un salto dal passato al futuro; per molti di questi la strada stessa divenne il futuro perché tanti furono i posti turistici che sorsero e che ancora oggi si possono incontrare lungo quella via. 

Route 66
foto credits: Sandor Flammia

Tutto ciò dovrebbe farci riflettere su cosa siamo e soprattutto su cosa abbiamo. Se pensiamo che una strada asfaltata, costruita ad inizio ‘900, ha avuto risonanza nella mente della gente al punto tale da diventare fonte d’ispirazione ancora oggi, cosa potrebbe mai diventare la via Appia costruita dai romani secoli e secoli fa, da loro ritenuta la “regina delle strade”, e che connetteva Roma ad uno dei più importanti porti commerciali dell’epoca? 

Ma questa è un’altra storia. 

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Fonti: