Ade – le origini mitologiche del dio dell’Oltretomba e i miti che hanno ispirato l’Ade Disneyano
Ripercorriamo la storia delle origini del dio degli inferi greco e della dea Era, a cui in parte l’Ade del film si ispira
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“ Ehi ragazzi… l’Olimpo sarebbe per di là.”
Non vi è alcun dubbio che Ade sia uno dei cattivi disneyani meglio riusciti e fra i più originali che la casa di Topolino abbia mai prodotto.
Il dio dell’Oltretomba disneyano, infatti, risulta tanto divertente nei modi di fare e di agire che alla fine, nonostante tutto, non si può non simpatizzare un po’ per lui. Tutta la faccenda della conquista dell’Olimpo passa in secondo piano di fronte ai maldestri tentavi di far fuori Hercules e da cui esce fuori arrabbiandosi sì, ma sempre tentando, invano, di mantenere la calma.
Insomma tutto sommato, un po’ ci somiglia (o almeno somiglia a me XD): quando ci troviamo davanti situazioni e persone che non tolleriamo e ci fanno perdere la pazienza (vedi scene di Pena e Panico) ma contro cui tentiamo in tutte le maniere possibili di mantenere la calma, e proprio come Ade continuiamo a ripeterci stile mantra: “D’accordo sono calmo, sto bene” salvo sapere benissimo che non è così e che potremmo tranquillamente strozzare il primo che capita a tiro. Insomma, ognuno di noi nella vita ha dei momenti Ade Style e questo rende il dio dei morti più umano e meno divino di quello che si possa pensare.
Tuttavia, bisogna precisare una cosa. Come vedrete andando avanti nella lettura, per molti aspetti, l’Ade mitologico era abbastanza diverso dall’Ade dipinto nel film. Questo perché, in realtà, negli antichi miti la vera nemica di Ercole era la dea Era. Alcune cose che l’Ade disneyano fa nel film, come mandare Pena e Panico sotto forma di serpenti a fare fuori il baby Ercole, infatti, si rifanno alle magagne architettate da Era e non da Ade. Quest’ultimo, ad onor del vero, con Ercole aveva ben poco a che fare. Perché allora scegliere Ade e non Era? Evidentemente, da un punto di vista del racconto, era più adatto e sicuramente più scenografico, trattandosi del dio degli inferi. Per essere precisi e pignoli, però, ho deciso di raccontarvi qualche notizia in più anche su Era, la vera nemica di Ercole nella mitologia.
Detto questo, quindi, com’era l’Ade della mitologia greca e quali sono i miti e le leggende che parlano di lui? E quelli che parlano di Era?
Proviamo a scoprirlo con il nostro articolo di oggi!
Ade: “l’Invisibile”
In Omero Ade viene definito “implacabile” e “indomabile”, proprio per sottolineare la sua natura di tutore supremo dell’ordine sul regno della morte. Proprio questo lo rendeva una divinità ineluttabile e temibile agli occhi del mondo.
Inoltre, il suo nome in greco significa “l’invisibile” ed infatti il suo regno, che prende il suo stesso nome (ossia l’Ade) era un regno perennemente avvolto nell’oscurità e nelle tenebre e Ade stesso usciva raramente da lì. Inoltre l’associazione all’invisibilità è dovuta anche al suo famoso elmo. Durante la Titanomachia, infatti, i ciclopi gli avevano donato un elmo che gli donava l’invisibilità ogni volta che lo indossava (lo avesse avuto il nostro Ade disneyano avrebbe avuto vita più facile).
Tuttavia Ade non aveva solo questo lato “oscuro” che lo rendeva temibile e a tratti odioso ad alcuni; era conosciuto anche in altre maniere decisamente opposte e più benevole. Per i romani, ad esempio, era noto come Plutone che significa “dispensatore di ricchezza” ed era spesso rappresentato con una cornucopia in mano. Questo è dovuto al fatto che, dimorando sottoterra, veniva visto anche come una divinità benefica che donava la ricchezza e fertilità alla terra favorendo il lavoro dei campi, la crescita della vegetazione, metalli preziosi nascosti nelle viscere della terra e così via.
Insomma aveva una specie di doppia vita: da una parte era una divinità temibile e oscura che regnava sulla morte e che bisognava temere e riverire; dall’altra poteva essere segno di speranza, grazie alla ricchezza e abbondanza che era in grado di dispensare vivendo sottoterra. Anche per questo motivo molti si rivolgevano a lui in vari modi durante i culti e oltre ai succitati “implacabile” e “indomabile” ve ne erano altri come: “l’illustre”, “il benevole” , “colui che accoglie molti ospiti ( i defunti)”, “il buon consigliere” o “il rinomato” giusto per citarne alcuni.
Insomma, Ade sapeva come farsi rispettare, in una maniera o in un’altra.
I miti che riguardano Ade
Fatte le dovute premesse, qual è la storia mitologica di questa divinità così particolare??
Ebbene, ciò che c’è da sapere su Ade è che era molto ligio al suo dovere di sovrano e padrone degli inferi e, contrariamente agli altri dei e dee che andavano gozzovigliando in giro per la terra in cerca di continue nuove emozioni, lui cercava di farsi bastare i brividi e le emozioni che già di per sé, sicuramente, il regno dell’Oltretomba gli procurava. Ecco perché i miti più famosi che lo riguardano e lo vedono protagonista sono essenzialmente due:
- la Titanomachia raccontata da Esiodo nella sua “Teogonia” e
- “L’Inno a Demetra” omerico in cui viene raccontato il famoso ratto di Persefone in cui Ade, per prender moglie, pensa bene di recarsi sulla terra e rapire la succitata donzella per farne la sua regina.
Ovviamente ci sono altre apparizioni del dio degli inferi ma, rispetto ai suoi fratelli e sorelle, non si scomponeva se non ce n’era assoluto bisogno.
La Titanomachia
“E Rea, congiunta a Crono, die’ a luce bellissimi figli, Istia, Demètra, ed Era, la Diva dall’aureo calzare,
Ade ch’à sotto la terra la casa, dall’animo forte,
cuore spietato, ed Enosigèo che profondo rimbomba,
e Giove, saggia mente, degli uomini padre e dei Numi, sotto il cui tuono tutta si scuote l’ampissima terra.” Teogonia – Esiodo (464-469)
La titanomachia altri non è che la lotta che Zeus e gli altri dei dell’Olimpo dovettero combattere contro i Titani per la conquista del trono celeste e che viene narrata dal poeta Esiodo nella “Teogonia”.
Ade, Zeus, Poseidone, Demetra, Era ed Estia erano figli dei titani Crono e Rea. Il padre Crono, per paura che i figli lo spodestassero, li ingoiava alla nascita. Questo finché l’ultimo genito Zeus non venne salvato di nascosto dalla madre che ingannò il marito facendogli mangiare un macigno avvolto nelle fasce al posto del piccolo. Fu così che Zeus, una volta cresciuto, lontano dal padre, riuscì attraverso uno stratagemma a salvare i suoi fratelli costringendo il padre a risputarli tutti e questi uscirono fuori illesi e ormai già adulti. È a questo punto che ebbe inizio la Titanomachia a cui presero parte, fra gli altri, anche Titani e Giganti da una parte e dall’altra Zeus e i suoi fratelli e sorelle aiutati dai Ciclopi e dai Ecatonchiri, degli enormi mostri dalle centro braccia. La guerra durò 10 luoghi anni finché Zeus e compagnia non riuscirono finalmente a sconfiggere i Titani rinchiudendoli nel Tartaro al centro della Terra.
Durante questa guerra Ade ricevette in dono il succitato elmo dell’invisibilità dai Ciclopi. Fu proprio grazie a quell’elmo che riuscì ad introdursi, in segreto, nella dimora di Crono per rubargli le armi. Così, mentre Poseidone minacciava il padre disarmato con il tridente, Zeus riuscì a colpirlo con la folgore. Dopo la guerra avvenne la spartizione dei vari regni fra i fratelli e ad Ade andò il regno degli inferi e la sovranità sul mondo dei morti.
L’inno a Demetra – il ratto di Persefone
“Attonita, ella protese le due mani insieme per cogliere il bel giocattolo: ma si aprì la terra dalle ampie strade
nella pianura di Nisa, e ne sorse il dio che molti uomini accoglie,
il figlio di Crono, che ha molti nomi, con le cavalle immortali. E afferrata la dea, sul suo carro d’oro, riluttante,
in lacrime, la trascinava via; ed ella gettava alte grida invocando il padre Cronide, eccelso e possente.” Inno a Demetra – Omero (15-21)
Altra conosciutissima vicenda che vede Ade protagonista (e una delle poche volte in cui lascia la sua oscura casa per andare sulla terra) è quella del rapimento di Persefone per farne la sua adorata mogliettina e regina.
La storia è raccontata (e accennata) in varie opere antiche ma viene poi approfondita nell’Inno a Demetra di Omero, una delle fonti letterarie più antiche in assoluto in cui si parla di Persefone e di sua madre Demetra.
Nell’Inno viene raccontato che Persefone viene rapita, mentre è con le sue amiche, le Ninfe figlie di Oceano, in giro per i prati a raccogliere fiori. Mentre è intenta a raccogliere un narciso la terra si apre e ne balza fuori Ade sul suo carro tirato da neri cavalli, la afferra e la porta con sé negli inferi per sposarla. La madre Demetra, accortasi del rapimento della sua adorata figlia, vaga disperata per nove giorni e nove notti alla sua ricerca e, allo scoccare del decimo giorno, finalmente viene a sapere la verità riguardo alle sorti di Persefone. A quel punto, colta dalla disperazione e dalla sofferenza rifiuta di parlare e di mangiare e il suo dolore ricade anche sugli uomini e sulla terra. Demetra, infatti, era la dea della natura e dei raccolti e a causa del suo dolore la terra smette di produrre, diventa incolta, provocando un inverno eterno.
A quel punto Zeus cerca di aggiustare le cose per placare l’ira e sofferenza di Demetra in modo da ristabilire l’ordine naturale. Il problema che si pone, però, è che Ade, nel frattempo, aveva fatto mangiare a Persefone un chicco di melagrana. Vi starete chiedendo che problema c’è? Ebbene, essendosi cibata del cibo dei morti, non le viene più consentito tornare con i vivi e di fatto diventa ormai la regina e divinità degli inferi. A questo punto, Zeus decide che, pur restando regina e compagna di Ade, deve però comunque tornare per una parte dell’anno sulla terra per vivere con la madre. Quindi, durante la primavera Persefone tornava presso la madre e all’arrivo dell’autunno scendeva nell’Oltretomba per stare con il marito.
Piccola curiosità disneyana: i fan più accaniti sicuramente ricorderanno che questa storia è già apparsa nei lavori della casa di Topolino. Vi è infatti una vecchia Silly Simphony del 1934 chiamata “La dea della Primavera” in cui viene raccontata esattamente questa storia!
Il lato umano dell’Ade disneyano
Sostanzialmente sono questi i due miti principali che vedono protagonista il temibile e dio dei morti. Tra gli altri si possono ricordare quelli narrati da Ovidio e che riguardano Menta e Leucé. Si narra che Ade si invaghì di Menta, una ninfa degli inferi, e Persefone gelosa la trasformò nella pianta della menta. Quello di Leucé è molto simile: in questo caso Ade si invaghisce di Leucé, ninfa figlia di Oceano, e Persefone la trasforma in un pioppo bianco.
Ciò detto, tornando al nostro Ade disneyano, cosa certa è che dall’Ade del mito ha ereditato tutta la parte riguardo l’essere una potente e temibile divinità sovrana indiscussa degli inferi. È altrettanto vero, però, che l’Ade disneyano come dicevo all’inizio, è decisamente più umano e simile a noi di quanto non sembri.
Fermatevi a pensare a tutte le volte che vi è capitato di aver a che fare con gente incompetente che vi faceva saltare sui nervi e siete stati costretti vostro malgrado a mantenere la calma. Pensando a ciò vi rendere conto di quanto il buon vecchio Ade sia, tutto sommato, molto più umano e comprensibile di quanto non appaia. Conquista dell’Olimpo a parte, s’intende.
Era, la vera nemica giurata di Ercole
Come avete visto, quindi, l’Ade mitologico, a parte rapire fanciulle e ninfe e spodestare il padre cannibale, di fatto non ha praticamente mai a che fare con Ercole.
La vera nemica di quest’ultimo, nel mito, è la dea Era. Molto dell’odio e delle malefatte dell’Ade disneyano si ispirano proprio alla sua storia. Non potevo, quindi, non raccontarvi qualche notizia in più anche su di lei.
Era, per i romani Giunone, era una delle divinità più importanti dell’Olimpo greco, nonché la massima divinità femminile dell’intero Pantheon.
Come già accennato sopra nel parlare della Titanomachia, era anche lei figlia di Crono e Rea e anche lei fu ingoiata dal padre alla nascita finché, come spiegato, Zeus non riuscì a risolvere la cosa.
Il suo ruolo divino era principalmente duplice. Da una parte era consorte (e sorella) di Zeus, quindi veniva venerata in quanto regina e madre di tutti gli dei. Secondariamente era venerata anche come dea del matrimonio, della vita della donna in generale, nonché protettrice delle partorienti. Gli studiosi sono incerti sull’origine e sul significato del suo nome. Secondo alcuni pare possa derivare da “hora” che significa stagione. Secondo altri pare significhi “pronta per il matrimonio”, o anche “giovenca”, o ancora “grande dea madre”, oppure “signora”. Ciò che è certo è che il suo culto era molto importante in tutto il mondo antico e ha un ruolo significativo nella letteratura e nei miti greci.
Ciò detto, quindi, è ovvio che avesse siti e templi a lei dedicati in molti luoghi dell’antichità. Primo fra tutti la città di Argo, di cui era protettrice, tanto da essere chiamata anche “Era di Argo”. Aveva però templi importanti anche altrove come, ad esempio, ad Olimpia, Tirinto o sull’isola di Samo, solo per citarne alcuni.
Essendo una figura di spicco, quindi, anche nell’arte è stata rappresentata più volte, talvolta seduta su un trono, altre indossando una corona e uno scettro. Altre con in mano il melograno, simbolo di fertilità. E in varie altre maniere.
I miti che riguardano Era
I miti e la letteratura in cui Era compare sono davvero tanti, a testimonianza della sua grande importanza. Sarebbe quindi troppo lungo citarli tutti. Vi basti sapere che le opere maggiori e più famose in cui si racconta di lei sono l’”Iliade” di Omero e la succitata “Teogonia” di Esiodo. Anche Erodoto racconta di lei nelle sue “Storie” e nel mondo latino compare anche nelle “Metaforosi” di Ovidio e nell’”Ars Poetica” di Orazio. Oltre ovviamente alle opere in cui si parla di Ercole e delle sue 12 fatiche. Questo per fare un panorama generale.
Il matrimonio di Zeus ed Era
“La statua di Era, di statura assai grande, di oro e di avorio, siede sopra un trono ed è opera di Policleto. Sta sulla sua testa una corona, sulla quale sono scolpitele le Grazie e le Are e da una mano tiene un melograno e dall’altra lo scettro.” Periegesi della Grecia – Pausania
Prima di parlarvi dell’odio di Era per Eracle, facciamo un breve sunto di come sia divenuta moglie di Zeus e somma regina di tutti gli dei.
(Delle vicende relative alla nascita ne ho già parlato brevemente riguardo alla Titanomachia succitata.)
Come sempre ci sono varie versioni del mito ma, la più accreditata, narra che Zeus se ne innamorò e si presentò a lei sotto le sembianze di un cuculo, mentre questa stava filando. Entrò volando dalla finestra nella stanza in cui lei si trovava e le si posò sulla spalla. A questo punto riprese le sembianze originarie e costrinse la dea a sposarlo. In altre versioni del mito è lei che chiede a Zeus di sposarla. Le nozze furono celebrate alla presenza di tutte le divinità.
Era nell’Iliade
Una, seppur breve, menzione, la merita anche l’Iliade. Era, infatti, è un personaggio notevole della famosa opera di Omero. Durante la guerra patteggia per i Greci e brama la caduta di Troia. Il motivo del suo risentimento è da ricercare nel mito che racconta del famoso pomo della discordia, di cui vi abbiamo parlato qui, in cui il troiano Paride, durante un banchetto, elegge come più bella Afrodite invece che Era. Ecco perché Era odia i troiani.
Perché Era odia Ercole?
Detto questo, quindi, perché Era odia così tanto Ercole?
Era è da sempre nota nel mondo mitologico per la sua incredibile gelosia. E bisogna dire che non ha tutti i torti perché Zeus, d’altro canto, era noto per la sua costante infedeltà. È proprio questo ad essere alla base di molti miti che la riguardano. Ercole non fa eccezione.
Zeus, infatti, in una delle sua tante scappatelle, invaghitosi della mortale Alcmena, aveva assunto le sembianze del di lei marito Anfitrione e si era unito a lei. Dalla loro unione Alcmena era rimasta incinta di Ercole. A questo punto Era, venuta a sapere della cosa, folle di gelosia, iniziò a combinarne di tutti i colori. Prima ancora che Ercole nascesse anticipò la nascita di Euristeo, cugino del futuro eroe, perché potesse sottometterlo. Zeus, infatti, aveva promesso immenso potere al primo che fosse nato fra i due. Quando Ercole era ancora neonato gli mandò due serpenti (e la cosa viene citata anche nel film disney). Il futuro eroe, però, li strozzò entrambi.
Sempre quando era ancora bambino, pare che Zeus (secondo altre versioni Ermes) avesse indotto con l’inganno Era ad allattare Ercole per far si che, attraverso il latte di lei, questo divenisse immortale. Era, accortasi del tranello, lo aveva gettato via e uno schizzo di latte era finito nel cielo formando la “Via lattea”.
Quando ormai l’eroe era divenuto adulto, aveva sposato Megara e aveva dei figli, Era lo fece impazzire. Questi, di conseguenza, fece una strage. In seguito, per espiare, il poveretto dovette compiere le famigerate 12 fatiche, di cui vi ho parlato approfonditamente qui. Anche durante le fatiche non si fece mancare niente, mettendo costantemente in difficoltà l’eroe perché fallisse nei suoi intenti.
Altre vittime della gelosia di Era
Per dovere di cronaca tocca dire, però, che Ercole non fu l’unica vittima della gelosia della dea e delle scappatelle di Zeus.
Un mito narra, ad esempio, narra della gelosia di Era per la sua sacerdotessa Io, corteggiata dal marito. Ci sono varie versioni del mito: in una versione Era, gelosa di Io, per scoraggiare il marito, trasforma la giovane in una mucca e mette a sorvegliarla il gigante dai cento occhi Argo. Secondo altre versioni Era sorprende i due amanti e Zeus, per non farsi scoprire, trasforma Io in una giovenca, che Era prende in custodia affidandola ad Argo. Qualsiasi sia la verità, ciò che è certo è che Zeus, per aggirare l’ostacolo, ordina ad Ermes di uccidere il gigante, cosa che effettivamente avviene. A questo punto Era per onorare il gigante prende i suoi cento occhi e li posa sulla coda del pavone.
Un’altra vittima della gelosia di Era fu Lamia, una fanciulla libica di cui Zeus si era invaghito. Era, per vendicarsi, la fece impazzire e questa uccise i propri figli (aridaje). Poi, a causa del dolore, si trasformò in un mostro enorme che da allora va a caccia di bambini.
Inutile dire che di vittime ce ne sono ancora moltissime, ma non stiamo qui ad elencarle tutte lasciando a voi il divertimento di fare una ricerca in merito (e magari di scriverci se vi va di parlarne).
Ciò detto, siamo giunti alla fine del nostro excursus, come sempre se vi è piaciuto l’articolo scriveteci sui nostri canali social e continuate a seguirci!
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Fonti:
- Podcast Music Credits: Music by Samuel F. Johanns from Pixabay
- https://www.romanoimpero.com/2011/05/culto-di-plutone-ade.html
- https://www.miti3000.it/mito/biblio/index.htm
- http://www.perseus.tufts.edu/hopper/searchresults?page=1&q=Hades
- https://www.treccani.it/enciclopedia/ade/
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